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Autore: RedMarauder    09/12/2013    20 recensioni
Il suo sorriso, quel sorriso che riusciva a farla arrossire ogni volta, lo stesso sorriso che le rivolgeva ora, era spietato, disarmante...bello.
Troppo bello. Ma lei era troppo orgogliosa per ammetterlo, per mostrarsi debole. Hermione Granger doveva avere sempre il controllo della situazione. Sempre!
- Attenta a giocare con il fuoco, Granger. E' pericoloso!-
- Perché?- rispose, alzando il mento - Potrei scottarmi?-
Di nuovo quel sorriso. - Sì, ma il problema è che..potrebbe piacerti!-
Tanti cari saluti al suo controllo e alla sua tempra morale. Come poteva resistere quando quegli occhi la guardavano in quel modo? Così profondi, così intensi..così perfetti! Valeva la pena lasciarsi andare. Valeva la pena affondare le mani in quel fuoco, nel fuoco dei suoi capelli. Valeva la pena scottarsi!
Infondo, ad essere sincera, non era poi così male perdere il controllo!
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 14
I Corridoi di Hogwarts

 
 
 
 
 
 
Ginny stava correndo.
Capitava spesso in quei giorni. Organizzare quel Pigiama Coso nella Stanza delle Necessità non era stata un’impresa semplice. La parte più difficile era stata nascondere tutto a Hermione! Odiava mentirle. Ron l’aveva addirittura minacciata di farle pronunciare un Voto Infrangibile, il che, a persone molto più sane di mente come Harry, era sembrato un tantino esagerato.
Svoltò bruscamente l’angolo, leggendo per l’ennesima volta la lista di dolci di Mielandia che avrebbe dovuto consegnare a Harry. Il Prescelto si sarebbe introdotto a Mielandia passando per il tunnel segreto, avrebbe acquistato tutto il necessario e lo avrebbe riportato a Hogwarts sotto il Mantello dell’Invisibilità. Ricontrollò un paio di volte che ci fosse scritto tutto e svoltò un altro angolo.
- Ginny!-
Troppo tardi! Il suo piede inciampò sulla caviglia di Harry, le sue mani si allungarono istintivamente per aggrapparsi a lui e lo trovarono, stringendosi attorno alle sue spalle. Harry le afferrò la vita per sostenerla, ma perse l’equilibrio, ed entrambi caddero sul pavimento. La pergamena volteggiò nell’aria e atterrò accanto alla testa di Harry. Ginny rimase immobile a guardarlo. Harry arrossì e le sorrise.
- Ti stavo cercando!-
- Anche io!- rispose lei.
- Direi che ti ho trovata!- scherzò.
Ginny scoppiò a ridere. Rimasero a guardarsi, ma nessuno dei due mosse un passo per alzarsi. Perché dovevano? Si stava così bene su quel pavimento..
Ginny lasciò vagare lo sguardo su quel viso dolce. La cicatrice, portatrice di dolori e sofferenze, svettava sulla fronte del ragazzo. I capelli erano scompigliati come al solito. Gli occhi verdi, gli occhi della giovane Lily, erano così brillanti e intensi da sconvolgerla ogni volta che incontravano i suoi. Il cuore di Ginny perse un battito. E come sempre, in presenza di Harry, dimenticò di possedere un cervello e di saperlo usare anche piuttosto bene. Allungò il viso verso quello di Harry, dimenticandosi di essere stesa nel bel mezzo di un corridoio, dove chiunque poteva vederli. Sfiorò le sue labbra con un bacio, pentendosene due secondi dopo. Premette con forza le mani sulla pietra per allontanarsi, ma la presa di Harry attorno alla sua vita divenne più forte. Il tempo di un respiro, e Harry Potter la stava baciando.
Harry Potter la stava baciando, su un pavimento, in un corridoio deserto di un sabato mattina..
Harry Potter la stava baciando, mentre erano stesi sul pavimento..
La stava baciando..
Svegliati, Ginny!
Riuscì a riemergere dallo stupore e ricambiò il bacio, con uno slancio improvviso di energia. Strinse i suoi capelli scuri fra le dita e si abbandonò completamente fra le sue braccia. Rimasero su quel pavimento per un tempo che le sembrò infinito. Harry giocò con i suoi lunghi capelli rossi e le accarezzò la schiena. La timidezza e l’indole docile che lo avevano sempre caratterizzato sembravano essere scomparse. Dopo quelle che sembravano ore, si rialzarono, rossi in viso e con il respiro affannato. Rimasero un istante a guardarsi negli occhi, poi Ginny si chinò e raccolse la pergamena.
- Questa è la lista di Mielandia!- disse, schiarendosi la voce.
Harry annuì e la prese fra le mani. Incrociò lo sguardo di Ginny, incerto. Non sapeva cosa fare, né cosa dire. Ginny, che provava praticamente la stessa cosa, sorrise tranquilla e per Harry quello fu sufficiente. Le afferrò la mano e salì a circondarle il viso con l’altra. La baciò con intensità, cercando di trasmettere in quel bacio tutto quello che provava. Sorridendo, Ginny circondò il suo collo con le braccia e ricambiò il bacio.
Lo so, Harry..
 
 
 
 
 
 
 
Neville inciampò su un difetto del pavimento, ma riuscì a tenersi in piedi, per miracolo. Sbuffando infastidito dalla sua stessa goffaggine, ciondolò nel corridoio fino a raggiungere la quinta aula sulla destra. Entrò, guardandosi intorno e sperando che nessuno lo vedesse. Raggiunse l’armadio sulla sinistra e cercò.
Terzo scaffale...terzo scaffale..ti odio George!
No, non era vero..non odiava George! Ma con tutte le persone che c’erano, proprio a lui doveva dare quel compito? E con tutti i posti che c’erano, i gemelli dovevano nascondere qualcosa proprio nell’aula di Difesa? Sotto gli occhi della Umbridge?
Con un sospiro lamentoso, colpì il terzo scaffale con la bacchetta. Quello si rovesciò magicamente. I libri e le bottiglie posati sopra rimasero perfettamente incollati e ciondolarono al contrario. La superficie prima vuota dello scaffale si riempì improvvisamente di piccole scatole colorate e strane polveri. Neville raccolse ogni cosa e la gettò in una piccola sacca che i gemelli avevano stregato. Incantesimo Estensivo Irriconoscibile. Quei due erano geniali!
Tremando, sistemò lo scaffale, chiuse l’armadio e uscì dall’aula. Corse così velocemente che chiunque avrebbe potuto sospettare che nascondesse qualcosa, ma non se ne curò. Svoltò l’angolo e incontrò Harry e Ginny. Si stavano guardando, sorridendo come se fossero un po’ tonti. Neville li fissò entrambi e ricambiò il sorriso che entrambi gli rivolsero.
- State bene?- chiese.
Ginny annuì. – Tutto bene. Hai finito?-
Neville sollevò la sacca. – Sto andando da George!-
Harry gli diede una pacca sulla spalla. – Vado a finire il mio lavoro. Ci vediamo più tardi!-
Neville vide il ragazzo soffermarsi su Ginny con un’espressione beota e poi scappare via. Ginny lo seguì con lo sguardo, poi tornò a sorridere a Neville. Ridendo, corse verso di lui e si lanciò fra le sue braccia. Imbarazzato, Neville la abbracciò.
Stanno impazzendo tutti..
Ginny gli stampò un sonoro bacio sulla guancia e disse: - Grazie Neville!-
- Per cosa?- chiese lui, allibito e perplesso.
La ragazza, sempre ridendo, scosse le spalle. – Non ne ho la più pallida idea! Forse per essermi amico! Anzi sì, sicuramente per quello! Grazie di essere mio amico!-
Sorridendo, corse via. Neville rimase in piedi a fissare il punto in cui era scomparsa. Qualcosa non andava..
Poco dopo, raggiunse George nell’aula al quinto piano. Era con Fred e stavano facendo esplodere qualcosa nel calderone.
- Fatto?- chiese Fred.
Neville annuì e lanciò la sacca fra le braccia di George. – Vostra sorella è pazza!-
- Lo sappiamo!- risposero insieme.
Senza aggiungere altro alla conversazione, Neville uscì e riprese la sua strada verso il dormitorio. Aveva ancora un’ultima cosa da fare!
- Neville!-
Il ragazzo si girò spaventato, ma era solo Luna che saltellava nella sua direzione.
- Ho trovato un incantesimo perfetto per trasformare delle zucche in cuscini!- annunciò.
Neville sollevò un sopracciglio. – E allora?-
- Potrebbe essere divertente!- rispose lei, con un sorriso radioso. – Portiamo delle zucche nella Stanza, impariamo l’incantesimo e chi riuscirà ad eseguirlo dormirà con un cuscino!-
- E gli altri?- chiese preoccupato.
- Niente cuscino!-
- Luna, come portiamo delle zucche nella Stanza? Ma soprattutto, dove le troviamo delle zucche?- chiese esasperato.
- Trasfiguriamo delle noci! Ho già trovato l’incantesimo!- rispose lei sicura.
Neville sospirò e, suo malgrado, sorrise. – Vieni con me a cercare Hermione?-
- Ok!- rispose lei e passò un braccio sotto il suo, cominciando a tirarlo per il corridoio.
Stanno decisamente impazzendo tutti..
 
 
 
 
 
 
 
Luna Lovegood saltellava nel corridoio, cercando Neville. O uno qualsiasi dell’ES. Aveva avuto un’idea fantastica, un gioco divertentissimo per procurarsi dei cuscini. Vide Ginny correre nella direzione opposta.
- Ciao Luna!- esclamò Ginny e la abbracciò forte.
- Stai bene?- le chiese Luna.
Ginny annuì. – Sto andando da Fred e George!-
- Io ho avuto un’idea su un gioco che potremmo fare! Si chiama “Trasforma la tua zucca”!-
- Sembra fantastico! Più tardi mi spieghi come funziona, adesso devo scappare!- annunciò lei.
- Hai visto Neville?- le urlò dietro Luna.
- No, mi dispiace!- rispose lei, camminando all’indietro.
Luna cominciò a vagare tra i corridoi in cerca del suo amico. Pensò alle probabilità che si fosse confuso, a causa dei Gorgosprizzi che invadevano il suo cervello, e  che avesse sbagliato strada, finendo in una qualche stanza oscura del castello. Gli ripeteva ogni giorno di bere il suo infuso speciale, ma lui non le dava mai retta!
Proprio in quel momento, lo vide.
- Neville!- gridò.
Il ragazzo si voltò di scatto, già pronto, probabilmente, a doversi difendere da un attacco a sorpresa di un Serpeverde. Luna sorrise.
Che fifone...
- Ho trovato un incantesimo perfetto per trasformare delle zucche in cuscini!- annunciò lei.
Neville sollevò un sopracciglio. – E allora?-
- Potrebbe essere divertente!- rispose lei, con un sorriso radioso. – Portiamo delle zucche nella Stanza, impariamo l’incantesimo e chi riuscirà ad eseguirlo dormirà con un cuscino!-
Luna non si preoccupò dell’espressione corrucciata che Neville le rivolse.
- E gli altri?-
- Niente cuscino!-
- Luna, come portiamo delle zucche nella Stanza? Ma soprattutto, dove le troviamo delle zucche?- chiese esasperato.
- Trasfiguriamo delle noci! Ho già trovato l’incantesimo!- rispose lei sicura.
Neville sospirò, ma Luna vide le sue labbra aprirsi in un sorriso. – Vieni con me a cercare Hermione?-
- Ok!- rispose lei e passò un braccio sotto il suo, cominciando a tirarlo per il corridoio. – Dove andiamo?-
- Dovrebbe essere con Ron! Stanno sistemando la Stanza!- rispose lui.
- Sai, penso che Ron e Lavanda siano proprio una bella coppia!- commentò lei.
Neville la guardò con indifferenza. – Sì, anche se pensavo che a Ron piacesse Hermione!-
- Forse, ma sicuramente a Hermione non piace Ron!- rispose lei.
Neville alzò un sopracciglio. – Come fai a saperlo?-
Luna sorrise e si fermò davanti all’ingresso nascosto della Stanza delle Necessità. Lasciò la presa sul braccio di Neville e si parò davanti a lui con un sorriso.
- Basta guardarla, per capire che ha occhi solo per un altro!- rispose.
- E chi?-
- Neville dovresti soffermarti a guardare più spesso le persone intorno a te. Sono affascinanti!- disse, con la sua solita voce trasognata.
- Ma quindi chi piace a Hermione?-
- Non posso dirtelo. Non credo che lei voglia farlo sapere a tutti, altrimenti lo avrebbe già detto ai suoi amici!-
- Ma noi siamo amici suoi!- puntualizzò lui.
Luna lo guardò sorridendo e annuì. – Sì, è vero..che cosa dolce!- mormorò, perdendosi nei suoi pensieri.
Neville rimase immobile per un po’ a contemplarla, poi scosse la testa. Luna tornò al presente e guardò il ragazzo. Gli occhi scuri erano pozzi profondi in cui volteggiavano pensieri ed emozioni che Neville non rivelava, ma che lei poteva vedere. I capelli scompigliati gli donavano un’aria sbarazzina, ma semplice. Neville era così diverso dagli altri. Era forse l’unico ragazzo, a parte Harry Potter, a guardarla come se lei fosse una persona come tutte le altre. I suoi amici le volevano bene, e Luna voleva bene a loro. Ma Neville la guardava in modo diverso, come se volesse che lei leggesse quei pensieri attraverso i suoi occhi perché sapeva di non poterli dire ad alta voce.
- Neville?- lo chiamò.
Lui la guardò. – Sì?-
- Tu sei mio amico?- chiese.
Neville arrossì. – Certo che sono tuo amico!-
Luna sorrise felice. Ancora una volta, aveva letto altro nei suoi occhi. Questa volta, era sicura di ciò che aveva visto. Perché stava pensando esattamente alla stessa cosa.
Allungò una mano e scompigliò i capelli del ragazzo.
- Lo penso anche io!- commentò.
Neville aggrottò la fronte. – Cosa?-
- Quello che hai appena pensato!- rispose lei, sorridendo tranquilla.
Neville passò varie sfumature di rosso e arancione, prima di borbottare. – C-come fai a sapere cosa stavo pensando?-
Per tutta risposta, Luna si alzò sulle punte e posò un piccolo bacio sulle sue labbra.
- Lo so e basta!- rispose, sorridendo.
Neville arrossì e si toccò le labbra, guardandola allibito. La porta della Stanza delle Necessità si aprì e Ron uscì.
- Cosa fate lì impalati? Entrate a darle una mano! Io vado a cercare Lavanda!-
Ron sparì e Luna rivolse un’occhiata allegra a Neville, sempre pietrificato. Ridendo, lo prese per mano e lo trascinò nella Stanza.
Forse non sono Gorgosprizzi, quelli nella sua testa..
 
 
 
 
 
 
 
Ron correva nei corridoi in cerca di Lavanda. Vide Ginny uscire di soppiatto dall’aula del quinto piano dove Fred e George stavano ideando un altro dei loro Tiri Vispi. Prese la direzione opposta della sorella e, finalmente, incrociò la sua ragazza.
- Ehi!- la chiamò.
Lavanda si voltò di scatto e, con un sorriso radioso, corse nella sua direzione. Lo abbracciò e lo baciò dolcemente.
- Ti stavo cercando!- disse, cinguettando.
Ron sorrise. – Sì, anche io!-
- Hermione ha bisogno di una mano?-
- Ci sono Luna e Neville!- rispose lui.
- Allora perché mi cercavi?- chiese perplessa.
Ron arrossì. Nonostante si frequentassero ormai da tempo, non riusciva proprio a capacitarsi del fatto che quella fosse la sua ragazza e che non doveva sentirsi imbarazzato se desiderava stare con lei. Anche perché desiderava stare con lei parecchie volte al giorno, e arrossire come un bambino di undici anni ogni volta era davvero sconcertante. Lavanda annuì e sorrise comprensiva.
- Penso che possano fare a meno di noi per qualche minuto!- esclamò.
- E per il resto della giornata?- chiese Ron.
La ragazza scoppiò a ridere e lo trascinò in un’aula vuota. Ron lasciò che i pensieri scomparissero dalla sua mente. Strinse la sua ragazza fra le braccia e la baciò intensamente. Non avevano molto tempo, ma ne avrebbero fatto tesoro. Accarezzò i suoi lunghi capelli e il suo corpo morbido. Quando la baciava, dimenticava l’imbarazzo e l’incertezza. Diventava coraggioso e temerario. Il Ron Weasley che nessuno, a parte forse Harry e Hermione, aveva mai visto. Si chiese quanti passi avanti avrebbe fatto con Lavanda. Si chiese fino a che punto sarebbe andata avanti. Avrebbe perso la verginità con lei? Era strano..aveva sempre pensato che Hermione potesse essere l’unica ragazza a cui avrebbe venduto anima, cuore e verginità. Ma il sorriso di Hermione non provocava ormai più niente in lui. Lavanda era diventata tutto. Qualcosa si agitò infondo alla sua mente. Hermione era felice. Non sapeva perché, ma lo era. Una leggera e storta nota di gelosia aleggiò nel suo cuore. Non era lui a renderla felice e non lo sarebbe mai stato. Ma non aveva importanza, rispose a se stesso. Le calde labbra di Lavanda contavano veramente. Lei contava per davvero. Hermione era solo il suo passato e sarebbe stata il suo futuro, anche se in un modo diverso da come aveva pensato all’inizio.
Ricordò la ragazzina con i capelli cespugliosi che gridava impaurita mentre un Troll di montagna tentava di ucciderla. Sorrise al ricordo e affondò le mani fra i capelli della sua ragazza. Chiunque si sarebbe innamorato di lei. Ma Hermione non era quella giusta. Non era quella perfetta. Strinse fra le braccia Lavanda e il suo cuore saltellò felice.
La persona giusta esiste..basta aprire gli occhi e guardarla!
 
 
 
 
 
 
 
Dean Thomas correva in direzione del quinto piano. Fred e George sparivano sempre quando c’era più bisogno di loro. Lee non riusciva a ricordare l’Incantesimo con cui avevano protetto le scorte di Whisky Incendiario. Pensò alla faccia che Hermione avrebbe fatto quando avesse scoperto di quante bottiglie si trattava. Scoppiò a ridere da solo come un idiota: avrebbe sicuramente dato fuoco ai gemelli!
Vide Ron e Lavanda uscire da un’aula vuoti con i capelli in disordine e scosse la testa divertito.
- Avete visto Fred e George?- chiese.
Ron arrossì e rispose: - Sono nella loro aula!-
In quel momento, Seamus li raggiunse. – Ho bisogno di Fred e George! E li sta cercando anche Angelina!-
Dean prese Seamus per una spalla e rispose. – Ci andiamo insieme! Non datevi troppo da fare voi due, eh!-
- Dean!-
L’urlo infuriato di Lavanda, fece ridere tutti.
- A proposito: ti cerca Calì!- disse Seamus a Lavanda.
Dean guardò il suo migliore amico con un sorrisetto perfido e, mentre si allontanavano, mormorò. – E quando l’hai vista?-
- Due secondi dopo aver incrociato Angelina!- rispose lui tranquillo.
- Vuoi parlarmene?-
- Certo! Così dopo cominciamo a parlare di Alicia!-
- Ti detesto, Seamus!-
- Ti voglio bene anche io, Dean!-
 
 
 
 
 
 
 
- Seamus!-
- Angelina!-
- Hai visto Fred? O George? O Lee?- chiese esasperata.
- No perché? Hanno combinato qualcosa?- chiese lui, divertito.
Angelina sbuffò. – Katie ha ingerito per sbaglio una Pasticca Vomitosa, ma la parte buona le è caduta dentro il lavandino! Mi servono i gemelli, o Lee!-
- Stavo cercando Dean,  che li stava cercando, perciò se trovo Dean trovo i gemelli e se trovo i gemelli ti avviso!-
- Benissimo, grazie!- rispose lei, con un sorriso frettoloso e corse via, alla disperata ricerca di qualcuno che la aiutasse.
Sorridendo, Seamus riprese la sua strada. Calì comparve all’improvviso.
- Ciao!- lo salutò.
- Ehi!-
- Hai visto..-
- Fred e George?-
- No, perché?- chiese lei perplessa.
Seamus scosse le spalle. – Mezza Hogwarts li sta cercando!-
Calì sorrise. Quanto era bella quando sorrideva in quel modo. A voler essere sinceri, era bella sempre. Quei capelli scuri, quasi sempre legati in una treccia, ricadevano sulle sue spalle come inchiostro liquido. Il viso dai lineamenti scuri e profondi brillava, illuminandosi quasi sempre in sorrisi sinceri e radiosi. Era bella. Più bella di qualsiasi altra ragazza di Hogwarts..
- Stasera sarà divertente!- disse Seamus, desideroso di stare ancora con lei a parlare.
Potevi dire qualcosa di più stupido ed inutile? Non credo..
Calì annuì. – Già, sicuramente. E sarà bello festeggiare sotto gli occhi da rospo della Umbridge!- aggiunse, abbassando la voce.
Seamus sorrise. – Sarà una gioia assistere alla sua lezione, lunedì!-
- Magari potremmo dormire vicini, stasera. Se ti va?- aggiunse, arrossendo.
È stupenda anche quando diventa rossa..
- Sì, sarebbe fantastico!- rispose, sorridendole.
- Ok, allora..a più tardi! Vado a cercare Lavanda!-
Seamus la guardò camminare e sorrise, piantato nel mezzo del corridoio come un idiota. La festa si avvicinava, eppure il tempo sembrava scorrere piano. Troppo piano!
 
 
 
 
 
 
- Lavanda!- urlò Calì.
Finalmente l’aveva trovata. Stava salutando Ron.
- Ho visto Seamus!- esclamò, abbracciando l’amica.
Lei sorrise. – Sì lo so!- rispose.
Calì sollevò un sopracciglio. – Come fai a saperlo?-
Lavanda sollevò un sopracciglio e Calì annuì. Insieme conclusero: - I corridoi di Hogwarts!-
- E cos’è successo?- chiese Lavanda, curiosa.
Calì le afferrò il braccio e cominciò a camminare.
- Perché tutti cercano Fred e George?- chiese curiosa.
- Non lo so, ma sembrano essere diventati più importanti del Ministro della Magia!-
Ridendo, Calì iniziò a raccontare alla sua migliore amica ciò che Seamus aveva detto. Era troppo emozionata. Quella sera, forse, sarebbero cambiate tante cose!
 
 
 
 
 
 
 
Katie stava vomitando nel bagno delle ragazze. La porta si aprì di scatto e una mano le infilò a forza una caramella colorata in gola. Katie tossi e i conati si interruppero all’improvviso. Chiuse gli occhi e riprese a respirare normalmente, la testa finalmente libera dalle vertigini. Avrebbe ucciso Fred e George. Anche Lee, dato che c’era! Sentì l’acqua del lavandino scorrere e qualcuno lavarsi le mani.
- Grazie, Angelina!- borbottò.
- Non sono Angelina!- sbottò Lee offeso.
Katie spalancò gli occhi e si voltò di scatto. Lee si stava asciugando le mani e stava sorridendo in direzione della ragazza.
- Lee!-
- Ciao!-
- Ma sei nel bagno delle ragazze!-
Il ragazzo si guardò intorno. – Gran bel posto!-
Katie alzò gli occhi al cielo. – Come facevi a sapere che ero qui?-
- Sono sceso a cercare Fred e George, perché non ricordavo come sciogliere l’incantesimo di protezione sulle scorte e Dean ci stava mettendo troppo tempo. Quel ragazzo è più lento di una Lumaca Carnivora! Mi annoiavo a morte, così sono andato in cerca di quei due Bolidi in versione umana! Ma non li trovavo da nessuna parte. Ho solo visto Luna uscire dalla Stanza delle Necessità e parlava con Neville di Gorgosprizzi. Strano ma vero, Neville sorrideva! Poi ho deciso di provare al quinto piano, ma erano già spariti anche da lì. Finalmente, poi, ho incontrato qualcuno: Seamus e Dean, che hanno incontrato prima Angelina, che gli aveva detto..-
Katie alzò una mano di scatto e disse: – Fermati! Mi sta tornando la nausea!
Lee sorrise e si lasciò scivolare sul pavimento, accanto a Katie. – Che ci facevi con una Pasticca Vomitosa?-
- L’ho scambiata per una caramella!- borbottò lei.
- Sei molto carina! Il pallore ti fa sembrare una creatura uscita dalla Foresta Proibita, ma in senso buono! È un fascino raro! Potresti quasi lanciare una nuova moda! Fred e George ci guadagnerebbero parecchio..ehi! Ti va di fare da cavia per qualche esperimento?- chiese, battendo le mani eccitato.
Katie lo guardò, esasperata. – Voglio ricominciare a vomitare..- borbottò.
Lee scoppiò a ridere e la aiutò ad alzarsi in piedi.
- In forma, Bell! Abbiamo un sacco di cose da fare! Cerchiamo Fred e George!-
- Buona idea, Jordan! Così posso ucciderli!- sbottò lei infuriata.
Lee la seguì ridendo, sperando che scherzasse.
 
 
 
 
 
 
Alicia cercava Angelina. Che cercava Fred. O George.
O Lee. Che cercava Fred. O George.
Che era sparito.
I corridoi di Hogwarts! Non puoi uscirne vivo!
Katie sembrava svanita, stessa cosa per Angelina. Nessuno dell’ES era in circolazione. Ma dove si erano cacciati tutti?
Camminò infuriata a passo di marcia e per poco non travolse Dean Thomas. Finì letteralmente fra le sue braccia.
- Dean! Santo Merlino, finalmente ho trovato qualcuno! Sai dove..-
- No! Non ho visto Fred e George!- rispose lui pronto.
- Angelina?-
- Nemmeno!-
- Dannazione!- sbottò lei.
Erano ancora abbracciati. Alicia stringeva con forza il maglione di Dean e fissava le striature grigie con la mente da tutt’altra parte. Dove potevano essersi cacciati?
- Alicia?- la chiamò lui, schiarendosi la voce.
- Sì?- rispose lei, alzando la testa.
Erano vicini. Molto vicini.
- Oh, scusa!- mormorò lei, imbarazzata, allentando la presa e provando ad allontanarsi. Ma l’orologio di Dean, in quell’istante, si impigliò nel suo maglione e lei scattò in avanti, appoggiando le mani sul suo petto. Sentì i muscoli del ragazzo contrarsi.
- Scusa!- mormorò lui, avvolgendola con le braccia e cercando di liberare l’orologio con la mano libera. La strinse a sé. Alicia sfiorò con la fronte il suo viso. I suoi occhi caddero sulla pelle scura del suo collo. Come avrebbe voluto avvicinare le labbra..
Controllati!
L’orologio fu libero in pochi secondi. Alicia si allontanò, respirando imbarazzata e sorrise.
- Vado a cercare..Angelina!- aggiunse incerta.
Dean sembrava sul punto di svenire. Aveva gli occhi lucidi e lo sguardo imbarazzato. Scacciò l’aria con la mano e rispose: - Sì io vado a..cercare..non lo so..a fare qualcosa!- balbettò.
Alicia sorrise. – Rilassati, Thomas! Abbiamo davanti una lunga notte da passare insieme!-
Corse via, sorridendo e imprimendo bene nella memoria l’espressione sconvolta di Dean.
 
 
 
 
 
 
 
George cercava Fred. Ancora non capiva come aveva fatto a perdere il suo gemello!
Maledetti corridoi di Hogwarts!
In quel momento, vide Lee e Katie avvicinarsi. Lee sorrideva come un imbecille e Katie stringeva i pugni furiosa. Non perse tempo a preoccuparsi della situazione: Lee era idiota metà del suo tempo e Katie era furiosa per buona parte del suo! Il fatto che fossero insieme, poteva essere solo un buon segno.
- Lee! Cervello di gallina! Dov’è George?- chiese, infastidito.
- George, piantala!- sbottò Katie.
- Senza nemmeno guardarmi bene? Sono basito!- si complimentò lui.
Lee intervenne, passando un braccio attorno a Katie. – Ha vomitato finora per colpa vostra, perciò esagera con i complimenti!-
- Mi dispiace!- esclamò George, sorridendo.
- Se fosse vero, mi preoccuperei!- sbottò Katie. – Vado a cercare Angelina!-
- Perché?-
- Perché Alicia la sta cercando!-
- L’abbiamo appena incontrata! Aveva un’aria strana..- aggiunse Lee, pensieroso. – Comunque, hai visto Dean?-
- No!- rispose George. – Perché?-
Ma Lee non rispose. Seguì Katie con lo sguardo lungo il corridoio e la osservò mentre girava l’angolo. George gli concesse qualche minuto. No, ok, qualche secondo. Poi schioccò le dita.
- Jordan, torna fra noi!-
- E’ bellissima!-  mormorò, sorridendo.
- Splendida come una Veela! Adesso puoi toglierti quell’espressione da Vermicolo dalla faccia?-
- Scusa! Avevo mandato Dean a cercarti, perché non ricordo come liberare le scorte di Whisky!-
George alzò gli occhi al cielo. – Sei utile come lo shampoo per Piton!-
- E anche quanto Dean, direi! Inoltre ti cercava anche Angelina, ma penso per il fatto che Katie stesse vomitando in bagno. Speriamo che la trovi prima di te, altrimenti si arrabbierà molto! Dov’è Fred?- chiese poi stupito, guardandosi intorno.
- Ti sei accorto adesso della sua assenza?- sbottò George. – Sono secoli che lo cerco! Ci siamo separati! Luna ha detto che Neville mi stava cercando, così sono uscito per andargli incontro. Ginny aveva bisogno di Fred, ma non si sono ancora incontrati!-
In quel momento, videro Ginny e Harry camminare verso di loro. Harry reggeva una sacca apparentemente vuota.
- E’ fatta!- disse semplicemente.
George sorrise e si leccò le labbra. – Mi hai preso le Piume di Zucchero?-
Ginny alzò gli occhi al cielo. – Dov’è Fred?-
- Svanito!- rispose Lee, imitando l’aria mistica della Cooman.
Harry lo fissò con un sopracciglio alzato. – Ma aveva detto che ci saremmo incontrati per scendere insieme nelle cucine!-
- Lo so, ma non lo trovo più nemmeno io!- borbottò George.
- Forse ha di meglio da fare!- commentò Harry, nascondendo un sorriso.
Ginny lo fulminò con lo sguardo nello stesso istante in cui Lee, riemerso da chissà quale pensiero, apriva bocca per impicciarsi. La voce di Hermione interruppe il suo tentativo.
- Finalmente!- gridò la ragazza. – Vi cerco da un’ora!- sbottò infuriata, unendosi a loro.
George sorrise guardando il pavimento. – No, non ha di meglio da fare!- mormorò.
- Cosa?- chiese lei.
- Niente!-
- Avete visto Fred?- chiese Hermione.
Ginny si passò una mano sul viso. – Odio i corridoi di Hogwarts!-
- Va bene, ragazzi! Niente panico!- esclamò Lee. Allargò le braccia in modo teatrale e cominciò a imporre direttive. – Io cerco Fred giù nelle cucine, magari è già sceso lì! Hermione, tu aspetta nella stanza al quinto piano, nel caso tornasse. Harry, Ginny, voi andate in Sala Comune. George..-
- Io vado nella Stanza delle Necessità!- concluse lui. Non si sarebbe fatto dare un ordine da Lee. Non permetteva a nessuno di dargli ordini. Figuriamoci a Lee!
Il gruppo si divise. George vide Hermione sbuffare e ripartire a passo di marcia verso l’aula del quinto piano. Sorrise scuotendo la testa e si incamminò per raggiungere la Stanza delle Necessità. Scrutò i corridoi attentamente, ma non vide Fred da nessuna parte. Sembrava veramente svanito nel nulla. Ma dove diavolo si era cacciato suo fratello?
Se la prima a trovarlo è Hermione, allora siamo fregati...
 
 
 
 
 
 
 
- Fred!- gridò Angelina. Era indecisa se estrarre la bacchetta e schiantarlo subito o se chiedergli prima l’antidoto per Katie.
- Sono George!- borbottò lui offeso.
Angelina, con la mano già a metà strada verso la tasca, sollevò gli occhi al cielo e sbuffò. – E’ uguale! Mi serve aiuto! Katie sta..-
- Sta bene! Lee l’ha trovata e l’ha curata!- concluse lui, sorridendo.
Le spalle di Angelina si rilassarono. – Ah, bene. La prossima volta che succede una cosa simile, giuro che ve la faccio pagare!- minacciò, puntandogli l’indice contro.
George era l’immagine della spensieratezza. Sorrideva tranquillo, come se Angelina gli avesse appena detto che le lezioni erano state sospese fino alle vacanze di Natale.
- Togliti quel sorriso idiota dalla faccia!- sbottò lei.
- Angelina rilassati!- rispose lui tranquillo, incrociando le braccia. – Goditi questo momento perfetto in mia presenza!-
Involontariamente, Angelina arrossì. E si maledisse per averlo fatto. Perché, ultimamente, George Weasley aveva il potere di metterla in difficoltà. Era cominciato tutto quel giorno in infermeria, in attesa di sapere qualcosa sulle condizioni fisiche di Fred. Angelina era disperata. Aveva frequentato Fred Weasley per quasi sette mesi e ora lui rischiava di morire per colpa di un Bolide scagliato durante una partita. Lei era il Capitano, si sentiva responsabile, in un certo senso. E per quanto la storia con Fred non avesse funzionato, era comunque affezionata a lui. E quel giorno, George era lì. Al suo fianco. L’aveva abbracciata, l’aveva consolata, aveva smesso di piangere per farla ridere. George stava lottando contro un dolore ben superiore al suo, eppure lo aveva messo da parte per aiutarla. Perché erano amici da anni, da quando il Cappello Parlante li aveva smistati in Grifondoro, da quando avevano superato i provini di Baston, da quando i gemelli avevano fatto esplodere per sbaglio il suo calderone durante Pozioni, ricoprendo Piton con una sostanza viscida e nauseabonda. Erano sempre stati amici. Poi Fred le aveva chiesto di andare al Ballo del Ceppo con lui e lei aveva accettato. Non sapeva nemmeno perché. Fred le piaceva, ma non ne era mai stata innamorata. E Fred non era mai stato innamorato di lei. Angelina ne era consapevole. Si erano divertiti insieme, avevano passato un bel momento, ma poi era finita, perché era esattamente così che doveva andare.
Dal giorno dell’infermeria, però, qualcosa era cambiato, con George. La guardava. Spesso. E trovava sempre una scusa per infastidirla, o per lanciarle battute. Alla fine  del’ultimo allenamento, si era persino offerto di aiutarla a sistemare ed era rimasto con lei a studiare una nuova tattica per ore. George era diverso, era cambiato. Le cose, fra loro, stavano cambiando. Angelina lo sapeva, ed era terrorizzata.
Prima un gemello, poi l’altro..diventerai lo zimbello di Hogwarts!
Angelina odiava dipendere dalle opinioni altrui, ma non poteva non preoccuparsi per ciò che la gente avrebbe detto. Le persone, a Hogwarts, potevano diventare davvero crudeli. Infondo, però, le mancava solo un anno. Poi tutto sarebbe finito e il mondo si sarebbe dimenticato di Angelina e della sua evidente passione per la famiglia Weasley..o forse no?
E se lo avesse scambiato per Fred? Angelina provò un senso di nausea al solo pensiero. Immaginò se stessa baciare George e pensare a Fred, o viceversa. La nausea crebbe. No, non poteva essere. Non era così stupida. Non era più legata a Fred, non lo era mai stata veramente. Non poteva scambiarli. Punto.
George la guardava sorridendo, cercando forse di capire il dilemma interiore della ragazza. Schioccò le dita e Angelina trasalì.
- Sei ancora fra noi?- le chiese, prendendola in giro.
Angelina assottigliò lo sguardo. Un’idea malsana le aveva illuminato la mente. Doveva seguirla o lasciar perdere?
- Se io faccio un cosa, tu mi prometti che non commenterai, che non mi prenderai in giro e che non farai niente di stupido o insensato?- chiese, incrociando le braccia, con sguardo severo.
Il sorriso di George vacillò. Angelina si trattenne dal sorridere. Scherzosi, indipendenti e spavaldi, eppure bastava uno sguardo alla Molly Weasley per ridurre i gemelli a un cumulo di ceneri!
- Non sono bravo a mantenere le promesse!- tergiversò lui, recuperando un po’ di dignità.
Angelina sollevò un sopracciglio. – Puoi almeno provarci?- chiese, spazientita.
George allargò le braccia. – Hai la mia parola!- rispose, sorridendo.
Il sorriso di Angelina congelò quello di George. C’era qualcosa di assolutamente troppo vittorioso nello sguardo della ragazza. Prima di poterci ripensare, Angelina scattò in avanti e afferrò George per il maglione. Posò le labbra sulle sue e lo baciò. Fu l’istante più sconvolgente della sua vita.
Perché George non era Fred. Angelina si rese conto di essere stata una stupida a pensare di poterli scambiare. Non poteva succedere. Perché George non era Fred. Le sue labbra erano diverse. Era tutto diverso. Erano diverse le sue mani che la cercavano. Era diversa la sua lingua che danzava con la sua. Era diversa la travolgente passione con cui reagiva al suo bacio. George la strinse a sé e Angelina capì che tutto era diverso. Era George. Era sempre stato lui. Fred era solo una scusa, era un ripiego. Era una fuga. George era la risposta ai suoi dubbi e alle sue incertezze. Era ciò che cercava e che desiderava. Non avrebbe mai potuto confonderli. Erano così diversi. Il suo cuore non aveva mai reagito così, con Fred.
Strinse i suoi capelli fra le dita e sorrise, separandosi dalle sue labbra.
- Grazie!- esclamò Angelina, sorridendo.
George la guardò come se fosse pazza. – Prego..- mormorò, incerto.
- Ci vediamo stasera!- disse lei. Sfiorò le labbra di George e poi si voltò di scatto per andare via.
- Ma..-
- No!- esclamò lei, girandosi e camminando all’indietro. – Hai fatto una promessa, Weasley!-
Un ghigno prese forma sulle labbra di George. Angelina gli fece un occhiolino e sparì. Lungo la strada verso il dormitorio, ripensò a ciò che aveva fatto. Ora era sicura. Ora aveva le risposte. Sorrise al ritratto della Signora Grassa e pronunciò la parola d’ordine. Salì rapidamente nella sua stanza e si stese sul letto. Guardò il soffitto sorridendo, mentre una strana sensazione di calore le invadeva la mente.
Non manterrà mai la promessa..
Scoppiò a ridere da sola, improvvisamente felice. No, George non avrebbe mai mantenuto la promessa, lo conosceva fin troppo bene.
Ma infondo, era esattamente quello che lei voleva!
 
 
 
 
 
 
 
Fred Weasley vagava per i corridoi di Hogwarts in cerca di qualcuno. Uno chiunque. Gli sarebbe bastato anche Nick-quasi-senza-testa! Erano spariti tutti! George era scomparso e degli altri non c’era traccia da nessuna parte.
Dannati corridoi!
Finalmente, vide il suo gemello, appoggiato contro una parete del corridoio, le mani nelle tasche e l’espressione assorta.
- George?- lo chiamò, avvicinandosi.
Il gemello sollevò la testa e lo fissò con un’espressione che Fred reputò ridicola.
- Ti hanno confuso?- chiese Fred, preoccupato e divertito al tempo stesso.
George scosse la testa. – Non mi lancerò in spiegazioni dettagliate, perché non ne ho voglia, ma ho una domanda!-
Fred scosse le spalle. – Ok, sputa il rospo!-
- Se una ragazza ti chiede di mantenere una promessa, ma tu sai che in realtà ti sta chiedendo di fare esattamente l’opposto, e ti sfida apertamente a distruggere il tuo orgoglio per cedere a lei e alle sue provocazioni, tu cosa fai?-
- Mi prendi in giro?- chiese Fred, con evidente sarcasmo.
- No, sono serio!-
- George, è praticamente la stessa domanda che ti ho fatto io un po’ di settimane fa!- sbottò Fred, picchiando la fronte del gemello con due dita.
George impiegò qualche secondo per capire. – Santa Minerva, è vero! Ma quindi qual è la risposta?- chiese confuso.
Fred si passò una mano sul viso. – Hanno dato a entrambi la bellezza, ma il cervello non bastava per tutti e due!-
- Ecco perché l’hanno dato a me!-
- Di chi stiamo parlando?- chiese Fred curioso, sfoderando un ghigno malefico.
George lo fulminò con lo sguardo. – Lo sai benissimo!-
- Ma voglio sentirlo uscire dalla tua bocca!- lo sfidò lui, appoggiando una mano sull’orecchio.
- Piantala, o non ti dico dove ti sta aspettando la Granger!- lo minacciò.
- Perché, mi sta aspettando?- chiese Fred improvvisamente attento.
George alzò gli occhi al cielo. – Ti stavamo cercando tutti, così ci siamo divisi!-
- E lei dov’è?-
- Non credo che te lo dirò..-
- L’aula del quinto piano?-
- Ti detesto!- borbottò George.
Fred sorrise allegro e gli diede una pacca sulla spalla. – Su con la vita, Georgie!-
- Fred, dove vai?- sbottò spazientito, guardando il gemello indietreggiare.
- Che razza di domande fai?-
- Ma ti aspettano in cucina!-
- Fingiti me!-
- Non voglio fingere di essere un idiota!-
- Non ne hai bisogno, lo sei già!-
- Spero che la Granger ti butti dalla finestra!-
- Salutami Angelina!-
 
 
 
 
 
 
 
Hermione era stesa sui banchi ammassati alla parete e guardava il soffitto. Un’enorme, gigantesca ragnatela, ricopriva le travi di legno marcio. Qualche ragno vagava fra i bianchi intrecci. Uno aveva appena catturato una mosca succulenta e la stava infagottando. Hermione arricciò le labbra con disgusto. Se Ron fosse stato lì, sarebbe morto di paura. Hermione non aveva paura dei ragni. Aveva più paura dei serpenti, ma il fatto di avere una bacchetta e di essere una strega  la tranquillizzava. Poteva sempre incenerirli con un semplice sventolio di bacchetta! Sospirando, dondolò la gamba destra, che sporgeva dal banco e ciondolava solitaria. Aveva raccolto la sinistra sul banco e aveva incrociato le braccia sotto la testa. Il legno duro era scomodo, ma sempre meglio essere stesa che seduta. I ragni cominciavano ad annoiarla. Aspettava lì da un’ora ormai. Forse Fred era in cucina, o qualcun altro lo aveva trovato, ma si erano scordati di avvisarla. Conoscendo gli amici, poteva benissimo essere così!
Stava per alzarsi, ma il cigolio della porta la immobilizzò. Non si voltò nemmeno a guardarlo. Rimase immobile a fissare il soffitto, mentre un sorriso affiorava sulle sue labbra. Sentì dei passi avvicinarsi e qualcuno salire sui banchi affianco. Poi una mano le sfiorò i capelli e due occhi vispi si posarono su di lei.
- Cosa fai qui?- chiese divertito.
Lei sorrise. – Aspetto un idiota!-
- Lo aspetti da tanto?-
- Sì, ma non importa: è appena arrivato!-
Ridendo, Fred scese su di lei e la baciò.
- Sei consapevole che mezza Hogwarts ti sta cercando?- chiese lei, con cipiglio severo.
Fred annuì. – Io cercavo te, tu cercavi me..sono i corridoi di Hogwarts!- spiegò.
Hermione ignorò la stretta allo stomaco. – Mi stavi cercando?- chiese. La sua voce tremò e lei sperò che Fred non se ne fosse accorto.
Lui sorrise. – Avevo bisogno di te..- mormorò.
Hermione sollevò un sopracciglio. – Perché?-
- Granger, che domande fai?- la prese in giro lui, prima di baciarla.
La sua mano scese ad accarezzarle un fianco. Avvicinò il corpo al suo e salì su di lei. Le mani di Hermione si spostarono da sotto la sua testa e gli circondarono la schiena. Sapevano di non poter continuare. Tutti stavano cercando Fred e, prima o poi, qualcuno sarebbe arrivato in quell’aula a disturbarli. Era meglio non rischiare. Lentamente, si separarono. Entrambi avrebbero preferito isolarsi dal resto del castello, ma avevano ancora troppe cose da fare. Scivolando, Fred scese dai banchi e la aiutò a sollevarsi, ma prima che Hermione potesse scendere, la abbracciò e ricominciò a baciarla, stringendole la schiena. Hermione afferrò la sua cravatta e lo avvicinò a sé. Lo sentì sorridere sulle labbra. Fermarsi era quasi impossibile, Hermione lo sapeva. Era una tentazione continua a cui sembrava impossibile opporre resistenza.
- Possono fare a meno di noi, ancora per un po’!- sussurrò lui, baciandole il collo.
Hermione cercò di uscire dall’oblio e tornare al presente. Posò una mano sulla guancia di Fred e allontanò il collo dalla sua bocca invitante.
- No, non possiamo!- borbottò, sorridendo.
Sorridendo, Fred la baciò un’ultima volta. E fu un errore. La porta si spalancò all’improvviso, spaventandoli.
- Hermione, hai visto..-
Si separarono bruscamente, ma era troppo tardi. Lee era in piedi, pietrificato davanti alla porta aperta, gli occhi sbarrati e la bocca spalancata.
- Stavo per chiederti se avevi trovato Fred, ma penso che mi rimangerò la domanda: è evidente che l’hai trovato!- commentò, riprendendosi dallo stupore iniziale.
Fred ghignò e Hermione provò lo strano impulso di ucciderlo. Come faceva a sorridere, in quel momento?
- Lee, dillo a qualcuno e ti trasformo in uno Schiopodo!- lo minacciò Fred, sempre sorridendo.
Lee sorrise e sollevò le mani in segno di resa. – Il vostro segreto è al sicuro con me! Le mie più sentite condoglianze, Granger!- le disse, con un occhiolino e un sorriso ammiccante. Poi sparì, richiudendosi la porta alle spalle.
Hermione, immobile e rossa come una gelatina alla ciliegia, chiuse gli occhi sospirando.
- Tranquilla, Granger! Lee non ne farà parola con nessuno!-
- Non è quello che mi preoccupa!- borbottò lei, riaprendo gli occhi.
- Cosa allora?- chiese Fred perplesso.
Hermione sospirò, avvilita. - Oltre a quelle di George, ora dovrò sopportare anche le battute di Lee!-
Fred scoppiò a ridere e la sollevò, aiutandola a scendere dal banco. La prese per mano e la trascinò verso la porta.
- Granger, è la maledizione dei corridoi di Hogwarts: tutti cercano qualcosa e trovano esattamente quello che non dovevano trovare!-
Mentre camminavano in direzione delle cucine, Hermione ripensò a quelle parole. Nei corridoi di Hogwarts tutto poteva succedere, anche le cose più impensabili. Rivide tre ragazzini di undici anni correre in un corridoio deserto e oscuro del terzo piano. Rivide una porta di legno massiccio e rivede tre teste enormi ringhiare e squarciare l’aria con i denti affilati. Sorrise divertita e sbirciò Fred con la coda dell’occhio. Poco prima di entrare nelle cucine, lui le rivolse un sorriso malandrino e lei ricambiò.
Nei corridoi di Hogwarts, tutti cercavano qualcosa e trovavano quello che non dovevano trovare? Non sempre andava così, ma a volte, semplicemente, le persone non si accorgevano che ciò che trovavano era esattamente quello che stavano cercando..
 
 
 



 
 
 
 
 
Dice l’Autrice:
 
 
Salve Mondo Magico!
Sono tornata!! Eccomi qui con il nuovo capitolo. Un capitolo un po’ diverso dal solito! Volevo inserire la storia degli altri personaggi e spero di aver reso l’idea della maledizione dei corridoi di Hogwarts! I prossimi due capitoli parleranno della festa!
Voglio ringraziarvi come sempre per il sostegno, per seguirmi, per commentare e per essere così magicamente fantastiche! Siete voi la fonte della mia fantasia e se questa storia esiste è solo merito vostro :) grazie davvero!
Ora, in alto le bacchette e..recensite! Vi è piaciuta l’idea dei corridoi? Fatemi sapere che ne pensate!
Tanti baci di Mielandia!
Amy :)
 
  
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