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Autore: Sasu61mito    13/05/2008    4 recensioni
Naruto e Sasuke, un segreto oscuro nel loro passato li divide, e un dispetto rischia di separarli per sempre.... ma ci pensa la scuola a riavvicinarli!! Finale piccante, ho provato a seguire i vostri consigli!! ^__^ Leggete e commentateeeee!!!
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Il bambino porta-sfortuna

Il bambino porta-sfortuna



Era sempre stato tenuto alla larga da tutti, fin da bambino.

Dicevano che era sporco, che faceva paura, lo prendevano in giro perché era solo.

E lui piangeva, perché non aveva una mamma e un papà come tutti.

La Casa Famiglia in cui viveva era accanto a una scuola, dall’asilo alle superiori, e anno dopo anno aveva incontrato bambini sempre diversi che avevano sempre le stesse reazioni, perché lui era uno di ‘quelli’, uno dei bambini ‘sbagliati’.

Soltanto un bambino sbagliato.

Avrebbe voluto un amico con tutto sé stesso, e un tempo, per u breve periodo, lo aveva anche avuto... ma poi c’era stato quell’incidente, e nessuno gli si era più avvicinato... e allora, piano piano, aveva sentito una forza strana crescere dentro di lui, la forza oscura dell’odio che non guarda in faccia nessuno.

La sentiva nello stomaaco, come un demone, come il fuoco, e quando qualcuno lo provocava, lui reagiva. Reagiva sempre.

Anche quel giorno stava picchiando un compagno di scuola che lo aveva preso in giro, e l colpiva con i calci mentre quello stava rannicchiato a terra, e gemeva ad ogni colpo.

Ragazzo: basta... ti prego!!

???: chiedi pietà??! Potevi pensarci prima, bastardo!!

Respirava pesante, lo colpiva da più di dieci minuti, e iniziava ad essere stanco.

???: vaffanculo!

Gridò, con un ultimo calcio.

Il ragazzo mormorò qualcosa, coprendosi la faccia sanguinante e tremando sul pavimento, e Naruto Uzumaki, diciotto anni, finalmente lo lasciò perdere, ma non prima di avergli sputato addosso, per fargli pagare tutte le volte che era stato offeso.

Naruto: io ricordo ancora quando a sei anni mi prendevi in giro!

Gli voltò le spalle e lo lasciò massacrato nel suo angolino, mentre tornava indietro lungo il corridoio e si puliva le mani insanguinate nei pantaloni.

Anche quel giorno, giustizia era stata fatta.





Quando rientrò in classe la lezione era già iniziata e il professor Kakashi se lo vide entrare senza bussare e lo fissò perplesso per un attimo.

Kakashi: Naruto, ti rendi conto che sei in ritardo di venti minuti?

Naruto: ero in bagno.

Freddo, guardò male il professore e raggiunse il suo banco in ultima fila, stravaccandosi sulla sedia e incrociando le gambe sopra il banco. Mentre il professore lo fissava allibito e i compagni mormoravano alle sue spalle, lui vide una macchia di sangue sulle scarpe e ci sputò sopra per pulirla.

Kakashi: ehm... va bene, riprendiamo la lezione.

Il professore sospirò, sistemando la sciarpa pesante che gli copriva il viso fino al naso. Naruto faceva sempre così, non c’era nulla che potevano dirgli. Ci avevano provato, ma avevano fallito completamente. E visto che a bocciarlo lo avrebbero rovinato ulteriormente, avevano deciso di cercare di aiutarlo.

Mentre lui riprendeva a parlare di qualche noioso e inutile argomento, Naruto si accomodava meglio sulla sedia e sbuffava.

Non ascoltò la lezione, non si degnò nemmeno di stare sveglio, per essere sinceri. Si addormentò con il collo contro lo schienale e un filo di bava alla bocca, finché all’improvviso non fu sbattuto giù dalla sedia.

???: svegliati, volpe!

Naruto si rialzò con una sonora parolaccia, massaggiandosi il sedere, e vide un bel moretto che lo fissava dall’alto in basso.

Naruto: teme! Che cazzo fai?!

???: il mio nome è Sasuke Uchiha, per te Uchiha. Alza il culo, il professore ci ha assegnato allo stesso progetto.

Naruto: eh?

Il moretto sbuffò, evidentemente annoiato.

Sasuke: mentre te la dormivi della grossa il professor Kakashi ha detto che dobbiamo fare una ricerca a coppie, e io per sfiga sono finito con te.

Naruto: cosa? Che palle! Te lo scordi, fattela da sola!

Sasuke: mi piacerebbe, ma sfortunatamente il professore dice che dobbiamo presentarla insieme, quindi dobbiamo vederci almeno una volta per farti imparare quello che devi dire.

Naruto sbuffò sonoramente, squadrando in cagnesco il moretto.

Naruto: non ne ho la minima voglia!

Sasuke: se non lo farai non ti pareranno più il culo. Ti promuovono per culo ogni anno, se inizi a fare cazzate te lo sogni l’avanzamento di classe! Sveglio come una volpe, eh?

Naruto arrossì per la rabbia, stringendo il pugno destro.

Naruto: ma che ne sai, eh?! Zitto, brutto stronzo, tu non capisci nulla! E non ho la minima intenzione di aiutarti con quella cazzo di ricerca!

Il biondino si voltò di scatto e si allontanò a passi pesanti, urtando i banchi nell’aula.

Sasuke: ti concedo una settimana per pensarci, dobe! E non voglio un rifiuto!




Naruto sbatté la porta della sua stanza con violenza inaudita, rischiando di scardinarla. A quel punto si gettò sul letto e affondò la faccia nel cuscino di piume d’oca, stringendolo tra le dita con rabbia.

Sasuke Uchiha! Proprio lui!

Tra tutte le persone, gli era capitata proprio quella peggiore.....


FLASHBACK


Due bambini si tenevano per mano, accucciati contro un muro.

Con la schiena contro la parete e le piccole dita intrecciate, cantavano una canzoncina che non aveva mai fine, fissando il cielo terso e brillante.

All’improvviso il biondino scoppiò a ridere, additando il pallone di alcuni bambini che giocavano più in là, che era andato a finire su un albero.

Naruto: che tiro storto!

Sasuke: sì, non sanno proprio giocare!

I due bambini si scambiarono uno sguardo e sorrisero teneramente.

Erano migliori amici da un po’ di tempo ormai.

Naruto era entrato nella casa-famiglia a tre anni, dopo essere passato per diversi orfanotrofi e una famiglia in affidamento, mentre Sasuke era arrivato quattro anni dopo.

All’inizio c’erano state delle incomprensioni tra loro: erano aggressivi, Sasuke se ne stava per i fatti suoi, e ogni volta che si incrociavano finivano per attaccar briga. Le suore che si prendevano cura di loro non sapevano più come fare per non farli accapigliare in mezzo ai corridoi, finché un giorno i due bambini non si erano trovati soli in una stanza.

Sasuke: che ci fai qui?

Naruto: scappo dalle suore.

Sasuke: hai combinato un’altra delle tue marachelle, vero?

Naruto: ...

Sasuke: beh, non mi interessa. Io sono qui per prendere dei gessetti, spostati dall’armadietto.

Naruto: io ti odio...

Sasuke: cosa hai detto?

Naruto: ho detto che TI ODIO!! Te ne stai lì e guardi tutti dall’alto al basso come se fossi chissà chi, ma anche tu sei un orfano come tutti noi e non hai alcun diritto di sentirti superiore, perché non lo sei!!!

Sasuke: ...e tu che ne sai??! Io sono diverso da voi! Voi non sapete nemmeno chi siano i vostri genitori, ma i miei sono morti!! Io li ho conosciuti e poi li ho persi, voi non sapete cosa vuol dire perdere qualcosa che si ha!!!

Naruto era rimasto molto colpito dalle parole di quel moretto spocchioso. Lo aveva sempre visto freddo e indifferente, ma all’improvviso vedeva le lacrime luccicare nei suoi occhi e i suoi piccoli pugni chiusi... e lo sentì... vicino.

Anche il freddo Sasuke soffriva come tutti loro, dopotutto.

Con timidezza gli si era avvicinato e lo aveva abbracciato, cercando goffamente di confortarlo alla sua maniera.

Naruto: scusa... io non lo sapevo...

E Sasuke, singhiozzando, si era stretto a lui.

Da quel momento il biondino e il moretto erano diventati una coppia inseparabile, e si vedevano sempre insieme, spesso mano nella mano.

Le suore dicevano che era un miracolo, ma gli altri bambini li guardavano storto.

Quel giorno, mentre Naruto e Sasuke guardavano i compagni che giocavano a calcio, il pallone rotolò fino ai loro piedi, calciato male da un ragazzino tozzo.

Tutti smisero di giocare e li fissarono da lontano. Nessuno degli altri voleva avvicinarsi, nessuno voleva parlare con loro.

Naruto si alzò in piedi, timidamente, e tese verso di loro il pallone.

Naruto: ecco, tenete...

Ragazzino: no, non lo vogliamo più adesso che l’hai toccato!

Naruto: che... che cosa?

Ragazzino: ci fa schifo se tu ci hai messo le mani sopra!!

Naruto sentì un’ondata di rabbia serrargli lo stomaco, e prima di pensarci lasciò cadere il pallone e si gettò addosso al bambino che aveva parlato, gridando.

Sasuke: Naruto, no!!!

In un attimo la zuffa si trasformò in una gigantesca battaglia tutti contro tutti, e Naruto e Sasuke si trovarono sopraffatti dagli altri bambini.

Le suore corsero a dividerli, ma non fecero in tempo.

E quando il gomito di Naruto colpì la tempia di Sasuke, e lui cadde a terra privo di sensi, tutti raggelarono.


FINE FLASHBACK


Naruto strinse i pugni sul cuscino, digrignando i denti.

Era passato tanto tempo da quel ricordo, perché gli tornava in mente ora?

Forse perché dopo tanti anni gli aveva parlato... Di nuovo, aveva incrociato gli occhi di Sasuke e aveva sentito la sua voce roca...

All’improvviso sentì un brivido caldo lungo la schiena.

Naruto: no, stupido, no!

Sfregò il naso nel cuscino, cercando di scacciare i pensieri che gli avevano attraversato la mente.

Più stava lontano da Sasuke, più si costringeva a tenerlo a distanza, e più lui faceva breccia silenziosamente nel suo cuore, e scivolava sempre più a fondo, sempre più a fondo... Da molto tempo ormai Naruto sospettava di...

Naruto: NO!!!

Si alzò di scatto, ansimante, e sentì il viso accaldato.

Naruto: ...sono solo uno stupido......

Strinse di nuovo i pugni, e si piegò su sé stesso.

Non avrebbe mai fatto coppia con Sasuke Uchiha, né per quella ricerca, né per nessun altra ragione.




Una settimana era passata rapida come un fulmine.

Naruto non aveva neanche fatto in tempo a contare i giorni che passavano, che all’improvviso era arrivato di nuovo martedì, e Sasuke lo aveva bloccato all’uscita dall’aula.

Sasuke: ho già fatto la ricerca, vieni che ti do...

Naruto: no.

Sasuke si bloccò a metà parola, irritato.

Sasuke: come hai detto?

Naruto: hai sentito bene, ho detto no! Non voglio fare questa stupida ricerca con te, e al diavolo i voti!!

In uno scatto d’ira Naruto spintonò Sasuke, e lo vide sbattere contro la porta bianca dell’aula.

Un terribile flashback gli tornò alla memoria, e rivide il suo bel volto di bambino macchiato di sangue e polvere, gli occhi chiusi sulle guance pallide... Impallidì bruscamente, arretrando piano.

Naruto: i-io... scusa, non so che cosa...

Confuso, incrociò lo sguardo stupito di Sasuke, e si sentì terribilmente in colpa. Distogliendo gli occhi bruscamente, corse fuori nel corridoio, e verso la sua stanza.

Naruto: “via, via, via di qui!”

Arrivò nella stanza senza fiato, e si sbatté la porta alle spalle per poi appoggiarvisi contro, e scivolare lentamente a terra. Si mise le mani nei capelli, gemendo piano, e sentì gli occhi pizzicare e un nodo in gola.


FLASHBACK


Naruto: Sas’ke! Sas’ke! Sigh, sniff... Ti prego, apri gli occhi! Sas’ke! Scusami, non volevo!! Sigh!! Non volevo!!!


FINE FLASHBACK


Naruto: merda!!

Si rialzò in piedi di scatto, e prese a camminare attraverso la stanza a grandi passi.

Lo aveva rifatto. Aveva di nuovo fatto del male a Sasuke!
Per questo non voleva avvicinarsi a lui, non voleva, non voleva! Ogni volta che lui e Sasuke si avvicinavano, al moretto succedeva qualcosa di brutto... E Naruto non poteva sopportarlo.

Sentì le lacrime bagnargli gli occhi, inarrestabili, quand’ecco che all’improvviso la porta si spalancò di colpo, facendolo sussultare.

Si girò di scatto e vide Sasuke in piedi sulla soglia, con gli occhi accesi e il respiro corto.

Naruto: Sa-Sasuke...!!

Sasuke: zitto!

Di scatto il moretto entrò nella stanza e richiuse violentemente la porta. A quel punto crollò bruscamente il silenzio, mentre i due si studiavano a vicenda.

Naruto si accorse di avere ancora gli occhi lucidi, e allora si voltò e se li asciugò in fretta, vergognoso.

Naruto: Sas...Uchiha, che-che ci fai qui?!

Ahh, la sua voce era incrinata...!

Sasuke si accorse in quel momento che Naruto stava per piangere, e tutta la rabbia con cui si era precipitato lì sfumò all’improvviso.

Era venuto intenzionato a cantargliene quattro, a dirgli di non permettersi mai più di toccarlo... ma ora... vedendolo così... gliene mancava il coraggio.

Sasuke: ...tutto bene?

Naruto si voltò di scatto, arrossendo.

Naruto: e a te cosa interessa???

Sasuke si irrigidì, e rispose freddamente.

Sasuke: niente, forse.

Naruto vide nei suoi occhi un’espressione ferita, e subito si sentì in colpa.

Frustrato, chinò il capo e strinse i pugni.

Naruto: io non intendevo... senti, cosa vuoi? Se sei qui per insultarmi, non ce n’è bisogno... Non volevo spingerti, mi dispiace.

Sasuke strabuzzò gli occhi.

Sasuke: mi stai davvero chiedendo scusa, dobe?

Naruto arrossì, ed evitò i suoi occhi.

Naruto: se non c’è altro, puoi anche andartene...

Sasuke si guardò intorno, perplesso.

Era arrivato convinto di dover urlare, e invece l’atmosfera si era fatta improvvisamente... strana: Naruto gli chiedeva scusa, lui non sapeva come mandarlo al diavolo, e tutto, all’improvviso, gli ricordava quello che erano stati un tempo.

Quella stanza era impregnata dell’odore di Naruto. In ogni cosa, in ogni angolo, c’era il suo profumo dolce di vaniglia... che lo stordiva. Come quando erano bambini, il suo profumo lo avvolgeva e gli faceva sentire che andava tutto bene. Che tutto era perfetto.

Cosa era successo poi?

Perché tutto era cambiato?

Sasuke strinse i pugni.

Oh, lo sapeva bene perché......


FLASHBACK


In un letto di ospedale, con tanti tubicini attorno al corpo, un bambino urlava.

Sasuke: Naruto!! Dov’è Naruto???! Voglio vederlo!!!

Suora: stai calmo! Non sei ancora in forze, stenditi! Sorella! Sorella, aiutami a tenerlo fermo!

Sasuke: perché Naruto non è qui?!! Dov’èèèè!!!

---

Sasuke si avvicinò a Naruto sorridendo speranzoso.

Sasuke: Naruto, sono uscito dall’osp...

La mano che tendeva fu scostata con freddezza, i suoi occhi evitati completamente.

Naruto: stammi lontano... non voglio più averti tra i piedi... smidollato!

E il biondino corse via, di fronte allo sguardo ferito e allibito del moretto...


FINE FLASHBACK


Il ricordo dell’abbandono, di quell’abbandono inspiegabile e immotivato, raffreddò notevolmente Sasuke, che per un attimo fu seriamente tentato di andarsene.

Ma poi gli occhi umidi di Naruto lo fermarono.

Il biondino era tipo da massacrare di botte mezza scuola, se voleva. Non era possibile che si fosse messo a piangere solo per una spintarella da nulla... in fondo non gli aveva fatto niente... nemmeno un livido...

E allora perché?

Sasuke: Naruto... che cosa ci è successo, eh?

La sua voce era un mormorio impercettibile, mentre si appoggiava alla porta con la schiena, i ciuffi della frangia a coprire gli occhi di ossidiana.

Naruto alzò lo sguardo di scatto, con una stretta allo stomaco.

Naruto: cosa?

Sasuke: perché... siamo finiti così?

Naruto aprì e chiuse i pugni.

Così come, lo sapeva.

Così distanti, così freddi, così aggressivi, così male.

Dove erano finiti i bambini che si tenevano per mano e cantavano insieme?

Erano finiti in un angolino remoto del suo cervello... nascosti sotto un mucchio di stracci, nascosti dove non poteva vederli.

Perché faceva male ricordare cosa aveva perduto.....


FLASHBACK


Bambino: hai visto? Sei stato tu a colpirlo!

Naruto: no, non è vero!! E’ stato un incidente, è stato un errore!!!

Bambino: e invece lo hai fatto apposta! Perché sei un bambino cattivo, malvagio! C’è un demone dentro di te, tu sei un demone!!!

Naruto: NON E’ VEROOOOO!!!!

Il biondino si gettò sul compagno, che iniziò a gridare rispondendo ai suoi pugni.

Bambino: sei un demone, sei un demone!!

Le suore accorsero per dividerli, e una di loro sollevò di peso il bambino, che continuò a urlare.

Bambino: porti sfortuna!! Chi si avvicina a te si fa male! Hai capito?? PORTI SFORTUNA!!!


FINE FLASHBACK


Naruto si passò una mano tra i capelli, nervoso.

Il profumo di Sasuke stava invadendo l’aria, di nuovo. Era menta, o liquirizia, non lo sapeva; ma era fresco e pungente. E gli metteva l’acquolina in bocca.


Bambino: porti sfortuna!!


Naruto si riscosse all’improvviso, e smise di respirare per non sentire quel buon odore.

Naruto: vattene, Sasuke... Vattene, io so solo distruggere...

Sussurrò con voce roca, impercettibile, a testa china.

Di fronte a quelle parole Sasuke alzò il capo e corrugò la fronte.

Sasuke: che stai dicendo?

Naruto: è come quella volta, quando eravamo bambini!

Strinse i pugni, sentendo il sangue salire alle guance.

Naruto: tutti e due stavamo picchiando gli altri, ma chi è finito all’ospedale, eh??

Sasuke strabuzzò gli occhi e spalancò la bocca.

Naruto: io non posso stare vicino a nessuno, capisci??! Qualunque cosa faccio mando tutto a puttane, perché porto sfortuna a tutti! A tutti!! E io non voglio che tu...!!

Si interruppe di colpo, un attimo prima che dicesse troppo.

Incontrò lo sguardo stupito di Sasuke, e si sentì immensamente stupido.

Gli diede le spalle, passandosi una mano tra i capelli umidi di sudore.

Naruto: merda!! Che parlo a fare??

Sasuke: Naruto... che stavi dicendo?

Naruto: ...

Sasuke: Naruto...

Naruto sentì i suoi passi avvicinarsi, e sentì il cuore battere più forte. A un tratto fu così vicino che poteva sentire il calore che emanava dal suo corpo, e il suo profumo lo stordiva.

Sasuke: Naruto... tu, in tutti questi anni, sei sempre rimasto lontano da me... perché volevi proteggermi?

Naruto arrossì, rigido.

Sasuke: Naruto... rispondimi...

Naruto deglutì.

Naruto: io... tu devi... non... sì... Sì, è così, Sasuke...

Ci fu un istante di silenzio. E poi la voce morbida di Sasuke si trasformò in una molto più pungente.

Sasuke: certo che sei un bell’idiota!

Naruto si voltò di scatto furioso, pronto a ribattere con una battuta pungente... ma quando se lo trovò a dieci centimetri di distanza, si pietrificò improvvisamente.

Sasuke sorrideva.

Con quegli occhi neri e intensi, furbi, lo guardava e sogghignava in silenzio, come se avesse saputo qualcosa di misterioso.

Naruto: che... che cavolo vuoi??

Esclamò imbarazzato, senza sapere che fare o che dire.

Sasuke: eheh... più ci penso e più mi sembra ridicolo... Siamo rimasti lontani dieci anni per una cazzata simile... Lasciami indovinare: uno dei bambini ti ha detto che portavi sfortuna vero?

Naruto arrossì, colpevole, e Sasuke sospirò.

Sasuke: e tu ci credi anche adesso? Ahh, sei sempre il solito, Naruto...

D’istinto sollevò una mano e la posò tra i capelli del biondino. Quello ebbe l’istinto di scostarsi, all’inizio, temendo che lo picchiasse. Ma poi, quando la sua mano si appoggiò morbida alla testa, sentì soltanto una piacevole sensazione e un groppo in gola.

Naruto: io... io... non... non dovresti... porto sfortuna...

Sasuke: ehi. La fortuna e la sfortuna sono casuali. Non esiste nessuno completamente fortunato o sfortunato, esistiamo soltanto noi e il nostro destino. Quando ci picchiavamo con quei bambini sono stato sfortunato, tutto qui. Ma quando ti ho incontrato, nello sgabuzzino... ti ricordi? Quando ti ho incontrato e ti ho detto dei tuoi genitori, e poi abbiamo pianto insieme... quella volta, sono stato molto fortunato...

Naruto strinse i denti, cercando di trattenere un singhiozzo.

Naruto: Sa-Sasuke... mi dispiace...

Sasuke lo accarezzò dolcemente, tirandoselo vicino.

Sasuke: siamo stati idioti in due... Anche io non ho mai fatto più di tanto per avvicinarti. Perché mi sentivo ferito, Naruto. Ero arrabbiato, e offeso... e mi mancavi... ma non volevo ammetterlo...

Naruto lo abbracciò, affondando il viso nel suo collo, e soffocò i singhiozzi contro la sua pelle.

Naruto: Sasuke... Sasuke... Anche tu mi mancavi! Mi mancavi tanto! Eri il mio unico amico...

Sasuke sorrise, accarezzandogli la schiena.

Sasuke: anche tu mi mancavi tanto...

Chiuse gli occhi, e inspirò a fondo il suo profumo.

Profumo di casa.

Sasuke: la mia casa è dove ci sei tu. Per tutto questo tempo ho vagabondato senza sapere dove andavo... e in realtà ti stavo solo cercando.

Naruto si tirò indietro, guardandolo stupito ed emozionato.

Naruto: Sasu---

Prima che potesse finire di parlare, sentì le labbra di Sasuke che si posavano morbide sulle sue. Erano calde, ed erano umide, e sapevano davvero di menta.

Naruto non sapeva cosa stava succedendo, non capiva che ciò che si era sempre nascosto era l’amore per Sasuke, ma quando sentì la sua bocca e capì che il moretto lo stava baciando, qualcosa scattò dentro di lui.

In un attimo si aggrappò a Sasuke e dischiuse le labbra, permettendo alla sua lingua di incontrare quella di Sasuke e di danzare con lei, voluttuosa, affamata, impaziente.

Gemette contro la sua bocca, con il respiro affannato, le dita attorcigliate ai suoi capelli.

Naruto: mmh...

Quando Sasuke lo fece allontanare dolcemente, lo guardò deluso, ansioso di baciarlo di nuovo, e si aggrappò alla sua maglietta.

Naruto: Sasuke... per favore...

Supplicò cercando di avvicinarsi di nuovo, ma Sasuke deviò dalla sua bocca e posò un bacio rumoroso sul suo collo, giocando per un attimo con la lingua.

Naruto: Sasuke... ahh...

Sasuke: come abbiamo potuto stare lontani per tutto questo tempo...?

Mentre mormorava piano, Sasuke risalì fino alla bocca di Naruto, e percorse il contorno delle sue labbra con la lingua.

Naruto: siamo due idioti... eheh...

Sasuke: sì, forse è vero... ma possiamo recuperare il tempo perduto, non credi?

Con un brillio di divertimento nello sguardo, Sasuke giocherellò con il primo bottone della sua camicia, slacciandolo giocoso.

Naruto arrossì, deglutendo, ma sentì un calore piacevole più in basso dell’addome, e capì che davvero avevano sprecato troppo tempo.

Sorrise, e lasciò che Sasuke gli slacciasse la camicia.

Non pensò al fatto che erano due ragazzi, a quello che avrebbero detto gli altri, a cosa avrebbero pensato tutte le oche che sbavavano dietro al bel moretto, non pensò nemmeno alla ricerca che avrebbero dovuto completare...

Mentre Sasuke lo spogliava e percorreva la sua pelle di baci, pensò soltanto che, se nella sua vita era destinato a portare sfortuna, allora non la portava a sé stesso: perché in quel momento si sentiva decisamente fortunato.




FINE



Eheheh, mamma mia!! Più in là di questo non riesco a scrivere, per adesso!!!! >/////<

Comunque ho provato a mettere in pratica tutti i bellissimi consigli ke mi sono arrivati nello scorso capitolo!! Grazie mille per le recensioni, e se volete sapere ki è l’autrice ke mi ha ispirata, basta sl andare a vedere la mia pagina xsonale!!

  
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