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Autore: Jessica47jessy    09/12/2013    0 recensioni
questa è la vita di due ragazze inglesi, Jessica, che ha 19 anni, e Laura, che ne ha 20.
Sono sorelle e Laura è quella più matura delle due, che infatti la tira sempre fuori dai pasticci. A causa però della sbadataggine di Jessica a entrambe ne capitano di tutti i colori, ma ciò che cambia tutto è l'incontro con due ragazzi molto speciali, Harry e Niall...
non dico altro! leggete e recensite please :)
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Piacere, sono Jessica, ho 19 anni. Vivo in Inghilterra, in un paesino non troppo distante da Londra, i miei genitori sono italiani, ma si trasferirono qui prima che nascessi quindi io sono in tutto e per tutto inglese. Sono abbastanza alta, coi capelli neri e leggermente mossi, ho gli occhi color nocciola, che è l’unica cosa che ho ereditato da mio padre poiché per il resto sono praticamente uguale a mia madre da giovane.     Ho tante passioni, ad esempio adoro suonare la chitarra, il che mi riesce abbastanza bene, perché vado a lezione di musica da quando avevo 7 anni. Mi piace suonare liberamente canzoni di gruppi che mi piacciono, come i One Direction, dei quali ormai so a memoria tutte le note.  Ho dimenticato di dire che ho una sorella gemella, Laura, a dire il vero lei è più grande di me di un anno, ma siamo talmente uguali che si potrebbe dire che siamo gemelle. Lei ha il mio stesso aspetto fisico, a parte il fatto che i suoi capelli sono castani ed è un po’ più alta di me, ma per il resto siamo davvero identiche.                                 Anche a lei piace la musica, lei però canta, ha infatti una voce bellissima, che io non ho, ma in compenso non sa suonare nessuno strumento e spesso ci ritroviamo ad arrangiare pezzi assieme, anche già esistenti. È stata proprio lei a farmi scoprire i One Direction, un giorno venne da me con un cd e mi disse: “devi ascoltarlo, sono bravissimi!” e così iniziò la nostra passione condivisa per la loro musica.           Siamo vicine di casa e spesso siamo una a casa dell’ altra. Facciamo quasi tutto assieme e infatti ci siamo organizzate per andare al concerto dei 1D proprio sabato prossimo, e io non vedo l’ora. Si terrà a Londra e ci noi andremo con la macchina di mia sorella. Ecco, un’altra differenza, lei è molto più concentrata e coerente, io invece, che non penso mai né alle conseguenze né con concentrazione, non sono riuscita a prendere la patente, nonostante ci abbia già provato 2 volte.                                                                                                                                                                                                           Finalmente il concerto è arrivato, e sia io che lei siamo contentissime, partiamo 2 ore prima, per non essere in ritardo. Ma a causa del fatto che avevo fame ci siamo dovute fermare ben 3 volte e questo ci ha portate ad essere appena in tempo.  Arrivate là, ci ritroviamo davanti a una massa incontrollabile di fan, allora Laura valuta un po’ la situazione e poi con decisione mi afferra il polso trascinandomi nel bel mezzo del casino. Io cerco di starle dietro, ma ben presto perdo la presa e finisco trascinata via. Piano piano sento gente che mi spintona e mi porta via, e mi ritrovo al punto di partenza, di nuovo fuori dallo stadio. Un po’ intontita mi rimetto in piedi e tento di creare un passaggio fra la folla, ma niente da fare: ritorno sempre dov’ ero prima.                                                                                                                                 Allora la mia mano corre alle tasche, dove tengo il cellulare di solito, ma mi accorgo con spavento che non c’è. Nella peggiore delle ipotesi è stato calpestato dalla folla, nella migliore è ancora in macchina, cosa non improbabile, data la mia sbadataggine.                                                                                                                                                                                                                                                  Allora mi metto un po’ a riflettere. Di certo non ritroverò Laura fino a stasera, ma se voglio vedere il concerto dovrò trovare un’altra entrata.  Così inizio a camminare e giro l’angolo dello stadio, quando finalmente non trovo un’ altra porta. Mi pare un po’ arrugginita, e vedo anche un cartello che però non mi prendo la briga di leggere ed entro sicura. Rimango un po’ delusa quando vedo un semplice corridoio che termina con un’altra porta simile a quella fuori, allora mi innervosisco e avanzo decisa fino a poggiare la mano sulla maniglia... Ma neanche il tempo di aprirla... E PAM! che vengo scaraventata per terra dall’ apertura della stessa porta. Il dolore al naso è immediato. Così inizio a dire: “vorrei sapere chi è il deficen-“  vengo bloccata da una mano che mi tira su e dice: “scusa, non pensavo fossi qui dietro”. Incontro subito i suoi occhi azzurrissimi, noto il suo ciuffo biondo, e immediatamente capisco che è NIALL HORAN.                                                                                                                                                                       Mi appare come un angelo, mi tira su con una forza tale che mi sento leggerissima fra le sue mani. Rimango un po’ imbambolata poi abbasso lo sguardo accorgendomi che probabilmente dovevo avere una faccia da ebete e aggiungo: “non fa niente, non preoccuparti, ora me ne vado perché non dovrei essere qui, giusto?” lui con sguardo gentile mi risponde: “non preoccupartene, è tutto ok. Ma non posso lasciarti andare senza essermi almeno fatto perdonare, dai, entra” e mi indica la porta aperta.                             Così, un po’ indecisa, entro e vedo una specie di salottino, abbastanza in disordine. Lui prende una busta con del ghiaccio dal minifrigo e me la poggia sul naso, vedendo che me lo massaggiavo dolorante, mormorando qualcosa tipo “attenta che è freddo” e fra me e me penso con un po’ di ironia “giura? Menomale che me lo hai detto tu”, ma rifletto sul fatto che le frasi di questo genere le faccio anch’io quando parlo con Laura e lei di solito mi fa una faccia strana. E poi mi ricordo… LAURAA!                                             A quel punto mi muovo agitata “hey! Io devo andare, mia sorella mia aspetta al concerto, e non posso lasciarla da sola!!” allora lui mi guarda perplesso e mi dice che manderà qualcuno a recuperarla. Così mi rilasso e mi getto su un divanetto, a riflettere sulla fortuna sfacciata che mi ritrovo ad essere nella stessa stanza di Niall.  Lui esce e rientra nel camerino un paio di volte fino a quando non si ferma definitivamente e si siede di fianco a me. Mi guarda e mi chiede un po’ di me e di come mai stavo entrando in una zona con divieto di accesso, così gli spiego a grandi linee ciò che è successo, e lui di tanto in tanto ride, come se fosse la storia più buffa del mondo, e questo mi lascia un po’ così. Allora io ribatto domandandogli: “ma scusa, tu non avresti un concerto da fare?” e lui allora mi sorride e annuisce ma aggiunge “aspetteremo tua sorella e poi andremo in scena, voi potrete seguire dal backstage se volete” scatto: “certo che vogliamoo!”                                                               
 Quasi subito arrivano il resto dei ragazzi, che si mostrano gentilissimi con me, ma anche con Laura quando finalmente arriva esterrefatta. Lei si guarda intorno indecisa su dove sedersi fino a quando un braccio non la afferra e la tira per terra, su un pouf rosso. È Harry. Lei lo guarda prima indispettita, ma poi gli sorride.  Parliamo un po’, ma quasi per niente, perché quasi subito i ragazzi devono andare in scena. E noi ci muoviamo con loro e rimaniamo dietro le quinte a goderci il concerto contente. Io sono talmente felice che quando cantano Over Again (la mia canzone preferita) mi scende una lacrima. Ma è tutto ok. È un sogno che si realizza.
  
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