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Autore: exitwounds    15/12/2013    2 recensioni
[fuenciado; tony x nuovo personaggio]
«Fuentes...» sputai, vedendo che un ragazzo aveva avuto la mia stessa idea. A quanto pare, non sono l'unica a cui dia fastidio quella sottospecie di musica - se si può chiamare tale - che mandano in discoteca.
«Smith...» rispose, senza neanche alzare lo sguardo dalla sigaretta, ormai quasi finita, che teneva tra le dita.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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so keep talking, 'cause i love to hear your voice.

(1)
 
giugno 2007.

«Sam, io esco un attimo, tutta questa musica mi sta facendo venire mal di testa!» urlai alla mia migliore amica, intenta a ballare - a strusciarsi, più che altro - con un tipo appena conosciuto. Mi rispose con un cenno della mano, non ero neanche sicura mi avesse capita. 
Come fa a piacerle tutto questo casino, non saprei proprio: c'è poca luce e non si vede quasi niente, gira fin troppa droga per i miei gusti e per parlare con qualcuno devi urlare e prosciugarti un polmone. Dove lo vedono il divertimento lei e le altre centinaia di persone che stanno ballando una appiccicata all'altra in quel buco di discoteca sovraffollata? Mah. 
Mi allontanai da quel luogo infernale, come lo chiamavo io, e mi diressi in una via laterale: là sapevo ci fosse un muretto non troppo alto, era facile salirvi sopra anche con questi dannati tacchi, ed era il posto perfetto per prendere un po' d'aria. 

«Fuentes...» sputai, vedendo che un ragazzo aveva avuto la mia stessa idea. A quanto pare, non sono l'unica a cui dia fastidio quella sottospecie di musica - se si può chiamare tale - che mandano in discoteca. 
«Smith...» rispose, senza neanche alzare lo sguardo dalla sigaretta, ormai quasi finita, che teneva tra le dita. 
«Non credevo neanche sapessi il mio cognome, a scuola non mi hai degnata di uno sguardo per anni, Mike.» enfatizzai sul suo nome, quasi per metterlo alla prova, per sfidarlo a dimostrarmi di sapere come mi chiamassi. 
«Ti sbagli di grosso, Rebecca.» gettò il mozzicone della sigaretta per terra, spegnendolo con il piede destro. 
Mi sedetti sul muretto, a qualche metro dal punto in cui lui era appoggiato, e tirai fuori sigaretta e accendino dalla borsetta. Non fumo quasi mai, anche se ho un pacchetto sempre con me. Lo trovo una maniera per rilassarmi. 
La portai alla bocca e non feci neanche tempo ad accenderla, che la voce di Mike sovrasta il click dell'accendino. 
«Le ragazze non dovrebbero fumare.» disse, secco. Lo ignorai e presi un tiro. 
«Non mi faccio rimproverare da nessuno sul fumo, men che meno da uno che si è appena acceso la seconda sigaretta di fila.» lo liquidai, mettendo apposto l'accendino e il pacchetto. 
Alzò le mani, in segno di resa. «Hai vinto.» 
Mi scappò un sorriso, che tramutai subito in una smorfia. Non dovevo sorridere a un tipo del genere. 
Lui, suo fratello ed altri due idioti erano il gruppo più popolare della scuola, nonostante fossero di età diverse. Quando ero al secondo anno Victor, il fratello più grande di Mike, si era diplomato, l'anno dopo lui stesso e, insieme a me, si erano diplomati gli altri due quarti del gruppo, Perry e Preciado. A scuola tutti li adoravano, forse io e Sam eravamo le uniche a vederli come erano realmente, quattro idioti che messi insieme diventavano possibilmente ancora più idioti. 
«Però ti sei presa una cotta stratosferica per uno di questi idioti...» mi disse una vocina nella mia mente. Scossi la testa, per scacciare quel pensiero. Tanto mi era passata, no? 

Finii la sigaretta e scesi dal muretto, sistemandomi il vestito. Perché mi ero fatta convincere da Sam ad andare a quella stupida festa? Non era da me. 
«Vai già via, Smith?» 
«Si, Fuentes, mi annoio.» risposi, riprendendo in mano la borsetta. 
Lui fece spallucce. 
Se non gli interessava la risposta, perché me lo aveva chiesto? 
«Come fai a sapere il mio nome? Non abbiamo mai avuto lezioni insieme, e non ci siamo neanche mai parlati.» gli chiesi, a bruciapelo. 
Lui non rispose subito, alzò lo sguardo e rimase a fissare il cielo scuro ma pieno di stelle che quella notte di giugno ci era stato regalato da San Diego. 
Ero sul punto di girare i tacchi ed andarmene senza aspettare la sua risposta, quando sentii la sua voce. Aveva un tono particolare, tendeva all'ironia ma non sapevo distinguere se stava tentando di farmi innervosire o mi stava solo prendendo in giro.
«Oh, io e te no, ma qualcuno aveva lezioni con te. Pensaci bene.» ci fu un attimo di silenzio. «Ah, e comunque con i capelli verdi stai meglio.» 
Con quella frase si allontanò, rivolgendomi solo un cenno del volto a mo' di saluto e lasciandomi come una cretina a bocca aperta. 
Avevo fatto da poco dei riflessi verdi, che sui miei capelli chiari si notavano molto, ma non avrei mai immaginato che se ne accorgesse, conoscendo i maschi e il loro non prestar mai attenzione ai dettagli. 
E poi, chi diavolo aveva mai avuto una lezione con me? Ci pensai qualche istante, giocando con i miei capelli con le dita, finché mi venne in mente. 
Diritto, secondo anno, due ore il mercoledì mattina. Vidi per un attimo la professoressa Rogers entrare e fare l'appello. «...Preciado... Smith...» 
Preciado! Come avevo fatto a non pensarci prima? Forse perché quel ragazzo - Jamie, Jaime o come diavolo si pronunci il suo nome - in quella classe ci era durato due settimane scarse, prima di mandare letteralmente a quel paese la professoressa e di scambiarla con una doppia ora di educazione fisica.
E poi, perché avrebbe dovuto parlare di me a Fuentes, quando l'unica volta in cui ci siamo rivolti la parola è stato perché lui voleva che gli passassi i miei appunti perché lui era troppo intento a tagliuzzare un pezzetto di carta? 



myspace.
Salve! Questa è la mia prima fan fiction sui Pierce The Veil, aw.
Boh, spero che vi piaccia e di trovare qualche recensione. Potete anche dirmi di darmi all'ippica, non mi offendo AHAHAHAH
Un bacio, fab.
  
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