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Autore: Kylu    09/12/2013    5 recensioni
“Ci sono” esclama in quel momento Potter l’Idiota.
“Se non riesci a finire il giro o se ci metti secoli… dovrai baciarmi!”
Improvvisamente scoppio in quello che è un incrocio tra un attacco di tosse e una risata isterica. Alice mi batte affettuosamente sulla schiena mentre tutti gli altri scoppiano a ridere.
“Io COSA? Potter, ti sei completamente rincogli…”
“Paura, Evans?” mi interrompe lui.
Io mi riprendo, mi rimetto in equilibrio sulla scopa, gli lancio un’occhiataccia al cianuro degna della McGrannit.
“Ti piacerebbe…”
“Allora è fatta” sorride lui. “Se riesci a fare un giro del campo in volo puoi schiantarmi. Se non ci riesci, dovrai baciarmi”.
Una stupida scommessa.
Una stupida scommessa e inizia tutto.
Una stupida scommessa tra l'arrogante James Potter e l'orgogliosa Lily Evans.
E tra Mangiamorte pronti all'azione, misteri e paure, ma anche risate, avventure e appuntamenti, il gioco è fatto.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Mi tengono intrappolata qui dentro.
Io ci ho provato, a scappare dall’infermeria per trovare Potter e ucciderlo prima che possa venire a reclamare la sua ricompensa.
Che poi, porco Merlino, stavo andando benissimo! Avrei vinto se non fosse stato per quel fottutissimo palo.
Ma dico io, che ci sta a fare un palo in mezzo ad un campo da Quidditch?
Okay, era il palo di uno degli anelli del portiere. Ma per Morgana, non era lì un attimo prima, lo giuro! Qualcuno lo deve aver fatto apparire.
Ovviamente penserete che io stia per dare la colpa all’Idiota Potter. Sbagliato.
L’Idiota Potter, come dice il suo stesso nome, è immensamente idiota, ergo non abbastanza intelligente da far apparire pali di metallo di venti metri in mezzo ad un campo.
Il problema rimane quello: lo devo uccidere prima che vada a scalpitare da mammina-Sirius che la brutta e cattiva Lily Evans non gli vuole dare il bacio che gli spetta.
Ecco, un’altra cosa che non sopporto di lui. Non è capace di dire Lumos se non c’è Sirius a dargli il permesso.
Di per se non avrei troppo da dire contro Sirius: è un bel ragazzo, decisamente più intelligente di Potter (non che ci voglia molto per esserlo), e poi sta con Mary, che è una delle mie migliori amiche.
Ovviamente non fa altro che distrarla dallo studio e beccarsi punizioni per aver cercato di sgattaiolare nel dormitorio femminile, ma dettagli.
In ogni caso, sono intrappolata in infermeria chissà ancora per quanto. In fondo non mi sono fatta troppo male per i miei standard: mi sono rotta un braccio cadendo dai venti metri, ma per quello basta un Ossofast, e distrutta mezza faccia, ma quella è già stata sistemata con un colpo di bacchetta. Sono riuscita per chissà quale miracolo divino a non rompere la scopa del tizio, perché ho avuto la prontezza di calciarla via al momento dell’impatto.
L’unico vero problema è che ho sbattuto la testa. Volavo a qualcosa come un fantastiliardo di chilometri orari e, con tutta la fortuna che mi contraddistingue, dove becco il palo? Dritto in testa.
Spero di essermi beccata un trauma cranico.
Sarebbe un buon attenuante nei miei confronti dopo che avrò ucciso Potter.
Ma in tutto questo bisogna stare attenti a ricordarsi il mio proverbio, quello che prevede Potter a tiro di bacchetta non appena il mio stupido cervello lo sfiora col pensiero.
E difatti in quel momento sento Madama Chips tentare inutilmente di spiegare a qualcuno che la sottoscritta ha bisogno di riposare e non può vedere gente.
“Ma egregia Madama Chips, divina protettrice degli studenti, carissima guaritrice dei poveri ragazzi infortunati, lei deve capirmi, questa è questione di vita o di morte, mi lasci vederla…”
“Mi dispiace, James, caro, ma la signorina Evans ha bisogno di riposo, ora…”
“E non conta il fatto di quanto io abbia bisogno di vedere lei? La prego, la scongiuro...”
Faccio in tempo  vedere Potter inginocchiarsi di fronte alla Chips, dopo di che mi giro per evitarmi la visione di quell’ipocrita che recita la parte del santo ragazzo sensibile ed innocente.
“Veramente la Bumb è venuta qui prima e mi ha espressamente vietato di permettere a chicchessia di…”
“Devo solo assicurarmi della sua incolumità. Sa che sono un ragazzo serio e diligente, non mi permetterei mai di disturbare i suoi pazienti…”
Alzo gli occhi al cielo e torno a fissare la scena, incredula. Possibile che la gente si lasci raggirare a questo modo da Potter? Lui, un ragazzo serio e diligente?
E’ come dire che gli schiopodi sparacoda sono animaletti dolci ed affetuosi.
“Va bene, James, ma solo dieci minuti. Siamo d’accordo?” cede infine la donna
“Ha davvero un cuore d’oro. E’ un angelo!” le dice Potter rialzandosi da quella posa ridicola e schioccandole un bacio sulla guancia.
Giuro di averla vista arrossire.
Ma che si spari.
In mezzo secondo James è seduto su una sedia vicino al mio letto, lo sguardo più ebete che io abbia mai visto.
“Mia piccola Lily, mia bellissima rosa profum…”
“Ora ti schianto davvero. Basta” dico, cercando di alzarmi dal letto.
Lui però mi mette una mano sulla spalla (che due scatole, dopo dovrò lavarmi di nuovo per rimuovere i pericolosissimi germi di Potterite).
“Non devi fare sforzi eccessivi, hai sentito Madama Chips... Hai bisogno di riposo…”
“TUTTO QUELLO DI CUI HO BISOGNO E’ CHE TU ESCA DA QUI, POTTER!”
“Ehi, grazie! Mi hai appena fatto fare un nuovo record, farti saltare i nervi in meno di un minuto! Aspetta che lo dica a Sirius…”
Non lo sopporto. Non lo tollero. L’avevo già detto?
“Allora, insomma, pare che la scommessa abbia un vincitore…” comincia lui.
“Certo, un vincitore che ha barato” commento io, indifferente.
 “Come sarebbe a dire?” si offende lui. “Ho anche io un orgoglio Grifondoro, sai? Non barerei mai… Se tu non sai guidare mezzo manico di scopa non puoi dare la colpa a me!”
Scoppio a ridere. “Questa era bella, Potter” ammetto. “Tu che non bari mai…”
“Beh, forse in alcune circostanze, tipo con i Serpeverde, un pensierino ce lo farei” ammette lui. “Ma non con te, mia cara acida Lily…”
“Non chiamarmi Lily, Potter, che diamine!” sbotto io. “E non sono acida, sei tu che mi fai salire il Potterzismo…”
E’ la sua volta di scoppiare a ridere. “Il cosa?”
“Oh, lasciamo perdere. Comunque ora ti do questo fottuto bacio così possiamo dimenticarci di questa storia e…”
“Ecco, a proposito del bacio…” m interrompe lui, improvvisamente serio e… Non è possibile, James Potter sta forse arrossendo?!
“Ho una proposta migliore per entrambi”.
Io mi ammutolisco. Le proposte di Potter non sono mai, mai una buona cosa. Per definizione.
“Rinuncio al bacio…”
“TU FAI CHE?” urlo io. Stavolta non riesce a trattenermi e io mi alzo definitivamente dal letto.
Non è possibile. Quell’arrogante permaloso bambino straviziato sta rinunciando all’umiliarmi? Deve avere qualche Nargillo di troppo in testa.
“…ad una condizione” continua lui, ignorando la mia reazione.
Mi fissa negli occhi, per una volta senza alcuna traccia del sorriso sghembo da guastafeste che lo contraddistingue.
E per la prima volta nella mia vita mi ritrovo a pensare che in fondo tutte le ragazze della scuola – e dell’Inghilterra – potrebbero in parte avere ragione. Mi ritrovo ad ammette che, se dovessi essere obiettiva, James Idiota Potter è un ragazzo da urlo. Fisico modellato dagli allenamenti quotidiani di Quidditch, occhi profondi color nocciola, i capelli spettinati che gli ricadono sulla fronte in ciuffi ribelli.
Ma io sono Lily Evans, e Lily Evans odia James Idiota Potter.
Probabilmente l’ho preso davvero, un trauma cranico.
“Dammi un mese”.
Io lo fisso corrugando la fronte, convinta d’aver capito male.
“Un mese di tempo, non un giorno di più, non un giorno di meno. Ho un mese di tempo per provare a conquistarti con le buone maniere. Terrò le mani a posto, non ti salterò addosso. Ma tu mi dovrai lasciare una possibilità: dovrai passare del tempo libero con me in Sala Comune o nel parco, dovrai sederti vicino a me in Sala Grande, dovrai parlarmi civilmente e non schiantarmi partendo dal presupposto che sono Potter e che, in quanto tale, posso solo romperti le scatole”.
Io lo fisso sconcertata, metabolizzando la notizia.
“Potter” comincio lentamente. “Non penso di averti mai sentito pronunciare una frase così lunga che non comprendesse almeno due battute squallide e tre tempi verbali sbagliati”.
Lui ride, buttandosi indietro i capelli con una mano. “Questo perché sono ancora meglio di quello che sembro. E meglio di perfetto è… perfetto al quadrato!”
Scuoto la testa, esasperata. “Potter, non funzionerà mai, non resisto cinque minuti con te senza volerti schiantare almeno una decina di volte…”
“Preferisci baciarmi? No perché sai, a me va benissimo anche quello”.
Io che do una possibilità a James Potter. James Potter che parla di conquistarmi con le buone maniere. E’ una contraddizione, una cosa surreale.
Ma in effetti tutto in Potter è una contraddizione, dai suoi capelli ordinatamente disordinati alla sua simpatica faccia da schiaffi.
“Perché mi fai questa proposta?”
“Perché… perché boh, con te non è come con le altre”
“In che senso?” No, impossibile. Potter che rinuncia ad una delle sue battute pessime o ad una delle sue auto-sviolinate per dire qualcosa di serio? Il mondo oggi è al rovescio.
Non è che se l’è preso pure lui, un bel palo in testa?
“Nel senso che con le altre ragazze, beh, lo sai, le conosco dieci minuti, ci scambio una bella pomiciata e via. Con te è diverso. Quindi ho pensato che costringerti a darmi un bacio perché hai perso una scommessa sarebbe stata una cosa piuttosto squallida. Preferisco questo” risponde lui semplicemente.
Lo fisso ancora.
Probabilmente sto facendo la babbanata più grossa della mia vita.
“Ci sto”.
  
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