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Autore: PepperandNihasKebab    14/12/2013    0 recensioni
Arrivo in salotto. È un putiferio. “C’è il nuovo video di Eminem. Voglio vederlo, molla il telecomando, Gin.” Le mie sorelle come sempre si stanno litigando la decisione sul programma da guardare. Niall, mangiando i pop, si gode lo spettacolo. Harry messaggia sul telefonino, facendo finta di ascoltare il discorso di Louis. Zayn, invece li guarda rassegnato: non cambieranno mai. Purtroppo vivo con due pazze, e io non sono da meno, e cinque coglioni. Ma è proprio per questo che amo stare qui: se mi allontanassi mi mancherebbero troppo. “Non se ne parla Tumble” il nomignolo di Annabeth, data la sua sbadataggine “c’è il concerto di Ed alla televisione, molla il telecomando.” Ed, Edward Sheeran, è l’idolo di Ginger. Lo chiama fratello rosso. Tutte le volte che si inizia un discorso con la lettera E, lei corre per casa urlando: “dov’è? Dov’è?”. È davvero buffa quando lo fa’, ma dopotutto è la mia sorellina, la adoro più di ogni altra cosa. Mi metto tra le due e afferro il telecomando.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le mie scarpe affondavano nella neve; se mi fossi girata, sarei stata in grado di tornare a scuola senza nemmeno guardare dove stavo andando di preciso, solamente seguendo le mie orme.

Nel salone trovai scatoloni e scatoloni pieni di addobbi natalizi sparsi un po’ ovunque. Trovai tutti in cucina, intenti nei fornelli, li avvisai che non avevo molta fame, dunque mi sedetti con loro giocherellando con le posate e spaventando Liam. “Ti infilzo il fianco con la forchetta.”, mi divertivo con poco. Possiamo dire che il mio passatempo preferito era proprio stuzzicare Leyum. Quando finirono di mangiare, eseguii uno dei miei sorrisi malefici, “sapete che giorno è oggi?” “Sabato.” Rispose Niall ancora masticando una fetta di crostata, “esattamente, Nialler: oggi si va! Oggi si va!” mi guardarono perplessi, ma fortunatamente la mezzana capì perfettamente e disse implicitamente “Ragazzi, la piccola Gingeh è super eccitata, piccolina calmati!”. Nessuno sembrava capire, sospirai “Che bello. Shopping natalizio! Adoro i sabati pomeriggio. A che ora andiamo? Con chi andiamo? Ci dividiamo?” continuai ininterrotta a chiedere vedendo che gli altri componenti della casa avevano capito; Dafne mi guardò con la sua solita dolcezza seguita da un ‘taci o ti tiro la padella in testa, pinda panda’ e Liam mi disse che sarei andata solamente io, Annabeth, Zayn e Harry, poiché loro dovevano rimanere ad addobbare la casa; sinceramente secondo me non si ricordavano proprio nulla, meno male che io e Annabeth abbiamo questa empatia, ovvero il tipico spostamento della frangia, per intenderci. Bisbigliai un ‘va bene’, lo aveva suggerito sul momento con malavoglia, povero sfregiato anti sgamo. Prestabilimmo le ore in cui loro avrebbero incominciato gli addobbi e in cui noi saremmo dovuti andare. Un circa due ore di attesa per noi, dunque ci impegnammo nelle nostre cose; dato che non trovavo quasi nulla da fare, mi rintanai nella mia camera da letto in completa solitudine, speravo di addormentarmi un po’ mi sentivo davvero stanca. Come nostro solito succedevano troppe cose in tempi troppo brevi, mi ricordava le azioni di Mao Zedong.

Meditai gli accaduti dell’ultimo periodo, non ci potevo davvero ancora credere; i nostri genitori erano venuti a trovarci con il volere di portarci via (ma sinceramente quella che rischiava di più ero io, fortunatamente il raggio di Apollo lungisaetta ci aveva parato il culo a tutti quanti), Louis era dovuto tornare a Doncaster una settimana dopo perché la sua famiglia aveva bisogno di lui; molto probabilmente sarebbe tornato dopo un tre-quattro giorni molto probabilmente, Annabeth si stava chiudendo troppo spesso in camera sua dicendo di stare male, evitando così di andare a scuola poiché, a detta sua, non si sentiva bene; io e Niall eravamo molto preoccupati per lei, non capivamo cosa le passasse per la testa, perché stava facendo un grande numero di assenze? Dulcis in fundo, Zayn ed io –grazie al periodo- potevamo stare molto più insieme e ciò mi faceva gioire in una maniera pazzesca; appena il nome del pakistano apparse nella mia mente come una stella luminosa in una buia notte invernale, aprendo gli occhi me lo ritrovai così vicino che sembrasse che i nostri nasi si stessero sfiorando, data la situazione lui posò le sue labbra sulle mie accarezzandomi nel mentre la testa; si sdraiò sul letto trascinandomi vicino a sé e tenendomi stretta tra le sue braccia.
“Salve signorina Kocks, per quale motivo è qui tutta sola soletta?” “Mi piace meditare, ma devo farle notare, signor Malik, che anche lei sta più che volentieri da solo.” “A dire il vero mi piace stare solo con lei, bella signorina.” “Ahahah, scusa, non ce la faccio a continuare una conversazione del genere.” “Ho notato, posso stare con te?” “Certo, anche perché ti sei già appostato qui e ora chi sa chi ti schioderà più.” “Interessante, dunque il fatto che io ti sto parlando a cosa porta?” “Che cosa vorresti dire?” “Hai capito benissimo.” “No, scordatelo.” “Mah..- pronunciò lui spingendomi giù dal letto – sei una cattiva persona.” “Tu di più.” Ridemmo insieme per il nostro solito teatrino ambiguo, però rizzammo subito le orecchie quando sentimmo qualcuno aprire la porta della mia camera così piano da farla cigolare.
Vidi un Harry completamente sfatto; da quando Louis era tornato dai suoi e lui era rimasto solo si stava trascurando molto lasciandosi andare a depressione, gelati, docce evitate portando dunque a dei ricci letteralmente flosci, a degli occhi smeraldini spenti e a continuar indossare vestiti molto più grandi di lui che lo facevano sembrare ancora più sciupato di quanto non lo fosse già.


“Buongiorno, Harold; ma anche Haryoung.” Feci io provocando una risata forzata da parte del mio compagno riccio, non mi piaceva vedere il mio compagno di burle ridotto così. “Panda, era pessima.” Aggiunse lui sedendosi sul letto oramai diventato una specie di campo profughi “Però hai riso.” Constatò Zayn oramai seduto in maniera decente come Iddio comanda “Che il Tao salvi il nostro gay.” “Ottimo.” Un’altra risata, questa volta reale, da parte di tutti e tre, io e quegli altri due eravamo tipici nel fare teatrini; ovviamente sempre quando uno di noi aveva bisogno di compagnia, questa volta era il turno del nostro caro Harry. “Voi cosa volete per Natale?” chiese il mio ragazzo tirando sia i ricci di Harry sia i miei e noi, facendo lo stesso tra noi, dicemmo in coro “Noi abbiamo chiesto all’anti Babbo Natale di portarci sangue, morte e distruzione più un ringhio perché siamo stati molto malvagi quest’anno, inoltre gli abbiamo mandato un augurio di cattivo natale.” “Sono sconvolto.. perché?” “Perché noi siamo bimbi cattivi che non vogliono carbone” “Okay, non siete normali bimbi voi due, forse sarebbe stato meglio chiedere il carbone.” “Grazie amore, ma no.” “Ehi ricci flosci, non rubarmi il ragazzo.” “Zitta rossa.” “Puzzi.” “Scimmia malefica.” “Kebab.” Bisbigliò Zayn toccandosi la pancia. “Io ho fame.” “Che ore sono?” “Sono le 17…” disse tranquillo il fidanzato di Louis. “Siamo in ritardo!” risposi io stupita che in ritardo non ero mai arrivata.
Corremmo in giardino ruzzolando giù dalle scale vedendo già intenti coloro che erano predestinati ad addobbare l’enorme casa. Annabeth nel mentre stava riscaldando per bene la macchina canticchiando fra sé e sé il ritornello di Rihanna in ‘The Monster’. “Guido io!” propose allegro Hazza, ma la mezzana –spenta la musica- impallidì, diventando bianca quasi quanto la luna; aveva ragione, Styles ha la patente solamente per guidare divani. Si propose Zayn tutto contento di far compere, strano da parte sua. Si annoiava sempre con me e Louis quando andavamo a fare shopping. Non ci rimuginai più di tanto, salimmo tutti in macchina e partimmo, come nostro solito io e Harry litigammo su quale canzone mettere per il viaggio e, sempre come al solito, scelse Annabeth.

Il centro londinese brillava delle tipiche luci natalizie fortissime che, molto probabilmente dal mio punto di vista, sarebbero state in grado di farci venire un attacco epilettico da un momento all’altro. “Moriremo.” Ripeteva Hazza tragico con fare da cucciolo di foca smarrito provocando la tenerezza della mia sorellona; inoltre in giro boccheggiavano urla degli animalisti contro uno dei più grandi negozi di pellicce, ciò mi rallegrava alquanto. Il giro non fu nulla di speciale sinceramente, fu una specie di viaggio a vuoto tanto per perdere tempo, visualizzammo i regali da fare, ma nulla di più.
Il vero disastro fu il ritorno a casa.

Liam e Niall stavano litigando animatamente, forse con un po’ troppa foga. Dafne spaventata cercava di fermarli senza successo e l’appena tornato –a quanto pare- Louis stava urlando, smettendo quando vide il suo piccolo sfatto Harry.
“Buon Natale un cazzo.” Disse Annabeth. “Hai ragione, come sempre.” Aggiunsi io.
 
  
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