Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: elenri    13/12/2013    10 recensioni
L'Agenzia Aerospaziale NASA, sta progettando una nuova missione nello Spazio. A capo di questo progetto promuove il Comandante Isabella Swan, che con l'aiuto della storica amica e valente Scienziato Alice Brandon. deve riuscire per prima cosa a crearsi un equipaggio fatto di professionalità eccellenti. Riusciranno le due donne a creare questo gruppo così particolare, capace di sopportare le insidie e l'isolamento dello spazio cosmico?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
capitoli

Carissime amiche, sono ancora tra Voi e questo Vi sorprenderà molto!

Ormai la pubblicazione settimanale è un mesto ricordo... non so come facessi prima, ma ora di sicuro non riesco a tenere il ritmo.

Vi chiedo scusa, di cuore.

Siamo vicine a Natale, e ci tenevo a farVi i miei più sentiti auguri. Vi regalo un capitolo spero abbastanza corposo, dalle immagini interessanti, e un pensierino in più tutto per voi appassionate di questo Fandom.

Lo trovate in fondo al capitolo, in anteprima per le mie assidue lettrici.

Vi ringrazio di esserci sempre, Buone Feste a Voi ed alle Vostre famiglie.

Baci, Teresa. P.S:Aggiunta dell'ultimo minuto, care amiche: ho scritto una OS natalizia, semplice e  di poche pretese, ma con tanto calore "festaiolo". Perchè non andate a farci un salto?  Almeno le immagini non vi deluderanno di certo.

Una notte davvero straordinaria

Capitolo ventinovesimo

 

(Alice)

 

Guardo in alto godendomi, il fresco della sera. Milioni di stelle risplendono nel cielo nero come la pece, luminose e colorate come non le avevo mai viste. Il buio assoluto del deserto, così straordinariamente profondo, rende la volta celeste quasi raggiungibile alzando una mano, e mi sento una minuscola formica nell’universo.

Se mi concentro e mi dimentico di essere ancora sulla Terra, posso benissimo immaginarmi già immersa nello spazio.

Uno spontaneo giramento di testa, forse una vertigine, mi conferma quanto questa sensazione sembri reale. Ma ritorno presto coi piedi ben piantati sul mio pianeta d’origine quando, alle mie spalle, capto una serie di passi silenziosi che si avvicinano.

«Fermo dove sei, straniero: ti avverto che sono armata».

Sono all’interno del campo militare. E’ grande, sì, ma è recintato. Questa precauzione tiene fuori dai piedi curiosi ed animali selvatici, ed io so di potermi godere la solitudine notturna in tutta sicurezza.

«Non sono uno straniero, e tu non sei armata, dolcezza.» Le parole e la risata sommessa di Jasper mi colgono piacevolmente di sorpresa.

Cosa ci fa qui, a quest’ora?

«Potrei stupirti. Fossi in te non rischierei». Gli rispondo secca, facendo finta di non averlo riconosciuto.

«No, non credo che tu voglia privare la missione di un elemento cardine come me», mi stuzzica rispondendo per le rime.

«Bah, siamo tutti utili, ma nessuno è indispensabile, sotto questo cielo.» Mi giro verso di lui, allargando le braccia.

Mi piace battibeccare con lui, anche se non riesco a non stupirmi di questa improvvisa giocosità. Nelle ultime settimane ci siamo diplomaticamente ignorati, e ormai mi ci ero abituata.

O almeno così mi sembrava.

Sorrido tra me e me a questo cambio di programma: volevo starmene un po’ in pace a sbollire lo stress e la fatica della trasferta, nella assoluta immobilità della notte texana. Ma ora è arrivato lui.

La sua sagoma scura si muove venendomi incontro ulteriormente. Distinguo a malapena il bianco del suo sorriso, tra i lineamenti appena accennati. E’ una strana sensazione, quella che provo mentre lo percepisco vicino, un misto di eccitazione fisica e di atavica paura dell’uomo nero.

«Alice. Sono io, Jasper.» Mi dice con voce cauta. La mano, con cui stava per toccarmi, gli rimane a mezz’aria.

«Si, certo, ti avevo riconosciuto». Gli rispondo sicura, anche se intuisco che abbia percepito il sussulto che ho avuto al suo gesto.

«Bene. Perché sono venuto ad ammirare  questo spettacolo insieme a te.» Sussurra continuando il movimento della mano per rimettermi una immaginaria ciocca di capelli dietro l’orecchio. Il suo indice scende delicato verso il collo ed io non posso fare a meno di socchiudere gli occhi, mentre mi gusto il brivido a fior di pelle che mi provoca. Respiro profondamente. Sento odore di cardi selvatici e di lui. I suoi occhi, sempre più vicini,  ora brillano maliziosi nel tenue riflesso delle stelle. Non so ancora cosa abbia in mente, ma nel mio profondo spero che sia intenzionato a spegnere l’incendio dei sensi che mi sta causando.

«Sai, oggi mentre ti osservavo, mi sono reso conto che non abbiamo mai l’occasione di scambiare due parole insieme». Sussurra.

E’ vero, ma preferisco non dire niente, aspettando che arrivi al succo del suo discorso.

«Sei così cambiata da come ti ricordavo. Ora sei una donna forte e sicura di te, e il potere che emani è così… eccitante.» Si abbassa e mi appoggia le labbra sul viso e lo percorre di piccoli baci. «E mi chiedevo se,  come sta capitando a me, non ti pesi mai essere single.»

Il suo respiro sulla mia pelle è come benzina sul fuoco. Le mie mani  si avventano sulle sue braccia, attirandolo a me e ogni pensiero razionale si sconnette per lasciare il posto al desiderio.

«A volte sì. Ma molti uomini sono intimoriti dai miei modi ruvidi.»

«Perché per mia fortuna sono degli smidollati» ansima, mentre estrae con movimenti decisi la mia camicia dai pantaloni. Insinua, poi, le mani calde sotto la stoffa accarezzandomi la schiena e io mi perdo al loro tocco. Percepisco appena che ci stiamo spostando di qualche passo sulla sinistra. Mi aggrappo a lui mentre mi sento trascinare verso il basso. Si è seduto su una roccia, facendomi cadere sulle sue ginocchia.

«Maggiore Brandon, ti chiedo il permesso di sfilarti i pantaloni e di prenderti, qui, su questa pietra». La sua voce è un solo un sussurro roco, ma il mio corpo risponde, come ad uno squillo di tromba. Il cuore mi balza in gola e una scarica di adrenalina mi corre dalla testa ai piedi, causandomi un violento capogiro.

Con la bocca asciutta e la mente confusa dalla sorpresa, cerco di impostare una risposta coerente. Sento dentro di me esplodere la stessa sua urgenza.

«Permesso… accordato. Capitano… » balbetto fiondandomi sulle sue labbra.

Oddio! In tutto questo buio, il calore della sua pelle che si propaga sulla mia, mi sconvolge. Una inaspettata frenesia mi invade, e mentre ancora sono indaffarata con le sue labbra mi affretto, con le dita impacciate dall’emozione, a slacciare i bottoni della sua camicia. Sotto a quella trovo una dannata maglietta, che mi impegno, ostinatamente, ad estrarre dalla cintura dei pantaloni.

Jasper mi fa alzare e con una risatina armeggia veloce con i suoi indumenti, per poi dedicarsi ai miei. Mi apre il bottone e la zip dei calzoni, e infilando i pollici sotto il tessuto, me li cala velocemente insieme agli slip. Barcollo eccitata dal gesto e dal colpo d’aria fresca che mi colpisce la pelle nuda delle gambe.

«Tieni indosso la camicia, piccola. Non si sa mai che capiti qualcuno da queste parti.»

Annuisco, distratta, perchè in questo momento non me ne importa proprio nulla di eventuali girovaghi guardoni. Sono troppo impegnata a fremere e sospirare al tocco delle sue mani sul mio seno scoperto.

Mmh… e che dire poi, di quella lingua che mi sta esplorando l’orecchio?

Mi mordo forte il labbro inferiore, cercando di trattenere la supplica che mi martella nella testa: presto, Jasper, ti prego. Non resisto più…

Mentre penso di essere ad un passo dallo svenire per la tensione, sento un rumore di plastica che si stappa. Le sue mani non sono più su di me, ed io sono costretta ad aggrapparmi alle sue spalle per non cadere all’indietro a causa della  debolezza che mi ha colto.

Lo sento armeggiare tra me e lui e inguainare con un preservativo, l’erezione che, fino a pochi attimi fa, pulsava tentatrice sul mio pube. Le sue dita si insinuano tra le mie gambe esplorando il punto che ormai freme per l’attesa.

«Sei pronta, scricciolo? Oh, sì, che lo sei…» Lo sento dire con una punta di estasi nella voce.

«Mmh, ahh…» gli rispondo solo mentre mi riempie lento. Rimaniamo un attimo immobili, senza respiro, prima di iniziare la nostra danza lenitiva. Ad ogni colpo se ne va un po’ di stanchezza. Ad ogni sussulto la mente diventa più leggera. Strizzo gli occhi mentre l’intensità del fuoco dentro di me cresce. Le stelle del cielo turbinano dietro le mie palpebre serrate al ritmo dei nostri sospiri. Gocce di sudore mi imperlano la fronte mentre con le dita sento che anche i suoi capelli si inumidiscono per lo sforzo. Ci muoviamo veloci, sempre di più. Finchè tutto diventa troppo intenso, quasi doloroso. Jasper esplode, con un ringhio soffocato sul mio collo, e io lo seguo esaltata dalla carnalità della sua eccitazione.

E poi tutto si placa, tranne i respiri, che sembrano sfondarci le gabbie toraciche. Scivoliamo senza forze sul terreno. Io mi accascio sul suo petto che sussulta vistosamente.

«Ahi, mi sono graffiato il sedere », mi dice sbuffando.

Rido, rido di gusto.  E’ una risata catartica. Mi sento in pace col mondo e assolutamente incapace di riprendere il controllo del mio corpo.

«Dobbiamo rientrare, prima che ci diano per dispersi» gli comunico quando finalmente riacquisto un minimo di lucidità. Ho ancora le orecchie che mi fischiano, e la sensazione di levitare staccata dal corpo. Evito di interrogarmi sul significato di quanto è successo. E’ stato magnifico, punto. Non sento il cuore palpitare d’amore, ma sono così appagata che metterei in agenda un altro di questi incontri, a breve. Mi rivesto faticosamente. Mi chino, e prima di andarmene, gli prendo il mento tra le dita e gli appoggio un lieve bacio sulle labbra.

«Sei veramente matto, Jaz. Aspetta qualche minuto prima di rientrare.» Le sue labbra, sulle mie, si stirano in un sorriso.

 

(Edward)

 

Fermo davanti allo specchio incorniciato d’oro, cerco di sistemarmi questo maledetto cravattino che non vuole proprio saperne di stare dritto. Sono molto tentato di chiedere aiuto a Bella, che nella stanza da bagno dell’Hotel Marriott di Boston, sta finendo di truccarsi.

Ma devo riuscirci da solo, cazzo, l’ho fatto per più di vent’anni, ed ora, che sto per ritrovarmi “ufficialmente” fidanzato, sono diventato già così dipendente? Sorrido alla mia immagine riflessa.

La giornata di oggi, è stata solo un assaggio, del gioco mediatico che ci aspetta stasera. Tutto si è svolto come da programma: Rose aveva previsto la presenza in sala di più di cinquecento persone, e mi pare di aver sentito dire che ce ne fossero anche di più. Cameramen con telecamera in spalla, si aggiravano tra i presenti per carpire ogni espressione. Con Bella eravamo d’accordo che ci saremmo seduti vicini, ma che avremmo mantenuto un contegno formale.

Ora in questa lussuosa camera, mi chiedo se sono pronto per quello che stiamo per fare. Al pian terreno, nella splendida sala da ricevimenti, ci aspetteranno,  oltre ai Media, anche i miei genitori e quelli di Bella, per annunciare il nostro fidanzamento al mondo intero. Nemmeno fossimo rampolli di non so quale stirpe regale!

Sono nervoso. E il fatto che questa, non sia nemmeno la mia prima volta, non aiuta.

E se qualcuno chiedesse se abbiamo intenzione di sposarci? Come potrei far capire a Bella che non mi sento ancora pronto per ripetere un passo così importante, senza offenderla? Non ne abbiamo mai parlato… ma Cristo Santo, ci conosciamo ancora da così poco tempo… Mi torna alla memoria, però, quel breve momento quella sera in cui eravamo di guardia all’osservatorio nel deserto texano. Sarà stata l’atmosfera romantica, o l’eccitazione fanciullesca di Bella, ma ho sentito una comunione così forte della mia anima con la sua che mi sono quasi commosso. 

http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=eDYc_ot_P08

Il suo entusiasmo per la registrazione che mi stava facendo sentire, andava ben oltre il suono stridente che sentivo, tanto che ricordo di aver pensato che la vita avesse molto più senso se vissuta insieme a lei.

Mentre ripenso con affetto a quella sera, un tocco deciso alla porta mi distrae. Apro e dall’altra parte mi trovo, sorprendentemente, uno sconosciuto moro, sulla trentina, elegante in un perfetto abito scuro a doppio petto. Lo guardo con una palese curiosità, che mi viene apertamente ricambiata.

«Buonasera. Cerca qualcuno?» Gli chiedo formale. Lo sconosciuto mi fissa un istante di troppo in silenzio. A pelle mi sembra una persona eccessivamente sicura di sé, e questo mi irrita.

 «Effettivamente, sì. Cerco la signorina Hale. Posso chiederle con chi ho l’onore di parlare?» Lo sconosciuto ha una voce profonda, ma tagliente. La mia irritazione cresce.

«Sono il Capitano Cullen. Se sta cercando Rose, la trova nella sala ricevimenti.» L’uomo guarda dubbioso me e il numero d’ottone appeso alla porta, ma decide di non replicare e con un sorriso falso mi saluta e si dirige verso l’ascensore.

Con un’alzata di spalle chiudo la porta e mi dirigo verso il bagno, deciso a dimenticarmi immediatamente dell’intruso.

«Chi era, Ed?» Bella sta cercando di agganciare lo scollo dello stupendo abito  di velluto rosso che avevo visto appeso all’armadio fino a qualche minuto prima… Mmh, non avevo notato che le lasciasse completamente scoperta la schiena…

«Solo un tizio che cercava Rose. Ti aiuto?» Le bacio il collo, e per distrarmi dal fatto che mi sento già surriscaldato dalla visione la guardo riflessa nello specchio. Ha due leggere occhiaie, che il fondotinta non è riuscito a nascondere del tutto.

«Sì, grazie. Mi eviteresti una distorsione del gomito, mentre cerco di abbottonare questo stupido vestito». Sospira e mi sorride con aria stanca.

«Lavori troppo, sai?» Affermo, mentre infilo il bottone gioiello nell’asola, attento a non impigliarmi nei capelli che le ricadono sciolti sulla schiena nuda.

«Sì, lo so. Ma non posso farci niente», sbuffa.

All’improvviso si interrompe sgranando  gli occhi.

 «Però mi spiace di non essere in perfetta forma. Stasera mi presenterai ai tuoi, e avrei voluto fare bella figura.»

Rido, veramente divertito dalla sua rivelazione.

E’ davvero questo quello che la preoccupa? Non l’ho mai vista insicura mentre affrontava generali e subalterni. E non mi pare che abbia titubato un secondo, nei racconti che ho ascoltato, quando ha salvato Jake dall’alligatore… Quindi ora trema al pensiero di conoscere una comune coppia alla soglia della pensione? Scuoto la testa allibito.

«Stai tranquilla, Bella, non potranno che amarti.» La rassicuro.

«Anzi, pensandoci bene, loro saranno ancora più preoccupati di te. In fin dei conti stanno per conoscere un Comandante della NASA.»

Non ci avevo ancora riflettuto, ma credo che questa mia intuizione sia giusta.

Bella è un personaggio importante, e credo che loro, ancora più di me, se ne stiano rendendo conto.

«Ah, grazie. Così mi fai veramente coraggio», risponde indispettita dalla mia risata.

«Visto che hai nominato il lavoro, non ti ho ancora chiesto che cosa ne pensi del sistema di guida automatico che monteremo sulla Calypso…  mi sembra che i ragazzi abbiano imparato bene il suo funzionamento.»

«Mh, sì. Non c’è dubbio, Jasper e Jake sono stati chiari ed esaurienti, nella loro spiegazione, ma hanno avuto tutto il tempo per prepararsi.» Rispondo imbronciato. «Gli altri, poi, in questi giorni si potranno esercitare con calma. Al nostro ritorno, io sarò il più impreparato, e questo non mi piacerà per niente.» Brontolo. «Per non parlare del fatto, che Met non farà che ricordarmelo prendendomi in giro in ogni occasione.» Bella si gira verso di me e mi prende il viso tra le sue mani fredde: è davvero molto agitata poveretta. Penso accantonando il momentaneo malumore.

«Di questo non ti devi preoccupare assolutamente. Sono sicura che saprai metterti in pari, senza che ti debba impartire lezioni supplementari. Che tralaltro sarei più che disposta a darti.» Mi dice mentre mi guarda maliziosa.

«Ok. Vedremo. Ma sono lieto di sentire che sei così sicura  delle mie capacità». La bacio con un tocco leggero, per non rovinarle il trucco. E’ ora di andare. Mi piacerebbe che riuscissimo ad incontrare le nostre famiglie, prima dell’arrivo di tutti gli altri invitati. Ma prima di uscire, devo assolvere ad un ultimo compito. Da un angolo nascosto della mia valigia estraggo una scatola di raso avorio di discrete dimensioni. So che non è la persona giusta a cui regalare un solitario, non potrebbe mai portarlo, in servizio. Ma diamine, è sempre il nostro fidanzamento! Gliel’allungo titubante. Spero che apprezzi il contenuto. Dopo essermi  consultato con Alice ho scelto abbinarmi al vestito di stasera. Bella guarda la scatola enigmatica. Ha sicuramente notato che le dimensioni non sono quelle classiche di un porta anello.

«Non dovevi…» Obbietta. Le apro la confezione a scatto, e le mostro il contenuto. All’interno della scatola ci sono tre bracciali rigidi in oro, smalto e zirconi. A mio avviso belli. Spero che piacciano anche a lei. Bella non sa dove guardare: passa lo sguardo da me ai bracciali, ripetutamente, emozionata.

«Oddio!» Esclama. «Sono magnifici.» Ha gli occhi lucidi, ed un sorriso radioso che mi riempie d’orgoglio maschile. Se li infila con cura nel polso sinistro, momentaneamente libero dall’onnipresente orologio. Poi lo alza e se li rimira facendoli scivolare su e giù per il braccio.

Felice le porgo il mio, galantemente. Bella si appoggia con un sospiro ed usciamo.

 

(Alec)

 

La pazienza è da sempre la mia migliore alleata.

Se fossi stato una persona istintiva, non sarei mai diventato uno dei migliori avvocati di Boston. Perciò, aspetto che Rose esca dalla sua stanza, nascosto in un corridoio laterale. Ho una buona visuale della porta, non può sfuggirmi. L’uomo che mi ha aperto, prima, deve essere quello fotografato con lei a San Francisco. Mi ha detto che non c’è. Ma non mi fido.

Non l’ho riconosciuto, in effetti, ma nell’immagine di scarsa qualità,  l’uomo era di profilo.

Giocherello col cinturino dell’orologio per ingannare il tempo. Controllo per l’ennesima volta, il rigonfiamento della tasca destra della giacca: ok, la scatoletta della gioielleria è sempre al suo posto. Ripasso il discorsetto che mi sono preparato per quando “casualmente” ci incontreremo. Non potrà resistermi. Non ci riesce nessuna.

Mi guardo intorno annoiato: quattro porte con numero dispari… tre con numero pari. Ecco che la sua si apre. Spunta per primo il tizio in abito scuro. Poi la intravedo, inguainata in un fiammante abito rosso. E’ sulla soglia ma torna dentro. Forse ha dimenticato la borsa. Sorrido, sempre troppo distratta la mia Rose!

Peccato che ci sia con lei quel gorilla in smoking: devo inventarmi qualcosa per togliermelo dai piedi. Eccola che spunta di nuovo, finalmente. Esce in tutto il suo splendore.

Ho un sussulto. Non è lei.

Eppure quella camera è registrata a suo nome.

E’ la sua amica, Isabella Swan, quella con la quale non ho mai avuto feeling; la stessa che ora comanda la squadra della NASA per cui lavora Rose.

Il suo accompagnatore digita il codice di sicurezza nel tastierino elettronico e si chiude la porta alle spalle, poi porge il braccio alla dama e si avviano verso l’ascensore.

Avevo supposto che l’uomo mi stesse mentendo, a proposito di Rose, ma a questo punto mi devo ricredere.

Aspetto ancora un paio di minuti e mi dirigo verso  lo stesso ascensore.

Avrei preferito incontrarla in un luogo appartato come questo, ma poco male. In mezzo alla gente sarà ancora più facile isolarla da un possibile compagno, e portare a termine il mio piano.

Raddrizzo le spalle, sorrido, e mi preparo al bagno di folla.

 Spero che vi sia piaciuto. Il momento hot è stato di Alice e Jasper, non di Bella ed Edward... deluse? In compenso gli auguri ve li faccio portare dal nostro ex vampiro preferito...

sognatelo.

T


 

PS: come avrete potuto capire, la passione per la grafica non mi ha abbandonato assolutamente. Anzi,  in questo periodo mi ci sono dedicata moltissimo.

Andate a vedere i banner che ho creato, tra gli altri, per la mia cara amica Gaccia. Oltre alle storie, che sono sempre molto interessanti da leggere, ci troverete un sacco di opere mie. (Abbiate la pazienza di scorrere più capitoli, perchè è talmente ispiratrice, che le ho fatto un sacco di banner diversi per ogni storia... e lei li ha messi sempre tutti!)

http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=122907

XXX

 

 

  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: elenri