Serie TV > Da Vinci's Demons
Segui la storia  |       
Autore: Verdeirlanda    13/12/2013    1 recensioni
**Beatrice ammirava il cielo con la bocca quasi spalancata,e sorrideva ad ogni stella che vedeva cadere.
A un certo punto prese la mano di Zoroastro: "Hai visto Zo? Le vedi? Sono bellissime!"
Il ragazzo si girò verso di lei che ancora fissava il cielo e sorrideva a quelle stelle cadenti, e sorrise anche lui: "Sì, sono davvero bellissime Bea."
Strinse forte la mano della ragazzina nella sua e tornò a guardare in alto, da dove piovevano le stelle.**
Tutto era iniziato così, in una notte d'estate.
Molti anni dopo Beatrice, suo fratello Leonardo e il loro più caro amico Zoroastro si troveranno ad affrontare eventi di cui non avrebbero mai potuto immaginare né l'arrivo nè l'entità.
Entreranno in contatto con antichi misteri e dovranno fare i conti con le trappole e gli intrighi orditi da Riario,
Leo dovrà lottare per giungere alla verità, Bea e Zo per aiutarlo rischieranno di perdere molto, ma non il sentimento celato che il lega da sempre, da quella notte.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zoroastro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


All'improvviso sentirono dei passi veloci, qualcuno che correva in cortile, un rumore metallico. Erano soldati.
"Oh no. Mi hanno trovato!" mormorò Donati.
Lui e Beatrice balzarono in piedi, guardando verso l'entrata.
E videro apparire sulla soglia Lupo Mercuri.

"La Vostra libertà è stata di breve durata Donati." Mercuri fece una risata volgare e beffarda.
Entrò nella stanza, dietro di lui alcuni soldati, che subito afferrarono l'uomo e lo fecero inginocchiare a terra.
"Fermi! Non siate violenti, è un uomo disarmato!" disse Beatrice, Mercuri la prese per un braccio e la scaraventò contro il muro.
"Zitta lurida strega!" si allontanò da lei.
"Beatrice no, non provocateli! Non..." Donati si interruppe, vide entrare nella stanza Girolamo Riario.
"Valeva davvero la pena fuggire per poi essere nuovamente catturato?" lo canzonò il conte
"Soprattutto dovrete spiegarci cosa Vi ha portato a casa di Da Vinci."
Si mise di fronte a lui, in attesa di una risposta.
Solo per un attimo si permise di lanciare uno sguardo verso Beatrice.
"Al-Rahim mi ha parlato di Da Vinci." tagliò corto Benedetto "Sono stato imprudente. Ma non pensavo mi avreste cercato qui."
"In effetti non lo avremmo fatto. Ma per fortuna il mio informatore Vi ha visto arrivare qui." rispose Riario.
Donati ebbe paura, oddio no, aveva visto anche Lucrezia? Se sì sua figlia era condannata a morte.
"Cosa ha visto?"
"Era di guardia qui fuori, è stato scoperto e ha dovuto nascondersi. Appena ha potuto riprendere posizione Vi ha visto parlare con Da Vinci e rimanere qui, così mi ha informato." spiegò il conte.
Donati era sollevato, non aveva visto sua figlia.
"Un informatore? Un Vostro uomo stava spiando casa nostra?" chiese Beatrice. Allora la sensazione di Zoroastro era fondata.
Girolamo si voltò verso di lei, era spaventata, ma i suoi occhi erano fieri e attenti, era così bella anche in quello stato.
Le fece un freddo sorriso: "Vedete Beatrice, in questo caso no. Non era qui per spiare casa Vostra. È arrivato qui seguendo Zoroastro."
Beatrice si morse le labbra, la preoccupazione la pervase.
Riario continuò: "Il Vostro amico non mi è piaciuto quel giorno che abbiamo parlato a Firenze. Terribilmente insolente e irritante! 
Comprenderete che un uomo nella mia posizione deve sempre conoscere dei potenziali nemici. Così una mia spia lo ha seguito, ha indagato su di lui, sul suo passato e presente. 
Grazie al mio fidato informatore ho scoperto molte cose. So che è un bastardo cresciuto senza padre, so che è il miglior amico e alleato di Vostro fratello, so che è stato arrestato diverse volte per furti e truffe, che si è rotto una gamba per colpa di un'invenzione di Leonardo...e so anche dove abita." a queste parole Beatrice sentì un brivido freddo lungo la schiena. "Così stanotte nel seguirlo è arrivato qui scoprendo la presenza di Donati."
Girolamo disse a Mercuri di condurre il prigioniero nel cortile ed aspettarlo.
Una volta che tutti furono usciti Girolamo si avvicinò a Beatrice: "E in tal modo ha scoperto anche la vostra tresca e me lo ha riferito. Ammetto di aver avuto il sentore che ci fosse del tenero tra di voi, qualcosa di romantico. Le sue parole, il modo in cui Vi guarda...il mio uomo mi ha riferito della sua misera soffitta, dove spesso Vi ha vista arrivare la sera e uscirne la mattina. Avete passato molti notti lì secondo lui, quando non vi appartate nel Vostro laboratorio..."
"Bastardo!" eruttò Beatrice. "Siete un viscido!"
"Attenta con le parole." le rispose calmo Riario.
"Come Vi siete permesso di..." 
"Ve l'ho spiegato, quello che cercavo erano informazioni su un potenziale nemico. E ora che so non mi preoccupo di lui, non temo quel rozzo delinquente." rispose lui "E non crediate che mi sia eccitato ad ascoltare i racconti dei vostri incontri o amplessi, non ho mai voluto sapere troppi dettagli. Preferisco evitare." 
Beatrice era esterrefatta. Non si era mai accorta di essere stata pedinata, l'idea di una spia che sbirciava nella sua intimità la disgustava.
"Perché mi dite questo?" chiese lei arrabbiata.
"Il fatto è che vorrei capire. È normale che una donna affascinante come Voi abbia dei pretendenti, ma mettersi con un criminale di bassa lega come quello, un bifolco dei bassifondi!  Insomma, capisco che spesso le giovani donne si lascino sedurre dal fascino di certi uomini..."
Beatrice sentiva un forte calore in tutto il corpo, era la rabbia che la inondava: "Ma come diavolo Vi permettete di parlare così di Zoroastro e di quello che c'è tra noi?"
Riario sorrise gelido: "Pensavo aveste gusti migliori. Una donna come Voi merita molto di più."
Lei gli rispose sempre più irritata: "Non conoscete Zoroastro. E nemmeno me!"
"Non credo. Ho visto qualcosa in Voi quel giorno a palazzo Medici Beatrice, purezza e fiamme che convivono nella Vostra anima. Come Vi ho detto la Vostra persona mi sta molto a cuore." continuò lui, avvicinandosi.
Bea lo guardò con occhi di brace: "E come ho già risposto il destino della mia anima non è affar Vostro. E non lo è nemmeno con chi passo la notte!" disse alzando la voce.
Girolamo rimase a guardarla per un attimo, poi d'impeto la spinse contro il muro e la baciò.
Era un bacio pieno di passione, affamato, quasi disperato.
Una mano di Riario era sulla nuca di lei, l'altra le teneva un fianco.
Lui si fece strada nella sua bocca, divorato dal desiderio di tenerla sempre più stretta al suo corpo.
Girolamo la strinse di più, accarezzò il suo viso, i capelli, una mano scivolò dalla schiena fino alla natica, indugiò sulla sua coscia.
Beatrice era bloccata da quella furia e dal corpo di Riario che la premeva contro il muro,  con passione irrefrenabile.
Dopo qualche istante riuscì a reagire.
Con un ringhio soffocato lo spinse via.
"No!" gli urlò contro quando le loro labbra si furono staccate, lo spinse di nuovo con più forza "Non Vi dovete permettere! Mai più!"
Riario la guardava ansimando, cercava si riprendere il controllo ma era difficile: "Io...non so cosa ci sia in Voi Beatrice ma qualsiasi cosa sia mi fa infiammare. Siete la prima donna che mi fa sentire così! È la passione con cui parlate, il modo in cui Vi muovete sicura, il Vostro sguardo brillante e fiero, tutto mi fa desiderare di averVi."
Beatrice lo guardò negli occhi: "Beh non potete avermi. Mi avete sentita? NON POTETE AVERMI!" gli urlò.
Riario sostenne il suo sguardo: "Ne siete sicura?"
Le sue parole suonavano disperate come il bacio che le aveva dato.
Sentirono il rumore di passi veloci.
"Girolamo tutto bene?" era Mercuri, aveva probabilmente sentito le loro grida.
"Sì Lupo, è tutto a posto. Stavo chiedendo a Beatrice...cosa le avesse detto Donati."
Mercuri guardò entrambi, era una bugia, era evidente che era successo qualcosa, Girolamo aveva il viso arrossato e sconvolto, Beatrice era contro il muro, i capelli scomposti e le mani tremavano leggermente.
 Riario cercò di riprendersi "Vi ha detto qualcosa?"
Bea piegò di lato la testa: "Riguardo a cosa?"
"A cosa secondo Voi, stupida ragazzina?" le urlò Mercuri.
"Lupo!" intervenne Riario "Moderate i toni! Riguardo al Libro delle Lamine ovviamente."
Beatrice scosse il capo: "Non ne abbiamo parlato."
Mentiva. Riario riusciva sempre a capire quando gli raccontavano delle frottole. Squadrò la ragazza, sicuramente c'era qualcosa che non voleva dirgli.
"Voi sapete qualcosa." si avvicinò di nuovo a lei "Non costringetemi a cavarVelo di bocca con la forza..."
"Ah! Davvero lo fareste? Non mi stupisce dopo che mi avete..." Riario l'afferrò per collo, non voleva che Mercuri sapesse che l'aveva baciata, perdendo il controllo e la lucidità.
La minacciò: "Se sapete qualcosa ditemelo ora, Vi conviene. Solo perché siete una donna non significa che sarò meno brutale..." 
E in quel momento, all'improvviso, fu l'inizio della fine.
Si sentirono delle voci provenire dal cortile.
Poi un grido.
"NO! NO!" era la voce di Donati.
Riario lasciò il collo di Beatrice e uscì veloce dalla stanza, la ragazza e Mercuri gli andarono dietro.
Girolamo vide la spada insanguinata del soldato, e sentì alle sue spalle il grido di Beatrice.
"ANDREA! ODDIO ANDREA NO, TI PREGO NO!" 
La ragazza si gettò sul corpo senza vita di Verrocchio, la spada gli aveva trafitto la gola e diverse volte il petto.
"No no no no no..." continuò a mormorare Beatrice. Iniziò a piangere, il viso sul petto dell'uomo che amava come un padre.
"Che è successo?" chiese Riario.
"È arrivato gridando, avrebbe attirato l'attenzione di qualcuno. E ha provato ad aggredirci..."
Beatrice interruppe il soldato: "Aggredire??? Aggredire con cosa schifoso bastardo?? Non ha un arma in mano, che tu sia maledetto!" si gettò su di lui con una tale furia che il soldato barcollò, lo graffiò, lo colpì con dei ceffoni, fu Girolamo a staccarla da lui.
Beatrice si liberò dalla sua stretta e si appoggiò a un tavolo, singhiozzando.
Mercuri si avvicinò a Riario: "Andiamo via, è meglio allontanarsi."
Girolamo non riusciva a staccare gli occhi da Beatrice, ancora scioccata e in lacrime, tremante, si era inginocchiata di nuovo vicino a Verrocchio, gli aveva preso una mano tra le sue.
"Mi dispiace..." mormorava, gli baciò la fronte.
Mercuri lo chiamò di nuovo, questa volta Girolamo annuì e iniziò ad avviarsi.
In quel momento Donati si divincolò con una tale forza da far cadere a terra una delle guardie.
Afferrò il coltello che la guardia caduta aveva alla cintura e corse verso il conte.
Riario capì cosa stava facendo, non voleva uccidere ma farsi uccidere.
Cercò di avvisare i suoi uomini ma non fece in tempo.
Un colpo di spada fermò l'impeto di Donati, lo trapassò da parte a parte all'altezza del cuore.
"Dannazione! Era quello che voleva!" disse arrabbiato Girolamo.
Donati si era sacrificato per non rivelare informazioni.
Il Figlio di Mitra aveva scelto il martirio.
Beatrice vide cadere Benedetto, non riusciva a crederci. 
Tutto quel sangue, tutta quella morte.
Si avvicinò all'uomo, era ancora vivo, respirava a fatica.
"Lucrezia...le direte...ditele...le voglio bene, sarò sempre con lei...sarò..."non riuscì a terminare la frase.
Beatrice gli prese la mano, bisbigliò che lo avrebbe fatto.
Dalle labbra le uscì un rantolo di dolore e angoscia, si portò le mani al viso, le lacrime non si fermavano più.
A un certo punto si guardò le mani e la gonna azzurra, erano sporche del sangue di due uomini, tanto e copioso.
"Andiamocene!" ordinò Girolamo, lui e i suoi uomini si avvicinarono all'uscita.
Beatrice gli gridò qualcosa di incomprensibile. Il conte si girò a guardarla.
La ragazza si alzò e guardò Riario dritto negli occhi, avvicinandosi: "Voi dovete essere Satana che cammina sulla Terra con sembianze umane! Siate maledetto!" 
Mercuri la colpì la viso, tagliandole un labbro.
Bea sentì il sapore del sangue, questo non la fermò, deglutì la saliva ormai colorata di rosso e continuò inveire: "Perché siete dovuto venite a distruggere le nostre esistenze?? Siete un mostro, un disgustoso mostro..."
Mercuri la colpì di nuovo, le fece un taglio sulla fronte.
"BASTA Mercuri!" 
"Merita di essere punita questa insolente sgualdrina!" provò a colpirla ancora.
La mano di Riario bloccò la sua.
Mercuri lo guardò interrogativo.
"Ho detto basta." disse gelido Riario "Non lo vedete? È sconvolta e parla con la voce del dolore."
Lo lasciò e gli ordinò di seguirlo, tornavano alla tenuta.
Mercuri rimase immobile, ribolliva, guardò Riario e poi verso Beatrice: "Cosa gli avete fatto strega? Lo avete corrotto con qualche magia nera non è vero?"
La ragazza si asciugò la fronte e il mento insanguinati con una manica, sostenendo il suo sguardo.
"Lupo." la voce del conte era ferma e bassa "Ora andiamo."
"Cosa Vi ha fatto Girolamo? Vi ha incantato con i suoi grandi occhi verdi e il suo corpo giovane? Davvero non vedete la sua perversa natura demoniaca? Avete militato nell'Inquisizione per l'amor di Dio, conoscete i trucchetti del diavolo e dei suoi servi!" Mercuri scrutò la sua espressione, era chiaro "Vi ha sedotto. E così Vi porterà alla distruzione!"
Riario lo afferrò per il bavero: "Dite un'altra parola Lupo e Vi faccio frustare a sangue!" lasciò la presa "Ora torniamo alla tenuta."
 L'archivista si sistemò il colletto, ancora non si mosse.
"Ebbene?" chiese Girolamo sempre più irritato.
Beatrice tremava, guardava i due uomini discutere e si chiedeva se tutto questo orrore avrebbe mai avuto fine.
Si accorse che Riario la guardava, era come se nei suoi occhi ci fosse un'espressione indecisa, colpevole quasi.
Lo notò anche Lupo, il suo signore si stava perdendo, si stava dannando per colpa di quella ragazza. Avrebbe mandato all'aria ogni progetto, ogni piano per la grandezza di Roma, tutto.
Capì che doveva intervenire.
Si rivolse a lei: "Siete una creatura pericolosa." mormorò a denti stretti "Solo la morte ci libererà di Voi." 
Afferrò la spada e si lanciò contro Beatrice.


Leonardo e Zoroastro erano scioccati, incapaci di parlare, pietrificati.
I corpi gettati a terra, il sangue, un'immagine che difficilmente avrebbero cancellato dalla memoria.
I due uomini non riuscivano quasi a respirare, sentivano il dolore e la rabbia montare nei loro corpi.
Non potevano essere morti, no, non potevano averli uccisi.
Leonardo si dovette appoggiare a una delle panche, dovette sedersi, le gambe non reggevano più tutta quella angoscia.
Zoroastro si inginocchiò e prese Beatrice tra le braccia.
Le accarezzò i capelli e le baciò il viso sporco di sangue, la strinse forte.
Iniziò a piangere silenziosamente. 
Baciò Beatrice su una guancia.
"Principessa..." mormorò.
Nascose il viso tra i capelli di lei.
Leonardo non riusciva a distogliere lo sguardo dai corpi.
Tre cadaveri.
Andrea era vicino alla porta del laboratorio di sua sorella.
Poco più avanti c'era Benedetto Donati.
E infine Mercuri, vicino all'entrata del cortile.


Mercuri capì che doveva intervenire.
Si rivolse a lei: "Siete una creatura pericolosa." mormorò a denti stretti "Solo la morte ci libererà di Voi." 
Afferrò la spada e si lanciò contro Beatrice.
La ragazza riuscì a scansare il primo maldestro e furioso fendente, ma indietreggiando inciampò in una panca, cadde a terra, sulla schiena.
Mercuri fu sopra di lei, le diede alcuni calci.
"Muori strega! Muori!" le urlò e alzò la spada per colpirla "In nome di Dio io ti..."
Non terminò la frase.
La sua bocca annaspò, si riempì di sangue.
Girolamo era arrivato alle sue spalle e gli aveva trafitto la gola con il suo coltello.
Estrasse la lama, Lupo barcollò incapace di respirare, si accasciò a terra.
Mentre soffocava nel suo stesso sangue lanciò un ultimo sguardo accusatore verso Girolamo.
Beatrice respirava affannosamente, guardò il corpo esanime di Mercuri a pochi passi da lei, poi incrociò i suoi occhi con quelli scuri di Riario.
Voleva dire qualcosa ma non aveva voce, era pietrificata, incredula.
Il conte Riario le aveva salvato la vita.
Girolamo rinfoderò il pugnale, si girò e uscì dal cortile seguito dai suoi uomini.

Beatrice ricominciò a singhiozzare tra le braccia di Zoroastro, si aggrappò a lui. 
Gli occhi le bruciavano, faceva fatica a tenerli aperti.
"Principessa..." le disse, stringendola ancora più forte ma con dolcezza. 
Lei non riusciva a parlare, a raccontare.
Oltre la spalla di Zo vide suo fratello, piangeva tenendosi la testa fra le mani.
Per un attimo i loro sguardi si incontrarono, increduli e disperati.
Leonardo si alzò, si inginocchiò accanto a loro e appoggiò la testa sulla spalla di Bea, lei gli passò un braccio attorno alle spalle e lo strinse forte.
Per un pò Beatrice, Leonardo e Zoroastro rimasero così, abbracciati, piangendo, dandosi forza e conforto l'un l'altro con il calore dei loro corpi, con la stretta delle loro mani, senza parlare.
Nessuno lo disse ma era chiaro, cristallino come le loro lacrime.
No, non ci poteva essere perdono.


Angolo dell'autrice:
Lo so, è un capitolo triste, terribile.
Spero vi sia piaciuto e che vorrete conoscere il seguito.
Un abbraccio! 
VerdeIrlanda 






  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Da Vinci's Demons / Vai alla pagina dell'autore: Verdeirlanda