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Autore: thedragontosaphira    10/12/2013    18 recensioni
Una mini long natalizia
Ispirata dal film Nine month, e rivisitata per l'occasione
Draco ed Hermione sono una coppia ben affiatata
Ma qualcosa arriva inaspettata a sconvolgere la loro routine
Dal prologo:
....
Il mio cuore perse un battito, non ero brava a mentire e, mordendomi il labbro mentre scomparivo veloce nel bagno, cercai di recuperare.
- Si, si .. Tutto bene, nessun problema, sono solo un po' stanca. -
Lo sentii rispondere
- Potevi dirmelo, avrei rimandato la cena. -
Dentro di me un tumulto, poi continuò con tono preoccupato
- In effetti ho notato che da qualche giorno hai delle occhiaie profonde e sei un po' pallida, magari sarebbe utile ti facessi vedere. -
Per poco non m strozzai con la mia stessa saliva.
" Si era accorto? E da quando era così attento, che sospettasse qualcosa? "
Mentre rieccomi sintonizzata sul canale della " Granger picture ", sentii delle voci provenire da basso, sicuramente gli ospiti erano arrivati.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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cap 5 Agosto-settembre                                                                                  Agosto - Settembre
                                                              cap 5































Mi sentivo meglio, ero più determinata, meno zombie e più me stessa.

Quel giorno poi ero particolarmente euforica, quello sfarfallio che sentivo nel mio ventre era stato, se pur lieve, un calcetto.
Sembrava che mio figlio approvasse, ed io ero al settimo cielo.

Volevo dirlo a qualcuno e mi smaterializzai in casa di Ginny, sapevo che era sola con James, ma ero emozionata e desideravo condividere con lei, visto che eravamo entrambe nella medesima situazione.

Cioè molto incinte.

Lei aveva Harry e la sua famiglia che la supportavano, ed inoltre era la seconda gravidanza, per me era tutto nuovo, e nessuno con cui confrontarmi.
Desideravo una spalla su cui  poggiare il capo.

Se solo.. Scossi la testa, non ci dovevo pensare.
Draco era un capitolo morto, chiuso.

Poi sorrisi, ma a chi la davo a bere, quel bastardo mi mancava. Era con lui che avrei voluto condividere quel momento.

La sera prima mi ero voluta uccidere con un film strappalacrime ed una vagonata di gelato al cioccolato, non quello di Fortebraccio, ma quello babbano, colmo di zuccheri e grassi.
Tanto chi se ne fregava, non avevo nessuno a cui dover piacere, se non il mio fagiolino.

Ci avrei pensato in seguito a riconquistare la linea, dovevo pur affogare i miei dispiaceri in qualcosa e visto che l'alcool mi era negato, evviva zucchero e grassi.

Ridemmo insieme, ed affrontai la sua torta al doppio strato di panna e cioccolato come fosse l'ultimo pasto del condannato.
Affondai il cucchiaio come se scavando alla fine avrei trovato un tesoro, avida.
Dovevo dire che l'appetito non mi mancava, e le poche volte che avevo dato di stomaco non mi avevano tolto la voglia di gustare i cibi.

Anzi facevo di quei mix dolce-salato che avrebbero fatto accapponare la pelle a qualunque chef, anche quelli della nouvelle cousine, che in confronto a me nell'accostare i sapori erano dei veri pivelli.

Vidi Ginny che sembrava squadrami, ed improvvisamente mi chiesi se mi era cresciuta una seconda testa.

Poi facendomi strozzare con il boccone, mi disse cogliendomi del tutto impreparata,

- Quanto ti manca Draco? - Ma che razza di domande faceva? Ogni qualvolta riuscivo a dimenticarmi di lui, ecco che riappariva. Lo potevo paragonare ad un brufolo fastidioso.

Saltava fuori sempre nei momenti meno opportuni.

La fissai

- Perché mi chiedi ciò? - Tergiversai.

- Rispondi. - Mi esortò.

Sospirai

- Tanto, lo sai. Inutile negarlo. Ma cerco di andare avanti, proprio come lui che pare vivere benissimo senza di me. - Non nascosi la mia amarezza. Questa volta non potevo fare finta di nulla.

- E se ti dicessi che anche lui cerca di andare avanti, ma che è distrutto? -

Mi inalberai immediatamente. Mi aveva rifiutato, indotta ad andarmene, non mi voleva, non ci voleva. E quello distrutto era lui?

- Ma da che parte stai? Ed io ci dovrei credere? Sino ad un mese fa riempiva le pagine di quei giornaletti scandalistici, sembrava urlare “una femmina al giorno mi toglie il medico di torno!” -

-E se lo avesse fatto per ingelosirti? - Suggerì.

- Beh, non solo ci è riuscito, ma lo odio dal più profondo del mio cuore. Sarà contento! - Sbottai irritatissima.

- Bugiarda. -

- Mi ha rifiutato, rinnegato non solo me, ma anche suo figlio! - Ribattei.
La rabbia che avevo accumulato in tutto quel tempo esplose nel tono acuto della mia voce. Me ne resi conto ma non riuscii a controllarmi.

- Non hai pensato che magari fosse spaventato? Non scordarti chi era suo padre. - Cercò di farmi riflettere, ma io ero troppo ferita per ragionare lucidamente.

-E che centra suo padre? Lui è Draco, non Lucius. -

- Ricordi, la storia della pianta, della mela e che si dice che non cade mai lontano dall'albero? - Ammiccò con un lieve sorriso, che mi diede ai nervi.

- Ma mi stai facendo la predica? Non eri tu che mi dicevi che il mare è pieno di pesci? - La ripresi irritata. Il mondo si era appena capovolto un Weasley che difendeva Draco Malfoy.

- Ma tu sei come quello di quella fiaba, ah La Balena bianca, sei ossessionata. -

- Non è vero! - Negai, sentendomi scoperta.
Accidenti a me ed ai miei regali educativi,  il Natale precedente avevo donato a James una raccolta di racconti babbani.

- Si che lo è. ammettilo e troverai pace. - Disse mettendo il dito nella piaga.

Stizzita mi alzai e senza salutarla mi smaterializzai. Ma cosa pretendeva Ginny da me? Tanto lui non mi voleva, era stato evidente in tutto quel tempo. Cosa cercava di fare la mia amica, di farmi illudere ancora?

*****

Un gufo della rossa mi portò notizie, ma non erano quelle sperate.

Lei non ne voleva sapere di me, né vivo né morto.

Ma la moglie di Potter non era una che si arrendeva facilmente e non si diede per vinta, mi mandò un secondo gufo che mi strappò il primo vero sorriso da molto tempo. Il giorno successivo Hermione avrebbe avuto una visita di controllo presso una clinica babbana.

Mi consigliava di farle una sorpresa, conoscendola non avrebbe fatto scenate in pubblico, ed io avrei avuto la mia occasione.

"Sappiti giocare le tue carte, è l'unica occasione che avrai."

Ci speravo, ero un ottimo giocatore di poker, e quella era la mano che avrebbe potuto cambiarmi a vita.

Arrivai proprio mentre veniva chiamata. Quando mi vide si bloccò incredula, e dal viso era non solo stupita, ma anche molto irritata. Tuttavia ingoiò il rospo lanciandomi uno sguardo fulminante.

Me l'avrebbe fatta pagare in un secondo momento, quello non era né il luogo,  né l'occasione giusta, ma se lo sguardo avesse potuto incenerire, io sarei stato solo un mucchietto di polvere.

Quando il medico mi chiese chi ero, io tronfio riposi

- Sono il padre del bambino, nonché fidanzato della qui presente. -
A causa mia, si era rivolta a medici babbani.

Lui si grattò il capo ed invitandomi ad entrare disse perplesso

- Credevo di aver capito che era single. -

- Sarebbe stata single, se si fosse rivolta ad una delle vostre cliniche per l'inseminazione artificiale, ma come saprà, nostro figlio - e calcai su queste parole - è stato concepito nella maniera tradizionale. -

L'uomo mi fissò confuso, e mi fece guadagnare una gomitata dritta nelle costole. Le guance di Hermione erano cremisi, era furiosa per essere stata messa in imbarazzo e per la mia “ingiustificata” presenza lì.

So che me l'avrebbe fatta pagare, e con gli interessi, ma ora ero troppo emozionato per preoccuparmene. Non solo lei era lì, bellissima davanti a me, ma avrei assistito al miracolo della vita.

Avrei visto mio figlio, avrei sentito il suo cuore, avrei provato e senza vergogna un emozione travolgente.

Ero al settimo cielo, ed il mio sorriso ebete ne era la dimostrazione.

Mentre il medico svolgeva la sua mansione in maniera più che professionale spiegandoci ogni passaggio, lei mi ringhiò fra i denti, attenta a non farsi sentire dall'uomo,

- Che vuoi? -

- Fare parte della vostra vita. -

- E cosa ti fa credere che noi ti vogliamo? - Sibilò cattiva. L'avevo ferita così profondamente, ero stato un idiota insensibile, lo sapevo, ora lo vedevo, ma
fu come ricevere una secchiata gelata in piena faccia. Non per le parole che erano dettate dal rancore, ma per il tono che era freddo come il polo.

I miei occhi si velarono di tristezza, e lei questo lo notò sicuramente.

La bocca si era asciugata improvvisamente, mi stavo arrampicando sugli specchi. Non sapevo più come perorare la mia causa, far si che rivedesse le sue idee e che mi perdonasse. Dissi le uniche due parole che mi passarono nella mente in quel momento.

- Perché tu mi ami, come ti amo io. La mia vita non ha senso senza di te, tu sei l'oasi nel deserto, quella fonte a cui mi disseto. Ti prego perdonami, aiutami ad essere un buon padre. -

Lei mi fissò, gli occhi colmi di lacrime, potevo sentire il suo cuore battere all'unisono con il mio.

Per la prima volta avevo ammesso ad alta voce di amarla.

La vidi umettarsi le labbra indecisa nei minuti più lunghi della mia vita, e poi, cedendo, mi disse con tono serio e deciso

- Ricordati che sei in prova, al primo errore sei fuori. -

Mi chinai  e la baciai lieve sulle labbra, mentre le sussurravo.

- Grazie. -

E non era tanto per dire, era sentito, forte e riconoscente. Ora non dovevo fare altro che dimostrarle quello che le avevo appena detto.

Stavolta non avrei sbagliato.

Non avrei commesso errori, lei era tutto quello che volevo. Non potevo rischiare di perderlo di nuovo. Allungai una mano e strinsi la sua, non ricambiò la stretta, in questo compresi che ancora era insicura di me. Potevo capirla, ma mi fece male.
Decisi che l'avrei fatta ricredere, sarei stato quello che lei voleva, il compagno che non ero mai stato, poi il padre che temevo di non poter essere. Lo giurai a me stesso in quel momento, ed un Malfoy mantiene sempre quello che promette.



















   
 
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