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Autore: Francyfanfiction99    12/12/2013    0 recensioni
Per la vacanza dei suoi 17 anni Abigail ( Abby ) progetta un'estate al mare con i suoi migliori amici, Chaz e Jazz, e un quarto in comodo, Justin, il fratello di Jazz. La meta è l'isola di Elba in Italia, luogo in cui era solita andare in vacanza con i suoi genitori. A Marciana Marina, nella vecchia casa di famiglia, il ritrovamento del diario di sua nonna svela a poco a poco un segreto che sconvolgerà tutta la sua vita. Mentre i ricordi affiorano tra i vicoli del paese, nell'antica torre del molo e lungo le spiagge assolate, nuovibsentimentinsi intrecciano a misteri dimenticati, e al ritorno nulla potrà essere più come prima.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Chaz, Jeremy Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono sul balcone di Jazzy, sperando in qualche folata improvvisa di vento.
Mi levo i sandali e poggio i piedi sulla sedia vuota davanti a me.
Com'è bella L.A. vista da qui. Da casa mia non c'è un panorama così. Le cime degli alberi che costeggiano la strada mi impediscono di vedere la città.
Il sole sta tramontando proprio accanto alla chiesa difronte casa di Jazzy. Ecco che arriva un altro soffio di vento.
Me lo godo in attesa che Jazzy Lodi il cellulare a cui è incollata da mezz'ora. Sta cercando di capire perché gli altri non siano ancora arrivati.
È tipico di Jazzy: deve avere tutto sotto controllo. Meglio però se non deve muovere un dito. Da che io ricorda e sempre stata così, fin dal primo giorno che l'ho incontrata.
Scavo nove anni e c'era un furgone dei traslochi sulla strada di fronte casa mia. Mi ero fermata a guardare quell'andirivieni di scatoloni e mobili.ei era in piedi, vicino alla porta e fissava un tavolino come se volesse farlo levitare dentro con la forza del pensiero. Mi ha guardata, ha alzato un sopracciglio e mi ha detto: << Mi dai una mano oppure resti li a far niente?>>
È dire che stavo per inventati una scusa e mollarla con quel tavolino se sua madre non si fosse accovacciata e avesse sorriso.
- Jazzyyyyy! Hanno suonato al citofono!
Le urla della madre di Jazzy interrompono il mio ricordo.
- Apriiii - risponde lei facendosi probabilmente sentire da tutto il vicinato.
- Ma è sicuramente uno dei tuoi amici! 
- Quindi è destinato a stare fuori? - continua Jazzy alzando gli occhi al cielo.
- Certo che no, ma che domande fai?
- Dai, non farmi alzare, apri tu!
- E va bene! - risponde la madre rassegnata. 
Jazzy sorride per consolidare la sua vittoria. Cubito dopo mi poggia delicatamente la sua mano sul braccio e mette su una specie di broncio.
- Abby, ci vai tu ad aprire la porta di casa, vero? Fallo per me - mi chiede con un'espressione supplichevole.
- E va bene, vado io. Ma tu sei la persona più pigra che io abbia mai conosciuto, sappilo - le rispondo mentre mi alzo.
- Si, lo so. Grazie per avermelo ricordato - mi dice aggiungendo una linguaccia alle sue parole. 
Apro la porta d'ingresso e trovo Chaz che mi saluta frettolosamente e mi dice che ci raggiungerà sul balcone in un attimo. Non faccio nemmeno in tempo a rispondere al suo saluto che lui scompare dietro l'angolo del corridoio. Ipotizzo che sita cercando Justin, il fratello di Jazzy, visto che da quando si sono ritrovati insieme all'università sembrano essere diventati grandi amici. Eppure hanno passato tutti gli anni del liceo a ignorarsi. Justin, al contrario di Chaz, non ci frequenta. A volte penso che abbia qualcosa contro le ragazze più piccole di lui visto che su ostina a trattare, Jazzy e chiunque abbia la nostra età come se frequentassimo ancora l'asilo nido.
Torno da Jazzy sul balcone. Poco dopo citofona anche Alfredo, ma stavolta dalle urla capisco che sarà Chaz ad aprirgli.
Finalmente ci siamo tutti. Possiamo iniziare la nostra piccola riunione prepartenza.
Alfredo è in una sezione diversa dalla nostra. Quattro anni da ci siamo scontrati cosse di sulle scale che portavano al bar della scuola e per non cadere ci siamo afferrati a vicenda. Un incontro-scontro da manuale, non c'è che dire, di quelli che si vedono nei film e ai quali seguono lunghe e appassionanti storie d'amore. Nel nostro caso invece è nata una profonda amicizia. Non ricordo di a re mai passato una ricreazione senza di lui.
Chaz e l'unico del gruppetto a non avere la nostra stessa età: è 3 anni più grande di noi, ma lo conosco da sempre. Abita nella casa difronte alla mia. Per me è come un fratello. È poi fino allo scorso anno frequentava il nostro stesso liceo. Ora si è iscritto a musica e arte e ogni mattina divide la machina con Justin per andare all'università. Mi manca pendere l'autobus con lui e Jazzy per andare a scuola.
- Ciao ragazzi. Come va? - ci chiede Alfredo salutando tutti con un gesto. 
- Bene, oggi ho preso i biglietti - annuncio con grande soddisfazione.
- Ma sei andata all'aeroporto?
- Si.
- Non potevi prenderli sul sito?
- Bé, si... - rispondo cercando di capire perché Alfredo mi stia facendo questo interrogatorio.
- E perché non li hai presi sul sito? 
- Perché mi andava di fare un giro - dico perplessa.
- Quindi hai quattro biglietti di carta, giusto?
- Di carta? Di cosa dovrebbero essere? Alfredo, che stai blaterando?
- No, per dire, non sono quelle prenotazioni elettroniche col nome sopra.
- No.
- Bene.
- Bene? - gli chiedo incuriosita. - Ma che problema hai?
Alfredo esita qualche istante prima di rispondere. Mi guarda, poi abbassa gli occhi.
- È che non posso venire, ragazzi.
  
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