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Autore: JamesPotter182    16/12/2013    6 recensioni
Sesto anno per Harry, Ron e Hermione. Cosa porterà questo nuovo anno scolastico?
La scoperta degli Horcrux e il passato di Lord Voldemort influenzeranno le scelte di Harry?
Dal quinto capitolo:
- Perchè non lo scopri? -
disse l’incappucciato porgendogli un coltello. Harry prese l’arma e taglio il sacco più vicino a lui, che cadde con un tonfo. Con le mani tramanti aprì il sacco e dei lunghi capelli rossi e degli occhi verdi furono la prima cosa che vide. Cadde all’indietro
- No! No…mamma! -
si allontanò e fece cadere un’altro sacco. Dei capelli scompigliati come i suoi e un paio d’occhiali storti
- No…-
altro sacco e poi un’altro, ogni volta un viso a lui familiare: Sirius, Remus, Fred, Ginny. L’ultimo sacco…capelli lunghi e ramati, occhi nocciola e oro
- Hermione! Hermione!!! No, no! Dannazione, tutto tranne lei…prendi me piuttosto! -
urlò all’incappucciato mentre carezzava, piangendo, la guancia di Hermione.
La Morte si mosse verso di lui
- Pensi davvero che la tua vita valga più di quella di un’altra persona Harry? Non è così, fidati…ma non ti preoccupare. Ci sarà tempo per reclamare la tua vita -
Genere: Azione, Comico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Luna Lovegood, Neville Paciock, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione, Luna/Neville, Luna/Ron
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Beh non sarà difficile no? Lumacorno ti adora, basta che vai da lui dopo le lezioni e sicuramente ti dirà tutto vedrai -
disse Ron a colazione mentre Harry gli raccontava dell’incontro con Silente e del suo incarico
- Mmm…-
mugugnò Harry sorseggiando del tè
- Hermione che dice? -
domandò l’amico attaccando l’ennesima salciccia
- Non ho potuto raccontarle niente. Stamattina è scappata subito in biblioteca per finire dei compiti di Antiche Rune -
spiegò Harry
- Povera Madama Pince -
scosse la testa Ron.
La Sala Grande era piena di studenti che chiaccheravano allegramente prima delle lezioni. Harry posò lo sguardo sui vari tavoli delle case. L’occhio gli cadde su Malfoy che, arrabbiato per qualche motivo, si stava alzando. Il ragazzo si chiese per l’ennesima volta cosa stesse combinando il Serpeverde. Harry sbuffò e riportò lo sguardo sul resto della sala.

La mattinata passò veloce e solo durante l’intervallo Harry riuscì a parlare con Hermione. Mentre camminavano nella neve Harry spiegò alla ragazza quello che Silente gli aveva chiesto di fare
- Mmm… se Silente ti ha chiesto di prendere quei ricordi vuol dire che solo tu puoi riuscire a prenderli. E soprattutto non sarà facile ottenerli -
spiegò concentrata Hermione
- Secondo Ron basta che mi fermo da Lumacorno dopo la lezione -
disse Harry
- Dubito che possa funzionare, ma non possiamo escludere questa ipotesi -
disse scettica mentre la campanella suonava
- Cavolo, faccio tardi per Aritmanzia! Ci vediamo dopo a pozioni -
disse dando un rapido bacio al ragazzo e avviandosi verso il castello.
Harry rimase li, nella neve alta, con un principio di mal di testa che premeva dietro la fronte
- Ah… dannazione! -
borbottò strofinandosi la fronte.
 
L’aula di pozioni era come sempre piena di vapori e strani fumi. Lumacorno si aggirava allegro spiegando la lezione
- Quest’oggi parliamo di antidoti ragazzi! Chi sa dirmi cosa dice la terza legge di Golpalott… ma naturalmente la signorina Granger -
esclamò gioviale. Hermione recitò tutto d’un fiato: “La terza legge di Golpalott dice che l’antidoto per un veleno composto è maggiore della somma degli antidoti di ciascuno dei singolo componenti
- Esatto! Dieci punti a Grifondoro. Ora se cerchiamo di capire cosa ci dice Golpalott…-
continuò il professore. Harry guardò perplesso Ron, a parte Hermione sembrava che nessuno avesse capito niente di ciò che Lumacorno stesse spiegando.
- La lezione di oggi dunque sarà la fabbricazione di un antidoto. Forza, prendete una fiala dalla mia scrivania… avete un’ora di tempo -
concluse. Prima che qualcuno potesse aver capito qualcosa Hermione era già preso la sua fiala e acceso il calderone. Harry prese il suo veleno e accese la fiamma
- È un peccato che il principe non possa aiutarti, qui non servono scorciatoie, qui si tratta di capire il concetto e la teoria -
gongolò Hermione. E a quanto pare aveva ragione, nonc’era nessun suggerimento nella pagina sugli antidoti. Evidentemente anche il principe non aveva avuto problemi a capire la terza legge di Golpalott.
Dopo circa quaranta minuti la sua fama di pozionista stava per essere distrutta. Ron era nella sua stessa situazione mentre Hermione lavorava senza sosta utilizzando incantesimi non verbali.


- Forza ragazzi, mancano due minuti -
annunciò Lumacorno.
Harry sfogliò veloce le pagine del libro. Possibile che non ci fosse neanche un piccolo aiuto, una piccola annotazione?
Finalmente la trovò, scribacchiata vicino ad una lista di antidoti

Ficcagli un Bezoar in gola
 
Un Bezoar. Harry si ricordò del suo primo anno e della spiegazione di Piton. Il Bezoar era una piccola pietra che si trovava nella pancia delle capre e capace di fermare la maggior parte dei veleni.
Si avviò veloce all’armadio delle scorte e si mise a cercare
- Un minuto! -
Probabilmente se ci fosse stato Piton lo avrebbe ammazzato ma con Lumacorno poteva rischiare. Finalmente trovò una scatoletta con la scritta “Bezoar”, dentro si trovava una piccola pietra simile ad un rene rinsecchito. Lo prese e torno di corsa al suo posto proprio mentre Lumacorno cominciava a osservare i lavori.
Passò velocemente fino al loro tavolo. Hermione aveva i capelli crespi leggermente gonfi ed era sporca di fuliggine sul viso. Il suo antidoto contava circa quarantadue ingredienti.
- E tu Harry? -
domandò il professore guardandolo. Il ragazzo tese il palmo della mano aperto con sopra la pietra.
Lumacorno lo osservò per un attimo stupito, Harry sentiva il sudore colare sulla schiena. Si guardarono negli occhi, poi Lumacorno scoppiò a ridere e la sua risata risuonò per l’aula
- Un Bezoar! Certamente è una buona soluzione a moltissimi veleni, ma non sempre ce ne è uno a portata di mano -
disse prendendo la pietra e mostrandola alla classe continuando a ridacchiare
- Cinque punti per la sfacciataggine! Bene per la prossima volta…-
continuò.

- Non ci credo! E ci hai pensato da solo al Bezoar vero Harry?! -
sibilò Hermione dandogli un pugno sul braccio
- Ehi piano. Sei carina arrabbiata e sporca di fuliggine…-
provò il ragazzo
- Lasciami stare! -
sbottò seccata e prendendo le sue cose
- Cavolo potevi dare un Bezoar anche a me -
disse Ron
- Saremmo sembrati stupidi Ron! -
disse Harry mentre osservava la classe svuotarsi
- Già. In bocca al lupo con Lumacorno -
disse abbattuto il rosso lasciandolo solo con il professore.
- Harry, farai tardi -
disse l’uomo girandosi e notando il ragazzo
- Professore… ecco, io mi chiedevo… mi chiedevo cosa sa degli Horcrux -
disse titubante Harry
- C-come hai detto? Chi… chi… Silente! Lui ti ha fatto vedere quel ricordo, non è vero? -
Lumacorno sbiancò e cominciò a tamponarsi la fronte con un fazzoletto. Il ragazzo scelse di dire la verità e annuì
- Beh… come hai potuto vedere da quel ricordo io non so nulla degli Horcrux… nulla! -
disse ripetendo l’ultima parola, come per convicere se stesso
- Professore, io pensavo che in quel ricordo ci fosse… qualcos’altro -
- Ti sei sbagliato. SBAGLIATO! -
esclamò Lumacorno prima di uscire dall’aula sbattendo la porta.
 
Dopo cena, nella sala comune, ne Ron ne Hermione sembravano troppo dispiaciuti per il suo tentativo fallito. La ragazza ribolliva di rabbia per il Bezoar mentre Ron per il fatto che l’amico non ne avesse dato uno anche a lui
- Ti ripeto che sarebbe stato stupido. Mi serviva ammorbidirlo per sapere degli Horcrux -
disse esasperato Harry
- Anche se alla fine non è servito a nulla -
disse abbattuto. Hermione lo osservò un attimo prima di sbuffare e alzarsi, ritornò poco dopo dando un piccolo buffetto con un libro sulla testa del ragazzo
- Ahi! Ma che…? -
- Quando oggi mi hai detto degli Horcrux sono andata a cercare qualcosa in biblioteca…-
spiegò Hermione passandogli il libro
- Strano, non l’avrei mai detto -
si intromise Ron
- Non ho trovato nulla. Niente di niente, quello è l’unico riferimento agli Horcrux… vai dove c’è il segno -
continuò Hermione.
Harry osservò il libro. Era nero e segnato dagli anni, sembrava il classico libro di magia nera. A caratteri dorati sbucciati sul dorso si leggeva: Delle Magie Fetide e Putridissime. Lo aprì al segno lasciato dalla ragazza
- Dell’Horcrux la più malvagie delle magie, non discorreremo ne daremo istruzioni -
lesse perplesso Harry
- Perchè citarlo allora? -
domandò
- Non saprei. Credo che sia qualcosa di talmente oscuro e proibito che va oltre la normale magia nera -
disse cupa Hermione guardando il caminetto mentre un ciocco di legno si spezzava con uno schiocco secco.
 
Febbraio sciolse la neve e portò con se venti umidi e pioggia. Fu per questo che la prima lezione di smaterializzazione invece di svolgersi all’aperto fu spostata all’interno del castello, nella Sala Grande.
I quattro grandi tavoli erano stati tolti per creare un unico grande spazio, riempito per l’occasione da centinaia di cerchi di legno.
I direttori delle case si stavano occupando della gestione degli studenti
- Malfoy! Al tuo posto -
esclamò la professoressa McGranitt. Il Serpeverde si allontanò da Goyle, con il quale sembrava aver appena litigato.
- Harry dove vai? -
domandò Hermione. Il ragazzo si era mosso in direzione del Sepeverde. Non rispose e cercò di mettersi dietro a Malfoy, che nel frattempo stava continuando a discutere con Goyle
- Senti, non so ancora quanto tempo ci vorrà. La cosa sta risultando più difficile di quello che credessi, voi dovete continuare a fare la guardia e…-
stava dicendo il ragazzo
- Io di solito dico ai miei amici cosa faccio se chiedo loro di fare la guardia a qualcosa -
lo interruppe Harry. Il Serpeverde si voltò e fece per prendere la bacchetta, ma nello stesso istante tutti e quattro i direttori delle case gridarono: “Silenzio!”. Malfoy si girò rosso in faccia e Harry si chiese per l’ennesima volta cosa stesse nascondendo.
 
Nella sala entrò l’istruttore. Era basso e aveva capelli e barba di un bianco quasi incolore, forse a causa delle troppe smaterializzazioni. Harry si ripromise di restare fedele alla sua Firebolt
- Salve ragazzi, sono Wilkie Twycross e sarò il vostro istruttore di Materializzazione per le prossime dodici settimane -
disse l’uomo camminando avanti e indietro
- Le cose importanti da ricordarsi quando ci si Materializza sono le tre D. Destinazione, determinazione e decisione -
spiegò con enfasi
- Per prima cosa: concentratevi sulla vostra destinazione. In questo caso, il cerchio. Forza! -
Tutti si guardarono intorno per vedere se anche gli altri stavano guardando il proprio cerchio, poi si concentrarono sul loro
- Seconda cosa: la vostra determinazione di entrare nel cerchio. Dovete pensare al vostro corpo che attraversa lo spazio che separa voi dal cerchio -
Ernie Macmillan, a qualche metro da Harry, era così concentrato che sembrava dovesse implodere da un momento all’altro. Soffocando le risate il ragazzo si concentrò sul cerchio
- Ultima, ma non meno importante: la decisione con cui ci si muove. Fate un giro su voi stessi e pensate di portarvi dentro al cerchio. Vi ricordo che il vostro preside ha infatto in modo che ci si possa materializzare solo dentro questa sala, se provate a uscire vi farete soltanto del male. Ora provate -
disse infine l’istruttore.
Tutti erano terrorizati all’idea di doversi smaterializzare così presto. Harry fece un giro su stesso e quasi perse l’equilibrio. Neville era disteso a terra mentre Ernie si trovava all’interno del suo cerchio tutto eccitato, finchè non vide Seamus ridere di lui
- Fa niente ragazzi. Riprovate -
disse l’istruttore.
Provarono molte volte, ma non successe nulla finchè ad un certo punto per la sala echeggiò un urlo. Susan Bones era all’interno del suo cerchio, tranne la sua gamba destra, che era rimasta al punto di partenza. Con una piccola esplosione tutto ritornò alla normalità
- Lo spaccamento, ossia la separazione di parti casuali del corpo, avviene quando non c’è abbastanza determinazione -
spiegò Twycross agli studenti mentre Susan accanto a lui continuava a toccarsi, terrorizzata, la gamba.
Alla fine della lezione lo spaccamento di Susan era la cosa più eccitante che fosse successa
- Bene ragazzi, ci vediamo la settimana prossima. Ricordate: Destinazione. Determinazione. Decisione! -
li salutò Twycross facendo evanescere i cerchi di legno e uscendo con la professoressa McGranitt.
 
La giornata era fresca e ventosa. Le fronde degli alberi si muovevano producendo un delicato fruscio mentre Harry e Hermione camminavano sui prati
- Hai riprovato con Lumacorno? -
domandò Hermione
- Si, ma ogni volta che provo a parlargli scappa o si inventa qualche scusa -
disse Harry osservando il profilo del castello
- Mmm… vedrai che troverai un modo. Cambiando discorso, oggi al bagno delle ragazze una certa ragazza di nome Romilda Vane parlava di come farti arrivare una scatola di cioccocalderoni ripieni di filto d’amore per San Valentino -
buttò li la ragazza
- Cosa? Non potevi sequestrarli? -
- Non aveva con se la scatola, altrimenti lo avrei fatto -
- Ma… i prodotti Weasley non sono vietati a Hogwarts? -
domandò perplesso Harry
- Quando mai è stato un problema… Fred e George li fanno arrivare come sciroppi o pozioni curative -
spiegò Hermione
- Sei informata bene…-
la punzecchiò il ragazzo ridendo
- C’era scritto sulla confezione quest’estate. Di certo non vado in giro a dare pozioni alla gente -
replicò con una smorfia Hermione
- No, infatti… la gente la confondi solo. Ahi! Devi toglierti questa brutta abitudine Herm -
disse Harry massaggiandosi il braccio
- Dannazione, ci mancava solo questa. Con tutte le cose a cui devo pensare…-
aggiunse il ragazzo. Hermione ridacchiò e gli diede un leggero bacio prima di sussurargli all’orecchio
- Fai attenzione a quello che accetti -
e si avviò verso il loro albero. Harry rimase pensoso un attimo
- Ma poi… qual’è Romilda Vane?! -
esclamò correndogli dietro.
 
Marzo arrivò umido e carico di pioggia.
Erano appena scesi nella sala comune quando lessero che l’uscita a Hogsmade era stata annullata
- Miseriaccia, era il giorno del mio compleanno. Sarebbe stata una giornata perfetta. Ora non mi resta altro che la lezione di Materializzazione… bella roba -
si lagnò Ron avvilito mentre scendevano per fare colazione
- Se ci pensi è logico. Dopo quello che è successo a Katie…-
disse Harry.


La mattina del primo Marzo Harry e Ron furono svegliati da Seamus e Dean che scendevano
- I regali! Ehi, bel bottino quest’anno -
esclamò Ron osservando la pila di regali, portata probabilmente dagli elfi domestici nel corso della notte
- Auguri amico -
disse distrattamente Harry mentre lanciava un pacchetto a Ron e nel frattempo cercava la mappa del Malandrino.
Scartò il suo mantello dell’invisibilità e tirò fuori una scatola di Cioccocalderoni al Whiskey incendiario inviatogli da Romilda Vane per San Valentino. Sbuffò e tirò fuori la pergamena
- Giuro solennemente di non avere buone intenzioni -
sussurrò rivelando la mappa di Hogwarts
- Ehi guarda qui… quasi quasi divento maggiorenne anche l’anno prossimo -
disse Ron mostrandogli un orologio d’oro con dei pianeti sul quadrante
- Mmm… forte. Strano, non trovo Malfoy -
borbottò Harry gettando uno sguardo all’amico
- Non è possibile -
biascicò il rosso che nel frattempo stava mangiando un Cioccocalderone
- Andiamo, se non ti sbrighi dovremo andare alla lezione di Materializzazione a stomaco vuoto… chissà, magari è meglio -
aggiunse Ron, scrollò le spalle e prese altri due Cioccocalderoni
- Fatto il misfatto -
disse poco convinto Harry. Osservò l’amico che era rimasto fermo a osservare la finestra rigata di pioggia
- Andiamo? -
- Vai tu… io non ho fame -
- Cosa? Ma hai appena detto…-
disse sbigottito il ragazzo
- Va bene, va bene. Ma non mangio -
Ron aveva un aria triste
- Ti senti bene? Hai mangiato qualche dolce che ti hanno regalo o…-
- Harry, lei non sa che esisto! -
esclamò all’improvviso il rosso
- Che… di che diavolo parli?! -
domandò sempre più perplesso Harry. Lei? Che si riferisse a Luna? Eppure ultimamente sembravano passare molto tempo insieme, non sembrava che lei non sapesse che lui non esistesse
- Ma di Romilda Vane, no? -
disse Ron assumendo un’aria felice mentre diceva il suo nome
- Cos… dannazione! Non avrai mica mangiato quei Cioccocalderoni vero? -
Harry cercò la scatola di cioccolatini e la vide aperta sul letto dell’amico
- Erano un regalo -
Ron fece per prenderne un altro, Harry gli tolse la scatola dalle mani
- Cavolo Ron! Questi erano i cioccolatini con il filtro d’amore di Romilda Vane, mi sono scordato di liberarmene -
disse il ragazzo. La scatola era finita per sbaglio nella pila di regali mentre lui svuotava il baule in cerca della mappa del Malandrino
- Romilda? La conosci? Me la puoi presentare? -
lo supplicò Ron speranzoso. Harry non sapeva se ridere o preoccuparsi… i filtri d’amore non scadono, o no?
- Va bene, te la presento. Andiamo -
si arrese infine. Avrebbe portato l’amico da Lumacorno.

Nella sala comune c’era Hermione che leggeva un libro seduta su una poltrona
- Ehi… che succede? -
li salutò osservando lo strano comportamento di Ron, che continuava a lisciarsi i capelli ed aggiustarsi la divisa
- Harry mi presenta Romilda! -
esclamò eccitato saltando da un piede all’altro
- I Cioccocalderoni…-
spiegò Harry ad una allibita Hermione
- Li ha mangiati -
aggiunse
- Cosa?! Scherzi? -
- Li avevo scordati nel baule e oggi sono finiti nella sua pila di regali -
- Non ci posso credere. E ora dove state andando? -
domandò Hermione
- Lo porto da Lumacorno. Credo che il filtro sia scaduto -
spiegò Harry
- Mmm… d’accordo, volete che vi accompagno? -
domandò la ragazza. Ron si intromise
- No! Questa è una faccenda tra maschi -
disse Ron con un sorriso a trentadue denti
- Detta così è brutta come frase…-
borbottò Harry
- Ok, allora a dopo -
Hermione rise e salutò Harry con un bacio prima di rimettersi a leggere il suo libro.
Per le scale incrociarono Luna che sorrise loro raggiante
- Buon compleanno Ronald! -
- Si, grazie. Ora scusa ma Harry deve presentarmi Romilda Vane -
disse Ron tirando l’amico
- Ti spiego tutto più tardi… anzi, lo farà questo testone di persona! -
esclamò Harry mentre spingeva via il rosso prima che potesse fare altri danni. Luna sorrise gentile come sempre
- A più tardi -
 
Harry bussò alla porta del professore di pozioni
- Harry! Che ci fai così presto, di solito il sabato dormo fino a tardi -
lo accolse un assonnato Lumacorno in pigiama
- Mi dispiace professore, è urgente -
spiegò Harry
- È qui? Perchè da Lumacorno? -
Ron cercava di infilarsi tra Harry e la porta. Il ragazzo colse lo sguardo interrogativo del professore
- Filtro d’amore… penso sia scaduto. La prego -
- D’accordo, entrate -
li accolse il professore.
Ron entrò di corsa e inciampò
- Non preoccuparti ragazzo, non è ancora arrivata -
disse Lumacorno aiutandolo a rialzarsi e mettendolo seduto su un divanetto
- Perchè non hai preparato tu l’antidoto Harry? -
domandò l’uomo prendendo alcune boccette dal suo armadio
- Beh, ecco… avevo paura di sbagliare qualcosa -
borbottò Harry
- Mmm… in effetti alcuni filtri col tempo potrebbero irrobustirsi ed avere qualche effetto collaterale -
continuò Lumacorno mischiando alcuni ingredienti. Infine tese un bicchierone pieno di un liquido azzurro brillante
- Tieni è un tonico per i nervi -
disse offrendolo a Ron, che con un solo gesto prese il bicchiere e lo bevve. La sua espressione euforica si affievolì. Il ragazzo si accasciò mollemente sul divano
- Sei tornato tra noi? -
sorrise Harry
- Qui ci vuole qualcosa per sollevare gli animi. Ho giusto qualcosa che fa al caso nostro, pensavo di darla a Silente per Natale ma… non si può sentire la mancanza di qualcosa che non si è mai ricevuto, no? -
disse Lumacorno prendendo una bottiglia di idromele barricato di Rosmerta. Versò tre bicchieri e li passò ai ragazzi
- Alla nostra… e all’amore -
ridacchiò alzando il calice, imitato da Harry. Ron non perse tempo e buttò giù il liquido ambrato.
Harry capì che qualcosa andava per il verso sbagliato, subito dopo aver bevuto il rosso si accasciò a terra tremando in preda alle convulsioni
- Professore, che succede? Faccia qualcosa! -
esclamò Harry inginocchiato vicino all’amico. Lumacorno era pietrificato e osservava la scena balbettando
- Io… io -
Il ragazzo si alzò di scatto e andò verso l’armadio del professore, Ron nel frattempo schiumava dalla bocca
- Resisti, resisti dannazione! -
esclamò mentre rovistava tra i vari ingredienti. Finalmente vide ciò che cercava, una scatolina con una piccola pietra simile ad un rene. La prese e ritornò dall’amico, che nel frattempo aveva smesso di respirare. Prese il Bezoar e lo mise in gola a Ron
- Dai… dai… cazzo si! -
urlò mentre Ron riprendeva a tossire e si girava per vomitare sul pavimento.
 
Ron dormiva sul letto dell’infermeria mentre i suoi amici e familiari erano attorno a lui
- Non era così che volevamo dargli il nostro regalo di compleanno -
disse George mentre osservava il fratello e posava un enorme scatola sul comodino
- Già, nella nostra visione era allegro e non svenuto in un letto dell’infermeria -
concluse Fred
- Dove sono mamma e papà? -
aggiunse George
- Stanno parlando con la McGranitt e Silente -
disse Ginny, che sedeva ai piedi del letto del fratello
- Cavolo Harry, meno male che c’eri tu! -
esclamò Fred osservando il ragazzo
- Ringrazia che ci fosse un Bezoar tra le scorte di Lumacorno -
disse Harry passandosi una mano tra i capelli
- Comunque chi mai avrebbe voluto avvelenare Lumacorno? -
domandò pensosa Ginny
- Non Lumacorno. La bottiglia era un regalo per Silente…-
precisò Harry
- Chiunque abbia pensato a tutto ciò non è una persona intelligente. Doveva fare i conti con l’ingordigia di Lumacorno, sapendo che molto probabilmente avrebbe tenuto qualcosa di così ghiotto per se -
osservò Hermione.
Dopo qualche minuto entrarono i Weasley ringraziando Harry
- È il secondo membro della nostra famiglia che salvi. Benedetto il giorno in cui Ron si è seduto vicino a te sul treno per Hogwarts -
disse la signora Weasley abbracciando il ragazzo.
 
Harry e Hermione lasciarono i  Weasley da soli. Si avviarono verso un cortiletto esterno, era una serata chiara e fresca. Le stelle vibravano nel cielo terso
- Mai un attimo di pace eh? -
osservò Hermione
- Non me lo dire -
ridacchiò Harry allentando la tensione che aveva addosso. Hermione posò la testa sulla spalla del ragazzo
- Sei ancora arrabbiata per il Bezoar? -
domandò lui tirandogli scherzosamente una ciocca di capelli
- Come potrei? Anche se quel libro continua a non piacermi e lo sai bene -
mormorò Hermione guardandolo negli occhi. Nocciola e Smeraldo si fusero insieme ancora una volta, poi le loro labbra si toccarono, prima fugacemente e poi avide come se non si incontrassero da tempo.
 
 
 
CIUUUUUAAAAAAAOOOOO SPETTINATIIIIIIIIIIIIIII!!!
 
Quanto tempo? Rispondo io va… troppo e lo so bene. Come sempre mi scuso con voi, ma ho fatto di tutto per portarvi questo capitolo e finalmente ci sono riuscito.
Mi scuso una seconda volta perchè so bene che ora come ora sto seguendo troppo il filo narrativo del libro, mettendo poche scene di mia fantasia. Ma vi prometto che il finale della storia e il terzo racconto saranno esplosivi e si discosteranno un po’ di più dai racconti originali (com’è giusto che sia d’altronde).
Passiamo alle dediche e ai saluti. Questo capitolo è per Natsumi, che con pazienza finalmente riesce a vedere la luce di questo capitolo.
E infine un saluto a tutti voi, miei fedeli Spettinati, che con pazienza seguite questa storia. Un abbraccio spettinante a:


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