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Autore: Fantfree    11/12/2013    4 recensioni
Dopo una gita in un parco tematico, sette ragazzi si conoscono per caso all'entrata delle montagne russe chiamate Atlantipse, particolarmente conosciute per il loro tunnel del terrore (tunnel buio dove non si vede nulla). Saliranno tutti più o meno felici e quando tutto sembra andare alla perfezione... Il carrello si blocca proprio lì dentro...
Discutendo sul da farsi decidono di liberarsi ed andare a chiamare aiuto ma... si ritroveranno in una città completamente disabitata e distrutta...
Da lì comincia il loro viaggio... La loro avventura farà scoprire loro il grande segreto che si cela dietro quel mondo apparentemente diverso ed il motivo di essere arrivati fino a lì...
Un'umanità schiavizzata in un mondo dove ormai la tecnologia sembra essere stata del tutto sostituita dalla magia, la quale è posseduta solo da coloro che si fanno chiamare abitanti di Atlantide. Intanto, qualcuno da lontano sta preparando la sua vendetta e sta attendendo il momento giusto per colpire...
Che cosa c'entrano allora Cora, Blake, Clark, Mya e Dean con tutto questo?
Questa è la prima storia che scrivo, spero che vi piaccia!
Genere: Dark, Fantasy, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Afterworld'
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Ragazzi, da qui inizia il bello! Sì, l'ho già detto un sacco di volte, ma credetemi, ci stiamo avvicinando sempre di più alla verità... I personaggi si sono divisi, chissà se in futuro si riconcilieranno? Aspettatevi di tutto, compresa la verità, perchè con essa qualcosa di nuovo sta per emergere... Arrivare alla verità vuol dire rompere un equilibrio che si era andato a formare, di che cosa si tratti nello specifico ancora non si sa... Preparatevi ad emozioni più forti, perchè con questa parte terza saranno svelate tantissime cose!

Blake alzò il suo sguardo verso quello che pareva il vuoto. Bianco, vedeva solo quello. Eppure sentiva qualcosa accanto a lui, anzi, qualcuno. Era Cora e lui lo sapeva benissimo. Un pesiero lo pervase: era diventato cieco? Sentiva il sole battente sopra le loro teste, mentre il vento gli scompigliava i capelli. Era a terra, in mezzo a tanta sabbia...

Per un momento il suo pensiero ritornò alle Atlantipse: perchè non aveva voluto dare ascolto a Cora? Perchè aveva voluto proseguire? Cercò di pensare a quel tragico momento, a come la sua mente fosse confusa e spaesata. Voleva conoscere, sapere, capire che cosa fosse accaduto. E ci stava riuscendo. Quella strana realtà era un grosso puzzle che andava solo montato nel modo giusto... La verità stava venendo fuori, eppure... Era troppo confusa per essere risolta razionalmente. Avrebbe dovuto solo aspettare, salvo imprevisti. Ma adesso, eccolo lì l'imprevisto! Adesso che si stava avvicinando, qualcosa era andato storto...

Pian piano si accorse che i suoi occhi cominciavano a riprendere conoscenza e che le immagini si stavano facendo sempre più nitide. Tirò un sospiro di sollievo ed attese che la sua vista tornasse normale. Dov'erano finiti adesso? Che cosa era successo? Potevano essere dovunque, in qualsiasi altra dimensione parallela a quelle già conosciute, questo non era assolutamente da escludere. Una cosa era chiara: sicuramente lì non avrebbe più potuto scoprire la verità.

<< Ce l'hai quasi fatta. >> Disse una voce. Si guardò intorno: chi aveva parlato? Eppure non c'era nessuno! Possibile che fosse la sua immaginazione? L'aveva sentita benissimo! Dopo averlo fatto innumerevoli volte, si rassegnò: forse era solo la stanchezza.

Osservò Cora svenuta accanto a lui: gli dispiaceva vederla in quelle condizioni! Non sapeva che cosa fosse successo fra lei e Mya, ma l'avrebbe assicurata. In quei bellissimi occhi verdi aveva visto la sua innocenza: lei non aveva fatto niente e se così fosse stato, era accaduto inaspettatamente.

Cosa doveva fare adesso? Svegliarla o lasciarla dormire?

Si guardò intorno e vide di essere in mezzo alle dune del deserto, un deserto che pareva infinito. Il vento che scompigliava i suoi capelli era lo stesso che modellava la sabbia: non era sicuro restare lì.

Decise quindi di svegliare Cora: in due avrebbero trovato una soluzione molto più facilmente.

<< Cora... >> Disse dolcemente. << Svegliati, dobbiamo partire. >>

La ragazza emise un verso ma non aprì gli occhi.

<< Cora, alzati! >>

Fu lì che finalmente si svegliò. I suoi occhi verdi si riaprirono e la sua testa barcollò confusa.

<< Grazie al cielo! >> Disse Blake preoccupato. << Stai bene? >>

<< È tutto finito? >> Domandò lei confusa.

Blake abbassò lo sguardo. << No, temo di no. >> Rispose tristemente.

<< Dove siamo? >>

Il ragazzo guardò le dune: << Nel bel mezzo del nulla. >>

<< Allora è tutto finito. >>

<< Ma no, che cosa dici! >> La incoraggiò lui. << Niente è perduto. >>

<< Dove andiamo? >> Domandò lei ancora a terra.

<< Non lo so. >> Abbassò la testa. << Non lo so. >> Sentì un'emozione negativa prendere il sopravvento: no, non ora! Quello non era il momento di arrendersi! Si alzò in piedi e disse: << Da qualche parte... Prima o poi troveremo qualcosa. >>

Le porse una mano e la invitò ad alzarsi. << Ora vieni, ti aiuto io. >>

<< N-no, faccio da sola, grazie. >> Disse lei ripensando al principe. Le mancava, eppure tornare indietro non era più possibile. Si mise in piedi e lo guardò negli occhi blu, blu come quel cielo così caldo ed imponente. Per tutto quel tempo il blu le aveva sempre dato una sensazione fredda, glaciale, adesso invece le faceva venire caldo, molto caldo: il freddo non le era mai piaciuto, ma adesso avrebbe voluto essere congelata in mezzo ad un ghiacciaio piuttosto che patire quel clima così cocente.

Nell'alzarsi, mise una mano a terra, quella del bracciale. In quel momento una voce le disse: << Là troverai quello che cerchi. >>

Capì in che direzione sarebbe dovuta andare e capì che si sarebbe dovuta fidare.

<< Una voce... >> Disse a Blake.

<< Come? >> Domandò lui stupito.

<< Qualcosa mi ha parlato! >>

Il ragazzo guardò la ragazza sorpreso. << Anche io prima ho sentito una voce. >>
<< Che cosa diceva? >>

<< Di non arrenderci. >>

Cora guardò Blake con aria triste. << E se così non fosse? E se fosse solo un'allusione? >>

Il ragazzo abbassò lo sguardo: << Già, fino ad ora ci siamo solo illusi di poter trovare qualcosa, qualche indizio. Eppure... >>

<< Non abbiamo trovato nulla. Abbiamo solo... >> Il suo sguardo si rattristò e cominciò a piangere.

<< Hai ragione. >> Rispose Blake. << Abbiamo solo perso tante cose e troppe persone. >>

<< Allora è giusto seguire ciò che le voci ci dicono? È giusto lasciare che qualcosa avvenga senza prima averci riflettuto? >>

Blake emise un'espressione di dolore: << NO, NON LO È! >>

“Stupido!” Pensò. “Sono uno stupido deficiente!”

Tossì. Che cosa avrebbero dovuto fare davanti al fatto compiuto? Di certo non potevano stare lì a lasciarsi morire: finchè sarebbero stati vivi, loro avrebbero combattuto!

<< Proviamo a fidarci. >> Concluse. << Non possiamo stare qui, capisci? >>

La ragazza annuì.

<< Andiamo. >> Disse seguendo la prima direzione che gli veniva in mente.

<< La via non è quella. >> Disse Cora.

<< Come? >> Domandò Blake confuso.

<< La voce mi ha detto di andare da quella parte. >> Rispose lei indicando la strada che la voce le aveva suggerito.

<< Verso ovest? >>

<< Sarà. >> Rispose lei incamminandosi. Il suo sguardo era cambiato: era triste e spaesato, non aveva più l'entusiasmo che la ragazza aveva avuto fino a quel momento.

Senza esitare, Blake la seguì: avevano deciso di fidarsi.

 

<< Madre! >> Urlò il principe correndo verso di lei. Erano passate alcune ore dall'incredibile imprevisto, eppure laddove erano caduti i fulmini non c'era nessuno, neanche Cora. E per qualche strano motivo non si trovavano neanche più i suoi schiavi umani e la regina non aveva più voluto vedere nessuno.

La trovò lì a piangere, confusa, spaesata.

<< Che cosa vi è successo? >> Domandò lui.

La donna non rispose.

<< Sapete, madre. Ieri sera è capitato un bruttissimo imprevisto. >>

La donna sembrava non ascoltarlo, immersa nei suoi malinconici pensieri.

<< Si è scagliata una tempesta di fulmini sulla spiaggia che ha fatto scappare tutti gli ospiti... >>

La regina iniziò a piangere in silenzio.

<< Ho dovuto tranquillizzarli. >> Si interruppe e guardò sua madre, completamente persa nei suoi sentimenti così negativi: perchè? Perchè stava piangendo? Che cosa era successo? << Eppure non ho più trovato la ragazza dello Stato dell'Estremo. Dovrebbe essere viva. >> Una lacrima cercò di percorrere la sua guancia, ma si perse nella stoffa della maschera. << Forse qualcuno ha tentato di rubarle il suo immenso potere... Ma come si sa, quando ciò accade, la vittima viene colpita da una tempesta di fulmini e muore. Ma lì non abbiamo trovato nessuno. >>

“Cora!” Pensò fra sé e sé. “Dove sei?”

La regina si mise a piangere, piangere di dolore. Aveva ascoltato tutto e adesso aveva capito che cosa era successo.

<< Perchè piangete, madre? >> Domandò lui. In un attimo capì che era successo qualcosa, qualcosa di molto grave. << Cora? >> Chiese sorpreso.

La donna continuava a piangere, senza dare alcuna risposta.

<< Madre, che cosa è successo a Cora? >>

La donna non rispose.

<< MADRE! >> Urlò lui. << E va bene, se non parlerete, sono costretto a ripudiare questa maschera e a rinunciare al titolo che mi spetta: accetterò la mia maledizione! >>

A quel punto la donna parlò: << NO, FERMATEVI! >>

Il principe si acquietò.

<< Cora... Lei... >> Balbettò la regina. << All'ora del tramonto è scomparsa insieme a tutte le altre pietre. Con lei c'era il suo schiavo. >> Si fermò. Tutte quelle parole le costavano un sacco di dolore.

<< Cora? Cora è sparita insieme al suo schiavo? >> Domandò il principe incredulo. Cercò di pensare a che cosa fosse successo: qualcuno aveva tentato di rubare il bracciale a Cora, quel qualcuno era morto. I suoi schiavi avevano cercato di rassicurarla ma lei, presa dalla confusione era fuggita. Uno dei due l'aveva seguita ed erano finiti nel bel mezzo di un incantesimo... Quella era la soluzione più accreditabile. Quella ragazza così innocente non aveva combinato niente di male!

Il principe abbracciò la madre che pianse in mezzo alle sue braccia senza dire una parola.

<< Non è successo niente, madre. >> Disse lui. << Ma dobbiamo trovarla. >>

La donna lo ascoltava piangendo.

<< Voi dovete mandarmi da lei. >>

<< NO, QUESTO MAI! >> Disse lei respingendo la sua presa.

<< Vi prego madre. Cora di me si fida e io mi fido di lei. >>

<< NO, FIGLIO. Non vi lascerò partire così. >>

<< Ma madre, lei può essere l'unica speranza. >>

<< NO. Non lo è. >>

<< Lo è per me. >>

La donna lo fissò negli occhi stupita.

<< Sì, madre. Io la amo. >> Rispose liberandosi di quell'angoscia che ormai da troppo tempo lo opprimeva. << E non voglio permettere a nessuno di portarmela via! >>

<< Voi siete promesso, figlio mio. >>

<< Da quando la silfide è passata, più niente potrebbe essere scontato. Forse quella Cora sa qualcosa che noi non sappiamo. Abbiamo bisogno di lei. Il regno ha bisogno di lei. >>

<< Anche della vostra vita. >>

<< In questo momento contate di più voi. E poi voi avete promesso di farmi vedere il mondo: quel momento è arrivato. Mandatemi da lei e io non uscirò più da questo palazzo non appena sarò tornato. >>

<< Ma figlio! >>

<< I vostri incantesimi sono reversibili, potrò tornare non appena lo desidero. Vi prometto che lo farò, fatemi solo trovare Cora. >>

La donna si voltò: doveva lasciar compiere un azione del genere a suo figlio, ad un futuro re? Lui poteva vedere il mondo, sebbene il mondo non potesse vedere lui, ma quel momento sarebbe arrivato. Doveva mantenere la sua promessa: gli avrebbe fatto conoscere il mondo!

<< E sia. >> Rispose alla fine. << Vi manderò nel punto in cui io l'ho percepita l'ultima volta, sta a voi trovarla. >>

Il ragazzo sorrise. << Grazie madre, ti voglio bene. >>

<< Anch'io te ne voglio, ormai sei un giovane uomo, immagino. >> Sorrise. << Allora vai. >>

Alzò le mani ed iniziò a recitare il suo incantesimo. Poi sorrise ancora una volta: << Ci vediamo presto. >>

<< Sicuramente. >> Rispose lui iniziando pian piano a dissolversi.

 

Dean guardò il corpo di Mya disteso lì a terra. Si era dovuto nascondere, nascondere dalle guardie che ormai lo stavano cercando. Il suo cuore si era spezzato e stava chiedendo vendetta, vendetta per tutto quello che era successo a lui e a Mya. Ma con chi avrebbe dovuto prendersela per prima? Con Cora e Blake? No, loro erano solo una diretta conseguenza di quel mondo così malvagio e così crudele. La colpa era da attribuirsi ad una persona ben più influente, colei che ne determinava le sorti quotidiane...

<< Vendetta! >> Urlò. << Vendetta! >>

 

Cora e Blake stavano ormai camminando da parecchio tempo, ma non era comparso nulla, proprio come quella prima volta che erano usciti dalla grotta delle Atlatipse... Ma questa volta era diverso.

Tutto era troppo pressante per essere simile a prima, nessuno dei due aveva più quella determinazione iniziale, erano consapevoli di avere fallito entrambi.

Cora si sedette su una roccia, senza dire nulla. Blake però non fece nulla per fermarla. Forse aveva sempre avuto ragione lei, forse quel mondo era davvero un mondo parallelo che andava preso così com'era. Si erano fidati di nuovo ma avevano sbagliato.

Il ragazzo si mise accanto a Cora ansimando.

<< Sai, Cora. >> Le disse. << Ho sempre creduto che quel mondo avesse qualche legame con il nostro. Una vola ho anche fatto un sogno. >>

La ragazza lo ascoltò in silenzio.

<< Era Clark. Mi diceva di non arrendermi. >> Guardò in alto. << Forse quello era un sogno come tutti gli altri. I sogni sono illusioni, semplici illusioni. >> Si passò lentamente una mano sulla guancia: << Adesso siamo più confusi di prima e devo ammetterlo, avevi ragione tu. A fare di testa mia vi ho fatti fallire tutti. >>

Cora ansò. Provava molto dolore. << Che cosa possiamo fare? >>

<< Nulla. >> Rispose Blake.

<< Io conoscevo un Blake che non si arrendeva mai. >>

<< Quello non ero io. Quello era Black B. >>

<< No, Blake. Eri tu. >>

<< A volte conviene rassegnarsi, non credi? >>

La ragazza guardò in alto. Non disse nulla: troppi pensieri, troppe cose per la testa.

Rimasero seduti, fermi ad aspettare.

Ascoltavano i discorsi del vento che modellava le dune, mentre alcuni miraggi in lontananza facevano tornare le speranze di poter tornare a bere.

Le collinette di sabbia si modificavano molto in fretta, come un mare impetuoso, mentre l'aria continuava a far cambiare loro aspetto.

La ragazza osservava incuriosita la loro continua metamorfosi, riparata dietro a quel grande pietrone che li riparava dal vento e dalla luce solare. Poi, vide dei volti emergere dalla sabbia: forse era la sua immaginazione che le stava facendo qualche scherzo. Eppure loro erano lì, immobili come statue: erano statue!

<< Blake... Hai visto anche tu? >> Domandò.

<< Che cosa? >> Domandò lui.

<< Quelle statue! >>

Il ragazzo strizzò gli occhi come per vederci meglio e poi, finalmente, le notò anche lui. << Statue in mezzo al deserto? >>

<< Anche a me sembra strano, però vorrei andare a vedere! >>

<< E se fosse pericoloso? >>

<< Il vento le sotterrerà in fretta se non ci muoviamo. >>

<< E va bene. >> Rispose lui cedendo davanti alla curiosità.

Si alzarono come tramortiti dopo una lunga attesa e si incamminarono verso quei busti emergenti dalla sabbia.

Blake notò con quale cura fossero state create. << Perchè abbandonare qui delle statue? Perchè nel bel mezzo del deserto? >>

<< Osserva. >> Disse lei indicando le loro espressioni così naturali. << Sembra che anche loro stiano soffrendo molto. >>

<< Perchè? Che senso ha fare delle statue sofferenti e poi abbandonarle nel bel mezzo del deserto? >>

Mentre il ragazzo parlava, l'attenzione di Cora fu attirata da una statua che sembrava come “emergere” rispetto alle altre.

Con estrema delicatezza, scansò la terra che era rimasta attaccata al volto giallino della scultura.

Notò come essa avesse gli occhi chiusi ed un'espressione molto sofferente, come se gli fosse accaduto qualcosa. Aveva un bellissimo volto innocente e sembrava un ragazzo vero.

<< Cora... >> Disse Blake notandola anche lui.

La ragazza mise una mano sulla guancia della statua, come se fosse stata viva, come se fosse stato vero.

In quel momento sentì del calore pervaderle il corpo e iniziò ad avere una stranissima sensazione. Eppure qualcosa le diceva di non staccare la mano da lì, di restare e di non andarsene via.

<< Cora, il vento sta per seppellire di nuovo le statue! Torniamo indietro! >>

La ragazza non rispondeva, era come attratta da una forza del tutto misteriosa, nuova, una sensazione che non aveva mai provato prima.

La statua cominciò a creparsi e dalle crepe cominciò a fuoriuscire della luce.

<< Cora vieni via! >> Urlò Blake, eppure la ragazza non rispondeva. Capì che doveva fare qualcosa, altrimenti la ragazza se la sarebbe potuta vedere molto brutta.

La statua continuava a creparsi sempre di più, mentre la luce cominciava ad emanare un bagliore sempre più diffuso.

Il ragazzo si avventò contro di lei, tirandola via da lì, appena in tempo: in quel momento vi fu una grande esplosione lucente che per fortuna non ferì nessuno dei due.

<< Stai bene? >> Domandò lui ancora una volta.

<< I-io credo di sì... >>

Il ragazzo la abbracciò felice. << Grazie al cielo, grazie al cielo! >>

I due si voltarono verso la statua, eppure essa era sparita...

Al suo posto, disteso a terra c'era un ragazzo svenuto...

Cora lo osservò stupita... Ma allora quelle statue non lo erano per davvero! Oppure era stata lei a dare vita ad una cosa del tutto inanimata?

 

Il principe si guardò attorno: era dunque lì che Blake e Cora erano finiti? Nel bel mezzo del deserto? Dov'erano adesso? Fece riferimento alla sua magia e capì che erano abbastanza lontani, ma non impossibili da raggiungere. Ci avrebbe messo del tempo, ma li avrebbe trovati. Si incamminò e sotto la sua maschera sorrise. Avrebbe fatto di tutto pur di ritrovare Cora e riportarla al sicuro!

Lo so, la situazione sembra ancora più confusa, eppure ne sono successe di cose! Il principe è riuscito a parlare a sua madre dell'amore che prova per Cora in questo mometo così delicato e la regina gli ha permesso di cercarla staccandosi per la prima volta da lui; Dean sta tramando vendetta (e ciò non mi suggerisce niente di buono); Blake non è ancora riuscito a rivelare alla ragazza i suoi sentimenti, forse questo è il momento più inopportuno per farlo; Cora invece ha appena scoperto di avere un potere del tutto nuovo... Già... Il mistero sembra infittirsi ma non temete! Da qui a poco (anzi pochissimo) la verità salterà fuori... La vostra attesa sarà ricompensata!

  
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