Buonamattina
a tutti!
Anzi buone tre del mattino, no, non riesco a dormire, ho
l’influenza e la tosse
mi tiene sveglia...Ho letto tutte le vostre meravigliose recensioni e
devo
dirvelo, siete troppo buoni con me...per questo ho deciso di inserire
anche il
terzo capitolo, pensare che volevo postarlo tra una settimana XD. Anzi
pensare
che se fosse stato per me questa storia sarebbe finita nel CESTINO del
pc!
Domani cercherò di rispondere a tutti *_________*, non vedo
l’ora...intanto
beccatevi questo capitolo ancora più demente e dal titolo
idiota...
Avviso
già adesso, al termine di questa
TERZA REGOLA INFRANTA ci sarà un boh, un
extra, uno spin off, non so come chiamarlo...tanto per
iniziare a chiarire
certe...ehm, faccende...sarà un po’
fluffoso...perciò attenzione! Mi serviva,
diciamo per un discorso che verrà fuori nei capitoli
successivi...
Vi
spoilero già una
cosa demente, nei prossimi chapters lo spin off sarà
dedicato a MADARA e HASHIRAMA (Ophelia
cara,
questo è per te), un po’
perché mi divertiva, un po’ perché
questa
coppietta (epica e bellissima) verrà rivisitata dagli occhi
di un Sasuke
bambino...anche se solo uno spin off, beh, è stato
divertente da scrivere...ok,
ma basta con le spoilerate cavolate...
Questo
capitolo vede
come protagonista il carattere vendicativo dell’Uchiha, che
dopotutto nel manga
è un vendicatore (:D LOL), solo, che a volte, la legge del
taglione non va a
buon fine... e questo lo scopriremo nel cap successivo...ahahahahaha
Insomma,
dopo tutto ‘sto
noioso preambolo, beh, che dirvi, SPERO DAVVERO DI LEGGERE
TUTTE LE VOSTRE
IMPRESSIONI E RECENSIONI, di sapere cosa pensate possa
accadere e beh, vi
anticipo che la storia sarà una REVERSE, e che per ora sto
tentando di
mantenermi sul pallinoarancionesiamobraviragazzi,
anche se ormai sì, mi conosco, tra poco si
vira al ROSSO!!!
VI
ASPETTO!!!! <3
Allyn
***
TERZA
REGOLA: occhio
per occhio, dente per dente. Se Naruto aveva fatto sesso Sasuke doveva
pareggiare i conti.
“Devo
trovare una ragazza, una qualsiasi...” Rimuginò
quel
mattino, con il caffè del distributore automatico tra le
mani.
“Devo
scoparmela, così nessuno potrà più
dire niente”
Farfugliò tra sé e sé come uno
psicopatico.
“Scoparti
chi?” Chiese Karin, comparendo alle sue spalle come
un ninja.
“Fatti
i cavoli tuoi!” La silurò lui, sedendosi tra i
primi
banchi.
Errore
madornale! Karin era perfetta: sempre disponibile e soprattutto
aveva una gran cotta per lui.
Sogghignò,
prese i libri e la raggiunse nelle file di mezzo.
“Buongiorno,
non sono trattabile prima di un paio di caffè!”
Le disse a denti stretti.
Quel piano gli
stava costando un sacco di energie, cercare di
conversare con Karin, con chiunque, che non fosse Naruto lo irritava e
non
poco; in quanto alla faccenda della sera precedente, e a quel piccolo
intoppo
duro e teso sotto l’asciugamano, la negazione e la rimozione
erano state le due
scelte più votate dai suoi neuroni per non rischiare la
totale pazzia
dell’organismo.
Sasuke trasse un
profondo respiro e la buttò lì:
“Stasera usciamo”.
Non era neppure
una richiesta o un invito, sembrava più un
ordine in stile Uchiha.
Per poco a Karin
non cadde la mascella sul banco.
“Stai
bene?” Chiese, sistemandosi gli occhiali sul naso a
punta.
“Che
c’è, certo che sto bene!”
Asserì lui aprendo un quaderno
e guardando verso l’entrata dell’aula, chiedendosi
quanti fossero i minuti di
ritardo accumulati da Naruto quella mattina.
“Ehi,
stamani la tua ragazza bionda è in ritardo”
Sembrò
leggergli nel pensiero la rossa.
Sasuke
arrossì involontariamente, nascose il viso dietro il
quaderno e sbottò: “Se non hai voglia di uscire
basta dirlo, sai che me ne
frega, io lo dicevo così”.
Funzionò.
“Ehi,
scherzavo, e poi Naruto mica è gay, ho sentito che se
la fa con Hinata...Stasera dove andiamo?” Chiese lei tutta
allegra.
Di tutto quel
discorso Sasuke aveva recepito solo la prima
parte e il nome di Hinata, i suoi sospetti erano stati confermati.
“A
scopare” Pensò maligno, ma non lo disse.
“Dove
vuoi tu, Karin” E cercò di sorridere.
Naruto
varcò la porta dell’aula con la faccia da post
sbornia. I capelli completamente spettinati, le occhiaie ancora livide
sotto
gli occhi azzurri e arrossati e una felpa agganciata male sotto la
giacca
scura.
Sasuke lo
fissò, notò il suo sorriso, quello che gli
illuminava il viso abbronzato e che di solito rivolgeva a lui ogni
mattino per
salutarlo, solo che quella volta non era diretto dalla sua parte,
bensì alla
prima fila, dove la Hyuga sedeva vicino a delle amiche.
“Che
fai, non mi saluti nemmeno” Pensò. “E
poi quella non
sedeva sempre agli ultimi banchi?” Continuò, per
poi schiaffarsi una mano sulla
fronte e darsi dell’idiota. Stava perdendo il senno.
“Sasuke,
tutto bene?” Chiese Karin, richiamandolo
all’attenzione.
“Sei
rosso in viso” Osservò.
Sasuke si
ravvivò i capelli all’indietro e
sospirò.
“Tutto
bene, ho solo caldo” Mentì.
***
Accadde durante
la pausa caffè, che li vide.
Naruto lo aveva
appena salutato con un cenno rapido della
mano, quando quella finta-innocentina, Sasuke l’aveva
ribattezzata così, lo prese e
lo baciò con dolcezza sulle labbra.
Per poco non si
rovesciò il caffè addosso per guardarli, per
vedere le grandi mani di Naruto sfiorarle una guancia, carezzarle i
capelli
scuri, per poi baciarla ancora, con più trasporto, facendola
arrossire, poi
Naruto fece una cosa che lo stupì non poco, aprì
gli occhi azzurri e lo guardò,
solo per un istante, mentre Hinata si perdeva sulla sue labbra.
Sasuke si
voltò, con una sensazione di vuoto allo stomaco,
cercò Karin, la sua rossa ancora di salvezza, fece due
lunghi passi e la
raggiunse, le strappò la bottiglietta d’acqua
dalla mano e la baciò davanti a
tutti.
***
EXTRA, RICORDI
DAL
PASSATO: di volpi mannare e di mani troppo calde.
Dieci anni
compiuti da poco, un sacco a pelo arrotolato in
fondo allo zaino da campeggio e una tenda da condividere.
Sasuke sembrava
a suo agio vicino al fuoco, con il viso
illuminato dalle fiamme e gli occhi puntati verso il cielo stellato.
Naruto invece si
guardava attorno incerto, poco prima di
partire suo padre, Minato, lo aveva messo in guardia dalle volpi
mannare,
creature enormi dalla pelliccia fulva e nove code prensili con cui
rapivano e
stritolavano i bambini.
“Stanotte
escursione notturna!” Trillò Kiba, i denti
appuntiti da cane esposti in un sorriso radioso.
Naruto
borbottò qualcosa di incomprensibile e lo fissò
con
astio.
“Ehi,
testa quadra, attento a non perderti nel bosco!” Lo
schernì l’Uchiha, passandogli una torcia.
Il ragazzino gli
fece una linguaccia, poi lo guardò torvo,
Sasuke tornò a controllare il fuoco, noncurante degli occhi
azzurri che ancora
lo stavano fissando, indugiando sul naso dalla linea elegante, le
labbra
sottili, un profilo troppo delicato e armonioso per un maschio, fu
l’ultimo
pensiero di Uzumaki, prima che una voce allegra lo distogliesse dai
pensieri.
“Naruto,
c’è qualcosa che ti turba?” Chiese il
loro capogruppo,
Yamato, un uomo amante della natura e fissato con la scultura del
legno, tanto
che quell’estate nel programma del loro campeggio estivo
aveva inserito un’ora al
giorno di intaglio.
Il bambino
scosse la testa bionda in un no troppo energico,
Sasuke sghignazzò e si alzò in piedi.
“Credo
sia l’ora di andare” Proferì, senza mai
perdere di
vista il viso del suo migliore amico con un cui avrebbe dovuto
condividere la
tenda al ritorno.
“Oh,
hai ragione Sasuke, su ragazzi, spegnete il fuoco e
torce alla mano” La voce di Yamato risuonò nel
silenzio della foresta.
Una fila indiana
di ragazzini dai dieci ai dodici anni, tutti
armati di torcia, a parte Naruto, che aveva scoperto la sua sprovvista
di batterie.
“E’
colpa tua, le hai tolte prima di darmela!”
Gracchiò
spingendo l’Uchiha, che dal suo canto rideva sotto i baffi.
“No,
la colpa è tua, sei il solito scemo che non controlla
niente e si fida troppo, prendila come una lezione di vita”
Lo rimbeccò.
“Ma...ma
io mi fido di te!” Sbottò Naruto confuso.
“Oh,
che diamine, dai vieni qui” E lo invitò a
camminare al
suo fianco, condividendo la sua torcia.
Il biondo
sembrò soddisfatto, perché sorrise e smise di
lagnarsi, fino a quando Yamato non decise che come prova di coraggio
della sera
sarebbero dovuti tornare all’accampamento senza la sua guida.
Dopo dieci
minuti di silenzioso girovagare tra muschi e felci
Naruto esplose.
“Ci
sbraneranno!”
Sasuke gli
puntò la torcia al viso e lo squadrò con un
sopracciglio alzato.
“Cosa
ci sbranerebbe?” Chiese perplesso.
“Le
volpi mannare, le volpi a nove code!”
Una risata si
sovrappose al canto di alcuni uccelli notturni.
“Tu
sei fuori!” Lo prese in giro il moro.
“Me
l’ha detto mio padre”
“Tuo
padre ti ha fatto uno scherzo”
“Eh?”
Naruto sgranò gli occhi azzurri in cerca di risposte.
“Le
volpi a nove code non esistono, è una stupida storia che
usano gli adulti per spaventare i ragazzini scemi come te”
Gli spiegò
riprendendo a camminare.
“E tu
come fai a saperlo?” Naruto non era ancora molto
convinto dalle parole dell’amico.
“Perché
io a differenza di te non sono uno scemo credulone” E
detto questo gli afferrò la mano e se lo tirò
dietro fino all’accampamento.
Yamato si
congratulò con tutto il gruppo, brontolò Kiba,
che
come un cane aveva preso ad annusare certi tipi di muschi profumati
vicino ad
un tronco d’albero, poi, dopo aver elogiato le arti
dell’intaglio del legno a
cui si sarebbero dedicati la mattina seguente, li spedì
tutti nelle rispettive
tende.
“Ehi,
‘Suke, sei sveglio?” Chiese in un mormorio Naruto,
voltandosi verso il
compagno.
Sasuke sembrava
una specie di bozzolo, così com’era avvolto
nel suo sacco a pelo blu.
“No,
dormi!” Rispose laconico.
“Se mi
hai risposto vuol dire che sei sveglio!” Gracchiò
il
biondo, indispettito.
“Oh, e
che palle! Cosa vuoi?” Si trovò costretto ad
aprire
gli occhi e ad ascoltarlo.
Naruto
sospirò poi confessò le sue preoccupazioni:
“La storia
della volpe...non è vera, giusto?”.
L’Uchiha
trattenne una risata.
“No,
è vera solo per gli idioti come te”
“Posso
fidarmi?” E per una volta la voce da ragazzino di
Naruto gli scaldò una qualche sperduta corda nel cuore.
“Certo,
ora dormi, che domani quello scemo ha intenzioni di
farci intagliare mezza foresta” Brontolò burbero.
“Grazie
Sas’ke” Sentì mormorare
dall’amico.
Allora sorrise,
e senza accorgersene cercò la sua mano, la
trovò calda, come nel bosco, Naruto era sempre una specie di
stufa, la strinse
piano, apprezzando la morbidezza del palmo, i polpastrelli
più ruvidi, poi
senza che se ne potesse accorgere fu rapito da un sonno incredibilmente
sereno.
Ok,
questo SPIN OFF, o
Extra, chiamiamolo come ci pare, mi serviva, 1) perché il
capitoletto era un
po’ breve e un po’ troppo idiota, 2)
perché in futuro questa scena verrà
rivangata, un futuro molto prossimo, 3) perché un
po’ di fluffaggine ci vuole
ogni tanto...4) mi divertiva l’idea di Yamato fissato con le
tecniche di
intaglio del legno.
Alla
prossima, e spazio
ai pomodori e ai commenti <3