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Autore: Le Parche di Costantino    12/05/2008    2 recensioni
La storia di James che insegue Lily per ottenere un misero appuntamento dopo sette lunghi, estenuanti anni vi sembra storia vecchia? Per forza, è un fatto accaduto nell'inverno del 1977, non proprio ieri. Eppure sappiate che una cosa semplice come trascinare una stupida ragazza in uno stupido appuntamento a Hogsmeade, potrebbe rivelarsi fatale, o letale se preferite. Perchè la stupida ragazza saprà difendersi molto bene, e gli amici si metteranno sicuramente in mezzo.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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In effetti c'è stato un ritardo mostruoso nel postare quest'ultimo capitolo. Chiediamo umilmente perdono, però sapete: gli impegni, la fusione dei cervelli non sempre possibile, l'incompatibilità di momenti per rileggere il tutto. Ma ci siamo, e questa storia sta per vedere la fine. Con la coda fra le gambe vi auguriamo buona lettura. Alla prossima!
Ladyhawke e Alektos

Del ricorso delle cose umane

Gironzolare gli scaffali di Zonko fu un vero toccasana, nonostante gli spintoni dei marmocchi dei terzo anno per accaparrarsi gli articoli migliori.
- Sono dei principianti. Noi siamo riusciti ad allagare un intero bagno senza usare nemmeno una Caccabomba.
- Ecco chi ha messo definitivamente fuori uso il bagno di Mirtilla.
- Mi dispiaceva leggere “guasto” quando non era vero, ora non si può dire che Gazza sia un bugiardo.
- La tua generosità è sconvolgente. – lo derise Lily schivando un ragazzino che correva verso la cassa con le mani piene.
- Si sta facendo tardi, pensi sia ora di andare?
- Sì, possiamo andare.
Fu un viaggio di ritorno piuttosto tranquillo rispetto a quello che avevano passato nel tentativo di raggiungere, incolumi, Hogsmeade. Molti si erano già rintanati all’interno della scuola, perciò si trovarono soli per la strada. Sarebbe potuto essere un momento molto romantico, ma i cumuli di neve erano un’occasione troppo ghiotta per non approfittarne. James cominciò a dare “qualche” spinta a Lily senza riuscire a metterla k.o… Andava detto che lei restituiva il favore senza problemi. Potter barcollò più volte, perdendo momentaneamente l’equilibrio. Ma al trentesimo tentativo la Evans finì a gambe all’aria.
- Razza di stupido!
- Non ti sembrava un brutto gioco quando quello che stava per cadere ero io! – rise lui – vuoi una mano? – chiese, porgendole il braccio.
- Ce la faccio da me .– sibilò acida, cercando di rimettersi in piedi. I suoi tentativi fallirono miseramente; Lily non sapeva se ridere o piangere: optò per la prima opzione.
- Tutto bene?
- Sì, Potter, benissimo. Dammi un minuto. – disse lei continuando a ridere.
Alzando gli occhi al cielo il ragazzo si avvicinò e l’alzò di peso, rischiando a sua volta di fare l’ennesima figura del cretino.
- Ti avevo detto di aspettare.
- Non faccio notte per te. Ti dà proprio fastidio ringraziarmi?
- Grazie James Potter per avermi rimesso in piedi dopo avermi fatto cadere di sedere sul più grande cumulo di neve della zona! – urlò lei tutto d’un fiato rendendo la sua voce ben udibile a chilometri di distanza.
- Mi sarei accontentato di un semplice grazie.
- Non ci credo.
- Te lo posso giurare.
- Ciao Severus! – salutò improvvisamente la ragazza, rivolgendosi a qualcuno che stava alle spalle di James. Lui era estremamente contrariato, quello stupido Serpeverde non poteva schiattare miseramente per sempre?
- Ciao. – rispose l’interpellato lanciando occhiate truci ai due.
- Ciao Mocciosus, ti fai un giretto? – James si sentì colpire da un violento pugno al braccio. Lily poteva pensarla come voleva, ma lui non sopportava quel cretino.
- Non stavo parlando con te, imbecille. – l’apostrofò Piton con quel suo tono acido. – Vedo che alla fine sei riuscito a trascinartela dietro. L’aria di Grifondoro ti fa male, Lily.
- Oh, dai Severus, perché devi essere sempre così maleducato?
- Non ho iniziato io a giudicare le amicizie del prossimo. – rispose lui avviandosi di gran carriera.
- Vai dai tuoi stupidi amichetti, Piton!
- Oh, sta zitto, Potter! – sibilò la ragazza, scura in volto.
- Mi vuoi spiegare perché non lo mandi a quel paese?
- E’ un mio amico, o almeno lo era.
- Che bella razza di amico… frequenta davvero della bella gente, complimenti.
- Prima non era così. Nemmeno io vado matta per quelli con cui va in giro. – mormorò Lily, mestamente.
- Sveglia Evans, è sempre stato così. Uno non si alza una mattina e si innamora delle Arti Oscure. Smettila di difenderlo una buona volta!
- Tu cosa vuoi saperne? – sbottò la ragazza accalorata – lo conosco da quando eravamo bambini! – e si avviò da sola, lasciando James immobile, impalato come una baccalà. Lui la inseguì, determinato a non farla arrabbiare in quel modo, e la raggiunse dopo poco.
- Mi dispiace, non per Mocciosus, intendo. – disse fermandola e cercando di suonare il più gentile possibile.
- Senti, lasciamo stare, va bene? Non ho voglia di ripensare all’ultima litigata che ho fatto con lui. – rispose lei continuando a camminare per la sua strada. Si fissava le scarpe, in modo da non rendere visibile il suo sguardo. Incontrare Severus le aveva fatto venire voglia di urlagli addosso un sacco di insulti sulla sua stupidità, per poi chiedergli scusa del suo comportamento; ma si era messo in mezzo James e aveva fatto danni per due.
Nessuno di loro toccò più l’argomento e si avviarono silenziosamente verso casa. Nulla sembrava in grado di stemperare quella tensione, fino a che i due non si imbatterono nel professor Lumacorno.
- Oh, i miei due allievi preferiti.
- Buongiorno professore! - Salutarono i due all’unisono, guardandosi poi in cagnesco per aver detto e pensato la stessa cosa allo stesso momento.
- Sono felice di avervi incontrato, vorrei invitarmi da me per la cena.
Lily e James si guardarono, terrorizzati dall’idea di una cena, soli, con il professore, a parlare di tutti gli studenti che lui aveva aiutato a raggiungere il successo.
- Non sarete soli, ci sono altri amici fidati.
Ergo, altri leccapiedi.
- Grazie mille per l’invito professore. - Rispose Lily con voce flebile. – Purtroppo però devo declinare, non sto per niente bene.
- Cara, dovevi coprirti di più prima di uscire.
- Ha perfettamente ragione, non pensavo facesse così freddo. - Rispose rammaricata.
James, nel mentre, osservava la conversazione, notando quanto Lily sapesse recitare bene. Amava quella donna dal viso angelico che sapeva mettere in scacco tutti, professori compresi.
- James, credo che… - Stava per dire che James avrebbe accettato volentieri l’invito, ma lui fu più veloce e interruppe la sua frase.
- James crede che, in qualità di perfetto gentiluomo, debba immediatamente accompagnare la signorina da madama Chips, prima che si ammali seriamente.
Lily era brava, ma la sua faccia di bronzo non la batteva nessuno.
- Hai perfettamente ragione, Potter. E tu, cara, - Ora la sua attenzione era rivolta a Lily, - Ti sei trovata proprio un gran bravo ragazzo, tienitelo stretto!
Lily tentò di balbettare qualcosa, ma non vi riuscì; nel mentre il professore salutò entrambi e proseguì per la sua strada.
- Lo ammetto, Evans, ci hai provato, ma non puoi battere il maestro.
E tutto gongolante, Potter riprese il cammino.
- Tu dici? – Rispose Lily in tono di finta perfidia e James si sentì un po’ meno sicuro di sé stesso, pensando a cosa potesse avere in serbo per lui la ragazza, e non capendo se il suo era un bluff o no.
Alla fine riuscirono, quando ormai entrambi avevano perso le speranze, a raggiungere il dormitorio. La Sala Comune era nuovamente deserta, un vero sollievo.
- Ce l’abbiamo fatta.
- Io ormai non ci credevo nemmeno più, – convenne James – pensavo che non ci avrebbe più lasciato andare.
- Mi credi se ti dico che non avevo mai avuto un appuntamento così allucinante? – domandò lei sprofondando nella prima poltrona disponibile. Si stupì anche lei della propria sfacciataggine, ma ciò non le impedì di aggiungere: - sono esausta e fradicia.
- Non voglio sapere perché. – disse il ragazzo alludendo all’episodio del cumulo di neve e sottolineando un doppiosenso poco elegante.
- Non cominciare con le tue solite sciocchezze. – lo rimproverò lei, non troppo seriamente. – Forse è il caso che io vada a cambiarmi per la cena, la gente potrebbe fare strane domande. – Lily si alzò quasi svogliatamente venendosi a trovare di fronte al ragazzo. Viso di fronte a viso. James Potter cominciò ad immaginare baci appassionati.
- Lily, sei tu? – chiesero un paio di voci femminili provenienti dai dormitori.
- Devono essere Christine e Kalyn che vogliono sapere cos’è successo. Devo andare, ho idea che farò un lunghissimo resoconto. – scherzò lei.
Potter si avvicinò (sì, immaginateveli, erano praticamente naso a naso) per salutarla a suo modo, ma lei fuggì via subito dopo aver piacevolmente sfiorato le labbra del ragazzo.
- Non hai ancora vinto la guerra! – fece eco la voce di lei mentre la chioma rossa dei suoi capelli svaniva su per le scale.
Tra l’entusiasta e il rammaricato Potter decise di dirigersi, a sua volta, nel dormitorio dove sicuramente l’attendevano tre malandrini curiosi.
- Ehi grand’uomo! – salutò Sirius vedendolo entrare – che hai combinato con la piccola? – chiese sporgendosi dal suo letto.
- Sei morto, Felpato! – ringhiò lui saltandogli addosso per vendicarsi del simpatico scherzetto. Dalla foga caddero entrambi sul duro pavimento di pietra, producendo un lugubre rumore sordo. Qualcuno, presumibilmente Sirius, che stava sotto, aveva appena dato una gran testata.
- Ehi amico! Capisco che ora sei eccitato, ma cerca di non violentarmi! – rise il ragazzo massaggiandosi la testa dolorante.
James urlò qualcosa e cominciò a colpirlo con maggior ferocia.
- Ramoso? Smettila, per favore. Non abbiamo fatto niente di male. – disse Peter cercando di stare ben lontano dai due litiganti.
Stanco di essere colpito e di doversi difendere Sirius scaraventò via l’amico levandoselo finalmente di dosso – Sei diventato scemo? – ululò poi, rabbioso.
- E’ stato così terribile? – chiese Remus, gentile. Non era intervenuto semplicemente perché sapeva che sarebbe stato inutile. E poi se voleva farsi pestare non aveva che da attendere la prossima luna piena.
- In un certo senso sì. – pigolò James allentandosi il nodo della cravatta e cominciando a raccontare. Gli scoppi di risa degli altri erano piuttosto numerosi. - Ma come hai fatto? – chiese ad un certo punto Lunastorta tra una risata e l’altra – Come ti sei liberato di Lumacorno?
- E’ stata un’impresa, giuro.
- L’hai baciata alla fine? – chiese Sirius andando al sodo.
- Beh ecco… - mormorò l’interessato il cui viso si tinse di rosso per l’imbarazzo.
- Ma sei un imbranato! Peter avrebbe fatto meglio di te!
- Cosa stai insinuando? – mormorò Codaliscia, offeso.
- Lasciami spiegare! – tentò di dire Potter raccontando il resto. Cielo, era davvero una frana.
- Sei senza speranze, caro il mio Cercatore. – sentenziò Black lapidario.
- Che ci fai con il suo mantello? – mormorò Karyn non appena vide entrare Lily.
- Lunga storia. – rispose sbrigativamente Lily restituendo l’oggetto all’amica. Con calma iniziò a tirare fuori i suoi vestiti per cambiarsi, ma era imbarazzante avere due avvoltoi che la fissavano avidamente.
- Sì?
- Vogliamo sapere! – urlarono le due compagne di dormitorio. La ragazza sorrise in segno d’assenso.
- Quindi ti è piaciuto? – chiese Christine alla fine del lungo e dettagliato resoconto che aveva preteso.
- Direi di sì anche se, poverino, – Lily si concesse una sana sghignazzata – che concentrato di sfortuna che ha avuto oggi.
- Davvero, uno scocciatore dietro l’altro. – ammise Karyn mentre si spazzolava i lunghi capelli ricci.
- Già!
- Vi siete dovuti sorbire perfino Piton. – mormorò l’altra alludendo all’antipatia del soggetto in questione.
- Lui non era certo il problema. – rispose la ragazza mentre sentiva che il fumo stava per uscire nuovamente dalle orecchie. Era stanca di sentire da tutti la stessa storia.
- Hai litigato con James per colpa sua. – fece notare Karyn pacatamente, sedendosi accanto a lei.

- Solo perché James ha pensato bene di fare il gradasso. - Uscirai ancora con lui? – chiesero entrambe intuendo che l’amica non gradiva quel discorso.
Lily ci pensò su un po’ – Non senza un amuleto contro la cattiva sorte. Christine rise: - Certo che potevi sforzarti e consolarlo con un bel bacio! - Non metto una buona parola con Black se non ti comporti bene! – la minacciò Lily.
- Ok, ok – si arrese subito la ragazza – fai pure la frigida quanto vuoi!
- Christine! – urlò Karyn scoppiando a ridere – Non sai che la nostra amica è timida?
- Oh, certo, te la ricordi due anni fa, mi sembra, quando si lanciò tra le braccia di un certo signor Abbott di Grifondoro che si è diplomato l’anno scorso?
- Io ricordo la faccia di Potter, dato che per quanto appartati, si trovavano in corridoio! – rincarò la dose Christine.
- Io scendo a cena. – annunciò Lily prendendo la porta.
- Dai, noi scherziamo. In fondo non hai fatto nulla di male, fino ad ora.
- Karyn Schneider ti dispiace andare a quel paese?
- No, affatto. Scendo a cena con te. Christine, vieni? – chiese la ragazza.
- Non sono ancora pronta, arrivo tra due minuti, ci vediamo giù, tenetemi un posto.
Le due ragazze si avviarono nei corridoi, confondendosi nella moltitudine di studenti affamata, borbottando fra loro. Accantonato l’argomento Potter, Lily si sentiva meno pronta a cavare gli occhi alla prima insinuazione. Entrambe stavano discutendo dell’ultimo libro che avevano letto insieme, e di quanto fosse più interessante del testo di Erbologia, quando si resero conto di essersi sedute di fronte a Sirius Black. Grosso errore, pensò la ragazza cominciando a tormentare una ciocca dei suoi capelli rossi.
- Buonasera belle ragazze.
- Buonasera, signor Black, qualcuna è finalmente riuscita a farti le corna prima di riceverle? – chiese Karyn alludendo ad un certo episodio… di renne.
Il ragazzo rise – Quel giorno è lontano, per ora. Ma qualcuno chiacchiera molto, vedo. Giusto Evans?
- Ne sei sorpreso?
- Ti vedo stanca Lily, brutta giornata? – Sirius sogghignava, ora voleva sapere come erano andate veramente le cose.
- Sei la millesima persona che me lo chiede, e sto per dire di sì anche se non è vero. Devi riferire al tuo amico?
- Perché? E’ dietro di te, può sentirlo benissimo da lui.
Le ragazze si voltarono e videro James alle loro spalle.
- Spiavi?
- Niente affatto, Schneider, ma anche volendo, non potrei mai. C’è qualcuno di troppo onesto qui. – rispose Potter sedendosi accanto a Lily quasi imbarazzato.
- Per una volta che fa una buona azione… - sorrise la ragazza – Sai James, ho una cosa per te, volevo dartela con il tempo, ma visto che sei qui tanto vale.
Prima che Potter potesse dire o chiedere qualcosa la giovane cominciò a trafficare con una delle sue tasche alla ricerca di qualcosa. Karyn e Sirius si lanciavano occhiate curiose, cominciando a bisbigliare. - Che combinate voi donzelle?
- Non so nulla. Lily ha fatto tutto da sé, credo. Ma sai, io l’ho vista solo ora in dormitorio. Mi faresti un grosso favore? – chiese con un sorriso molto convincente.
- Se posso.
- Lily ha fatto sedere Potter accanto, non è che potresti tenere un posto per Christine?
- Chi è? – Sirius non era certo il tipo che faceva favori a chiunque.
- Bionda, occhi verdi, secondo banco a destra alle lezioni di Ruf.
- Sicuro – mormorò il ragazzo ricordandosi che quella ragazzina era proprio carina. Ringhiò ad uno del secondo anno che dovette migrare verso altri lidi per poter mangiare.
- Cos’è? – chiese James vedendo che la ragazza gli aveva messo in mani un ciondolo.
- Un porta fortuna per le prossime volte. Dovrebbe tenere lontano la sfortuna e gli inopportuni. – sorrise Lily indicando Sirius.
- Non giudicarmi così male, faccio anche sedere al mio fianco la tua amica. Ad ogni modo bell’idea, il caro Ramoso ne farà tesoro, vero?
Ma James non rispose, perso a contemplare quel piccolo gioiello. Per le prossime volte. In un attimo la sua arroganza tornò a trovarlo trionfante.
- Non ne ho alcun bisogno, Evans, sono riuscito a farmi passare una bel pomeriggio dopotutto, no? Sei anche riuscita ad ammetterlo.
Lily sorrise imbarazzata. Nonostante tutto aveva gradito molto quel pomeriggio. Ed era curiosa di vedere cosa sarebbe capitato ancora in futuro, frequentando quello strano ragazzo che sapeva rendere complicata una semplice passeggiata ad Hogsmeade in modo da farla diventare quantomeno indimenticabile.
  
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