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Autore: cranium    13/12/2013    2 recensioni
Raccolta di brevi One shots dedicate ai fratelli di Suna, AU e completamente slegate temporalmente tra loro, che vanno dal demenziale all'angst peso.
#1. Di assorbenti, destino infame e bionde terribili: i due uomini di casa devono fare la spesa e si ritrovano con seri problemi.
"Fissa il fratello da sotto la frangia rosso fuoco: con quel vistoso trucco viola sul volto e il cappuccio nero calcato sulla testa, pare un delinquente più di quanto non lo sembri lui; ciò nonostante sono lì, il carrello pieno di schifezze, cibi in scatola, dentifricio alla mela, ad aspettare che le luci al neon gli indichino la strada da seguire."
#2. Buona condotta: Gaara e il suo passato incontrano Naruto Uzumaki.
#3. Good morning, Kankuro! Kankuro viene svegliato troppo presto "Kankuro sbatte la spalla contro la porta, il mignolo contro lo spigolo di qualcosa di indefinito, nella sua vista offuscata della mattina.
Ha la bocca impastata, la lingua che sa ancora di Montenegro e fragole, le dita appiccicose, il trucco evidente sulle guance e i capelli indecenti: lo scenario perfetto per spaventare chiunque sia riuscito a portarlo giù dal letto."

Peace, Love and Sabaku no Brothers! ♥
Genere: Angst, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Sabaku no Gaara, Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
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Deliri e chiarimenti: Yep! Scusate il ritardo… sono una personcina orribile, lo so, ma sono presissima da una storia che sto scrivendo per un contest, e che pubblicherò appena possibile! Stay tuned *-*

Ora torniamo a noi! Kika96 nell'ultima recensione mi ha fatto notare che, nella scorsa One shot, mancava qualcuno di moolto importante: Kankuro! Sì, avete sentito bene, sto parlando di quel figone truccato e muy sexy (si scriverà così?) del fratello di mezzo! Quindi questa One shot è tutta per lui!

Questa è ambientata subito dopo la precedente, ed è veerde come il mio abete.

Torneranno Naruto e Sasuke (tenerelli loro) e comparirà un altro personaggio: la mia adorata Hinata chan (lascia perdere il biondino! Adotta un Kiba puccettoso e coccoloso!).

Non è presente l’avvertimento incest, che comparirà solo in seguito, segnalato nello spazio autore (lettore avvisato!).

Detto ciò vi lascio al mio scarso spirito natalizio, se riuscirò posterò qualcosa per Natale (feste in casa Sabaku yeahhh!), sennò vi auguro già da adesso un felicissimo Natale e un Buon anno nuovo!

Peace, Love and Sabaku no Brothers!

 

 

ANOTHER BRICK IN THE WALL

Good morning, Kankuro!

 

 

Il campanello suona ininterrottamente da almeno un minuto, sembra una marcia funebre fatta sotto la pioggia.

Kankuro sbatte la spalla contro la porta, il mignolo contro lo spigolo di qualcosa di indefinito, nella sua vista offuscata della mattina.

Ha la bocca impastata, la lingua che sa ancora di Montenegro e fragole, le dita appiccicose, il trucco evidente sulle guance e i capelli indecenti: lo scenario perfetto per spaventare chiunque sia riuscito a portarlo giù dal letto.

Continua ad avanzare lungo il corridoio a luce spenta, cercando di fare il più presto possibile, ma non si rende neppure conto di procedere sempre più lentamente.

Se Temari si sveglia è morto, lo sa e ringrazia il suo sonno pesante, la fortuna sfacciata e quel testimone di Jashin o come si chiama -che il giorno prima era venuto a dargli la buona novella- di non avergli lanciato il malocchio, come aveva promesso.

I muri bianchi lo fanno tentennare, le foto appese sono ancora dei vecchi proprietari, così brutte che neppure se le sono portate via. Cerca di schivare, con molta difficoltà, tutti gli scatoloni, che devono ancora disfare, lasciati lì, a terra, tanto prima o poi qualcuno li metterà a posto, no?

– Un attimo, un attimo. – dice, o almeno crede di essere riuscito a spiccicare due parole, e dall’altra parte della porta sembrano capire, perché il ronzio fastidioso smette, e può permettersi di prenderla con calma.

Appoggia la testa contro il portone, respira, respira, probabilmente si addormenterebbe lì, in piedi, se una vocina non passasse attraverso il legno, chiedendo se c’è qualcuno.

Abbassa la maniglia e se la tira dietro, sul pianerottolo una figura alta e dal viso paffuto, lo saluta con un sorriso a trentadue denti e un pacchetto in mano.

Come fa una persona a sorridere a certe ore non lo sa, ma se non fosse una ragazza gli avrebbe già spaccato il naso, tagliato le orecchie e gettate in pasto a Baki, il loro pesciolino rosso.

– Non vogliamo nulla – dice con un ringhio – soprattutto a quest’ora del mattino, il tipo porta sfiga è già venuto ieri e non ha funzionato. – ed è tentato di richiudersi dietro la porta e tornare a dormire fino al ritorno di Gaara con la colazione, ma la ragazza lo blocca, portandosi avanti con il busto.

– M-mi dispiace di averti disturbato. Sono le un-undici, pensavo foste svegli.

È visibilmente imbarazzata, le guancie sono rosse e la testa scura si abbassa impercettibilmente, finché gli occhi della ragazza non cadono sui suoi boxer azzurri con le nuvolette bianche, ed è costretta a rialzarli ancora più disturbata dalla situazione di disagio.

Scuote i capelli nerissimi, la frangia le copre gli occhi chiari e scostanti, sarebbe pure carina se non fosse così timida. Probabilmente si nasconderebbe volentieri dietro la pianta sul pianerottolo, piuttosto che rimanere in quella situazione, eppure si fa forza e rimane, sfoderando di nuovo un sorriso.

Kankuro non si è ancora chiesto chi sia questa sconosciuta, che lo ha svegliato, dopo una serata poco tranquilla, è troppo assonnato per porsi domande, ma rimane a ciondolare sulla porta, come un completo idiota, grattandosi la pancia nuda.

– È domenica, non compriamo enciclopedie neppure gli altri giorni della settimana.

Si stiracchia irrequieto, il petto si allunga, e la moretta sembra in procinto di svenire dalla vergogna.

– Ma i-io sono la vicina. Vi ho portato una t-torta perché vi siete trasferiti da poco. Io sono Hinata Hyuga, io, mio cugino Neji e il nostro tutore abitiamo nell’ altro ap-appartamento sul pianerottolo. Non ci siamo mai incontrati, ma ho conosciuto i-ieri tuo fratello. –

Se ha conosciuto Gaara probabilmente avrà aggiunto cianuro all’impasto. O le noci, lui le odia. Quindi la bella ragazza timida serve solo come depistaggio, il vestitino porpora solo per incantarlo. Le supposizioni mezzo nudo, e con un palese mal di testa da post sbornia, sono le sue preferite, le macchinazioni, i complotti il suo pane quotidiano. Kankuro adora i polizieschi, ed è convinto di saperne fin troppo di tentati omicidi, da quando Gaara ha spaccato tutto il servizio di piatti in testa a suo padre.

Da quando loro tre si sono trasferiti gli manca l’atmosfera inquietante della vecchia casa, il dover stare attento persino al ventaglio di Temari, e tutto lo spirito natalizio del nuovo appartamento lo infastidisce, cosa c’è di meglio di un bel giallo, in cui la vicina carina tanta di uccidere il fratello psicopatico? Già che c’è potrebbe prendere lui il controllo della situazione!

– È per voi! – Hinata si allunga per porgergli il pacchetto ben confezionato, il nylon stride, il fiocchetto rosso terribilmente invitante.

Conosce le loro debolezze a quanto pare: Kankuro riesce a sentire l’odore di cioccolato persino da lì.

D’un tratto dei passi scalpicciano contro il pavimento delle scale. Delle risate. Risate! Ma è possibile che tutti abbiano voglia di ridere la mattina presto?

Forse è un sogno, un terribile incubo. Probabilmente chiudendo gli occhi si ritroverà sotto il piumone, e arriverà Gaara con i croissant secchi e bruciacchiati, della scarsissima pasticceria all’angolo, come gli aveva promesso la sera prima.

Si sveglierà con l’odore del caffè e delle uova per la prima merenda delle tre del pomeriggio.

Eppure alza le palpebre tremando seriamente, e si ritrova davanti una ragazza svenuta e due boyscout con i pantaloncini cortissimi in pieno inverno.

– Stiamo raccogliendo fondi per i meno fortunati, per regalare un Natale felice a tutti! – un biondino dall’aria scema gli fa un sorrisone, di fianco a lui un ragazzetto imbronciato, bellissimo, ma visibilmente irritato.

– Guarda Sasuke! Questo qui ha i boxer come i tuoi! – continua a parlare il primo, indicando le gambe di Kankuro.

– Piantala Naruto! Siamo venuti perché Gaara ci ha detto che avrebbe comprato le barrette, così avremo finito prima e ci saremo andati a scaldare al bar! – lo sgrida irritato, per poi rivolgersi al cliente leggermente frastornato, che solleva senza difficoltà Hinata da terra, appena svenuta – quindi è in casa o no, quell’idiota? Non abbiamo tempo da perdere, noi. – e sottolinea quel noi con molta enfasi.

– Oh ci sei anche tu Hinata chan! Non i avevo vista! – Naruto si sporge per salutarla e lei ricade a peso morto tra le braccia di Kankuro, il pacchetto tenuto stretto al petto.

No questa non è di certo la sua giornata fortunata.

Il ragazzo bellissimo sbuffa, si tira su i calzettoni rossi, sui polpacci bianchi e depilati, scrolla le spalle e inizia a battere ritmicamente il piede a terra, come se si stesse innervosendo.

– Allora, è in casa oppure no? – dice, e fissa Kankuro da sotto le sue ciglia lunghissime.

– No è andato a prendermi la colazione. – si sente quasi colpevole nel rispondergli così, ma non capisce perché.

– Senti, possiamo aspettarlo dentro da te? Non resisteremo altri dieci minuti al freddo! Rimaniamo solo finché non torna e poi ti lasciamo in pace. – Naruto sfodera un adorabile faccia da cucciolo, a cui nessuno saprebbe resistere. Neppure quello svitato di Gaara, a quanto si ricorda, visto che è stato lui a convincerlo a diventare una persona migliore.

Kankuro sospira, li fa accomodare in cucina e appoggia Hinata su un divanetto beige, degli ex inquilini, all’angolo.

Inizia a preparare il caffè nella moca di Temari, quella gigantesca che usa prima degli esami, riempie il misurino fino all’orlo e lo mette a bollire. La presenza dei due ragazzi lo infastidisce, lo tiene in agitazione, lo fa vibrare come una corda di violino: se fanno troppo rumore sua sorella li ucciderà. Tutti e tre.

Il padrone di casa non si è neppure presentato, ma Naruto inizia a fargli mille domande: sulla sua famiglia, sul nuovo appartamento, sul suo lavoro oltre a quello da Drag Queen. Non si sente neppure in grado di brontolare sul fatto che pure Gaara si mette l’eyesliner, ma nessuno gli dice nulla.

Ad un certo punto, quando la conversazione stava diventando troppo idiota, persino per uno con la faccia così scema, sente rigirare la chiave nella toppa e un leggero – Sono tornato! –.

La testa rossa di Gaara fa capolino nella cucina, ha tra le mani un abete altissimo e folto e un sacchetto stropicciato.

– Ti ho portato la tua brioche, ma vedo che non ce ne è stato bisogno – lo saluta, notando il dolce già tagliato e con delle fette mancanti – vado a svegliare Temari.

Quando la sorella entra dalla porta, Kankuro le ha già messo in mano un’abbondante tazza di caffè bollente, mentre suo fratello e Naruto stanno pensando a come addobbare l’albero per Natale.

Intanto anche Hinata si è svegliata, dopo il secondo mancamento e, dopo un po’ di insistenza, si è messa a fare colazione con loro. Tutti assieme.

Forse, trasferirsi da Suna, non è stata proprio una cattiva idea per Kankuro e neppure essere svegliato prima delle tre.

  
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