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Autore: oceanodiperle    11/12/2013    5 recensioni
E’ bellissimo, è così perfetto e adoro la sua bocca, che ti viene voglia di fiondartici di sopra e farla tua. [...] mostro ad Harry come si deve comportare, come far divertire i bambini e il riccio impara in fretta, gli dico ciò che deve fare e lui lo fa alla perfezione, lo osservo felice, vederlo insieme agli altri bambini fa di lui un bambino, un bambino che spetta a me crescere, un bambino che deve diventare mio.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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29. "Tu vivi di sesso." "No, vivo di te."

Mentre Harry non c’è, ne approfitto per chiamare Stan e farmi raccontare ciò che è successo con James. Il fatto che Harry non è uscito con la macchina mi tranquillizza, perché a piedi non può andare lontano e soprattutto non può andare a Doncaster.
Mi alzo dalla sedia, prendo il cellulare e avvio la chiamata con Stan, incomincio a girare per casa con la mano sinistra in tasca e la destra che tiene il telefono premuto sul mio orecchio, dopo qualche squillo, Stan risponde.
- “Ehi, come vanno gli studi?”
- “Bene, ma quindi cosa è successo con James?”
- “Era venuto a cercarti all’università.”
- “Era con quei tre?”
- “No, era solo.”

Stan mi racconta dettagliatamente quello che è successo con James e non so se pensare che il fatto che i miei amici, si fingono  suoi amici è una cosa buona, che ci aiuterà a tenere al sicuro la relazione tra me ed Harry, tenere al sicuro Harry. In ogni caso non gli permetterò di fare del male ad Harry, qualsiasi cosa succeda, amo Harry più di qualsiasi altra cosa al mondo, è il mio respiro, ogni battito del mio cuore, è tutto ciò che mi fa vivere, se mi viene portato via Harry, mi viene portata via la vita.
- “Harry come sta?”
- “E’ uscito.
- “Dove è andato? Dovresti tenerlo sotto controllo!”
- “Ma secondo te sono deficiente? Dove cazzo può andare senza macchina?”
- “Harry è in grave pericolo, devi stare molto attento a lui.”
- “So tenere sotto controllo il mio ragazzo, mi ha detto che andava semplicemente a fare una passeggiata per prendere un po’ d’aria, adesso lo chiamo.”

- “Vado a finire di studiare, a domani.”
- “A domani.

Ora Stan mi ha fatto preoccupare, se Harry non risponde al cellulare comincio ad agitarmi e sentirmi male. Digito il suo numero che conosco a memoria e avvio la chiamata. Ogni squillo aumenta di più battito del mio cuore, per la paura che potesse essergli successo qualcosa.
Appena sento la sua voce attraverso il telefono sento come se mi scivolasse all’interno del mio corpo qualche bevanda calda, un sensazione che mi tranquillizza.

- "Dimmi."
- "Stai bene?"
- "Si."
- "Dove sei?"
- "Emh...qui in giro."
- "Quando ritorni?"
- "Emh, tra poco."
- "Sbrigati, mi manchi."
Sorrido.
- "E io non vedo l'ora di studiare la mia materia preferita."
- "A dopo."
- "A dopo amore."

Attacca.
E' la seconda volta che mi chiama così. Non vorrei che lo fa perchè James lo aveva infastidito, devo cercare di chiarire questa cosa. Riprendo a studiare cercando di finire prima del ritorno di Harry, così posso accontentarlo e scopare con lui.

                                                                                               ***
Mentre stavo ancora studiando, ho sentito la porta d’ingresso chiudersi e questo mi ha fatto capire che Harry è rientrato, mi sono alzato dalla sedia e gli sono andato incontro, ora mi sta baciando e tra un bacio e l’altro mi dice con un sorriso malizioso.
- “Andiamo in camera.”
- “Io non ho finito di studiare.”
- “Peccato, avevo già pensato a cosa ti avrei fatto.”
- “Sono curioso.” Sorrido.
- “Ma devi studiare.”
- “Finirò presto.”
- “Vado a guardare un po’ la TV, così mi riposo dato che dopo avrò un’attività piuttosto impegnativa.” Mi da un ultimo bacio a stampo e  si toglie il cappotto, l’appende all’appendi abiti e si dirige verso il soggiorno, mentre io ritorno in cucina a studiare.

                                                                                               ***
E’ passato molto tempo da quando Harry è nel soggiorno ed è strano che non sia venuto qualche volta a distrarmi con i suoi baci, forse si è addormento o non si sente bene. Mi alzo dalla sedia e vado nel soggiorno per controllare.
Appena entro nella stanza lo trovo disteso sul divano mentre la guarda la TV. Ritira le gambe per farmi spazio e mi siedo.
- “Hai finito?” Domanda.
- “No, ancora no.”
- “Perché sei venuto qui?”
- “Per vedere come stavi.”
- “Ho un po’ di mal di testa.”
Mi chino su di lui per toccargli con la mano la fronte, spalanco gli occhi quando la mia mano assorbe calore.
- “Sei caldo, forse hai la febbre.”
- “Non esagerare.”
- “Ora chiamo Stan e gli chiedo dove è conservato il termometro.” Dico mentre lo estraggo dalla tasca e digito il suo numero.
- “Non è necessario.” Ignoro le sue parole e poggio il telefono all’orecchio.
Il cellulare squilla ma Stan non risponde, merda.  “Lou, lascia perdere, ho solo un po’ di mal di testa.”
- “Io voglio misurartela per essere sicuro che stai bene.” Dico mentre richiamo nuovamente Stan con la speranza che questa volta mi risponde.
- “Che palle che sei.”
Finalmente dopo tre squilli risponde:
- “Ehi, è successo qualcosa?”
- “Dove cazzo avevi il telefono?”
- “Non l’avevo sentito.”
- “Vabbè, dove posso trovare il termometro?”
- “Non ti senti bene?”
- “Non io, Harry.”
Dalla mia risposta Harry ha capito che Stan mi ha chiesto se non mi sento bene e dice:
- “Non si fa mai i cazzi suoi.” Gli do uno schiaffetto sulla gamba e lui si mette a ridere.
- “Dovresti trovarlo nel primo cassetto del mobile del bagno.”
- “Ah va bene, grazie.”
- “Se avete bisogno di qualcosa chiamami.”
- “Si, se fai come prima e Harry sta per morire, finchè vedi la chiamata persa è già morto.”
- “Vaffanculo a te e alle tue battute di merda, comunque è stato un caso.”
- “Certo, ci sentiamo.”
- “Ciao.”

                                                                                             ***
Ritorno nel soggiorno con il termometro di vetro in mano che agito per far scendere il mercurio verso lo zero. Mi posiziono davanti ad Harry, controllo che il mercurio sia sotto lo zero, poi alzo il braccio di Harry e infilo la mano con il termometro nella sua maglietta per inserirlo sotto l’ascella. Ho aspettato seduto accanto a lui cinque minuti per vedere a quanto è la sua temperatura corporea.
- “Mi dai il termometro?”  Inserisce la mano nella maglietta, lo toglie e me lo porge. Io lo afferro e vedo il risultato, 38.5. “Harry, hai la febbre a trentotto e mezzo.”
- “Non è alta.”
- “Ti avevo anche detto di coprirti prima di uscire perché faceva freddo.” Poggio il termometro sul tavolino difronte il divano.
- “Quanto sei pesante, ora vado a cucinare.” Dice mentre alza leggermente la schiena dal divano, ma io con una mano lo spingo costringendolo a stendersi di nuovo.
- “No, cucinerò io, tu starai qui al caldo, ora ti porto una coperta.” Si mette a ridere.
- “Tu che cucini? Accendi tutta la casa.”
- “Spiritoso.”
- “L’unica cosa che mi dispiace è che non posso più studiarti.” Sorride maliziosamente, io sbuffo.
- “Tu vivi di sesso.”
- “No, vivo di te.”

Spazio autrice:
Mi scuso con chi ha trovato il capitolo troppo corto, ma ho tanto da studiare in questo periodo, se l'avrei fatto lungo avreste dovuto aspettare le vacanze di Natale, tanto come ho già detto recupererò :)
twitter:
https://twitter.com/upallnightx_
  
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