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Autore: Paperetta    10/05/2008    2 recensioni
2° CLASSIFICATA AL CONTEST SUI SANNIN INDETTO DA LADY VAMPIRE E MISS DARK. Solo qualche scorcio sulla vita dei Sannin, per capire i loro pensieri quando ancora erano una squadra.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jiraya, Orochimaru, Tsunade
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Nda – Salve! Questa fic è arrivata seconda su quattro al contest indetto sul forum di questo sito, quindi ne vado molto fiera! A quanto pare è piaciuto 'l'utilizzo di un lessico ricercato', e questo mi riempie ancora più di gioia: significa che qualcuno ogni tanto se ne accorge T.T!!

Ah, ho messo 'Spoiler!' perché, credo, qualcuno che ancora non ha letto gli ultimi capitoli pubblicati su internet potrebbe intuire qualcosa... potrei anche sbagliarmi, ma per precauzione...

Beh, mi auguro che piaccia anche a voi. Buona lettura^^

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Da qualche tempo, ormai, la gente ha smesso di credere alle favole. Tuttavia, c'è sempre chi sogna il principe azzurro, che accorre in aiuto della bella principessa, e un lieto fine che dona un po' di speranza prima di addormentarsi...


Una luna quasi piena illuminava le strade del villaggio. Un palazzo brillava di luce chiara, e il vetro di una finestra creava riflessi che si disperdevano nell'aria.

La giovane Tsunade guardava il cielo, e sognava. Sognava di poter proteggere il villaggio, di essere d'aiuto nelle missioni che ninja troppo inesperti avevano il compito di svolgere. Sognava di rivedere suo fratello, di essere riuscita a salvarlo da quell'assurdità che era la morte in guerra. Al contempo, tuttavia, nella sua mente cominciava a formarsi uno strano pensiero, un dubbio che mai si era posta e che certamente non avrebbe rivelato ad anima alcuna.

Era così giusto, così moralmente lodabile inviare delle persone in guerra, anche sapendo che il rischio di morirvi si presentava incredibilmente elevato?

Forse non era sempre stato il motto del villaggio il rispetto verso le persone?

Stava mettendo in discussione la società in cui viveva, ma questo non le faceva poi tanta paura: ormai per lei era quasi naturale pensarlo.

Le sue parole erano impregnate a tal punto di questo giudizio che, allo stesso modo, anche i sogni ne erano influenzati.

Da quasi un anno non sperava più in un principe azzurro...

Così trascorse il suo ventesimo compleanno, in mezzo alla strada, pensando a questo, con un pacchetto in mano: il regalo dell'unica persona che avesse un posto speciale nel suo cuore, tale da consentirle di dimenticare ogni sua angosciante preoccupazione. Era certa che questa persona sarebbe stata perfetta per lei, dandole ciò di cui aveva bisogno: un motivo per continuare a riporre speranza nei propri sogni.

Da quasi un anno pensava di aver trovato il suo principe azzurro.


Non tutti gli esseri umani leggono le favole. E se anche così non fosse, nulla vieterebbe loro di non crederci. Qualcuno, invece, sogna ogni notte ciò che più ardentemente desidera, addormentandosi con un tenero sorriso vincitore sulle labbra.

Forse verrebbe da chiedersi quale sia la differenza...


Orochimaru aveva sempre detestato le notti serene. Amava ciò che è imprevisto, che colpisce senza preavviso e causa disagio; un temporale poteva conciliargli il sonno, ma con la luna aveva quasi difficoltà ad addormentarsi.

In questi casi, ormai da anni, era solito trascorrere il tempo a letto, sdraiato; pensava a molte cose, a ciò che più gli faceva piacere. Quando non c'era la luna, il riflettere prendeva il posto di una lenta e dolce nenia.

Sorrideva, immaginandosi invidiato dall'intero villaggio, i complimenti dei maestri, la proposta alla nomina di Hokage e il suo netto rifiuto, in una dimostrazione quanto mai evidente di superiorità nei confronti di chi lo circondava. Così finalmente si addormentava e i sogni prendevano pian piano spazio nella sua mente. La sua espressione si rilassava e, sul suo viso, gli angoli della bocca si incurvavano in un leggero sorriso compiaciuto, segno che quella notte aveva ottenuto, anche se per pochi istanti, ciò che voleva.

Felice non per i suoi desideri, quanto più per la realizzazione delle sue ambizioni.


Talvolta qualcuno può cercare di realizzare i propri desideri, per rimanerne poi tristemente deluso; però riprova, testardo e determinato, finché non ottiene ciò che vuole o non si rende infine conto di aver sempre creduto in qualcosa di impossibile.

Allora i sogni si trasformano in speranze, ma queste, si sa, sono sovente sinonimo di illusione...


Alcuni alberi delimitavano una stradina del villaggio, illuminata la notte da una forte luce bianca. Dietro uno di questi un ragazzo coi capelli bianchi rimaneva nascosto, come se non volesse rischiare di essere visto da qualcuno; osservava una ragazza della sua età, molto bella, che attraversava la sua stessa strada con aria pensierosa, lievemente triste, portando in mano un piccolo pacchetto col nastro rosso.

Non riusciva più a capire se quella sensazione di bruciore, di fastidio in una zona imprecisata del suo petto potesse essere considerata rabbia, o tristezza, oppure semplice rassegnazione. Quando la prima volta l'aveva sognata, si era detto che quello era un chiaro segno del destino, che, con certezza assoluta, si sarebbe avverato nel migliore dei modi; perciò lui, forte di una tale sicurezza, aveva cercato di realizzare quel sogno, finendo però per comprenderne i difficili ostacoli.

Da quel momento, più che di sogni, aveva vissuto di speranze, guardando a quella bella ragazza come a qualcosa di molto lontano, che non voleva avere a che fare con lui. Lei ormai aparteneva ad un altro, che probabilmente era più adatto di lui ad una persona all'apparenza così forte, ma con un'anima che sempre più facilmente si lasciava prendere dallo sconforto.

Eppure si era illuso di poter essere lui il suo principe azzurro...


Lei era bella, forte, intelligente e scontrosa; i suoi sogni divennero incubi, ma ben presto il suo principe azzurro sarebbe venuto a cercarla, per riportare così i pensieri di un tempo.

Lui pagò a caro prezzo le sue ambizioni, poiché queste non erano altro che mere illusioni, scambiate erroneamente per sogni e desideri realizzabili.

Lui credette per tutta la vita di essersi sempre illuso, e non poté mai rendersi conto che, alla fine, quella bella ragazza aveva davvero trovato il suo principe azzurro.


Tre ninja.

Tre compagni.

Tre nemici.

Ognuno di loro aveva dei sogni, nei quali ripose la propria intera esistenza, ma nessuno, per tutta la vita, poté vederli realizzati.

Nessuna favola ebbe il lieto fine.


FINE

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