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Autore: 9Pepe4    11/12/2013    5 recensioni
Il Maestro Qui-Gon Jinn non ha nessuna intenzione di prendere un nuovo apprendista… Ma l’incontro con Obi-Wan Kenobi, un Iniziato di sette anni, potrebbe cambiare le cose.
Peccato che il passato, in un modo o nell’altro, trovi sempre la maniera di fare lo sgambetto al presente.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Obi-Wan Kenobi, Qui-Gon Jinn, Yoda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13 – Un nuovo incarico

Qui-Gon impiegò un po’, prima di assorbire l’informazione.
Il Maestro Quail gli ha chiesto di diventare il suo Padawan.
Mentre la voce di Taren sembrava riecheggiargli sinistramente nella testa, l’uomo sentì i propri muscoli irrigidirsi, e si scoprì incapace di dire alcunché.
Lui conosceva la gioia che gli Iniziati mostravano quando si vedevano offrire l’occasione di diventare Padawan… Per la Forza, l’aveva già vista persino sul volto di Obi-Wan…
Ed ora, immaginare il bambino che sorrideva radioso ad un altro Maestro, che accettava l’offerta di un altro Maestro…
«Questa mattina» disse Taren, in tono misurato, «il Maestro Quail si è recato nella Torre del Consiglio, ed ha chiesto di poter prendere Kenobi come Padawan. Il Consiglio ha accettato, naturalmente».
Qui-Gon gettò un’occhiata all’amico.
Il fatto che il Maestro Quail, in primo luogo, si fosse rivolto al Consiglio, non lo stupiva affatto: spesso, gli Iniziati erano i secondi ad essere interpellati in proposito.
Improvvisamente, una domanda aggredì la mente di Qui-Gon. Perché il Maestro Yoda non aveva respinto la richiesta? Perché non l’aveva almeno avvertito?
Un istante dopo, si meravigliò della propria irrazionalità.
Sapeva bene che il Maestro Yoda non si trovava al Tempio, attualmente… E se anche si fosse trovato lì, perché avrebbe dovuto respingere la richiesta del Maestro Quail? Perché avrebbe dovuto avvertirlo?
In fondo, che diritto aveva lui, su Obi-Wan?
Nessuno.
«Così» continuò Taren, ignorando le emozioni che Qui-Gon stava reprimendo sistematicamente, «dopo pranzo, il Maestro Quail è venuto a cercare l’Iniziato Kenobi… che, per la cronaca, era in compagnia mia e di altri membri del Clan del Dragone… e gli ha fatto la sua offerta».
Qui-Gon non capiva perché l’amico volesse raccontargli tutta la storia.
Esteriormente, rimase impassibile. Interiormente, dovette far appello alla Forza Vivente per mantenere il controllo su di sé.
All’improvviso, persino l’aria dei giardini gli parve ridotta e claustrofobica.
Doveva farsi assegnare un nuovo incarico dal Consiglio, pensò. Di certo, c’era un qualche pianeta lontano che aveva bisogno dell’intervento di un Jedi… Mentre lì al Tempio, a quanto sembrava, non c’era più nessuno che avesse bisogno di lui.
Obi-Wan Kenobi aveva trovato il suo Maestro.
Qui-Gon era quasi irritato con se stesso. In fondo, non era quello che aveva voluto, sin dalla prima volta che aveva incontrato il bambino?
Allora perché si sentiva così?
Perché le cose erano cambiate, gli rispose un sussurro in fondo alla sua testa.
La voce secca di Taren lo riscosse dai propri pensieri: «L’Iniziato Kenobi ha rifiutato».
Qui-Gon lo fissò. «Cosa?» si sentì chiedere.
“Rifiutato?”
«Mi hai sentito» replicò Taren, sempre seccamente. «Il marmocchio ha detto di no, e avresti dovuto vedere la faccia di Quail… Probabilmente, anche i membri del Consiglio si sono sbalorditi, apprendendo questa bella notizia».
Qui-Gon non lo stava più ascoltando. La sua mente era ancora bloccata a Obi-Wan che si lasciava sfuggire – anzi, respingeva – l’occasione di diventare un Padawan…
«Devo parlare con Obi-Wan» disse, di punto in bianco, scattando verso l’uscita dei giardini, del tutto sordo ai richiami di Taren.

Obi-Wan era seduto sul proprio letto, il mento appoggiato alle ginocchia e l’espressione seria e pensosa.
Quando sentì il sibilo della porta che si apriva, i suoi occhi grigio-azzurri si alzarono di colpo, aspettandosi di vedere la Maestra Yula… e invece trovarono Qui-Gon Jinn.
La sorpresa passò sul viso del bambino, e lui fu rapido a tirar giù le gambe e a drizzare la schiena.
«Maestro Jinn» salutò, in tono quasi vigile.
L’uomo gli rivolse un breve cenno del capo. «Obi-Wan» replicò.
A quel punto, il bambino scivolò giù dal letto, mettendosi in piedi, e si affrettò ad eseguire un inchino.
Per qualche tempo, nessuno dei due disse nulla.
«C’è… c’è qualcosa che posso fare?» domandò poi Obi-Wan, incerto.
Qui-Gon si schiarì la gola. Il bambino era palesemente in ansia… era meglio chiarire subito il motivo della propria visita.
«Ho saputo che il Maestro Quail ti ha chiesto di diventare il suo Padawan» si decise a dire l’uomo, con voce contenuta.
Obi-Wan sbatté le palpebre. «Oh».
«E ho anche saputo» aggiunse Qui-Gon, senza staccare gli occhi dal bambino, «che hai rifiutato la sua offerta».
Obi-Wan passò il proprio peso da una gamba all’altra, mentre la sua inquietudine si trasmetteva nitidamente attraverso la Forza.
«Posso chiederti perché lo hai fatto?» chiese Qui-Gon, in tono perfettamente calmo.
Esitante, Obi-Wan alzò gli occhi sul volto dell’uomo. «Io…» cominciò. «Ecco, io…» Si morse un labbro, poi disse, semplicemente: «Non potevo dirgli di sì».
Qui-Gon lo scrutò. «Perché no?»
Il bambino si guardò rapidamente intorno, a disagio. «Io non… non so come spiegarlo». Fece una pausa, poi riprese: «Non potevo e basta».
Qui-Gon non disse nulla. Percepiva che Obi-Wan stava cercando di trovare le parole migliori per spiegarsi.
«Non potevo perché… non sembrava giusto».
L’uomo lo guardò. «Non sembrava giusto?» ripeté, quietamente.
Obi-Wan si affrettò ad annuire. «Esatto» confermò. L’incertezza tornò a balenare sul suo viso. «Io non… non sono bravo, a capire cosa vuole la Forza. Però, quando il Maestro Quail mi ha chiesto di diventare il mio Padawan, io… ho capito subito che non voleva che dicessi di sì. Non suonava… giusto».
Qui-Gon continuò ad osservarlo con aria intenta, quasi volesse penetrare la mente dell’Iniziato.
Dapprima, Obi-Wan cercò di ricambiare lo sguardo del Maestro Jedi, ma alla fine abbassò gli occhi sui propri piedi.
Qui-Gon si costrinse a parlare. «Capisco».
Lentamente, gli occhi di Obi-Wan si sollevarono su di lui. «Non sei arrabbiato».
Davanti a quelle parole, l’uomo rimase interdetto. «Perché dovrei esserlo?» domandò, accigliandosi.
Il bambino scrollò le spalle. «Be’… ho detto di no ad un Maestro» disse, con voce piena di disagio. «Non è una cosa che…»
«Obi-Wan» lo interruppe Qui-Gon, in tono gentile, «ricordi il giorno in cui ci siamo conosciuti?»
Il bambino lo guardò con aria confusa. Chiaramente non capiva dove volesse arrivare l’uomo, ma annuì. «Sì, Maestro Jinn».
«Bene» disse Qui-Gon. «E ricordi che, il pomeriggio seguente, abbiamo passeggiato nei giardini?»
Obi-Wan fece nuovamente cenno di sì.
«Ad un certo punto, ti ho domandato se pensavi che contassero solo le azioni, o anche la loro motivazione».
«Me lo ricordo» affermò Obi-Wan. «Io non sapevo la risposta, e mi hai detto che avrei potuto dirtela quando avrei capito qual era».
Qui-Gon pensò che il bambino aveva una buona memoria. «Esatto» gli disse. «E ci hai pensato su?»
L’Iniziato annuì. «Però… non ho una risposta precisa…»
«Non importa» lo tranquillizzò l’uomo. «A che cosa hai pensato?»
«Ho pensato che la motivazione importa» iniziò Obi-Wan, incerto. «Però non sempre».
«Non sempre?»
«Dipende da che cosa una persona fa, no?» chiese Obi-Wan, esitante. «Se fa qualcosa di molto brutto, non so se possa essere scusata».
Qui-Gon annuì. «D’altra parte» non poté trattenersi dall’osservare, «spiegare una cosa è diverso dallo scusarla». Allo sguardo confuso di Obi-Wan, fece un gesto vago. Probabilmente non era il momento di mettersi a filosofeggiare. «Lascia stare. Il tuo è comunque un ragionamento valido». Si inumidì le labbra. «Ti posso assicurare, però, che ciò che hai fatto tu non è così brutto. E anche se lo fosse» aggiunse, notando l’espressione del bambino, «hai seguito il volere della Forza. Non c’è nulla di male in questo. Devi esserne fiero, invece».
Il bambino si mordicchiò il labbro inferiore. «Allora è vero» disse infine, scoraggiato. «La Forza non vuole che io diventi un Jedi?»
Qui-Gon lo fissò. Un Iniziato avrebbe dovuto almeno aspettare di avere dodici anni, prima di preoccuparsi di una cosa simile.
Aprì la bocca per replicare, ma in quel momento la porta si aprì di nuovo.
La Maestra Yula, i capelli legati dietro la nuca in uno chignon scuro, fece il suo ingresso. «Maestro Jinn» salutò, con una punta di sorpresa. «Non sapevo che foste qui».
Qui-Gon si inchinò. «Maestra Yula».
La donna sorrise con cortesia, quindi si rivolse ad Obi-Wan. «Piccolo Kenobi, sei pronto?» gli domandò.
Il bambino si riscosse. «Sì, Maestra Yula» si affrettò a rispondere, per poi chinarsi a raccogliere il borsone accanto al proprio letto.
«Spero di non aver interrotto nulla» aggiunse la donna, rivolta a Qui-Gon.
«Non vi preoccupate» replicò lui. «Stavamo soltanto… facendo conversazione».
Obi-Wan si fermò accanto ai due adulti.
«Piccolo Kenobi, puoi andare con gli altri, io vi raggiungo subito» gli disse la Maestra Yula, con gentilezza.
«Sì, Maestra» disse il bambino, ma poi indugiò, guardando verso Qui-Gon. «Andiamo su Nihilo» spiegò.
«La gita» ricordò Qui-Gon, rammentando la ricerca che Obi-Wan stava svolgendo negli Archivi il giorno dopo il suo ritorno. «Certamente».
Il bambino gli rivolse un inchino. «Che la Forza sia con te, Maestro Jinn».
L’uomo rispose abbassando il capo. «E con te, Iniziato Kenobi».
Obi-Wan diede un ultimo sguardo a Qui-Gon e alla Maestra Yula, dopodiché uscì dalla propria camera.
«Volevate dirmi qualcosa?» domandò quindi l’uomo.
La Maestra Yula attese un istante. «Gli avete chiesto di diventare il vostro Padawan?» chiese poi.
Qui-Gon sospirò interiormente. «No».
Mentre lo diceva, realizzò di non essere stato poi così lontano dal farlo…
La donna annuì. «Arrivederci, allora, Maestro Jinn».
Entrambi i Maestri uscirono dalla camera dell’Iniziato. Mentre la Maestra Yula si diresse dove si erano radunati i piccoli membri del Clan del Dragone, però, Qui-Gon uscì dall’ala del Tempio riservata alle stanze degli Iniziati.

Due giorni dopo la partenza di Obi-Wan per Nihilo, Yoda, Cin Drallig e il Maestro di quest’ultimo rientrarono dalla loro missione.
Quello stesso pomeriggio, Qui-Gon stava meditando nei giardini del Tempio. Si sentiva completamente parte della Forza Vivente, che lo blandiva ed avvolgeva come una coperta di serenità.
Quand’ecco, qualcosa di duro e sottile gli punzecchiò la gamba.
L’uomo aprì lentamente gli occhi. «Maestro Yoda» salutò, rivolgendo un cenno al piccolo troll verde davanti a lui. «Sei tornato dalla missione».
Mentre parlava, provò una sensazione di déjà-vu. Anche il giorno in cui aveva conosciuto Obi-Wan, il Gran Maestro aveva interrotto la sua meditazione nei giardini.
Sperava non divenisse un’abitudine.
«Questa mattina, sono rientrato» rispose Yoda.
«Spero che tu abbia avuto successo» disse Qui-Gon, cortesemente.
«Un gran successo, sì» confermò Yoda, per poi aggiungere con una certa soddisfazione: «Il Padawan Cin Drallig, di grande aiuto è stato».
«Drallig è un giovane pieno di talento» concordò Qui-Gon.
«Mmm». Yoda si sfregò una mano a tre dita contro il mento. «Qui per parlare della mia missione o di un Padawan, io non sono».
«No?» domandò Qui-Gon. «Di cosa vorresti discutere, dunque?»
«Una missione per te, io ho» decretò Yoda.
Per un istante, l’uomo sentì quasi una fitta di disappunto, mentre i suoi pensieri correvano istintivamente ad Obi-Wan. Aveva sperato di poter essere al Tempio, in occasione del ritorno di Obi-Wan da Nihilo… E invece doveva partire di nuovo. Stavolta, senza nemmeno poter salutare il bambino.
Il suo senso del dovere, però, soppresse in fretta qualsiasi sorta di rammarico.
«Di che missione si tratta?» chiese l’uomo.
«Indagare su un furto, dovrai» rispose Yoda.
Qui-Gon inarcò un sopracciglio. «Non è un lavoro per il Corpo di Polizia?» domandò. «L’intervento di un Maestro Jedi è davvero necessario?»
Il suo non era un rifiuto dell’incarico, ma una pura e semplice richiesta d’informazioni.
«Il pianeta su cui recare ti dovrai» replicò Yoda, «un Corpo di Polizia non ha».
L’uomo annuì. «Qual è il pianeta in questione?»
«Il pianeta Nihilo è».
Qui-Gon fissò il Gran Maestro. «Il pianeta Nihilo?» ripeté. «Vuoi dire dove si trovano attualmente in gita alcuni Iniziati?»
Yoda annuì, impassibile.
«E nonostante il furto, gli Iniziati non sono stati fatti rientrare a Coruscant?» aggiunse Qui-Gon.
«Solo di un furto, si tratta» gli fece notare Yoda, ragionevolmente. «Coi bambini, quattro Maestri Jedi ci sono. In pericolo, non si trovano».
Qui-Gon si ritrovò a concordare col Gran Maestro. Una parte di lui si chiese se quella sua apprensione fosse stata causata dal fatto che Obi-Wan si trovava su quel pianeta, e l’uomo si alzò in piedi. «Quando posso partire?»
«Prima nella Sala del Consiglio vieni» disse Yoda. «I dettagli della missione, darti dobbiamo».
















Note:
Okay. Ce l’ho fatta.
Scusatemi, so che avrei dovuto aggiornare la settimana scorsa, e poi ieri, ma davvero ho avuto pochissimo tempo…
Spero che questo capitolo sia almeno decente.
A martedì 24 dicembre! (Mi duole, ma dubito fortemente che riuscirei a finire di scrivere il prossimo capitolo per la settimana prossima…)
P. S. Oggi è l’11/12/13. LOL. (Va bene, scusate, dovevo puntualizzarlo a ogni costo.)
  
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