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Autore: RobiSmolderhalder    11/12/2013    5 recensioni
SOSPESA A TEMPO DETERMINATO!
C'era tanto...troppo silenzio. C'era dolore. C'erano le tenebre che premevano contro il suo cuore. Lo vedevo, lo sentivo fino alle ossa. Mi trascinava dentro di sé, nelle tenebre, non c'era il sole, c'era solo buio, solo giornate di eterne nuvole. Il sole era ricoperto dal suo strato di dolore. Tante volte, nel corso di quel percorso, mi ero detta "chi me lo ha fatto fare?" Eppure adesso non sarei qui. Non sarei la stessa Isabella Swan.
-
Ragazze, questa è una sfida per me. E' una storia che tratta di mente malata, di dolore fino al confine del sole.
Tutti umani.
Roby
Genere: Erotico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlisle Cullen, Charlie Swan, Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun libro/film
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In The Mosaic.

 

 

 

 

Prologo.

 

 

 

 

 

 

 

 

8 Maggio 2012- Amsterdam.

 

Sentivo il marciare dei suoi passi. Un rumore fastidioso, quasi insopportabile. Ricordo bene quel giorno come se fosse appena passato. Quell’uomo solo, indifeso, silenzioso. Come una colombina appena nata in cerca della sua mamma, come un uomo senza arte né parte. Ogni volta riconoscevo i suoi passi, che mi innervosivano per poi farmi sorridere. Sorrido tra me, riflettendo a quanto mi manca quel rumore, ormai divenuto una dipendenza. Una lacrima scorre sul mio viso, caccio indietro la rabbia ma, tentativo vano. Lo sento, dentro di me, nelle mie narici ancora il suo profumo. Nella mia mente i suoi occhi tristi e senza speranza, quegli occhi che avevo imparato a conoscere in fretta, quegli occhi che mi prendevano facendomi annegare nel loro mare. Un mare che non conosceva sentimenti alcuni, un mare dove una volta che c’eri dentro riuscivi a distinguere solo l’intensità delle tenebre. Un mare che tempo fa mi faceva paura, adesso quel mare sarebbe la mia unica ancora di salvezza. Dicono che il male esiste perché esiste anche il bene, che c’è sempre la quiete dopo la tempesta, che il sole c’è per tutti. Forse tutto questo accade solamente con determinate persone. Sono sempre stata una di quelle ragazze solari, una di quelle che sorride, anche se c’è una catastrofe in corso…le mie amiche mi hanno sempre adulato per il mio modo di riuscire a fari sorridere anche le persone che si credevano nell’oltretomba da secoli. Per quello decisi, allora, di laurearmi in psicologia. Ho sempre amato ogni aspetto che caratterizza la gente, quindi mi sono chiesta perché no? Perché non dare una mano alla gente? Perché non far sbocciare quel fiore che ognuno di noi ha all’interno del proprio cuore? Caparbia, come mio solito fare, riuscii a laurearmi il più presto possibile. Mio padre, uno dei migliori avvocati della città, mi fece costruire uno studio tutto mio – sì, lui e mia madre hanno la tendenza a viziarmi, dato che hanno solo me come figlia – cominciai a lavorare, comprai una piccola villetta tutta per me, non avendo intenzione di mettere su famiglia e passarono cinque lunghissimi anni. Era una delle cose migliori che potessero capitarmi, il mattino, quando scendevo di casa e mi recavo nel mio bar preferito tutte le persone mi sorridevano, magari perché avevo aiutato i loro figli, nipoti, cugini. Non appena arrivavo a lavoro, trovavo i miei pazienti speranzosi mentre incontravano i miei occhi, velati da un paio di occhiali vecchio stile, io davo speranza a loro, e non c’era cosa che poteva rendermi più felice di come mi sentivo ogni volta. Ero realizzata, ero in pace con me stessa…sei mesi fa la mia carriera si frantumò in tanti piccoli pezzi diventando un mosaico senza forma, senza essenza. La mia vita oggi è un mosaico, ma non di quelli belli, un mosaico al quale manca il pezzo centrale, il più importante, quello di cui non può fare a meno. Un anno fa esatto lo conobbi. Era bello come il sole, aveva la testa chinata e avanzava verso di me con quei passi terribilmente suoi, con suo padre che gli stava col fiato sul collo. Non appena lo vidi sentii un certo senso di familiarità, qualcosa sia dentro di lui che dentro di me che ci legava, un senso di profonda appartenenza. Questo prima di incrociare i suoi occhi. Mi fecero paura. Un brivido mi percuote al solo pensiero. Erano arrabbiati, erano furiosi, sembravano quelli di un demone posseduto. Mi hanno sempre fatto paura i demoni, eppure riuscii ad affrontare quegli occhi, quel verde modificato dal senso di rabbia profonda, dall’odio verso tutto quello che lo circondava. Affrontai i suoi occhi, affrontai il suo silenzio che molte volte mi lacerò il cuore per poi ricucirlo con un suo invisibile sorriso, affrontai Edward Culle, il figlio del presidente del consiglio di Amsterdam, il trentenne più ricco dei paesi bassi. L’uomo più distrutto del pianeta.

Questa è la storia di Edward Cullen.

Questa è la mia storia.

Questo è il racconto dei suoi demoni del passato. Il racconto tenebroso che ha circondato quello che poteva essere un amore puro e sereno. La mia rivincita. La mia peggiore sconfitta.

 

 

 

 

 

 

**

 

Eccomi!

Ho pubblicato questo prologo, solo perché adesso la mia vita non ha più impegni…È bruttissima questa cosa, lo so…ma almeno scrivo, mi sfogo…Sapete no?

È piccolissimo perché comunque è una piccola introduzione :’)

Fatemi Sapere.

Un bacione.

 

Roby <3

   
 
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