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Autore: Hono    15/12/2013    1 recensioni
- Reed, ascoltami bene perché sarà l’ultima volta che perderò tempo per questo: Riguarda solo me e dal momento che tu non sei nessuno, non ti direi mai nulla sul mio conto. E' chiaro, mezzosangue?
I loro nasi quasi si sfioravano e la giovane strega si ritrovò a pensare che le sarebbe bastato pochissimo per far si che le loro labbra si toccassero. Tuttavia, quelle parole, le lasciarono uno strano senso di amarezza.
- Cristallino, Malfoy. – mormorò sommessamente, mordicchiando con forza l’interno della guancia per evitare di lasciare che altre parole affluissero dalla sua bocca.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco, Malfoy, George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio, Theodore, Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 11

Capitolo undici: Crazy, Stupid Bitch

“La follia quando si mischia a cattiveria, egoismo e cinismo, è forse la dote più meschina del mondo.”

[Stephen Littleword]

 

 

Uno strano silenzio avvolgeva la Sala Comune dei Grifondoro quella sera, mentre i pochi studenti presenti in quel momento erano intenti a svolgere i compiti per il giorno seguente. Hermione si passò una mano sulla fronte, nervosa, le labbra arricciate a causa della concentrazione e lo sguardo visibilmente inquieto.

Intinse la punta della sua piuma in una boccetta d’inchiostro e la poggiò su un foglio di pergamena, cominciando a scribacchiare la brutta copia del tema di Pozioni che avrebbe dovuto consegnare il mercoledì successivo.

Ma dopo le prime due righe si ritrovò a sbuffare infastidita; afferrò la sua bacchetta e con un incantesimo, mise tutto l’occorrente scolastico nella sua tracolla. Si sistemò sulla sua poltrona preferita e strinse a sé le gambe, osservando le fiamme del camino crepitare, mentre immagini orribili presero ad apparire nella sua testa.

Scosse il capo, come a voler cancellare quei pensieri dalla sua mente, e poi sospirò.

“Andrà bene, come sempre”

Si ripeté, ma ciò non bastò a cancellare la preoccupazione che l’aveva pervasa nel momento in cui l’amica si era diretta nell’ufficio di Silente, per potersi smaterializzare al Manor.

Ginny le aveva ripetuto che se la sarebbe cavata, come al solito insomma, ma non aveva potuto non notare l’ansia della rossa e ciò non aveva fatto altro che far aumentare notevolmente la sua.

- Hermione, hai finito i compiti? – le chiese Harry, sedendo sulla poltrona accanto a lei. La riccia si limitò a stringersi nelle spalle, continuando a fissare il fuoco, immersa nei suoi pensieri.

- Che succede? Hai litigato di nuovo con…- cominciò l’occhialuto, sporgendosi leggermente verso l’amica. Quest’ultima scosse la testa, guardandolo e facendogli un piccolo sorriso.

- No, non ho litigato con lui. Sono solo stanca, Harry.

Potter la squadrò un’ultima volta e poi si guardò intorno, come alla ricerca di qualcuno.

- Ally?

Hermione deglutì rumorosamente, alzandosi di scatto e stiracchiandosi. Finse un lungo sbadiglio e poi esalò:

- E’ andata a letto, ha detto di voler dormire…o meglio, di provarci. Sai, ha gli incubi di continuo. – fece una pausa, mettendosi in spalla la sua tracolla e sorridendo all’amico. – Vado a posare questa e poi ho il turno di ronda, Harry, per cui a domani!

- ‘Notte, Hermione.

Harry osservò l’amica sparire oltre le scale del dormitorio femminile e poi con un sospiro si tirò su gli occhiali, abbandonando la testa all'indietro e affondando di più nella poltrona.

“In che guaio ti sei cacciata, Ally?”

Pensò, ben consapevole del fatto che Hermione gli avesse mentito. Non sapeva esattamente come comportarsi con la Reed, ed era a conoscenza del fatto che gli stesse nascondendo qualcosa di decisamente grosso; ma in quel momento non ci volle pensare più di tanto.

Qualsiasi cosa Allyson stesse combinando, sperò solo che non si cacciasse in guai troppo seri.

 **

Che ci fosse un lato oscuro in lei, l’aveva sempre saputo. Allyson ne era stata consapevole fin da subito. All’inizio era sempre stata restia nel fare ciò che Tu-sai-chi le ordinava, ma con il tempo si era abituata.

Era arrivata ad un punto di non ritorno e, seppur cercasse di negarlo con tutta sé stessa, era diventata schiava di quelle sensazioni: l’eccitazione, il potere e il piacere che avvertiva ad ogni morte, ad ogni tortura erano emozioni impagabili.

Una parte di lei adorava vedere l’espressione sofferente delle sue “vittime”, bramava le loro grida terrorizzate e doloranti mentre l’altra avrebbe preferito suicidarsi pur di farla finita con tutta quella situazione.

Quando ritornava alla realtà, quando non le rimaneva più nessuno da uccidere si ridestava e odiava sé stessa più di chiunque altro.

Ma non appena c’era qualcun altro, non esitava nemmeno per un secondo. Si divertiva e spesso si rendeva conto, con orrore, che le mancava.

Qualcuno avrebbe potuto chiamarla mostro, pazza o stronza ma a lei non importava più. Lo era diventata, in realtà, e quella considerevole parte malvagia di sé ne era più che fiera.

Che riuscisse a reprimere quel suo lato buio ad Hogwarts era solo grazie al pensiero dei suoi migliori amici, della sua famiglia, altrimenti sarebbe diventata una copia più spietata di Bellatrix, e Ally ne era più che capace.

Se l’avessero vista in quel preciso istante, nessuno – e ne era sicura – l’avrebbe riconosciuta. Aveva oltrepassato un limite troppo oscuro e presto ne avrebbe pagato le conseguenze.

In quelle situazioni diventata totalmente un’altra persona.

Era dipendente da qualcosa che andava oltre il suo controllo, e faceva male, fottutamente male.

- Che diavolo sono?

- Oh, intendi questi? Beh…sai, mi incuriosiscono molto le armi babbane e adoro sperimentare, ma…non dirlo al caro vecchio Voldy oppure verrò punita.

Una risata cristallina, ma che di innocuo non aveva nulla. Allyson sorrise mentre  John Morgan la guardava con compassione.

- Sei solo una ragazzina, per l’amor del cielo, perché dovresti macchiarti in questo modo?

- Perchè mi diverte. – iniziò lei, osservando con fare pensieroso le armi disposte in modo ordinato su un tavolo malandato, la bacchetta abbandonata nella tasca del suo mantello. – Sai, sperimentare nuovi modi per far soffrire e uccidere le persone...è divertente.

La Reed era indecisa; non sapeva se avrebbe dovuto usare il pugnale dalla lama ben affilata e dalle grandi dimensioni oppure la pistola caricata con proiettili dum-dum.

Ma anche il pugno di ferro era allettante, a dire il vero.

- Ti diverte? Sei una strega, la bacchetta dovrebbe essere la tua fonte di divertimento.

- Sta tranquillo, John! Se è quello che ti preoccupa, la bacchetta la userò ma prima…beh, voglio giocare! – disse lei, mordendosi l’interno della guancia e reprimendo un sorrisetto.

- Perché fai tutto questo? Cosa ti spinge a seguire gli ideali di un pazzo, Allyson? Puoi avere una scelta, c’è sempre una scelta!

- Bla, bla, bla, bla! Stai diventando noioso, Morgan. So di avere una scelta e l’ho fatta già da tempo. Non sempre…l’apparenza inganna.

Deglutì, infilandosi il pugno di ferro. L’adrenalina scorreva rapida e quella situazione era così dannatamente eccitante.

- Che Dio ti perdoni, Allyson.

Lei ghignò, avvicinandosi pericolosamente all’uomo che, inerme e bloccato da un incantesimo, le riserbava sguardi di pietà.

- Mi dispiace doverlo fare ma, sai, gli ordini sono ordini. Dovresti saperlo meglio di me!

In realtà gli ordini erano di ucciderlo e basta, ma lei sapeva che al Signore Oscuro non sarebbe dispiaciuto il fatto che avesse giocato un po', prima.

E adesso, arrivava la parte divertente.

Mollò due pugni dritti sulla mascella dell’Auror, con violenza, ghignando con crudeltà nell’udire il crack dell’osso che si spaccava.

John emise un gemito soffocato, continuando a guardarla negli occhi. Allyson si sfilò il pugno di ferro, posandolo sul tavolo e massaggiandosi la mano indolenzita.

- Dimmi, tesoro, preferisci morire rapidamente oppure vuoi un servizio completo?

L’uomo restò in silenzio e ciò la fece innervosire pericolosamente. Gli riserbò uno sguardo sadico, folle quasi quanto quello della Lastrange. Afferrò il pugnale affilato ed esordì:

- Vada per il servizio completo.

Posizionò la punta della lama sulla guancia di John, facendo una leggera pressione e facendola scorrere verso il basso. Si fermò solamente quando ebbe raggiunto la base del collo; lì esercitò una forza maggiore e perforò quella parte, attenta a non ucciderlo subito.

Morgan urlò, strizzando gli occhi a causa del dolore ed Allyson rise forte mentre la follia la trascinava in un baratro senza via d’uscita, come ogni dannata volta.

- Scusami, passerà presto…una volta morto.

 **

Fuori dalla finestra, in lontananza, Allyson aveva l'impressione di sentire il continuo e irregolare rumore della pioggia che cadeva, sbatteva contro i vetri e poi riscendeva, fino ad atterrare sulle foglie degli alberi e sul cemento della strada.

La pioggia nascondeva i rumori sottostanti ma, se chiudeva gli occhi, credeva quasi di poter sentire i discorsi delle famiglie che abitavano accanto a quell’appartamento, o i negozianti che chiudevano finalmente le loro porte, per ritornare ad assumere il ruolo di padre, o di madre, o di qualsiasi altra cosa quelle persone fossero.

Ed Allyson si rese immediatamente conto che non aveva la minima idea di come fosse stata la vita di John Morgan; non sapeva se aveva una famiglia, degli amici o a quale grado di Auror fosse stato elevato. A pensarci, non sapeva neanche se avesse studiato ad Hogwarts o meno.

L'unico, costante pensiero, fu che quelle cose, ora, non le avrebbe mai sapute.

Non c'era nessuno, in quella casa, che potesse dirle cosa faceva quell'uomo, né qualsiasi altro che potesse condividere il gelido terrore che le aveva appena stretto le viscere, lo stomaco e che le faceva mancare l'aria, come sarebbe potuto accadere se avesse sofferto di claustrofobia.

Allyson vide vividamente il rosso sangue che ricopriva le sue mani, le macchie grandi e umide sul suo mantello, e il corpo dell’auror privo di vita.

Lei si rese conto pienamente della situazione solo in quel momento; rivide davanti agli occhi ciò che aveva inferto a quell’uomo e si sentì una merda.

I piedi si mossero ancor prima che se ne accorgesse e, a piccoli passi, arrivò al bagno e si avvicinò allo specchio.

Ciò che vide, non le piacque per niente: era più pallida di un fantasma, i suoi capelli erano arruffati, sporchi di sudore e sangue secco, ed infine si soffermò sugli occhi; i suoi occhi verdi, solitamente così accesi, erano spenti e spiazzati dal disprezzo per se stessa e dal terrore, che aumentò nel ritrovarsi il sangue anche sul viso.

Di scatto, portò una mano al rubinetto e riuscì ad aprirlo solo dopo i primi tre tentativi, andati a vuoto, a causa del tremore eccessivo delle mani.

 Guardò l'acqua mentre portava via il liquido vermiglio dalle sue mani e, per un secondo, si immerse nella superflua e instabile consolazione di purificarsi.

Strofinò con forza le mani e poi si occupò del viso e dei capelli. Dopo qualche minuto, afferrò la prima asciugamano che trovò e se la passò sul viso e sulle mani, più volte.

Quando ebbe terminato, tremante, chiuse il rubinetto, poi alzò nuovamente il viso e osservò il proprio riflesso. Odiava ciò che vedeva; non era più Allyson Reed, non era più la stessa da tempo.

Raccolse velocemente i suoi capelli con una molla e poi si voltò, avvicinandosi all’uscio della piccola toilette.

Guardò il corpo inerme e grondante di sangue, mentre un’unica lacrima sfuggì al suo controllo. Sospirò e fece per avvinarsi, ma un odore nauseante – di morte - la investì completamente.

Portò una mano allo stomaco, avvertendo chiaramente la voglia di vomitare anche l’anima.

Corse nuovamente in bagno, s’inginocchiò accanto al water e posizionandoci la testa, comincio a vomitare di tutto. Principalmente della roba verde e puzzolente, intervallata da qualche pezzo di tacchino che aveva mangiucchiato a pranzo.

Tossì parecchie volte, sputacchiando anche, e quando alzò nuovamente il capo una fitta la colse, improvvisa. La ignorò e si alzò, traballante, pigiando il pulsante dello scarico.

Si accostò al lavabo, aprendo il rubinetto e sciacquandosi la bocca, tentando di mandare via quel sapore acido e disgustoso.

Cercò di darsi una calmata; non era il momento di disprezzarsi, adesso - per quello di tempo ce n’era più che a sufficienza - era il momento di ripulire e andare via, prima che qualche altro auror avesse la brillante idea di fare una visitina al suo caro collega.

Allyson afferrò la sua bacchetta, ripulendo con un incantesimo sia il salotto che lo stesso corpo, seppur fosse riluttante nell’avvicinarsi. Reprimendo l’ennesimo conato violento, fece sparire le armi e dopodiché si smaterializzò, diretta al Manor per fare rapporto.

 **

Quella mattina la Sala Grande era avvolta dal solito chiacchiericcio concitato degli studenti, intenti a fare colazione e a prepararsi per la solita giornata scolastica.

Il soffitto era limpido e sereno, a parte le poche nuvole scure che lentamente si spostavano. Tirava un venticello gelato fuori, e i Corvonero e i Tassorosso del secondo anno si erano muniti di sciarpa e mantelli pesanti per affrontare la lezione all’aperto di Cura delle Creature Magiche.

Anche se il castello era ben riscaldato, alcuni studenti avvertivano uno strano freddo gelargli le ossa.

Hermione, apparentemente tranquilla, aveva nascosto il viso tra le pagine della Gazzetta del Profeta, per evitare di rispondere alle domande che Harry e Ron le ponevano a causa dell’assenza di Allyson.

Ginny fingeva di chiacchierare con le sue amiche, mangiando distrattamente del porridge, mentre la sua testa era altrove; Ally era rimasta chiusa in dormitorio, rannicchiata sul letto, con le coperte a coprirla interamente.

Non aveva voluto parlare con nessuno; la Weasley e la Granger non sapevano assolutamente nulla di ciò che aveva fatto la notte prima.

E dubitavano del fatto che l’amica gliel’avrebbe raccontato. Ogni volta che succedeva qualcosa di brutto o di grosso durante le sue missioni, la Reed restava in silenzio per giorni rispondendo, anzi, vivendo solo per abitudine ma poi, improvvisamente, si riprendeva e ritornava la stessa, o almeno in parte.

La riccia chiuse il giornale, piegandolo e poggiandolo sul tavolo con un sospiro. Bevve un sorso di succo di zucca e poi si rivolse ai suoi amici:

- Niente di interessante.

Ron annuì, distrattamente, afferrando la sua copia del giornale e dando un’occhiata alla prima pagina. Harry invece si limitò a stringersi nelle spalle.

- Hermione, perché Ally non è qui? – era stato Neville a parlare, guardando la strega con curiosità.

- Oh, non si sente molto bene. Ha preferito restare a letto, tutto qui. – rispose automaticamente, ricevendo degli sguardi sospettosi da Potter e dal rosso. Neville annuì, ritornando a dedicarsi alla sua colazione, borbottando un:

- Gli appunti glieli restituisco più tardi, allora.

- Hermione, che sta succedendo?! E no, vogliamo la verità! – sussurrò Ron, sporgendosi verso l’amica, seguito dal moro, tentando di non farsi sentire da nessuno.

Hermione prese un toast, cominciando a spalmargli della marmellata, guardandosi intorno con discrezione.

- Nulla, è solo stanca, sul serio. Madama Chips le ha dato una pozione per farla dormire…- si schiarì la gola, addentando il toast.

- Cavolo, oggi abbiamo gli allenamenti…ma da quant’è che non dorme?

- Dorme una o al massimo due ore per notte. Lasciatela in pace per un po'.

Ron annuì, pensieroso.

- Rooooooon! Eccoti qui! – Lavanda Brown si era avvicinata al rosso, sorridendogli dolcemente, per poi scoccargli un sonoro bacio sulla guancia.

- Andiamo?

- Va bene, Lavanda…- cominciò Ron, afferrando due toast e salutando con un cenno Harry ed Hermione. – Ci vediamo a lezione, ragazzi.

Così dicendo si allontanò con la Brown attaccata al braccio. La Granger li degnò appena di uno sguardo, continuando tranquillamente a mangiucchiare il suo toast.

- Hermione, dico sul serio, che sta succedendo?

Le fece Harry, la preoccupazione e il sospetto che si confondevano sul suo viso. Aveva l’impressione che gli stessero nascondendo qualcosa e di solito, si disse, il suo istinto si sbagliava poche volte.

Hermione posò il mezzo toast, pulendosi le mani e la bocca con un tovagliolo. Bevve un lungo sorso di succo di zucca e poi guardò Harry.

- Ehi, non devi preoccuparti, Harry. Ally sta bene, ok? L’importante è questo. Ora, scusami, ma devo andare a prendere il libro di Trasfigurazione in dormitorio. A dopo. – concluse lei, alzandosi e allontanandosi dal tavolo.

Harry scosse la testa, serrando le mani a pugno e sospirando. Lo avrebbe scoperto, prima o poi. Scambiò uno sguardo con Ginny e poi si alzò anche lui, salutandola con un cenno impacciato.

Ginny gli sorrise, ritornando seria subito dopo.

 **

- Ehi, Draco, hai visto?

- Cosa, Nott?

Theo ridacchiò, indicando con il mento Harry, Hermione e Ron che stavano parlottando a voce bassa, mentre si dirigevano verso l’ala est del castello per la loro prossima lezione.

- Si, e con questo?

- La Reed dov’è?

Malfoy alzò un sopracciglio perplesso, fermandosi e guardando l’amico con fare scettico.

- Ti stai preoccupando per la sanguemarcio isterica?

Nott ridacchiò, scuotendo la testa.

- No, Malfoy. Era semplice curiosità, sai, credevo che tu lo sapessi.

- Io? Sai bene che a me non m’interessa un bel niente di lei, Nott, non farmi perdere altro tempo!

Blaise, appena arrivato, diede una pacca sulla spalla a Draco, sorridendo beffardo.

- Ehi, Draco, la Reed è sparita, non è che le hai fatto qualcosa? – gli chiese, divertito. Malfoy gli scoccò un’occhiataccia.

- Ma che volete da me? Io non le ho fanno nulla, non m’importa niente di lei! Che diavolo avete tutti e due, stamattina?! – il biondo scosse la testa, riprendendo a camminare, mollando i due amici lì.

Zabini ridacchiò, seguito da un Nott ghignante.

- Zab, dobbiamo credergli? – fece Theodore, non abbandonando il suo ghigno.

- La Reed si sarà presa una vacanza, Nott, non mi interessa. – fece una pausa, cominciando a seguire anche lui l’amico, facendo un sorrisetto. - Io volevo solo prendere per il culo Draco.

- Chissà perché ho avuto la stessa idea, che dici ci divertiamo?

- E me lo chiedi, Nott?

 

 

L'ANGOLO DI HONO:

Bene, rieccomi qui! Comincio col dire che questo capitolo non so assolutamente da dove diavolo mi sia uscito. Credetemi, c'ho pensato come minimo un miliardo di volte prima di pubblicarlo e ho chiesto parecchi consigli mentre decidevo di farlo,proprio per motivi che penso si capiscano da sè. Ma,comunque, andiamo per gradi. Ho voluto raccontare di questa missione per mostrarvi il lato "marcio" di Ally. Lei non è perfetta e per quanto cerchi di non lasciarsi trascinare da quelle strane sensazioni è impossibile non cedervi. Io credo che quando si è costretti a fare qualcosa di così immorale e sbagliato, per quanto non lo si voglia ammettere, a lungo andare si potrebbe cominciare a prenderci gusto. Ora, non dico che torturare e uccidere ( Dobby non intendeva uccidere, voleva solo mutilare o ferire gravemente! T_T scusate, citazione necessaria >_>) sia giusto, ma parlando in generale la penso in questo modo. Allyson è un tipo strano, contraddittorio e complicato, sul serio; morirebbe pur di non fare certe cose ma per il bene dei suoi amici, della sua famiglia lo fa. Sente che pian piano sta cambiando e ha paura di diventare la copia più folle e sanguinaria di Bellatrix; intanto però si diverte con quell'auror, poi ritorna in sè e vorrebbe uccidersi. Continuo a pensare che lei (ed io, intendiamoci) abbia dei seri problemi mentali :') Lo so che probabilmente questo potrebbe sembrare un po' troppo, con tutta sincerità non so che pensare e mi affido a voi. Spero che non vi abbia delusi e che vi piaccia anche se potrebbe sembrare...beh, non saprei nemmeno come potrebbe apparirvi D:
Abbiamo scoperto quindi il lato oscuro di Allyson. Questo capitolo, per adesso, non dovrebbe avere molta importanza ma in seguito capirete meglio il motivo per cui ho fatto questo "passo", capirete meglio Allyson e le sue future intenzioni. Credo che molte delle sue scelte verranno condizionate proprio da questo suo "marciume" e molto più in la' si ritroverà davanti a delle scelte da cui potrebbe dipendere la sua vita e quella di chi le è più caro. E per ultimo, ma non meno importante, pian piano penso che farò emergere questo suo lato più spesso di quanto si possa credere!
Beh, non voglio dire nient'altro o rischio di bruciarmi tutta la storia in questo angolino x'D
Ripeto, spero che vi piaccia e che non vi abbia deluso! Fatemi sapere ciò che pensate con una piccola recensione, mi farebbe molto piacere e non so perchè ma ho la netta sensazione che o riceverò solo critiche oppure non riceverò alcuna recensione D:
*sospira* La pianto di parlare, altrimenti non ce ne usciamo più! v.v Ringrazio tuuuuuuutti coloro che seguono, inseriscono tra preferite, seguite e ricordate e che soprattutto hanno la pasienza di recensire! Grazie, grazie, grazie! Vi adoro tutti, siete fantastici! <3
Alla prossima settimana, allora! Ah, prima che me ne dimentichi:
http://awhono.tumblr.com

Questo qui sopra è il link del mio blog (il primo *-*) emh, forse non importerà a nessuno ç_ç ma lì scriverò molti spoiler, anticipazioni e magari anche qualcosa che non verrà pubblicata qui, su efp! Se volete fateci un salto ogni tanto, mi farebbe davvero piacere ^-^ <3
A presto!
Hono C:
  
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