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Autore: Placebogirl_Black Stones    14/12/2013    5 recensioni
Quegli occhi…
Era quasi impossibile sostenerli.
Solo pochi prediletti vi riuscivano.
Era un uomo cupo, silente e poco amichevole.
Tutto il contrario del suo Rufy.
Eppure…non riusciva a non incrociare il suo sguardo freddo…
Genere: Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boa, Hancock, Drakul, Mihawk
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Let Me Break The Ice'
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BURNING ICE

Camminava a passo lento, le braccia incrociate e la schiena ritta, che gli conferivano quell’andamento fiero che da sempre lo caratterizzava.

Il cappello calato sugli occhi, a nascondere il suo sguardo intimidatorio.

Lo sguardo di chi non teme nulla.

Lo sguardo di chi potrebbe uccidere con un solo schiocco di dita.

Lo sguardo di un falco.

Non si ricordava nemmeno il perché era lì, ma poco gli importava.

Solitamente, non si presentava mai alle riunioni della Flotta dei Sette; quella volta, però, aveva deciso di andare, forse per curiosità, forse per noia.

Sembrava passato un secolo dall’ultima volta che aveva messo piede su Marijoa, ma incurante come sempre, non vi diede peso.

A volte veniva da chiedersi perché avesse accettato di far parte della Flotta dei Sette, dal momento che, ogni cosa riguardasse quest’ultima, sembrava non toccarlo minimamente.

Varcò la porta del palazzo, per poi recarsi nella sala adibita alle riunioni.

 

- Guarda guarda…Drakul Mihawk, qual buon vento ti porta qui?- lo accolse Doflamingo, con il suo solito ghigno, mentre se ne stava comodamente seduto a gambe incrociate sul divanetto della sala.

 

Non rispose, né lo degnò di uno sguardo.

Si limitò a sedersi su una delle tante sedie disposte intorno al lungo tavolo, rimanendo in silenzio.

Con la coda dell’occhio, notò gli sguardi torvi con cui gli altri membri lo stavano fissando.

Non era certo il tipo che ispirava simpatia, anzi, era visto da tutti come un solitario musone e silenzioso.

Poche e rare parole uscivano dalla sua bocca, e il suo tono profondo e duro lasciava tutti sull’attenti.

Incuteva timore anche all’uomo più coraggioso del mondo.

Il suo sguardo non lasciava scampo.

 

 

 

Persino una donna come lei, avvezza a trattare gli uomini come pezze da piedi, a non farsi intimorire da loro, restava muta davanti a lui.

Lei, Boa Hancock.

Trovava il suo abbigliamento ridicolo, ma non glielo avrebbe mai detto chiaramente.

Le incuteva troppa soggezione.

Durante la guerra di Marineford, era stata l’unica persona che non aveva tentato di contrattaccare, quando aveva cercato di colpire Rufy.

L’aura e la potenza emanate da quell’uomo erano disarmanti, sotto ogni punto di vista.

Solo standogli accanto, potevi sentire il sangue ghiacciarsi nelle vene, il respiro mozzarsi, gli arti immobilizzarsi.

Poteva forse essere definito il più forte, fra tutti i membri della Flotta.

Il caso aveva voluto, che durante quella riunione il suo posto fosse esattamente di fronte a lui.

Gli lanciava rapide occhiate, di tanto in tanto, per poi distogliere subito lo sguardo.

Quegli occhi…

Era quasi impossibile sostenerli.

Solo pochi prediletti vi riuscivano.

Era un uomo cupo, silente e poco amichevole.

Tutto il contrario del suo Rufy.

Eppure…non riusciva a non incrociare il suo sguardo freddo…

 

 

 

Aveva detto sì e no due parole, che per lui valevano come un intero monologo.

Il resto del tempo lo aveva trascorso ad ascoltare, in silenzio, quella noiosissima riunione.

Era in quel genere di momenti che gli veniva persino da rimpiangere i due anni appena trascorsi con Roronoa.

I loro scontri ravvivavano le sue giornate.

Stava semplicemente lì, seduto a testa china, alzando di tanto in tanto gli occhi per guardarla.

Non era certo uno di quelli che restava folgorato dalla sua bellezza, o che si metteva a lodarla con smielate moine.

No, a lui quella donna non faceva né caldo né freddo.

A volte la trovava persino sciocca, e pertanto indegna della sua attenzione.

Poche persone al mondo per lui erano degne di attenzione, e fra queste vi erano individui del calibro di Roronoa e Shanks il Rosso.

Tuttavia, qualcosa di lei lo interessava, in qualche modo…

 

Dopo due ore di seccatura totale, uscì dal palazzo com’era entrato, senza degnare nessuno di uno sguardo, in silenzio.

Si diresse verso la sua imbarcazione, notevolmente piccola se confrontata con i maestosi galeoni dei pirati, ma non per questo meno inquietante.

A pensarci bene, tutto ciò che lo riguardava aveva un qualcosa di inquietante.

Si fermò, alzando il volto, quando si accorse della nave a pochi metri dalla sua barca.

Una nave rossa, imponente, con due grossi serpenti verdi ai lati di quella che doveva essere la polena, il cui posto era però preso da un simbolo, emblema della ciurma stessa: un teschio dal quale fuoriuscivano dei serpenti, come raggi da un sole.

A bordo, uno stuolo di donne lo osservava con diffidenza.

Non ci mise molto capire a chi appartenesse quella nave.

Con indifferenza, salì sulla sua imbarcazione e salpò.

 

 

 

Scrutò quella barca oscena con i suoi occhi glaciali, fino a quando non scomparve dietro la linea dell’orizzonte.

 

- Principessa, la stavamo aspettando. Salga!- si inchinò una delle piratesse, mostrandogli la scaletta che avevano appena abbassato per permetterle di salire.

 

Con l’andamento fiero che la caratterizzava, s’imbarcò, dando l’ordine di salpare.

Andò a sedersi sul suo trono, pensierosa.

Si chiedeva perché un uomo della sua fierezza se ne andasse in giro vestito in un modo così ridicolo, con quell’assurdo cappello, e utilizzasse un’imbarcazione tanto lugubre e indecente.

Era un uomo indegno, proprio come tutti gli altri: nulla a che vedere con il suo amato Rufy.

Diede l’ordine di salpare, per poi ricadere in un profondo silenzio.

 

 

 

Dopo due interi giorni di navigazione, sbarcò su un’isola di passaggio, per mettere qualcosa sotto i denti e, soprattutto, per farsi una bevuta.

Ad ogni passo, gli abitanti del luogo lo scrutavano impauriti.

Qualcuno correva persino a nascondersi.

L’aura che emanava era sufficiente a diffondere il panico.

Entrò in una locanda, dove ordinò del cibo e del buon vino, che gli venne servito dall’oste con mani tremanti.

Consumò quel pasto in silenzio, ordinando di tanto in tanto del vino.

Quand’ebbe terminato, lasciò alcuni spiccioli sul tavolo, per poi andarsene senza dire una parola.

Camminando lungo la via che riportava alla sua barca, s’imbatté nuovamente in qualcuno che aveva lasciato pochi giorni prima. Una donna alta, snella, abbigliata con un succinto completo rosso decorato con motivi barocchi, seguita da un serpente e da un gruppo di donne.

Al suo passaggio, tutti restavano abbagliati dalla sua folgorante bellezza.

Lo sguardo dritto davanti a sé, gli occhi glaciali puntati sui suoi, gialli e focosi.

Il serpente e il falco che si fissavano.

Entrambi pericolosi, entrambi letali.

Restarono a fissarsi reciprocamente per alcuni secondi, fino a quando lui nascose gli occhi sotto l’ombra della visiera del suo ampio cappello piumato, e continuò a camminare per la sua strada, superandola.

Lo seguì con la coda dell’occhio, senza nascondere una vena di stizza per essere stata bellamente ignorata.

Poi, con un cenno di sufficienza, si apprestò a proseguire.

Un maleducato, ecco cos’era Drakul Mihawk.

E allora…perché sentiva come il bisogno che le rivolgesse la parola?

 

- Proseguite in cerca di provviste. Io devo tornare un attimo alla nave per risolvere una questione- diede l’ordine alle piratesse.

- Ma…- provò a contestare una di loro.

- Osi disobbedire all’imperatrice?- la fulminò con lo sguardo.

- N-no p-principessa…- s’inchinò, impaurita.

 

Girò i tacchi e tornò indietro.

Doveva incontrare di nuovo il suo sguardo.

Doveva capire.

Arrivata alla nave, lo vide sotto un albero a pochi metri da dove avevano ormeggiato, in quell’insenatura nascosta da tutto.

Il luogo ideale per due perone del loro calibro.

Sembrava dormiente, ma conoscendolo, restava vigile anche nel sonno.

Di sicuro aveva già percepito la sua presenza.

Si avvicinò, mantenendo però una certa distanza.

Era nervosa.

Sapeva che stava per infrangere una regola.

 

- Occhi di Falco?- lo chiamò.

 

Lo vide alzare lo sguardo.

Sentì un tuffo al cuore, come se le mancasse il respiro, quando incrociò nuovamente i suoi occhi.

Tuttavia, cercò di mantenere l’integrità che da sempre la caratterizzava.

 

- Devo parlarti. Possiamo salire sulla mia nave?-

 

 

 

 

 

 

ANGOLO DELL’AUTORE

Salve…eccomi qua con un’altra delle mie “letamaiate”! Stavolta vi propongo una nuova coppia, che personalmente amo da impazzire! In questa breve long (saranno massimo tre capitoli) vedremo lo spadaccino più forte del mondo e l’imperatrice serpente in uno scontro faccia a faccia…cosa ne uscirà? Ho messo il rating arancio perché la scena che ho intenzione di scrivere non mi sembra particolarmente spinta, ma quando la posterò nel prossimo capitolo fatemi sapere che ne pensate, così se dovesse essere troppo lo cambierò. Grazie in anticipo a tutti quelli che leggeranno, fatemi sapere se anche a voi questa coppia piace!

Ah, dimenticavo: non avendo mai scritto nulla su di loro, ho messo per sicurezza OOC nelle note, ditemi se lo devo togliere oppure no.

Grazie ancora!

Bacioni

Place

 

 

 

 

   
 
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