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“Mamma!”


“Mamma svegliati…”


I suoi occhi fecero fatica ad aprirsi: era stanca, sfinita, esausta.

Appena li aprì con un “Buongiorno” fu svegliata del tutto, guardando il piccolo bimbo davanti ai suoi occhi.

Anne era stanca: erano due anni che lui non c’era, che la sua vita era andata via.

Si alzò, mettendosi seduta e prendendo in braccio il piccolo Louis.

Già.


Louis.


Louis era la sua vita, il suo respiro, era il suo pensiero ogni mattina e il suo sogno ogni notte.

Era andato via da lei, perso per sempre e lei non si dava pace.

Sorrise al piccolo in braccio a lei e un “Dov’è papà?” la distrusse, di nuovo.
Le cadde il mondo addosso, come tutte le volte che il piccolo Louis glielo chiedeva.

“Papà è via” rispose lei sorridente, come al solito; lui la guardò, corrugando la fronte creando sul suo viso un espressione buffa “Non ti credo più…voglio papà” disse, incrociando le braccia.

Lei rise, guardandolo.


Era uguale a lui: le sue espressioni, modi di fare, parlare…tutto lo collegava al suo ragazzo.


Ragazzo… parola che non si dovrebbe usare.


Chiuse gli occhi per un’istante, cercando di non pensarci, invano.


Un “Anne” la riportò alla realtà: riaprì gli occhi, trovandosi davanti Liam, il suo migliore amico.

Per lei Liam c’era sempre stato e sapeva che ci sarebbe stato sempre.

Quel giorno le fu accanto in un modo che non immaginava neanche lei.


Urla, sentiva solo urla nella sua testa.


“Sto bene” fu l’unica cosa che riuscì a dire, guardando Liam; lui si sedette accanto a
lei.

“Tu non stai bene” disse, prendendole la mano.
 
Una lacrima solcò il suo viso e lei, prontamente, l’asciugò.
 
Liam prese Louis in braccio, portandolo di sotto, in salotto, lasciandola sola a pensare.

Si guardò in torno, scrutando la stanza dove da tempo dormiva solo con il suo bambino: sulle pareti c’erano delle piccole cornici con lei, Louis e Lou.


Sorrise nel vedere quelle foto, ricordando i bei momenti; passò poi a guardare la scrivania, vuota.

Su quel ripiano di legno c’era di tutto, una volta.

Ora era spoglia, senza significato, senza sensazioni da far provare.

Ma lei ricordava tutto e anche troppo bene: sentiva nella sua testa le risate del suo bambino, mentre giocava con Lou.

Dovevano sposarsi, le aveva regalato un anello, che porta ancora al dito: un anello d’argento con un diamante al centro, bellissimo.

Sorrise, toccandolo.

“Mamma!” urlò nuovamente Louis, spaventandola.

“Louis Austin Tomlinson quante volte ti ho detto di non urlare?” disse, vedendolo alla porta della camera, con addosso un vestito da cow boy.
 

Gli diede il suo cognome, nonostante non fossero sposati lo fece.
 

Lo fecero insieme, quando lui era ancora lì, con lei.

“Zio Liam ha detto che tra poco andiamo a trovare papà” disse sorridente, per poi tornare al primo piano.

Deglutì rumorosamente, Anne, sentendo quella frase.

Si alzò del tutto, andando in bagno a prepararsi: non voleva, non ci voleva andare perché sapeva che sarebbe stata male e agli occhi del piccolo Louis non aveva intenzione di mostrarsi così.

Dopo aver fatto e dopo aver messo a posto la loro camera, scese di sotto dove non trovò solo Liam e il piccolo Louis: c’erano Harry Niall e Zayn con i due, mentre l’attendevano pazienti.

“Anne” disse Harry, facendo girare gli altri verso di lei.

“Mamma!!” disse Louis, saltandole in braccio contento “Non sei contenta che andiamo a trovare papà?” aggiunse, guardandola negli occhi.

Gli occhi dei ragazzi erano puntati su di lei: la sua risposta sarebbe stata sì, ovviamente.

 
Ma aveva paura, paura di tutto quello che avrebbe potuto ricordare.
 
Uscirono di casa, camminando lungo la strada davanti casa: Anne teneva in braccio Louis che, girato, scherzava con Harry che cercava di distrarlo e di distrarsi anch’egli.
 
Anne aveva paura ad oltrepassare quel cancello dal color grigio sbiadito.
 
I ricordi di quella sera le tornarono in mente: i suoi pianti erano l’unica cosa che aveva per la testa.

Liam le fece coraggio, prendendole la mano.

Arrivò davanti a Lou, il suo ragazzo, la sua vita.

Si abbassò lasciando la piccola rosa bianca che Harry aveva portato.

“Mamma…” disse il piccolo, guardandola alla sua altezza “Papà è un angelo, non è così?” aggiunse lui, guardando la rosa bianca sul terreno innevato.

Annui lei, sorridendo fra le lacrime “Non piangere… se è un angelo vuole dire che ci guarda da lassù e sta bene” continuò sedendosi sulla neve a gambe incrociate.

“Hai ragione” risposi io, singhiozzando poco “Papà sta bene” aggiunsi, tirandomi su e prendendo per mano Louis.
 

Lou sarebbe stato sempre il suo angelo, sapeva che avrebbe vegliato su di lei e il loro bambino.

Sapeva che non era stata colpa sua, ma colpa di una macchina che lo portò via, per sempre.

Amava Anne, amava i suoi amici, la famiglia, le sorelle, suo figlio.

Questo lei lo sapeva, guardando in alto, sorrise, sapendo che sarebbe stato sempre lì.

 
 
Louis William Tomlinson

Nato il 24. 12. 1991

Morto il 24. 12. 2011