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Autore: Always Strong    11/12/2013    1 recensioni
"Non ce la farai,non puoi,è impossibile,torna alla realtà" continuavano a ripetermi i miei genitori,ma io continuavo a rispondergli così "L'importante è che io ci creda,e sò che ce la posso fare,lo sapete sono più determinata che mai e siete voi che mi avete insegnato ad inseguire i miei ideali,i miei sogni,ed è quello che farò,perchè non intendo arrendermi proprio ora"e non mi sbagliavo...
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Ripercorsi quel corridoio almeno una decina di volte, finchè non notai una piccola finestrella da dove si vedeva l'interno della stanza. Lì c'era una ragazzina, un adolescente, e nel giro di tre secondi tutto tornò. Rividi quello stretto e freddo corridoio, da dove a mala pena scorgeva un pò di luce, con quel pavimento macchiato, che odorava di morto; ricordai quelle scomode poltroncine dove ci passai giorni, e risentivo l'odore di quei caffè senza sapore, che sembravano acqua, ma niente tornò nella mia mente come quella piccola e buia stanza con quel letto comodo e caldo, dove per settimane ci vidi l'unica persona con cui non avevo bisogno di parole per farmi capire. Giaceva lì, in quel letto bianco circondata da fili, con la mano viola per tutte le flebo, e aveva i suoi lunghi capelli castani sciolti, che spesso le pettinavo. Le sue unghie erano corte, ma ancora con il suo amato smalto Fuczia, e il polso destro era ancora pieno di braccialetti che per lei erano colmi di significati, e poi aveva ancora indosso quegli orecchini corti, ed erano ancora brillanti come una volta, a forma di aereoplanino che lei tanto amava perchè per lei rapprensentavano la libertà, e non se li toglieva mai visto che glieli aveva regalati il suo ragazzo per un anno di coppia. Non ostante tutto la sua pelle era rimasta fresca e giovane,con quel colorito dorato che non l'abbandonava mai, profumava ancora di Gucci -il suo profumo preferito. Le labbra erano rimaste rosse, e quegli occhi color nocciola, proprio come i miei, e la cosa che ricrdo di più è che non smettevano di brillare, perchè lei non intendeva arrendersi, ed io sò che non lo avrebbe mai fatto. Ogni volta che una persona l'andava a trovare e le faceva un complimento lei continuava a sorridere e ad arrossire, sembrava una principessa, e lo era, era la mia principessa che avevo promesso di proteggere. Odiavo vederla lì, sù quel letto con tutti quell'aghi nelle mani, proprio quelle mani che amavo stringere.Vederla lì, immobile senza potersi muovere mi faceva venir voglia di tirare un pugno al muro e iniziare a piangere, ma non potevo, non potevo farmi vedere piangere da lei, dovevo essere forte, dovevo esserlo per lei, dovevo renderla felice, non depressa.L'ammiravo -questo da sempre- ma sopratutto in quell'ultimo periodo, perchè non ostante doveva restare lì, non ostante non poteva più andare a divertirsi, non ostante le flebo, i dottori e tutto il resto lei continuava a sorridere, sempre e comunque.Passavamo ore a parlare, mentre le facevo i capelli o le unghie, e ricordo che mi nascondevo sempre l'iPod nelle tasche, per non far arrabiare i medici visto che non volevano che lei ascoltasse musica o semplicemente navigasse su internet, così nascondevo l'iPod e poi appena entrata in camera tiravo fuori quelle cuffiette verdi, e ricordo che mi faceva sempre l'occhiolino ,come a dire 'Missione compiuta', ma la 'missione' non era per niente 'compiuta', perchè una sera, mentre io e zio Francesco eravamo rimanemmo all'ospedale, a dormire su quelle scomode poltroncine, i medici ci svegliarono, dicendo che c'era un'emergenza, e che di tanto in poco, lei sarebbe morta. Quando sentii quelle parole caddi a terra, mi lasciai andare, e iniziai a piangere, poi però mi asciugai le lacrime e mi ricordai della promessa fatta, io dovevo proteggerla. Entrammo in stanza e lei era lì, con quei fili ovunque, e gli occhi socchiusi. Parlò prima con zio, poi arrivò anche il resto della famiglia, e lei salutò a modo suo oguno di noi, sapeva che non le sarebbe rimasto molto tempo, poi uscirono tutti dalla stanza e rimanemmo solo noi tre, come ai vecchi tempi, io Giu e Siena che ci chiudevamo in camera a parlare per ore e ore. Dopo poco Siena uscì dalla stanza salutando la sorella con un bacio sulla fronte, non riusciva più a trattenere le lacrime così preferì uscire, e le promise che dopo sarebbe tornata ad abbracciarla. Io rimasi lì con lei, e l'abbracciai forte chiedendole di non lasciarmi, ma non feci in tempo a rimettermi sù quella sedia che i battiti incominciarono a diminuire, così mi guardò e mi disse testuali parole'Non ti lascerò mai,perchè quì con te lascerò una parte di me,promettimi che sorriderai sempre cuggi,ti vogl..'nel giro di pochi secondi mi ritrovai circondata da medici, che mi spinsero in un angolino della stanza, e quando riuscii a vedere di nuovo la sua immagine, era lì stesa nel letto con gli occhi chiusi, e i medici a testa bassa pronunciarono l'ora del decesso, non fecero in tempo a dirmi quel 'Mi dispiace' che io ero già in ginocchio in una pozzanghera, quando si sentì un urlo provenire da quella stanza, e il resto della famiglia capì subito. Il cancro aveva vinto. La ricordo come la ragazza gentile, buona ma forte, tanto forte e con una grande personalità, quella innarestabile che non conosceva la parola 'impossibile', che si prendeva cura di se stessa e delle persone che amava, e che non lasciava mai che il sorriso l'abbandonasse, e il bello è che quelli non erano sorrisi finti, ma erano sorrisi veri. Lei era un mito, e non era solo mia cugina, era il mio Idolo, quella persona che non mi avrebbe lasciata per niente al mondo, eppure l'aveva fatto, ma non proprio, lei quando se ne andò portò con se una parte di me, e lasciò in me una parte di se. Iniziai a tagliarmi, niente era più come prima, avevo perso il sorriso, avevo deciso di chiudermi al mondo. Non ero più io,piena di tagli e cicatrici, con un viso cupo e scoraggiato, nessuno mi conosceva più. Zia decise di lasciare la sua stanza così, ma un giorno andando in terrazza notò una busta da lettere per terra, con sù scritto 'Per te cuggi' così capì subito e mi portò la busta. Ricordo che nemmeno feci in tempo ad aprire la busta, che già piangevo: 'Stai leggendo questo, quindi vuol dire che sono passati mesi e che ora ti stò facendo da angelo custode. Sai che io non ti ho lasciata, quindi se lo pensi, è una cazzata! Io e te l'abbiamo promesso, abbiamo promesso che mai ci saremmo lasciate, e quando sono volata sù mi sono portata via una parte di te, scusa ma dovevo. Prova a guardare oltre, prova a guardarti almeno per un attimo, in te c'è una parte di me. Non rimproverarti perchè ora sono quì, tu mi hai protetta, e continui a farlo, scema ti ricordi quando stavamo sul lettone di nonna a parlare di loro, di noi e del resto del mondo che era ignoto a tutto ciò che c'è di bello?! Non dimenticarti, non dimenticarti di me, e tutti quei sogni fatti nostri realizzali. Voglio che ti specchi ogni giorno e che ti ripeti che sei stupenda, è ora che inizi a credere a quelle parole che ti ripetevo di continuo. Continua ad essere la solita scema, che ne combina una al secondo, e prenditi cura di quell'altra matta di Siena, abbracciala anche da parte mia. Voglio che tu sorrida, sempre, perchè i sorrisi sinceri distruggono ogni forma di male. Realizza i tuoi sogni, fai conoscere al mondo la tua musica, fagli sapere di cosa sei capace, io ho ascoltato quella voce tante volte, e sò che ce la può fare. Prendi tutto, e travolgilo, trasformalo in ciò che hai sempre desiderato, perchè è ora che impari che niente è impossibile finchè sei te stessa, quindi sò che se rimani la cogliona di sempre, il mondo un giorno sarà tuo. Guai a te se stai a sentire quegli adulti bacati, tu puoi farcela, fidati di me. Ti prometto che un giorno starai su un palco, questa è una promessa, ed io sorriderò finch'è tu sorriderai, come quando eravamo piccole, e ti imboccavo con le castagnole ricoperte di nutella, oppure quando ci litigavamo il fular di zia, ecco tu lì sorridevi, sorridevi per davvero quindi continua a farlo, questa è una promessa. Per sempre tua scemotta' Dopo che lessi quella lettera tutto cambiò, lei aveva ragione, in me c'era una parte di lei. Avevo incominciato a mangiare come lei, a scrivere come lei e a volere bene alle persone come lei, così poco a poco cercai di smettere di tagliarmi, perchè la felicità stà in un sorriso, non in un taglio. Poco a poco tornò tutto normale, ma ebbi bisogno dell'aiuto di cinque idioti, mi corrego:Idoli. Grazie a loro riuscii a dimenticarmi totalmente che le lamette esistono. L'ultima volta che abbracciai mia cugina avevo quindici anni, ma ciò non significa che l'ho persa, una persona la perdi quando non la senti più tua, ed io sento che lei rimarrà mia per sempre. Mi appoggiai al muro e chiusi gli occhi. "Bel andiamo,svegliati!Zia Clara è fuori pericolo!" mi sentii strattonare, e riaprii gli occhi"Giu,dove sei?"parlai in italiano, così Josy fece una faccia totalmente spaesata "No, niente lascia stare,dov'è la zia?" Josy mi sorrise, e mi tirò sù da quell'angoletto "Vieni, stà di là in stanza con Cris".
  
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