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Autore: _Naira    11/12/2013    2 recensioni
buongiorno o buonasera a tutti, che dire della mia storia, parla di una ragazza con una personalità da scoprire e una vita incasinata, spero vi piaccia, è la prima storia che scrivo!
isy_94
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Pov Naira
Arrivo a casa senza spiccicare parola con mia mamma che è venuta a prendermi, nelle mie orecchie risuona solo una cosa: quella canzone, sembra scritta per me, piango, non ho più lacrime ma continuo a piangere, sembra che il mio cuore ad ogni battito faccia più male di prima. Sono appena arrivata, lascio la cartella in macchina, prendo il cane e sparisco in mezzo agli alberi, mia mamma ormai ha rinunciato a capire il perché del mio silenzio e io non ho intenzione di spiegarglielo. Non capirebbe, come non ne sarebbe in grado nessun altro essere vivente, non lo capisco nemmeno io come una persona si possa innamorare in 3 giorni, ma innamorare sarà il verbo giusto?! Allora,  analizziamo la cosa, se mi chiedessero come descriveresti il significato di essere innamorati, cosa risponderei?! Beh, risponderei che essere innamorati significa farsi leggere l'anima da occhi altrui, scomparire e vivere in un abbraccio, morire e risorgere in un bacio, perdersi e ritrovarsi in un paio di occhi, impazzire e ritrovare la ragione in un tocco, una carezza, riconoscersi in una canzone, essere ricomposti da un sorriso, sciogliersi per una parola dolce e morire nella mancanza di tale persona, sentirsi vuoti e inutile senza lui o lei al tuo fianco e sentirsi a casa quando invece è li con te. Bene, ora, vediamo come mi sento... esattamente come se fossi fuori posto. Ok, mi sa che sono innamorata di lui. Merda, perché lui? Perché con tutte le persone che farebbero i salti mortali per avere un bricciolo dell'attenzione che concedo a lui ho scelto l'unico a cui non interessa di me?!? 
 
 
Naira continuava a farsi mille domande quando il suo telefono iniziò a squillare e la spaventò, senza prestare attenzione al soggetto della chiamata rispose.
"Pronto." 
"Salve, sono Silvio, posso darti del tu?" Silvio?! Pensò, chi era?!
"Certo, ma come fa a conoscermi?!"
"Dammi del tu, potrei essere tuo padre!" Disse abbozzando una risata.
"Ok, come fai a conoscermi?!"
"Mio figlio mi ha parlato di te mi ha detto che vai molto bene a cavallo, e dato che noi non abbiamo mai tempo vorrei che venissi a montare i miei, naturalmente ti pagherei..." 
Naira si mise a pensare un attimo sul da farsi, quella voce le era familiare ma non sapeva il perché. Tuttavia rispose.
"Dove dovrei venire?"
"Scendendo a imperia c'è una villetta color pastello sopra alla strada, abito li." No, no, no!! Non era possibile, pure suo padre ora!
"Ah, ce l'ho presente, ma non ho la patente, come verrei a piedi?!" 
"Beh, potrei convincere mio figlio a venirti a prendere..." -ecco!- pensò Naira -già che ci siamo perché non mi spara?!? Farebbe meno male.-
"Non ce n'è bisogno."
"Guarda, facciamo così: un giorno scendi così ne parliamo bene a voce e decidi ok?!" 
"Mhh..ok, va bene, quando posso salire?!"
"Quando vuoi, dalle 7 di mattina in poi ci sono sempre!"
" ok, va bene, Arrivederci."
" ciao e grazie mille!!" La chiamata terminò e Naira si ritrovò ancora una volta con la faccia per terra e il cuore sanguinante. Tuttavia prese coraggio e si decise a scendere il giorno dopo, voleva togliersi quel dente, anche a costo di incontrarlo e scoppiare a piangere davanti a tutti.

 
Pov Enrico
Era un venerdì mattina, mio padre mi aveva lasciato dormire, perciò stavo mentalmente bestemmiando a chiunque stesse suonando il campanello da 10 minuti, ma possibile che un componente della mia famiglia non abbia visto la macchina salire?!? Mi alzai in boxer e incazzato nero per andare ad aprire, avevo tutta l'intenzione di mandare a quel paese chiunque mi fosse comparso davanti agli occhi, aprii la porta e rimasi pietrificato. Era lei, mi ci volle qualche minuto per contemplare quanto fosse cambiata, aveva gli occhi gonfi, sofferenti e vuoti, due occhiaie che tentava di nascondere con il correttore, il viso le se era scarnato, ma ai miei occhi era ancora più bella di come la ricordavo. Rimanemmo immobili svariati minuti aspettando che uno dei due rompesse il silenzio, fu lei a farlo, con due sole parole che non mi sarei mai aspettato. 
"Tuo padre?" Mio padre?!? Era qui per lui?!? Perché?
" è nella stalla, ti accompagno." Dissi sorridendo.
"Sono in grado di trovarlo da sola." Rispose gelida, mi fece venire i brividi, complice anche l'arietta fresca di marzo, detto ciò si girò e iniziò a camminare, rimasi li imbambolato a guardarla sparire dietro il muro di fronte a casa, mi chiesi il perché di quella distanza fra noi, poi capii: l'avevo ferita, la sua tristezza non era dovuta al fatto che stava affrontando il dolore che le provocava avvicinarsi a un cavallo, stava cercando di nascondere quello che le avevo causato io, mi sentii una merda, avevo ridotto quella ragazza sempre sorridente a un clone di pietra gelida con troppo dolore dentro. Volevo rimediare, ma come?! Entrai in casa e mi vestii alla velocità della luce, dopodiché percorsi i suoi stessi passi e la vidi che parlava con mio padre accarezzando il nostro stallone, difficile da avvicinare persino da noi, sembrava tranquillissimo sotto al suo tocco gentile, mi avvicinai silenziosamente e mi misi vicino a mio padre. Lei mi congelò con uno solo sguardo e fu li che mi confermò quanto dolore le avessi creato, tuttavia mantenne un tono amichevole e un sorriso falso ma cordiale che rivolgeva a mio padre. 
"Allora...ehm.."
"Naira." Sorrise, era stupenda.  
"Giusto, scusa, non me lo ricorderò mai." Sorrise anche mio padre.
"Proviamo a vedere come va oggi e poi vediamo se continuare." Disse lei.
"Ok, abbiamo solo una sella, però o lui o mia figlia ti accompagnano così non ti perdi."
"Non mi serve la sella, non ti preoccupare!" Impressionante.
"Da chi hai intenzione di cominciare?!" 
"Da lui!" Sorrise indicando lo stallone. Rimanemmo entrambi basidi, sapevo che era pazza, ma non credevo così tanto, sopra a quell'affare non ci stavo io con sella, doppie redini, morso duro, redini fisse, abbassatesta e doppio sottopancia e lei voleva andarci a pelo?!? 
"Non mi sembra una buona idea." Dissi preoccupato. 
"Sono d'accordo con lui." Sentenziò mio padre. 
"Non mi sembra un mostro, mettilo nel recinto e provo a salirci li, se si agita ne prendo un altro." Suggerì lei, a quel punto mio padre prese lo stallone e con non poca fatica lo mollò nel recinto transennato davanti alla stalla, lei entrò tranquillamente e si sedette girata di schiena nel punto più lontano da lui. 
"Ma che fa?!" Chiesi sottovoce a mio padre. 
"Non ne ho idea, ma mi sembra molto brava, lasciamola fare e lo capiremo." Rimanemmo vicino alle transenne ad osservare lei e l'animale immobile a fissarla, dopo pochi minuti lui iniziò ad avvicinarsi, lei girò la testa e lui si fermò, poi quando la ragazza smise di guardarlo riprese a camminare. A quest'ora se ci fossimo stati io e mio padre ci avrebbe ammazzato. Continuava ad avvicinarsi fin quando non le arrivò dietro e abbassò la testa sulla sua spalla, lei si voltò piano e mise una mano sotto al suo muso, l'animale non perse tempo ad annursarla e leccarla. Si alzò e lo accarezzò su muso, collo, garrese, schiena, costole e posteriore. Impressionante. Finita l'operazione si incamminò verso di noi e lo stallone la seguì mansueto come un agnellino. Non potevo crederci. Si fermò a pochi metri da noi e ci saltò in groppa, lui non mosse un muscolo, non fece una piega, lei lo tocco di gamba e lui iniziò a camminare tranquillo. Stavo sognando! 
"Andiamo?!" Chiese fiera sotto i nostri sguardi allibiti e sgranati. 
"Enry, vai a prepararti il cavallo." Disse mio papà tenendo gli occhi fissi sulla ragazza.

 
Pov Naira
Ce l'avevo fatta, ero riuscita a salire su quello stallone così indomabile a detta loro e l'orgoglio che mi salì quando li vidi allibiti e increduli mi alleggerì un po' il cuore, poi arrivò il colpo di grazia: 
"Enry, vai a prepararti il cavallo." Quelle parole mi uccisero, dovevo trascorrere due ore con lui in mezzo al nulla?! Mi sentivo cadere a pezzi, lo stallone percepì il mio dolore perché si girò a guardarmi e mi accarezzò la gamba col suo muso color notte e lessi nei suoi occhi infiniti la compassione, dicino che gli animali non hanno ne sentimenti ne anima, ma credetemi quando dico che ne hanno più delle persone, un animale ti è vicino ma non ti giudica, ti consola ma non chiede spiegazioni. I miei pensieri furono interrotti da Enrico che arrivò a cavallo e mi indicò di seguirlo, toccai lo stallone che partì tranquillamente dietro di lui.
"Come stai?! Scusa non ho più avuto tempo per scriverti." Disse il ragazzo. Cooosaaa?!? Poteva scegliere una scusa migliore.
"Benissimo, oh non ti preoccupare, il tuo messaggio è arrivato forte e chiaro." Risposi acida riferendomi a quello che Ale mi ha riferito.
"Non si direbbe, che stai bene intendo." Si girò a guardarmi.
"Perché scusa?!" La sua risposta mi congelò immediatamente. 
"Perché 5 mesi fa quando salivi a cavallo sorridevi e gli occhi seguivano quel sorriso, adesso vedo solo tristezza dietro a quegli stessi occhi." Lo disse con un tono misto tra serio, risentito, dispiaciuto e colpevole. Perché?! Perché si comportava così? ! Come faceva a leggermi negli occhi?!

 
Pov Enrico
Attesi invano una risposta che non arrivò e capii che avevo ragione, ero riuscito a leggere nei suoi occhi che urlavano. E mi sentivo male, io le avevo causato tutto ciò eppure era così testarda e orgogliosa che non voleva ammetterlo nemmeno a se stessa. Mi girai a guardarla e ciò che mi disse mi fece stare ancora peggio.
"Tu non sai cosa si prova a soffrire continuamente e non riuscire più a sorridere, cosa significa arrivare alla fine delle tue lacrime e finire ad essere un automa umano che svolge meccanicamente la sua routine sperando che arrivi qualcosa a sconvolgere tutto. Questo"indicò il cavallo" è tutto ciò che mi aiuta a sopravvivere e non capirai mai il dolore che posso provare o che ho provato, nessuno lo capirà." Non sapevo che risponderle, avevo paura che si sgretolasse davanti ai miei occhi, che cadesse a pezzi, ma guardandola negli occhi vidi che lo stava già facendo. Ho sbagliato a dire quelle cose ad Ale, lo uccisa con le mie stesse mani quando il mio intento era evitare la sofferenza di entrambi, capivo perché non voleva stare negli stessi luoghi in cui ero io e capivo perché era cambiata così tanto, la guardavo negli occhi e mi accorsi che dietro a essi si rispecchiava il colore del suo cavallo: nero. Buio più totale, come una notte senza stelle. Non potevo rimediare, una persona morta non resuscita.
 
 
Spazio autrice
Scusate il ritardo ma ero via in questi giorni ed ero troppo felice per poter scrivere la sofferenza di Naira. Comunque, tornando a noi, i nostri protagonisti hanno avuto modo di rivedersi e il comportamento di Enrico è molto discutibile,  prima fa lo stronzo, poi fa vedere che non è così e poi cambia di nuovo idea.. bah.. nel prossimo capitolo ci saranno enormi sviluppi :) il nostro amico scoprirà una cosa a cui non aveva mai pensato e riprenderà i capitoli di quando si sono conosciuti. Un bacio isy_94
  
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