Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: 5secsoflarrysmemories    14/12/2013    0 recensioni
A quel punto Louis pensò di poter morire, pensò a quanto era stato stupido a non averlo chiamato prima ma anche a quanto si voleva bene da solo per aver chiamato Harry. "Anche tu Haz" una lacrima pesante, amara e allo stesso tempo dolce scese dall'occhio di Harry, poi seguita da altre più piccole e meno significanti. L'aveva chiamato Haz, solo lui lo chiamava così, erano tre mesi che non si sentiva chiamare in quel modo, erano tre mesi che non sentiva la voce dell'unica persona davvero importante della sua vita, e infatti si stava chiedendo come avesse fatto a sopravvivere.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Verso le cinque di pomeriggio i dottori rilasciarono Louis e gli diedero alcune ricette per le medicine che doveva prendere.
Harry si prese cura di lui, lo portò a casa sua e questa volta Louis era più felice, era davvero felice che finalmente a qualcuno importasse di lui. Ed Harry pure era felice, era felice nel parlare con Louis, era felice nell'averlo vicino, era felice ogni volta quando guardava Louis.
"Puoi restare a dormire qui se vuoi" Harry era insicuro, come era quasi sempre ormai con lui. Aveva paura dei giudizi di Louis, aveva paura delle sue reazioni. Neanche lo guardò mentre pronunciava la frase, aveva paura di Louis spesso.
"Harry, grazie ma non voglio disturbare, un posto per dormire lo trovo in città" Harry amava più di qualsiasi altra cosa il suo nome pronunciato da Louis, suonava così bello e affascinante.
"No, preferisco che resti qui, non voglio che ti succeda qualcosa" doveva prendersi cura di lui, lo sapeva ora, doveva proteggerlo, era un ragazzo indifeso e solo ed il compito di proteggerlo era stato affidato a lui.
"Ok mammina" risero, praticamente non facevano altro dalla mattina, da quando Harry era entrato in quella sala di ospedale dove si era trovato il ragazzo a cui teneva di più sdraiato su un lettino. E magari avevano anche pianto, ma le risate gli erano rimaste impresse più di qualsiasi altra cosa, perché era da tanto che tutti e due non ridevano così e non stavano così bene. Dopo cena i due ragazzi guardarono un film: “Spiderman”. Harry amava quel film, amava il coraggio e la forza che aveva il personaggio, da piccolo si travestiva sempre da spiderman, aveva sempre desiderato di essere così da grande, eppure era cresciuto ed era tutto il contrario. Guardò il film con molta attenzione, anche se lo sapeva a memoria, mentre Louis era molto stanco e non badò molto a ciò che succedeva nelle scene.
Quando finì, Harry si girò subito verso Louis che si era addormentato. Sembrava un cucciolo, era così tenero, era la cosa più bella e dolce del mondo agli occhi di Harry. Lo fissò per qualche minuto, era felice Harry, era felice perché finalmente forse aveva un amico, un amico bellissimo e a cui voleva un mondo di bene. Coprì Louis con una copertina per evitare che prendesse freddo ma non lo svegliò, non poteva svegliarlo, si sarebbe sentito in colpa a vita. Spense tutte le luci in salone e salì in camera sua lasciando un piccolo foglietto accanto a Louis con scritto: "Ti sei addormentato e non me la sono sentita di svegliarti. Se ti serve qualsiasi cosa sali su in camera mia e svegliami senza esitazioni. xx Harry".
Harry si sdraiò sul letto e sorrise, sorrise con il cuore, con il viso, con il corpo e con l'anima. Era finalmente felice con Louis acanto. Poi si addormentò, mentre Louis già sognava una loro vita insieme.

Rumore di un vetro rotto, un urlo. Cosa stava succedendo? Harry aprì di colpo gli occhi e vide dalla finestra che di fuori era ancora buio. Un altro urlo, era una voce maschile. Corse di sotto, la luce del salone era accesa e il battito del suo cuore continuava ad accelerare sempre di più. Ma prese coraggio ed entrò in sala: Louis piegato in ginocchio a piangere con le mani piene di sangue pigiate sul viso. Corse verso il ragazzo e lo tirò su, lo guardò. Era bello, Louis era sempre bellissimo.
Aveva tutte le mani tagliate e per terra c'era uno specchio completamente rotto con vetri ovunque. Louis tremava, Harry non capiva se si era fatto del male volutamente o per sbaglio. Lo specchio era il suo, ma non gli importava.
"Louis.." si guardarono, gli occhi di Louis erano terrorizzati ma allo stesso tempo chiedevano scusa.
"Devi allontanarti da me Harry, non devi stare con me, sono una cattiva persona, non faccio niente di giusto, mi merito di restare solo" Louis prese un vetro e provò a tagliarsi il polso, ma Harry lo fermò in tempo e lo strinse al petto.
"Tutto ciò che voglio è stare con te, non ti lascerò mai per nessuna ragione al mondo. È una promessa Louis e so benissimo che non sei una cattiva persona e che ti meriti tutto il bene di questo mondo. Ora calmati ti prego, ci sono io qui con te." Harry era sicuro delle parole che diceva, voleva farlo stare meglio, voleva che si fidasse di lui, voleva fare qualsiasi cosa per farlo stare bene, avrebbe fatto qualsiasi cosa davvero per quel ragazzo che ancora conosceva poco.
"Harry faccio schifo, devi lasciarmi andare io merito solo di soffrire e di stare solo." continuava a tremare, a piangere, a fissare il sangue uscire dalle sue fragili mani bianche ed Harry continuava a stringerlo al petto per cercare di farlo stare meglio.
"Non puoi impedirmi di volerti bene e di proteggerti." Aveva ragione e Louis lo sapeva, ed anche lui voleva proteggere Harry, ma proprio per questo doveva allontanarlo da lui, non si reputava una brava persona, si faceva continuamente del male e ne faceva agli altri, tutti lo allontanavano anche se aveva molti """"amici"""" a cui in realtà non fregava niente di lui e viceversa.
Ma per la prima volta sentiva che Harry gli voleva bene e soprattutto che lui voleva bene ad Harry e doveva lasciarlo andare. Louis aveva paura di se stesso, troppe volte non si riconosceva, per troppo tempo era stato male, era stato mesi in ospedale alle medie, soffriva di anoressia quando era più piccolo. Nessuno lo aiutava, aveva quattro sorelle, ma solo ad una importava di lui, era la più grade ma era sempre più piccola di lui. Andava a trovarlo in ospedale da sola, a sua madre non importava, gli dava 100 dollari una volta al mese e poi gli lasciava vivere la sua vita da ragazzino solo. L'unica persona a cui aveva voluto bene in vita sua era la sua sorellina, si chiamava Lottie, era bionda e con gli occhi color del cielo, come quelli di Louis, ma non si assomigliavano per niente i due; né di aspetto fisico né di carattere. Ma anche se era l'unica persona a cui aveva davvero voluto bene e soprattutto che gli voleva bene, l'aveva allontanata, le aveva fatto del male. Per questo Louis si odiava, si odiava a morte perché c'era una parte di lui che non riusciva a controllare, gli venivano attacchi di rabbia improvvisi e riusciva a fermarsi solo quando il danno ormai era fatto. Apprezzava tutto ciò che Harry stesse facendo aiutarlo, ma aveva paura di potergli fare del male ed era l'unica cosa che aveva intenzione di fare.
"Non mi conosci Harry, devi lasciarmi stare, io sono malato." Harry pensava che stesse esagerando, la gente esagera spesso quando si odia, ma Louis non esagerava.
Magari non era malato, ma molta gente lo definiva così: sua madre l'aveva definito così, suo padre l'aveva definito così, il suo psicologo, il suo dottore, alcuni professori, alcuni compagni e persino sua sorella, l'unica persona che era riuscito ad accettarlo, quando aveva scoperto il lato oscuro di Louis l'aveva definito malato. Malato mentale. Louis per primo si definiva malato, inutile e insignificante. Era per questo che non voleva che Harry gli stesse vicino, perché aveva paura di fare del male anche a lui e si sarebbe ucciso pur di non farlo. Ma Harry non avrebbe cambiato idea, voleva bene a Louis e voleva proteggerlo anzi doveva proteggerlo, a qualsiasi costo.
"Starò con te e ti proteggerò, qualsiasi cosa accada, è una promessa" era davvero una promessa per Harry, non era mai stato così bene come con Louis e non l'avrebbe lasciato, mai, per nessun motivo al mondo.
Passarono le ore successive abbracciati, mentre Harry calmava Louis come una mamma fa con il bimbo di cinque anni per tranquillizzarlo dal l'incubo che aveva fatto. Louis si addormentò proprio mentre il sole faceva le sue prime apparizioni nel cielo ancora blu scuro, Harry lo fece sdraiare sul divano e si sedette vicino a lui accarezzandogli la testa.
Lo osservo: aveva le mani piene di sangue, la maglietta bianca in parte diventata rossa per il liquido e in faccia anche aveva alcune macchie per quando si era messo le mani sul viso, era pallidissimo e aveva due enormi occhiaie che risaltavano sul viso anche con gli occhi chiusi.
Harry si maledisse ripetitivamente per non avergli dormito vicino evitando che si facesse del male, non riuscì neanche ad immaginare che cosa sarebbe successo se non avesse sentito il suo urlo di dolore. Sentì una fitta allo stomaco nel riguardare le sue mani ferite, Louis non meritava di soffrire, doveva dargli tutto il suo dolore perché Harry potesse subirlo al posto suo. Una lacrima gli bagno il viso e in quel momento promise a se stesso che non avrebbe mai più permesso che a Louis fosse fatto del male.

Il sole splendeva in cielo, nella fredda giornata d'inverno. Quella luce forte accecò subito Louis quando aprì gli occhi. Si ricordava bene dove si trovasse e cosa fosse successo, Louis non si era mai scordato di niente dormendo.
Alzò lo sguardo e trovò Harry che lo guardava senza sorridere, con uno sguardo leggermente serio e allo stesso tempo dolce. "Ehi" sospirò Louis mettendosi a sedere sul grande divano in pelle.
"Ehi" fece Harry guardando improvvisamente per terra per l'imbarazzo. Louis si guardò le mani, non gli bruciavano più, ma erano piene di tagli, di sangue secco e di graffi.
Fece un respiro e poi guardò il ragazzo: Harry, aveva un'aria distrutta, le scure occhiaie sotto gli occhi risaltavano sul viso rosato e sugli occhi verdastri. Louis capì che era restato sveglio per tenerlo d'occhio e si sentì in colpa.
"Non dovevi restare tutta la notte sveglio per me Harry, non devi preoccuparti per me" lo guardò fisso negli occhi mentre pronunciava quelle parole, voleva un contatto non corpo a corpo, non uomo a uomo, ma anima a anima.
"Si, dovevo, ti ho promesso che ti avrei sempre protetto, quindi l'ho fatto e lo farò per sempre, sono uno che mantiene le promesse." Louis sorrise, apprezzava davvero tutto quello che Harry stava facendo per lui, capiva che gli voleva bene e questo lo rassicurava un po'. Harry sorrise di rimando, non sarebbe riuscito a contentersi perché il viso di Lou era troppo bello con quella luce mattutina ai suoi occhi.

Nella settimana seguente, i due non andarono a scuola, Harry si prendeva cura di Louis che spesso doveva andare in ospedale per alcune visite, ma in quei giorni si riprese.
Erano felici, tutti e due, come mai erano stati prima, finalmente potevano vivere davvero, finalmente potevano anche loro sorridere davvero. Erano uno la ragione di ogni sorriso dell'altro, si completavano. Harry guardava sempre Louis dormire e infatti era parecchio stanco in quei giorni, ma non gli importava, perché Louis mentre dormiva era la cosa più bella che avesse mai visto e non se la sarebbe persa per nessuna ragione al mondo.
La domenica decisero di passare la giornata al Luna Park, Louis non ci era mai stato mentre Harry solo quando era piccolo ad una festa di un bambino.
Sia Harry che Louis odiavano i posti con molta gente, ma erano l'uno con l'altro, quindi tutto andava bene.
Il viaggio era abbastanza lungo, quindi presero la macchina della mamma di Harry, il quale aveva appena preso la patente. Appena entrarono nell'enorme "parco giochi" Louis si guardò intorno, non era mai stato in un posto del genere, si sentiva soffocato per quanta gente ci fosse ma anche sollevato che accanto a lui era presente l'unica persona che lo faceva stare bene. Guardò subito la ruota panoramica, non ci era mai stato, neanche alla London Eye, ma gli era sempre piaciuta.
Amava le altezze, i palazzi alti come i grattacieli o gli aerei, amava tutto ciò che fosse alto, tutto ciò che fosse lontano dal posto dov'era, dove soffriva.
Era emozionato al pensiero di salire sulla ruota panoramica, anche un po' spaventato ma non vedeva l'ora.
Prese la mano di Harry senza pensarci e se lo trascinò verso la cosa per la ruota panoramica.
Harry si prese un colpo, aspettava da tanto quel gesto anche se l'aveva capito da poco.
Louis era un bambino ai suoi occhi in quel momento, era un bambino bellissimo, un bambino che lui amava.
E lo aveva tutto per se.

SPAZIO AUTRICE scusatemi davvero davvero tanto, è troppo tempo che non aggiorno e mi sento in colpa. comunque questo è il capitolo, spero che almeno sia bello..ho avuto qualche difficoltà nel scriverlo ma alla fine ce l'ho fatta. grazie mille a tutti per le visualizzazioni. vi voglio bene, pubblicherò il prossimo dopo le vacanze quindi buon natale a tutti e buon anno nuovo.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: 5secsoflarrysmemories