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Autore: MartaFix    13/12/2013    5 recensioni
"Caro Mika,
il mio nome è Irene.
Il nome Irene deriva dalla parola "pace", in greco "eirene".
Ma nel mio piccolo, inutile, stupido cuore di ragazzina, di pace non ce n'è.
Tranne per quelle note che mi scaldano dentro, quando ho così freddo, non ho niente a cui aggrapparmi.
Tranne per quelle parole, non ho niente che mi consoli.
Sei l'unico che mi sta salvando da questo oblio, Mika.
Continuo ad aggrapparmi alla tua mano, al tuo braccio forte, mentre scivolo nel baratro, giù, giù, sempre più giù.
Ho paura, Mika.
Ho tanta paura, che prima o poi sarò troppo stanca, non riuscirò più a stringere la tua stretta, e cadrò, per sempre.
Tienimi stretta, ti prego, ti prego.
Ti abbraccio forte.
Irene"
Genere: Commedia, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3 – UN MAZZO DI ROSE ROSSE

 

 

You mean the world to me, but you'll never know

you could be cruel to me

while we're risking the way that I see you...

I'm standing across from you

I've dreamt alone, now the dreams won't do

 

 

Allungo annoiata una mano verso lo scaffale colmo di libri che sta di fianco al mio letto.

Scorro con l'indice le copertine, polverose, affettuose, belle.

E' domenica mattina, i miei non ci sono, e io non ho intenzione di studiare.

Ho solo voglia di stare qui, sul letto, inerme, con i capelli scomposti, in mutande, con i piedi nudi e gelati.

Il mio dito si ferma quando tocca la copertina di Dark Eden, e prendo il volume in mano.

Me lo porto al viso, affondando il naso nelle pagine, respirando il suo odore dolce: chiudo gli occhi.

Ecco, è così che mi proteggo.

Alzo una barriera protettiva fatta di parole e di carta, così che la mia mente respinga i brutti pensieri.

Apro la prima pagina, che so quasi a memoria, e che ogni volta m'incanta.

 

"Lugh è nato prima. Il giorno del solstizio d'inverno quando il sole è basso nel cielo.

Poi io. Due ore dopo.

E questo la dice lunga.

Lugh va avanti primo, sempre, e io lo seguo.

E va bene così.

E' giusto.

E' così che dev'essere."

 

I miei occhi corrono alla striscia di cielo che si intravede tra le tende della mia finestra.

Ci siamo quasi, al solstizio d'inverno.

Sospiro, perdendomi tra le nuvole, rincorrendo i personaggi delle storie che amo.

D'un tratto, il suono del citofono mi riporta bruscamente alla realtà.

Rotolando giù dal letto, mi precipito alla cornetta del ricevitore.

- Scendo subito! - esclamo frettolosamente.

Merda.

Mi sono dimenticata che papà sta aspettando un pacco.

Speriamo che al corriere basti la mia firma.

Mi infilo saltellando un paio di pantaloni della tuta, e mi trattengo un paio di secondi davanti allo specchio per spazzolarmi i capelli.

Poi, oh fanculo, penso, chissene frega se uno sconosciuto mi vede trasandata come sono.

Con ancora i piedi scalzi e in canottiera, senza una felpa, scendo fino al piano terra.

Apro la porta, e mi ritrovo davanti a un mazzo di rose rosse.

“Non avevo mai visto un mazzo di rose rosse davanti a me” è il primo pensiero che mi balza in testa.

“Come nei film”.

Alzo lo sguardo, e la mia mente impiega alcuni attimi a collegare ciò che vedo al mio sistema nervoso.

E'... lui.

Sono bloccata, paralizzata, e la consapevolezza di ciò mi raggiunge pure dopo un momento.

Credo che le mie labbra siano appena dischiuse, ma non ne sono sicura.

Poi, la sua voce calda mi riporta alla realtà.

Ed è un tuffo nel Mare del Nord.

- Ciao, sei Irene? - dice Mika.

E un sorriso si allarga piano piano sul mio volto.

- Sì – sussurro.

- Allora questi sono per te – dice il mio eroe, ridendo un poco e porgendomi i fiori.

Proprio come nei film.

Io sono solo capace a prenderli, sfiorando la sua mano.

Li annuso, chiudendo gli occhi.

Ne approfitto per mettere a fuoco la situazione.

E, no, non ci credo.

Li riapro, e lui è lì, davanti a me, luminoso, alto, vivace e pieno di calore.

- Io sono Mika – esclama, allungando la mano.

Quel sorriso così dolce, così vero che neanche in sogno avevo potuto immaginarlo.

Quel sorriso gaio, non è lo stesso dei concerti, no: quel sorriso è per me.

La mia manina fredda è stretta con vigore dalla sua, grande, morbida.

- Ciao, Mika.

Mi metto a ridere, e anche lui ride con me.

E' un sogno, tutto questo è un sogno.

- Allora, sono venuto perchè ho ricevuto le tue lettere. Le ho lette tutte, e voglio ringraziarti per queste bellissime parole – dice, con il suo adorabile accento inglese.

Lo sto a guardare, come una bambina guarda la sua principessa preferita in carne ed ossa, con gli occhi che brillano e un sorriso ebete e pieno di meraviglia sulla bocca.

Per non perdermi un solo attimo del mio sogno reale.

Mi mette le mani sulle spalle.

- Irene, tu sei una ragazza speciale.

Sorrido divertita, quando dice quella parola, storpiando la c in una s: spesiale.

- Sei veramente speciale e fantastica, e io sono qui per te; non devi mai dimenticare di sorridere.

Le mie mani tremano.

Se fossi in me piangerei, ma non ci riesco.

Scuoto la testa, ancora incredula.

- Grazie, Mika, grazie...

Lui ride, dolce.

Si avvicina, e mi abbraccia.

Ed io sono la ragazza più felice del mondo.

Affondo la testa nel suo petto, nascondendomi tra le sue braccia, e respiro il suo profumo, proprio come farei con un libro.

Avverto con le mani il tessuto ruvido della sua giacca, sulla schiena.

- Sei il mio eroe – mormoro.

Non so se lui mi senta, ma è come se avvertissi il suo sorriso alle mie spalle, così sincero, affettuoso.

Sospiro, chiudo gli occhi.

E, sì, sono felice.

Mika si stacca dall'abbraccio – oh, sì, io non l'avrei mai fatto.

- Ma tu hai freddo! - esclama, vedendomi senza una felpa a metà dicembre.

Rido.

- No, non ho freddo.

Ci guardiamo negli occhi ancora qualche istante.

- Ora devo andare. Ciao, Irene, my little friend. - dice, chinandosi a baciarmi sulle guance.

- Ma... di già?

- Sì.

- Oh.

Sta per salutarmi definitivamente, quando lo blocco.

- Resta ancora un po', per favore!

- Non posso. Ciao bellissima.

Mi da un ultimo breve abbraccio.

- Grazie di tutto, Mika. Ti voglio bene.

Mi regala ancora uno splendido sorriso, poi si allontana sul marciapiede verso la piazza.

Distolgo lo sguardo, per paura che tutto questo possa svanire.

Mi siedo sul gradino di casa, e incredibilmente inizio a piangere, singhiozzando.

Una strana tristezza mi prende, cogliendomi di sorpresa.

Perchè piango?

E' stato tutto così bello...

Mika è venuto a trovarmi, diamine!!!

Vorrei sorridere, ma non ci riesco.

Poi, lo sguardo cade sul mazzo di rose poggiate di fianco a me.

E una tremenda consapevolezza si fa strada dentro di me.

Lui se n'è andato. Non tornerà.

E fa male, fa tanto male.

Mi copro il viso con le mani, e piango, piango, piango, mentre il mio sogno corre via da me, per le strade di Torino.

 

 

 

 

 

 

Ciao gente!

Scusatemi per il ritardo nel pubblicare questo capitolo, ma sono carica di studio T_T

Sono entusiasta che molti di voi scrivano sempre delle recensioni meravigliose, mi fate davvero felice :D

Nelle vacanze di Natale andrò in vacanza 15 giorni, quindi purtroppo non aggiornerò molto presto...

Anyway, buon Natale a tutti e spero di non deludervi mai :)

Un bacio

 

Marta

 

 

 

 

   
 
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