Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: angyp    14/12/2013    3 recensioni
Seguito della storia: "Strade inaspettate".
L'atmosfera tranquilla che sembrava instauratasi sembra lontana: nuovi cupi presentimenti fanno ingresso nella famiglia Lupin, che lotta per acquistare la serenità. Intanto Remus deve vedersela con i suoi incubi e le sue paure, perchè chi gli ha già fatto del male vuole ancora vendetta ...
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Severus Piton | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Kingsley camminava tra le macerie, emanando qualche sospiro, dovuto anche al braccio pulsante che non era ancora guarito del tutto dallo scontro avuto in precedenza con la Gretchen. Aveva appena finito di parlare con il Primo Ministro Babbano, e stava mentalmente ripercorrendo il piano organizzato per mantenere valido lo Statuto di Segretezza. Nel frattempo, la squadra addetta alla cancellazione della Memoria stava svolgendo egregiamente il proprio lavoro.
Harry Potter raggiunse il Ministro, l’aria stanca ma soddisfatta:
-Allora, Kingsley, è tutto risolto?
-Più o meno si –rispose al giovane –i Babbani di Lione crederanno di aver subito un attacco terroristico, giustificando così la morte di molti di loro. Un’ingiustizia, dal mio punto di vista, ma è l’unica trattativa che abbiamo trovato plausibile e in qualche modo credibile.
-D’accordo. –disse Harry con lo sguardo molto triste.
-E la nostra situazione, Harry?
-Ron sta cercando Gideon Prewett. A quanto pare era venuto a darci una mano. –disse vedendo lo sguardo severo di Kingsley –Ma forse è morto. L’ultima volta che Ron lo ha visto era molto ferito.
-Molti cittadini sono nell’ospedale vicino. E se si trovasse lì?
-Oh, bene, magari. Per il resto, stanno tutti benone. Non fosse stato per quei due Doli ribelli, non ce l’avremmo mai fatta.
-Già … a proposito –pensò a voce alta Kingsley mentre si guardava intorno –dove sono?
-Ecco … a dire il vero, non lo so.
 
                                                   ****
Tonks aveva tirato un lungo sospiro di sollievo quando vide l’alba spuntare. Era stanchissima, ma spinta comunque da una grande energia: Remus era tornato umano. Avrebbe avuto bisogno di adeguate cure, visto che era la sua prima Luna Piena dopo un lungo periodo di pausa, ma almeno era vivo e vegeto, e insieme avrebbero affrontato la sua convalescenza e, forse, la perdita di quel Dolus così umano e così disponibile. La ragazza era convinta che qualcuno purtroppo aveva confuso lui e l’altro per tutti gli altri,  provocandone la morte. La ragazza avanzò verso la casa a passo svelto, inciampando un paio di volte, pur di riabbracciarlo e annunciargli che tutto era finito. Ma una scossa bruttissima fece crollare casa Gretchen, e tutti i mattoni dell’abitazione caddero a terra.
No!
 
                                                    ******
John osservò il sole appena sorto, uno spettacolo che non si era mai soffermato ad ammirare. In braccio aveva tenuto al sicuro il lupo, che aveva raccolto mentre riposava calmo  e che con il sorgere dell’astro in cielo aveva ripreso la forma umana, ma era ancora profondamente addormentato, con l’espressione sofferente. Il Dolus non poteva fare nulla per le ferite dell’uomo da cui era stato creato, provocate da Samantha e anche dalla metamorfosi, ma aveva visto che l’abitazione stava cedendo, per cui aveva preferito portarlo fuori e tenerlo al sicuro, proteggendolo dal freddo con parte del proprio mantello. Aveva fasciato le ferite con la bacchetta, in particolare era impressionante quella alla gamba, che si era aperta ancora di più.
Un uomo molto anziano lo distolse dai suoi pensieri e si avvicinò a lui, con l’aria di chi fosse lì già da un po’ di tempo.
-Lo hai portato in salvo, John. La casa è appena crollata.
John, titubante, strinse Remus fra le braccia, come a volerlo proteggere ancora.
-Lei è il professor Silente, il nemico di Samantha?
Lucius Malfoy aveva dato loro un quadro completo dei loro nemici, e tra questi c’era il grande Silente. Era un’altra delle persone “intoccabili”, proprio come Remus e Ninfadora, perché Samantha voleva vendicarsi di persona di loro. Tutto inutile.
-Esatto. Ma “nemico di Samantha” non mi si addice molto. –rispose Silente divertito.
-Cosa vuole da me?
-Dirti grazie per tutto quello che hai fatto. Ci hai salvati, tutti.
-Lei è suo padre, vero? –disse indicando Remus – mi ringrazierebbe ancora se le dicessi che me lo porterò via? Sono rimasto solo, il mio compare è stato ucciso, non ho più nessuno! Solo l’unico del mio genere.
-Perché vorresti portartelo via?
-Sono rimasto solo … e sono fatto della sua pelle. Lo sa che posso trovare il modo di vivere per sempre senza dipendere più da lui?
-Non lo farai, John. Non lo farai per lo stesso motivo per il quale ci hai salvati. Sei così umano.
Il viso della creatura assunse un’aria afflitta.
-Ha ragione. Non farò nulla del genere. In fondo, me lo merito. Ho tradito colei che mi ha creato. All’inizio l’ho fatto perché volevo salvare me stesso e i miei fratelli: Samantha non avrebbe mai dato l’antidoto a Remus, perché avrebbe comunque ottenuto quello che voleva. Ma dopo, non so. Ho ucciso i miei fratelli. Loro erano forti, invincibili, ma sapevano solo distruggere. Questo ci hanno insegnato a fare. Siamo nati solo con quello scopo, siamo stati addestrati bene.
-Non è colpa tua, John, e nemmeno dei tuoi fratelli, se avete fatto del male.
-Forse resta solo una strada per me.
-Resta con noi, John. –lo supplicò il mago-
-No. Senta, lo tenga lei. –il Dolus gli porse Remus tra le braccia -Dica a Remus che mi dispiace se gli abbiamo fatto del male.
-John, ascoltami, resta con noi. Tutti sanno, Remus per primo, che ho una certa simpatia per le creauture un po’, come dire, particolari. –gli fece l’occhiolino.
-Non sarei mai accettato da voi.
-Ma tu ci hai salvati.
-Sono sempre un mostro uguale a quelli che hanno distrutto Diagon Alley. Non posso. Non insista. Addio.
- Non ti libererai di noi, te l’assicuro. –gli assicurò il mago sorridendo, mentre il gigante si smaterializzava.
 
                                                        ****
Tonks si precipitò verso le macerie di quella che era stata una volta casa Gretchen, con la stessa disperazione con cui tempo prima aveva superato i duellanti Piton e Samantha per correre a cercare suo marito. Anche se era piuttosto distante, cominciò a spostare gli ammassi con la bacchetta, mentre gli occhi le pizzicavano. Remus era là sotto, era seppellito tra quelle macerie.
-Tonks! –urlò una voce alle sue spalle.
Ma la ragazze non aveva orecchie per nessuno. Si precipitò con foga verso le macerie inciampando e sporcandosi.
-Tonks! Tonks! Basta! Remus è lì, è con Silente!
Sirius e James l’aiutarono a rialzarsi, mentre Tonks si guardava attorno confusa. Poi vide che Remus era in braccio a Silente, ancora addormentato, ancora terribilmente ferito a quella gamba.
-Oh Merlino! Professore temevo che fosse ancora nei sotterranei. –disse Tonks mentre baciava la fronte del marito.
-Il Dolus John lo aveva portato fuori quando era ancora trasformato. Lo ha salvato ancora una volta.
-E adesso dov’è?
-E’ andato a cercare il suo posto in questo mondo. –rispose Silente.
-Quale sarebbe?
Remus aprì gli occhi, per richiuderli subito con un’espressione dolorante.
-Hai bisogno di cure, Remus. Torneremo a Londra con una Passaporta, devi assolutamente essere ricoverato. –disse Silente.
-No! Albus, dimmi dove è andato John, per favore.
-Remus, non lo sappiamo. –replicò Tonks in tono fermo –adesso finiamola con questa storia!
Remus annuì: sua moglie aveva ragione, non avrebbe nemmeno potuto cercare John se non si fosse curato. Silente non riusciva più a reggerlo, nonostante non fosse affatto pesante, per cui Sirius e James si precipitarono a reggerlo tra le braccia mentre il mago più anziano prendeva la Passaporta. Gli strinsero addosso il mantello che John gli aveva lasciato per coprirlo dal freddo.
-Amico, mi dispiace, mi dispiace per quello che ti ho fatto. –cominciò James con  lo sguardo mortificato.
-Non mi hai fatto nulla, James, non hai nulla di cui chiedermi scusa. Piuttosto, la tua bambina, come sta?
-Sta benissimo. Davvero Remus, mai mi sarei accordato con Piton se non fosse stata una situazione d’emergenza …
Ma Remus stava troppo male per dare retta alle inutili scuse di James, per cui si appoggiò alla sua spalla, assicurandogli, con quel semplice gesto, che non aveva nessun rancore nei suoi confronti. Sapeva anzi che per James non era ammissibile tradire gli amici, per giunta stringendo un’alleanza con Severus, ma il motivo era stato più che valido.
Silente invitò i quattro a stringere la mano attorno ad un vecchio scarpone che li portò direttamente al San Mungo, con grande sollievo di Remus: la gamba gli faceva malissimo.
                                                            ****
Remus credette per un momento di aver dormito per un anno intero, tanto si sentiva riposato e rigenerato. Aprì gli occhi piano a causa del fastidio che gli aveva provocato la luce, e non sentiva tutti gli arti rispondere ai suoi comandi. Realizzò di essere al San Mungo e non sentiva più il malessere che ogni volta gli causava la Luna Piena. Un brivido di terrore però lo avvolse per un attimo, quando vide il lenzuolo che gli copriva gli arti inferiori: la ferita alla gamba era enorme, e se si fosse beccato un’infezione? Gliel’avevano tagliata? No, questo sarebbe stato un duro colpo, l’ennesima cicatrice lasciata da Samantha.
Scostò il lenzuolo bianco lentamente, ma non vi trovò nulla di anomalo, per fortuna. Sospirò nuovamente e si guardò intorno, notando solo in quel momento che c’era un altro paziente nella stanza, l’ultima persona che si sarebbe aspettata di trovare, o che non avrebbe voluto. Era sveglio e lo osservava con estrema curiosità, per cui Remus distolse lo sguardo, affondando la testa nel cuscino e domandandosi perché si fosse risvegliato solo. Dov’era Tonks? Perché non era al suo capezzale? E se le fosse accaduto qualcosa?
Provò ad alzarsi ma gli era impossibile, perché improvvisamente tutti i dolori si fecero avanti con la loro prepotenza.
-Tonks è uscita poco fa, la tua bambina faceva i capricci. E’ molto carina, sai?
Remus fu preso da una rabbia inaspettata: gli leggeva forse nel pensiero?
-Cosa ci fai qui? –gli domandò Remus, acido.
-Sono stato ferito anch’io gravemente, mi sono risvegliato solo ieri. –rispose Gideon in tono amichevole.
-Intendevo perché sei qui, nella mia stessa camera.
-Anch’io ieri, quando ho aperto gli occhi e ti ho visto dormire, sono rimasto stupito. Poi Molly mi ha spiegato che l’ospedale era pieno, e hanno approfittato del fatto che Tonks fosse qui con te per tenermi d’occhio.
Remus non lo voleva lì: quella situazione gli ricordava troppo la sua prigionia, quando era disteso e non poteva muoversi e Gideon non faceva che assecondare Samantha e guardare lui con pietà, come se volesse cercare comprensione, come se non avesse scelta. Pensò a John, invece, che lo aveva aiutato davvero, mettendosi contro la sua stessa madre. Poi però si addolcì un attimo: era tutto finito, anche se bruciava tutto dentro. In un attimo, tutta la rabbia passò, pensando invece al futuro che gli si prospettava davanti: Samantha era morta, non avrebbe più manipolato nessuno e creato niente di mostruoso. Restava solo la parte bella della sua vita, da vivere in pieno.
Non fu necessario ribattere, perché Tonks apparve davanti alla porta, correndo verso di lui:
-Come stai, amore? –gli domandò con un enorme sorriso.
-Io sto bene, ma tu temo di no: hai fatto un pezzo di stanza senza nemmeno inciampare. Qualcosa non va!
-Oh Tosca se stai bene! Mi stai già irritando! –gli fece la linguaccia. Solo allora parve ricordarsi che c’era anche Gideon nella stanza. Il sorriso le morì sulle labbra.
-Te l’hanno concessa, Prewett. Rallegrati. –disse Tonks senza entusiasmo.
-Concesso cosa? –domandò Remus.
-Oh, grazie, davvero. Io … non posso che essere grato a tutti e due.
-Per favore, taci. La tua voce mi dà allo stomaco. – disse Tonks mettendosi le mani sulla pancia.
-Cosa significa Dora?
-Kingsley ha concesso la grazia a Gideon. Non sarà più incarcerato. Eroe di guerra.
-Capito –disse Remus, tranquillo.
-So che sei arrabbiato, Remus, però … -cominciò Gideon, imbarazzato ma sollevato. Non voleva tornare ad Akzaban.
-Sai qual è la verità, Gideon? Sono arrabbiato perché questa era l’unica occasione per restare solo con mia moglie. L’unica. E invece, abbiamo ospiti in camera.
-Come? –chiese l’altro mago, sorpreso.
-Hai idea di cosa succederà quando torneremo a casa? –continuò Remus, assumendo un’espressione addolorata -Tu conosci tua sorella, non mi mollerà un attimo! Poi ci sono i bambini, i miei suoceri … dovremmo nasconderci, o usare una Giratempo.
Tonks scoppiò a ridere.
-Oh –Gideon parve confuso –beh, vorrei alzarmi,lasciarvi soli, ma la ferita non me lo permette.
-Stai a posto, Gideon. Se dovessi morire dissanguato, a noi non concederebbero nessuna grazia! –replicò Tonks, ridendo.
Il mago scoppiò a ridere a sua volta. E allora capì: il perdono che Remus gli aveva concesso quella volta, ad Akzaban, era sincero, e finalmente si sentì in pace con sé stesso.
 
 
Chiedo scusa umilmente per la distanza di aggiornamento. Il capitolo non so come sembri, ma sono pronta a cambiare qualcosa se dovesse essere necessario.
Un grazie speciale a chi mi segue sempre! Al prossimo.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: angyp