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Autore: Layla    13/12/2013    2 recensioni
Quando la porta si chiude ho un brivido che è un misto di paura e piacere. Mi sto mettendo alle spalle la mia adolescenza per iniziare la mia vita adulta e fa un po’ paura.
“Ruby?”
La voce di Tom mi riscuote e mi fa capire che non sono da sola: ho una sorella, degli amici e un ragazzo.
“Arrivo, scusa. Momento di….”
“Paura?”
Lui sorride.
“Succede a tutti.”
Mi tende una mano e io sorrido mentre la afferro.
“Sono pronta.”
“Bene, allora carichiamo le cose in macchina che si parte e che Dio ce la mandi buona.”
SEGUITO DI "DUE SU DUE".
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mark Hoppus, Scott Raynor, Tom DeLonge, Travis Barker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo 3: il mio strano matrimonio messicano.

 

La notte prima del matrimonio è solitamente piuttosto agitata e la mia non fa eccezione.
Ieri c’è stato l’addio al celibato organizzato da Erin e quella deficiente ha fatto uscire uno spogliarellista vestito da coniglio dei blink da una torta di panna.
Avrei voluto ucciderla da quanto ero imbarazzata, come faccio ad avere una sorella così scema a volte?
Misteri della genetica.
In ogni caso sono le tre di mattina, la sveglia suona tra tre ore e io non mi sono ancora addormentata nonostante la tisana calmante e la valeriana che ho preso.
Ascolto i rumori della casa: il respiro calmo e pesante di Mike che dorme, il respiro del cane che dorme sul tappeto e le leggere fusa che fa il mio gatto nella parte di letto che solitamente occupa Mark. Il mio futuro marito oggi dorme da Tom per rispettare la tradizione che dice che porta male vedere l’abito da sposa prima del matrimonio.
Ho dovuto fare numeri da circo per evitare che lui lo vedesse, di natura è curioso come una scimmia e le cose proibite lo rendono ancora più voglioso di scoprirle.
Ce l’ho fatta e solo questo conta, almeno credo.
Adesso vorrei solo addormentarmi, cerco di rilassarmi il più possibile e finalmente sento che sto scivolando in una grato oblio.
Nemmeno cinque minuti dopo – o almeno a me sembra così – un corpo si abbatte sul mio, per un riflesso condizionato reagisco rifilando un calcio all’invasore che si rivela essere mia sorella.
“Madonna, che modo hai di accogliere le persone!”
“Carino, quanto il tuo di svegliarle!”
Lei si massaggia poco elegantemente il sedere e poi mi trascina in cucina. Mia madre mi dà una dose generosa di caffè e pochi biscotti.
Fortuna che da domani potrò ritornare a mangiare normalmente perché la  dieta che mamma ci ha imposto somiglia pericolosamente a quella dei campi di concentramento.
Dopo la colazione mi faccio una doccia e poi inizia la vestizione dell’eroina, mi metto l’abito che ho comprato con i lacci blu come ha ordinato mia madre.
“Adesso passiamo al resto”
Mi fa indossare degli orecchini con dei diamantini che ho preso ieri, mi mette addosso la sua collana di perle ed Erin mi regala un anello con una pietra di luna.
“Adesso sei protetta dal malocchio, ora spero che Skye si muova ad arrivare perché i tuoi capelli hanno bisogno di lei.”
Io guardo male la mia gemella.
“Che significa?”
“Che variare dal solito liscio a qualcosa di più mosso non ti farebbe male.”
“Se lo dite voi.”
Poco dopo arriva Skye, ci abbracciamo e poi lei mi squadra con occhio professionale.
“Sì, qualche onda non starebbe male in questi capelli. Fortuna che l’hobby della parrucchiera.”
Mi fa sedere e poi attorciglia una  delle mie ciocche intorno a un bigodino fino a che la mia testa non è piena di quei così e io mi sento mia nonna.
“Adesso è il mio turno!”
Esclama mia sorella, lei è stata destinata al trucco.
“Niente di troppo eccessivo, Erin. Mi raccomando.”
Lei annuisce e inizia a stendere il fondotinta, non ho idea di dove ne abbia trovato uno così chiaro e che si adatti alla mia pelle da cadavere.
Poi si dedica agli occhi: matita, un ombretto grigio e del mascara.
Mi guardo allo specchio, il trucco ha una sua personalità, ma non è eccessivo, come tocco finale ci mette un rossetto rosso fuoco.
Dopo un po’ Skye mi toglie i bigodini e pettina i boccoli in una coda alta da cui lascia uscire solo delle ciocche davanti.
Mi mette il velo con i fiori e poi mi guarda con gli occhi lucidi.
“Stai benissimo! Non vedo l’ora di sposarmi anche io, spero che Dave me lo chieda prima o poi!”
“Magari te lo chiederà, però è davvero stressante preparare un matrimonio.”
Lei annuisce comprensiva e vagamente incredula.
“Beh, è arrivato il momento di andare in chiesa. Chi ti accompagnerà?”
“Mio nonno, che, anzi, dovrebbe essere già qui.”
Ci guardiamo attorno ansiose, poi sentiamo la porta d’ingresso aprirsi e mio nonno fa la sua comparsa con un sigaro in mano.
“Scusate, mi sono perso, comunque sono qui.
Sei bellissima, tesoro!
Mi ricordi tanto tua nonna il giorno in cui l’ho sposata.”
Mi porge il braccio, ma un improvviso “ehm ehm” di mia madre ci fa voltare verso di lei.
“Adesso noi finiamo di prepararci, poi andiamo in chiesa e quando siamo lì vi chiamo, solo allora potrete partire.”
“Va bene, Irina.”
Risponde mite mio nonno, mia madre annuisce e se ne va.
“Sei bellissima, ti senti davvero pronta a questo passo?”
“È quello che desidero, forse è quello che ho sperato inconsciamente fin dalla prima volta che l’ho visto.”
“È un bravo ragazzo, si è preso cura di te e di Miguel.”
Mio nonno chiama così mio figlio e a me va bene così.
Tra noi si crea un silenzio e io penso a tante cose: al nostro primo incontro.

{Apro la porta e vorrei non averlo mai fatto, visto che ho una visione in primo piano  del culo del suo ragazzo prima di scollegare del tutto il cervello e mettermi a urlare come una pazza.
"MA VOI SIETE DELLE BESTIE! STATE SCOPANDO SUL MIO LETTO! IO VI UCCIDO!!”
Sto per mettere in atto le mie minacce quando due braccia mi afferrano e, da come si capovolge il mondo, temo che mi carichino sulla schiena del loro proprietario.}

A quando ci siamo messi insieme.


{Quello che faccio dopo non è premeditato, è puro istinto, visto che mi lancio ad abbracciarlo praticamente sull’orlo di una crisi di pianto.
“NO! NON DIRLO!
Io… tu mi interessi! Santo cielo, non so come fartelo capire o spiegare.
È vero che all’inizio ti detestavo, odiavo trovarti sempre tra i piedi quando volevo stare da sola, ma poi ho iniziato ad apprezzarlo. Ho capito che avevo bisogno di qualcuno che mi stesse attorno, perché da sola stavo affogando e non lo sapevo nemmeno.
Siamo diventati amici e poi è successo qualcos’altro: mi sei diventato indispensabile.
Capisci? Indispensabile.
Forse non è stato nemmeno casuale che diventassimo amici, forse avevo solo paura che diventasse da subito qualcosa di più, volevo controllare tutto, ma certe cose non si controllano e basta.
La verità è che mi sei indispensabile da tanto mi piaci poco ed è per questo che agisco in modo strano, con Tom sono più socievole perché non mi interessa se non come amico.
Tu sei diverso.
Adoro i tuoi occhi, adoro il modo in cui riusciamo a fare gli scemi insieme, adoro il tuo sorriso e – cosa più importante – adoro sentirti ridere.
La tua risata mi fa svoltare la giornata e mi mette sempre di buon umore.
Non so come ci riesci, è il tuo miracolo personale.
Forse ho fatto questo lungo discorso senza senso per farti capire che mi interessi e..”
Mi fermo un attimo, senza fiato.
“E che sono irrimediabilmente persa per te, ti amo.”
Il silenzio che si crea dopo la mia dichiarazione si taglia con il coltello, lui non emette nemmeno un suono e percepisco che sta persino trattenendo il fiato.
Forse sarebbe stato meglio se fossi stata zitta, forse è troppo presto o i ragazzi non vogliono sentirsi dire queste parole.
Lui si volta e mi guarda negli occhi con uno sguardo indecifrabile, a metà tra il sospettoso e l’incredulo.
“Ripetilo.”
“Ti amo.”
Mi bacia e poi mi guarda di nuovo.
“Dillo di nuovo.”
“Ti amo.”
Mi bacia di nuovo e ripete il giochetto per un po’ di volte, fino a che la lastra di ghiaccio che si era formata nella mia pancia non si scioglie.
Sento la felicità che sale a ondate – a ogni bacio, a ogni suo sorriso, ogni volta che vedo la sorpresa lasciare spazio alla felicità nei suoi occhi – e sorrido contro le sue labbra.
“Ti amo anche io e scusa se sono stato così cretino da pensare che ti interessasse Tom.}

Alle follie.

{Io lo guardo perplessa, ma eseguo. Le mie gambe sono strette attorno a suo bacino, le mani sono ancorate dietro al collo e lui mi tiene strettissima.
Mi chiedo cosa diavolo abbia in mente.
Senza preavviso inizia a correre e poi spicca il volo, lanciandoci nel cielo notturno, verso la grande luna bianca.
Urlo come una matta quando iniziamo a cadere, tutto quello che mi aspetto è di sentire i nostri corpi schiantarsi a terra, tra le urla dei presenti e il rumore delle nostre ossa che si rompono.
Invece sento un gran tonfo e mi ritrovo circondata da un’oscurità azzurra: siamo in piscina.
Abbiamo saltato dal tetto per  tuffarci in piscina!}

Alla distanza.

{Io sono a un passo dallo scoppiare a piangere.
“Anche tu mi manchi. San Diego, Tijuana, ovunque fa schifo senza di te. Vorrei essere lì per consolarti e prendere a calci tua zia.”}

Alla mia fuga.

{ Io non dico nulla, lei prosegue verso l’aeroporto, mi lascia  sulla porta delle partenze internazionali, scarichiamo le valigie e poi se ne va. È troppo arrabbiata per salutarmi decentemente.
Faccio il check-in e tutte le operazione necessarie come un automa, solo quando l’aereo inizia a prendere quota mi rendo conto di quello che ho fatto. Mark a quest’ora sarà arrivato a casa e avrà letto il biglietto.
Non ci crederà, vagherà per tutte le stanza e poi chiamerà Erin che gli confermerà tutto.
Dio, che bastarda che sono!
Lo faccio per il suo bene, questo è il mantra che mi ripeto mentre l’aereo mi porta dall’assolata California alla piovosa Londra.}

A Mickey.

{ “Fa attenzione, è tanto piccolo. A volte ho paura di fargli del male.”
Lui annuisce e lo prende in braccio con attenzione, Michael lo scruta un attimo e poi gli sorride e si attacca a una delle dite di Mark emettendo strani versetti.
“Mi ha riconosciuto! Ciao Mikey, sono il tuo papà! Ciao!!”
Lui gorgoglia tutto felice.}

“Ruby, andiamo!”
Seguo mio nonno, lasciando indietro i ricordi.

 

La lunga marcia nuziale annuncia il mio arrivo, io percorro la  navata al braccio di mio nonno,
Arrivata all’altare, Mark mi sorride e poi ci voltiamo verso il prete.
Lui ci sorride e inizia a celebrare il matrimonio, io lo ascolto poco a causa dell’emozione, mi rianimo solo alle promesse nuziali.
“Vuoi tu, Mark Allan Hoppus, prendere la qui presente Ruby Maria Ferreira come tua legittima sposa e amarla e rispettarla nella gioia e nel dolore fino a che morte non vi separi?”
“Lo voglio.”
“Vuoi tu, Ruby Maria Ferreira, prendere il qui presente Mark Allan Hoppus come tuo legittimo sposo e amarlo e rispettarlo nella gioia e nel dolore fino a che morte non vi separi?”
“Sì, lo voglio.”
“Potete scambiarvi le fedi.”
Le dita di Mark tremano mentre infila l’anello sul mio indice e le mie non tremano di meno mentre metto l’anello a lui.
“Vi dichiaro marito e moglie. Può baciare la sposa.”
Mark sorride e ci baciamo impetuosamente, poi usciamo mano nella mano seguiti dagli altri, veniamo bersagliati dal solito lancio del riso, poi Tom artiglia il mio braccio.
“Adesso andiamo a mangiare, vero? E sarà un buon ristorante!”
“Tom, hai passato da un pezzo il periodo della crescita, come fai ad avere così fame?”
Lui alza le spalle, come se l’argomento non lo preoccupasse particolarmente.
“Non lo so, ma ho fame e ne ha anche Anne. Anne ha sempre fame.”
“Ci credo!”
Esclama mio marito.
“Si porta in pancia tuo figlio e ci metto la mano sul fuoco se non ha sempre fame come te!”
Tom ride, Anne si porta accanto a lui: la sua pancia è bella grossa dato che partorirà tra meno di un mese.
“Congratulazioni, ragazzi! Siete bellissimi!”
Si asciuga qualche lacrima residua.
“Quando si mangia?
Ho una fame assurda!”
Tom ci lancia un’occhiata significativa e scoppiamo tutti a ridere.
“Beh, che c’è?”
“Niente, Anne, niente! Adesso si va a mangiare.”
Io e Mark saliamo in macchina continuando a ridere, indubbiamente Anne si porta in grembo il figlio di Tom, da grande avrà seri problemi a pronunciare le parole correttamente.
“Sei felice, Ruby?”
“Sì, e un po’ affamata. Non sono riuscita a mandare giù granché stamattina a colazione.”
“Ah, nemmeno io. Avevo paura di fare qualche figuraccia davanti al prete.”
“E domani saremo in Giamaica! Chissà se Tom tratterà bene mio figlio?”
Lui sbadiglia.
“Non ti preoccupare, l’ho minacciato abbastanza.”
“Bene!”
Io mi accoccolo contro il suo petto e mi tolgo le scarpe, Mark mi guarda curioso.
“Fanno male, ho i piedi che minacciano una cancrena per staccarsi dal resto del corpo ed essere liberi.”
Arriviamo al ristorante e veniamo sommersi da un’orda di parenti che si congratula con noi, tre quarti non li abbiamo mai nemmeno visti, ma ci trattano con estrema familiarità.
Finalmente entriamo nel locale e ci possiamo sedere, al nostro tavolo ci sono: nostro figlio, Tom e Anne, Travis e Melissa, Erin e Matt,Hayley e Jack, i genitori di Mark, mia madre, i miei nonni e zio Ramon con la sua compagna.
“Quando si mangia?”
Chiedono in coro Anne e Tom, mia madre li rassicura dicendo che presto arriveranno gli anti pasti e, in effetti,poco dopo ci vengono serviti salumi, bruschette, gamberetti, voul au vent al formaggio e ai
funghi, pizzette.
I due ci si buttano sopra come due reduci dal Sahara, mia madre li osserva con aria di disapprovazione.
“Tom ha sempre fame, Anne è incinta.”
Cerco di spiegare io, lei sospira.
Il resto del pranzo si svolge normalmente o almeno secondo lo standard dei blink: mangiano molto, chiacchierano molto, fanne molte battute sconce che fanno sbellicare dalle risate zio Ramon.
“Ragazzi, dovete dirmi come si chiamano i vostri cd, ve li compro tutti!”
Tom glieli elenca senza scomporsi.
“Ma come fa una persona come a essere il fratello di ehm, una persona così volitiva come la madre di Ruby?”
“Ah, ti chiedi come mai non sono un novello Hitler come mia sorella?”
“RAMON!”
“Beh, è la verità Irina, sei rigida come una sequoia! Comunque non lo so, credo di somigliare a mio nonno e lei somiglia alla nonna.”
“Capisco.”
Mia madre scuote la testa  e borbotta qualcosa di incomprensibile, poi riprende a mangiare il suo riso al radicchi con aria di sussiego.
Finiti anche i secondi arriva il momento che temo di più, ossia i discorsi degli invitati, cosa diavolo diranno quei matti?
La prima ad alzarsi è mia madre.
“Devo dire che all’inizio non credevo minimamente in questi due ragazzi. Pensavo che Mark fosse un teppista che volesse  rovinare mia figlia, fortunatamente mi hanno fatto ricredere.
Auguro loro tanta felicità e di divorziare il più in là possibile.”
“MAMMA!”
“Che c’è? Il divorzio non è una cosa poi così rara!”
Io scuoto la testa, poi vedo con orrore che il prossimo che prenderà in mano il microfono sarà Tom, altro imbarazzo in arrivo!
“Io questi due li conosco fin dal liceo. Prima Mark e vi garantisco che prima di conoscere Ruby era una vera lagna, voleva una ragazza seria e non la trovava mai.
Ci siamo stupiti tutti quando ho scelto Ruby perché era la strega della scuola. Una di quelle vestite di nero, che non parlano e trucidano tutti con lo sguardo.
Ruby era così e pensavano che fosse impazzito quando ha iniziato a interessarsi a lei.
Beh, probabilmente non lo era affatto, aveva solo visto più in là di noi, intravvedendo la splendida ragazza che siede al mio tavolo.
Pensavo che non avrebbero resistito, ma invece mi sbagliavo, Mark ha finalmente trovato la sua metà e anche Ruby.
Non è commuovente?
Tanti auguri, ragazzi!”
“È commuovente la fiducia che davate alla nostra storia!”
Esclamo io piccata.
Adesso si alza mia sorella.
“Non dirò molto, sono molto felice che mia sorella abbia trovato qualcuno da amare. Per tanti anni ho temuto che fosse troppo piena di rabbia e cinismo per aprirsi a qualcuno.
Il miracolo invece è successo tanto tempo fa e io ho subito capito che sarebbe durata, non ho mai avuto un solo dubbio su di loro.
Gli auguro di vivere insieme una vita lunga e felice.”
Io applaudo commossa, l’ultima ad alzarsi è mia nonna.
“Mia nipote ha già detto tutto. Sono felice che lei si sia aperta all’amore e che l’abbia fatto con un bravo ragazzo come Mark.
Vi auguro tutta la felicità del mondo!”
Io le sorrido grata, finalmente qualcuno che non dà come miracolo il fatto che io mi sposi con Mark!
“Adesso, cara, c’è il taglio della torta!”
Mi ricorda mia madre, il che significa tagliare una stupida torta e farsi fotografare con una miriade di persone che tu nemmeno conosci.
Io e Mark ci alziamo, ci piazziamo ai lati della grande torta nuziale e insieme tagliamo la prima fetta tra i flash delle macchine fotografiche, poi parenti e amici vengono da noi per una foto.
Una mezz’ora dopo Mark si sta divorando una razione doppia di torta e io mangio con gusto la mia, il vestito tira già impietosamente sulla pancia, non voglio che esploda davanti a tutti.
Quando finalmente è finita Mark si stiracchia sulla sedia e allunga le gambe, imprigionando le mie.
“Non vedo l’ora di andare a casa!”
“Ma come?”
Esclama scandalizzata mia sorella.
“Non volete sentire il gruppo che ho noleggiato?”
Mark scuote la testa.
“No, domani abbiamo l’aereo presto per la Giamaica e un figlio che non vedremo per quindici giorni, voglio salutarlo stanotte.”
Mia sorella mette il broncio, ma poi si rassegna e ci abbraccia.
“Buona luna di miele e non tornare con un  altro figlio!”
Mi sussurra in un orecchio.
“Per quello devi aspettare almeno un altro anno, ora è presto.”
Io e Mark – dopo aver recuperato Mickey da Matt – ce ne andiamo finalmente dal ristorante e ci dirigiamo casa nostra. Mark ha messo i blink, Mike li ascolta – o così ci piace pensare – dal suo seggiolino e una leggera brezza entra dai finestrini abbassati.
Sto benissimo ed erano secoli che non mi sentivo così, è come se Mark e io avessimo passato l’ultimo esame come coppia, anche se so benissimo che non è così.
Arrivati a casa, Mark parcheggia la macchina in garage e io prendo in braccio mio figlio, è così bello.
In camera nostra, dopo aver messo il piccoletto sul letto, ci mettiamo comodi e ci sdraiamo accanto a Mike.
“È così bello.”
“Hai ragione, abbiamo fatto un buon lavoro.”
“E continueremo a farlo.”
Mormora prima di addormentarsi abbracciando nostro figlio, io li guardo per un po’, commossa, poi le mie palpebre iniziano a farsi pesanti.
Mi lascio cadere e abbraccio Mickey e Mark, cadendo tranquilla nelle braccia di Morfeo.
I prossimi anni non saranno facili, ci saranno di sicuro dei problemi, guai e momenti no, ma noi li sapremo superare insieme, come abbiamo sempre fatto.
Ho sempre avuto paura del futuro perché non sapevo a chi appoggiarmi quando le cose sarebbero andate male, ora lo so e la mia paura è svanita.
Grazie per esserti preso cura di me, Mark e ti prego di continuare a farlo.
Con questo pensiero in testa so che ora posso affrontare tutto.
Buona vita, Ruby!

Angolo di Layla

E siamo arrivati alla fine ç.ç . Spero di non avervi deluse, comunque su questa fiction sono in arrivo 3 one shit missing moment.

Alla prossima.

Ringrazio DeliciousApplePie per la recensione.

Ringrazio chi l'ha messa nelle preferite, ossia:

BornToDie_
Carousel
DeliciousApplePie
Destroyer Cactus
_FeelingThis_xx
_Giuls

Ringrazio chi l'ha messa tra le seguite, ossia:

Alyseah
Destroyer Cactus
itsmarti_
itwasworthallthewhile
LostinStereo3
MissPunkRockerGirl
Niyra V
Victoria Blood

   
 
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