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Autore: Aireen    13/12/2013    7 recensioni
Rose/Scorpius.
Scorpius ha un segreto. Un enorme segreto. Uno di quei segreti in grado di condizionarti la vita, ma lui non è assolutamente intenzionato a rinunciare a nulla. Soprattutto ad una persona.
"Ma è cioccolata! E' naturale che ti piaccia!" Scorpius sorrise leggermente nell'udire quell'esclamazione indignata. Rose era estremamente carina quando qualcosa la irritava.
"Ecco, Rose: tu sei come la cioccolata." Se ne uscì con fare enigmatico, beandosi dell'espressione confusa sul viso della ragazza.
"Cosa intendi dire?"
"Beh, è naturale che tu mi piaccia!"
Genere: Avventura, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chocolate&Love'
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Cap 7 ciocco
Aireen's corner: ed eccoci qui con il settimo capitolo! Inutile dirvi quanto lavoro ci sia qui dietro, lavoro che spero apprezzerete.
Ci tengo ad informarvi che mancano ancora tre capitoli alla fine della storia, pensata per averne dieci: ci stiamo dunque avvicinando al "fulcro" e spero davvero che la conclusione che ho pensato vi soddisfi.
Beh, che dire... vorrei sottolineare quanto ci tengo alle vostre recensioni: per me è un periodo un po' buio, anche a seguito di alcune vicende personali, per cui, se vi va di incoraggiarmi, sappiate che non mi farete solo un favore in quanto autrice, ma anche un favore in quanto a persona!
Un bacio enorme e un ringraziamento speciale alle persone che hanno sempre recensito :)

Hot kisses, dangerous kisses (Parte 2)

Quella serata era talmente limpida che, se non fosse stato per l'aria gelida tipica di quel periodo dell'anno, la si sarebbe potuta tranquillamente scambiare per una serena notte d'Agosto. Addirittura, magari, per una di quelle durante le quali tutto il mondo si ferma, con il naso all'insù, sperando di cogliere un bagliore dorato, una stella cadente, un desiderio.
Tuttavia, nel Parco di Hogwarts, quella che regnava non era altro che una calma apparente, perchè - a parere di Rose Weasley - quella serata autunnale portava con sè parecchie cose sbagliate. Una delle quali giaceva ai suoi piedi: la figura indifesa e priva di sensi di un ragazzo smilzo e dai capelli di un biondo quasi diafano, attirava lo sguardo di Rose come un magnete. E lei se ne stava lì, zitta, impietrita, mentre il panico si impadroniva lentamente di lei, strisciando come un serpente, avvolgendo le sue viscere e soffocandole con le sue spire lucenti.
<< Sc-Scorpius? >> Fu in grado di mormorare solo il suo nome mentre, tremante, si inginocchiava accanto al ragazzo, improvvisamente sollevata dal fatto che il suo petto si alzasse e si abbassasse con regolarità. Incapace di fare qualcosa di meglio, memore dell'unico e spiacevole svenimento della sua vita, afferrò le caviglie di Scorpius e gli sollevò le gambe, sperando che bastasse, sperando che quello non fosse nulla di più che un semplice svenimento dovuto allo stress per l'imminente esercitazione di Pozioni, o qualcosa di simile.
Passarono ancora diversi terribili istanti, durante i quali Rose non potè fare altro che rimanersene lì, con le caviglie di Scorpius tra le mani, a fissare ansiosa il suo viso pallido e dall'aria malata. La sua pelle, da sempre molto chiara, aveva assunto un colorito grigiastro e gli occhi erano contornati da spesse occhiaie violacee. Proprio mentre Rose era impegnata a scrutarlo con preoccupazione, le palpebre di Scorpius fremettero e lui spalancò gli occhi chiari, passando in un attimo dalla confusione alla consapevolezza, emozione che sfumò in un'altra che la ragazza non fu però in grado di interpretare.
<< Come ti senti? >> Nonostante fosse chiaro che Scorpius era molto lontano dallo stare bene, il fatto che avesse ripreso coscienza fu per Rose un motivo di immediato sollievo. Gli occhi del ragazzo la scrutarono per un attimo con qualcosa di molto simili alla tristezza nascosto nei loro anfratti più segreti e un sospiro sfuggì dalle sue labbra.
<< Non molto bene... ma non preoccuparti, è già successo altre volte. >> Il tono con cui pronunciò queste ultime parole chiarì a Rose che chiedergli cosa avesse causato il suo malessere sarebbe stato completamente inutile. Tuttavia, notando il tremore che aveva ricominciato a scuotere il corpo di Scorpius, decise di mordersi la lingua e di preoccuparsi di evitare che le morisse tra le braccia.
<< Coraggio, ti aiuto ad alzarti. Devi andare in Infermeria. >> Non appena Rose citò l'Infermeria, il ragazzo sbiancò, se possibile, ulteriormente.
<< No. Ascoltami, devi aiutarmi a tornare da Hagrid. >> Nei suoi occhi comparì una tale determinazione che per un attimo lei non seppe replicare, era come se la lingua le si fosse ingarbugliata. 
<< Non credo che Hagrid saprebbe aiutarti, Madama Chips avrà qualcosa da darti! >> Rose gli scoccò un'occhiata che voleva essere rassicurante: forse era spaventato dall'idea di andare in Infermeria e di farsi visitare, ma le era chiaro quanto Scorpius avesse un disperato bisogno di cure esperte.
<< No! Rose, nessuno deve sapere che sto male. Nessuno. Aiutami ad andare da Hagrid, ti prego. >> Fu a quel punto che comprese che, nonostante lui non potesse spiegarle cosa lo portava a comportarsi in quel modo assurdo, aveva bisogno che lei gli desse una mano, perchè non si trattava di una stupida fobia, ma di qualcosa di serio.
<< Va bene. >> Nonostante la situazione fosse tutt'altro che divertente, Rose non riuscì a trattenere un sorriso - anche se triste -, in risposta a quello incredibilmente luminoso che le rivolse Scorpius, a dispetto delle occhiaie e del colorito grigiastro.
<< Grazie, Rosie. >>
<< Coraggio, adesso andiamo, prima che ti trasformi in un ghiacciolo! >>

<< Ecco qui, ragazzo. Una tazza di thè caldo e una coperta fanno miracoli. >> Hagrid si muoveva con estrema goffaggine all'interno della capanna, cercando di portare a compimento più operazioni contemporaneamente: con una mano porgeva ad uno Scorpius febbricitante una tazza fumante e una coperta, operazione complicata dal fatto che nel frattempo si spostava in continuazione dal letto del malato, cercando di afferrare un gufo marrone chiaro, che non sembrava aver intenzione di consegnare proprio nessuna lettera.
<< Non ti preoccupare, adesso ci mandiamo questo messaggio ad Albus, che ti viene a recuperare con il Mantello non appena ti sei ripreso un poco. >> Il mezzogigante rivolse a Scorpius un sorriso mesto e gli diede qualche "lieve" pacca sullla spalla, come a consolarlo.
In tutto questo, Rose Weasley se ne stava seduta su un'enorme poltrona, silenziosa. Non aveva idea di cosa stesse accadendo, ma di una cosa era certa: qualunque segreto stessero nascondendo Albus e Scorpius, Hagrid li stava coprendo. 
Così, quando l'omone le si avvicinò per dare anche a lei la sua razione di thè caldo, Rose non esitò a scoccargli un'occhiata sospettosa, che, ne era sicura, l'uomo aveva volutamente finto di non notare.
<< Come va, Scorpius? >> Esordì a voce insolitamente alta, senza risparmiare nemmeno al malato un'occhiata carica di risentimento: dopotutto, andava bene per pomiciare, ma per le confidenze... come avrebbe potuto capire? Rose era in una delle sue tipiche fasi "rancorose" e, come era classico di lei, in quel momento la preoccupazione per la salute di Scorpius era stata totalmente sovrastata da una bruciante rabbia nei suoi confronti.
Era così dannatamente incomprensibile. Prima la cercava, poi la voleva, poi spariva, poi la baciava... sarebbero mai arrivati ad un punto fermo? Era così confusa che non riusciva a capire nemmeno quali fossero i suoi sentimenti nei suoi confronti: prima si sentiva in ansia per lui, poi attratta e poi arrabbiata, per poi ricominciare da capo con l'ansia. Era un enorme groviglio di emozioni, senza capo nè coda.
<< Meglio, grazie. >> La risposta le giunse flebile e Rose si alzò, per avvicinarsi all'enorme letto posto dalla parte opposta della stanza, in modo da poter guardare Scorpius negli occhi.
<< Voglio sapere cosa sta succedendo. >> Disse con decisione, attirando su di sè lo sguardo preoccupato di Hagrid. Scorpius, invece, si limitò ad alzare gli occhi al cielo: non sembrava più tanto febbricitante e la sua pelle, nonostante avesse un colorito ancora poco rassicurante, sembrava tendere più al rosa che al grigio.
<< Non sono stato bene. >>
<< Davvero? Non l'avrei mai detto! >>
<< Cosa ti aspetti che dica? >>
<< La verità? >>
<< Vuoi una Cioccorana? >> Rose sgranò i grandi occhi azzurri, incerta se ridere o mettersi ad urlare. Scorpius aveva effettivamente estratto una Cioccorana da una tasca della divisa e gliela porgeva con un'aria talmente seria da farle credere che quel gesto bastasse come unica spiegazione. Ma non era così.
<< Sono seria. >> Replicò. E se rifiutava del cioccolato significava che la situazione era grave davvero.
<< Vieni con me ad Hogsmeade. >>
<< Cosa? >>

Dimmi che non passa (leggete ascoltando questa)

Era la mattina del 31 ottobre e nel Castello regnava un'atmosfera allegra: i fantasmi se ne andavano in giro canticchiando - esaltati per la ricorrenza -, gli studenti facevano colazione con più energia del solito, desiderosi di godere di una giornata all'aria aperta e gli insegnanti, più rilassati del solito, si apprestavano a beneficiare di una giornata priva di lezioni e compiti da assegnare. Ma, in tutto questo, Rose Weasley sembrava più interessata a scrutare con apprensione il proprio porridge che a partecipare all'atmosfera festosa.
<< Non riesco ancora a crederci. >> Dominique la scrutava con occhi sognanti, mentre con mani esperte correggeva una sbavatura nel poco trucco che la cugina le aveva concesso di metterle.
<< Beh, credici. >> Brontolò Rose in risposta.
<< Oddio, oddio... dimmi ancora di quando ti ha baciata! >> Questa volta, più che un sospiro, il verso emesso da Rose assomigliava a un ringhio.
<< Eravamo d'accordo di non parlarne in luoghi pubblici, Dominique. >> La mise in guardia, come se si aspettasse di veder spuntare qualcuno da sotto il tavolo.
<< Come sei drammatica! Ma lui ti piace? Quanto ti piace? >>
<< Ti ho detto che non lo so. Ci vado principalmente per scoprire cosa nascondono lui e Albus. >> Quella scusa era così debole che parve poco credibile persino a lei. Perchè lui le piaceva, eccome, per quanto le costasse ammetterlo anche solo che a se stessa.
<< Ceeeerto. >>
Dominique, però, parve capire che non era il caso di tormentare oltre Rose: era chiaramente agitata e questo era un segno di interesse, cosa per cui avrebbe gongolato come minimo per il resto della giornata. Adorava le storie d'amore.
<< Suppongo che sia ora... >> Rose le lanciò uno sguardo poco convinto, mentre si accingeva ad abbandonare il tavolo di Corvonero e Dominique colse in quello sguardo una muta richiesta di rassicurazione. Altro che agitata, se la stava facendo sotto!
<< Andrà benissimo, sergente. >> Le diede un buffetto scherzoso su una guancia e, alzatasi, la strinse in un abbraccio di conforto. Non c'era bisogno che dicesse nulla.
<< Non sono brava in queste cose, Dom. >>
<< Nessuno è bravo in queste cose, Rosie. >>
Non era sicura di poter fare affidamento sulle rassicurazioni di Dominique, la quale vantava una collezione di fidanzati decisamente invidiabile, perciò - in un misto tra rassegnazione ed euforia - si avviò verso il Salone d'Ingresso, dove avrebbe dovuto incontrare Scorpius. 
Pensare, che ci aveva messo ben due giorni prima di decidere di accettare il suo invito: aveva trascorso due giornate intere con la testa ferma su quelle poche parole, "vieni con me ad Hogsmeade", analizzandole, scervellandosi sulle conseguenze a cui sue eventuali risposte avrebbero portato... ma a tutto ciò, costante, si accompagnava l'immagine, sempre più nitida nella sua testa, di lei e Scorpius avvinti in un abbraccio passionale in un corridoio deserto. E questo non aveva di certo aiutato a prendere quella che lei si aspettava che fosse una decisione assolutamente razionale. Poi, si era fatta largo nel suo cervello la convinzione che, accettando quell'invito, avrebbe potuto estrapolare a Scorpius una confessione e non aveva più avuto bisogno di scacciare dalla sua mente immagini sconvenienti: dopotutto lei aveva anche e soprattutto un fine molto nobile.
<< Ciao. >> Scorpius l'aveva raggiunta e la guardava con un sorriso sereno dipinto sul volto pallido. Sembrava essersi ripreso, ma l'ombra della malattia era ancora presente, la si vedeva chiaramente riflessa nei capelli stranamente opachi e negli occhi arrossati. Nonostante ciò, però, Rose pensò che fosse comunque bellissimo e non potè impedire al suo cuore di perdere parecchi battiti quando lui si chinò su di lei per lasciarle un bacio leggero sulle labbra.
<< Ciao! >> Replicò, sentendosi un po' stupida, ma senza riuscire ad impedirsi di aprirsi in un sorriso altrettanto ampio: Scorpius aveva l'incredibile capacità di farla sentire in pace con il mondo, a parte quando le sveniva tra le braccia, ovvio.
<< Se ha preso tutto, possiamo andare, mia signora. >> Il tono volutamente pomposo e lo sguardo malizioso che le lanciò la fecero sorridere ulteriormente, o forse fu dovuto al fatto che lui le aveva afferrato con delicatezza la mano per uscire insieme nell'aria fresca, ma non pungente, di quella giornata incredibilmente bella. Era come se il cielo rispecchiasse il suo umore.
Fu così, dunque, che un angustiato Sillypotts si ritrovò ad osservare i due "sciagurati" allontanarsi dalla sua sorveglianza - entrambi con i permessi firmati e controfirmati -, imprecando contro l'amore giovanile e i feromoni.

<< Gelato preferito? >> Scorpius la guardava con sincera curiosità da sopra il boccale di Burrobirra.
<< Cioccolato. >>
<< Ovvio. >>
<< Cosa intendi dire? >>
<< Tu scegli sempre la cioccolata! >>
<< Ma è cioccolata! E' naturale che piaccia! >> Scorpius sorrise leggermente nell'udire quell'esclamazione indignata. Rose era estremamente carina quando qualcosa la irritava.
<< Ecco, Rose: tu sei come la cioccolata. >> Se ne uscì con fare enigmatico, beandosi dell'espressione confusa comparsa sul volto della ragazza.
<< Cosa intendi dire? >>
<< Beh, è naturale che tu mi piaccia! >>
  
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