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Autore: Hymn    16/12/2013    4 recensioni
Jordan x Julian || Dal testo
« Non sai neanche bere! » sghignazzò Jordan, additando, oltre alle gocce sulla guancia dell'amico, altre che evidentemente erano cadute sul petto durante la bevuta all'ultima goccia.
« Oh per piascere! » fu la sola risposta di Julian, che fece ridere ancor di più Jordan.
« Dovresti pulirti! » suggerì il Principe e, senza dire alcun ché, poggiò le labbra sul petto dell'amico, portando via con un bacio quelle gocce color rubino che macchiavano la pelle chiara di Julian. Il giovane rimase immobile a quel gesto, prima di cominciare a ridere, troppo ubriaco per allontanare Jordan.
Genere: Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jordan Vandemberg, Julian Lord
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Blame it on the alcohol


     « Da quanto ti piacciono i ragazzi, princifesso? » domandò con voce serafica il giovane Julian, quando vide l'amico uscire dalla doccia della loro camera al Collegio. Senza troppi problemi fece scorrere lo sguardo sul corpo nudo di Jordan, solo un telo da bagno stretto attorno alla vita, celando alla vista l'inguine del principe, nonostante i due più di una volta si fossero visti senza veli nelle più disparate occasioni.
    « Con tutto quel ben di Dio, temo che le ragazze rimarranno deluse, lo sai? » continuò a canzonarlo, indicando prima il petto dell'amico, e fece poi scivolare l'indice nell'aria, tracciando una linea immaginaria che dal suo sterno proseguiva fino all'addome, dove i muscoli stavano cominciando a rendersi evidenti, e subito dopo fino all'inguine. Jordan gli lanciò un'occhiataccia, intimandogli in quel modo il silenzio, e Julian rise leggermente, sorridendogli poi con quella malizia e quella sfrontatezza che Jordan aveva sempre visto sul suo viso.
Un bellissimo viso, e altrettanto armonioso era il suo corpo.
    « Avranno te, Julian. Direi che, in ogni modo, le ragazze avranno su chi fantasticare sotto le lenzuola dei loro letti. » fu il commento del Principe, e nel riflesso dello specchio notò Julian osservarsi con sguardo decisamente compiaciuto, così compiaciuto che Jordan non poté far a meno di ridere. Per poi bloccarsi subito dopo.
    « Julian, dammi la biancheria. Era qui, sul letto. So che la hai te. »
    « Forse sì, forse no, mio bellissimo amico. » fu la risposta serafica del ragazzo, che senza perdere l'occasione si alzò dal letto per poi lanciarsi letteralmente di peso contro Jordan, facendolo scivolare a terra e battere uno stinco.
    « Tu sei pazzo, l'amicizia con i gemelli ti sta dando alla testa, Lord! » sibilò irritato – ma divertoito– Jordan, finché con un movimento del bacino riuscì a liberarsi dalla presa quasi scimmiesca delle braccia e delle gambe di Julian che, tuttavia, prese nuovamente in mano la situazione, bloccando con la schiena a terra Jordan.
Nel trambusto di quei movimenti, tra l'altro, il telo si era sciolto, rivelando quindi in tutta la sua regale nudità il corpo di Jordan. Julian non ci diede peso, e con nonchalance si sedette sull'addome dell'amico, fischiettando e roteando attorno ad indice e medio le mutande di Jordan, comparse quasi dal nulla nella sua mano.
    « Rendimi la biancheria, razza di imbecille! »
    « Quanto sei noioso, amico mio... » iniziò Julian, prima di voltarsi e guardare il Principe negli occhi, un sorriso allegro in viso « …Te le rendo ad una condizione. Stasera, so di per certo, che ci sarà una festa in maschera al Clarimonde. Ci andiamo, non è vero? »
    Jordan si rabbuiò, pensando a tutto ciò che aveva – che avevano – da studiare in vista degli esami, ma fu obbligato dal saltellio dell'amico sul proprio corpo a concedergli un sì.
    « Ottimo! Alle nove in punto partiamo, ci sarà da divertirsi. Per me e per te, sicuramente! »
Jordan non replicò, si limitò a sorridere divertito al migliore amico, afferrando poi dalle sue mani le proprie mutande ed infilandosele, prima di afferrare Julian per i fianchi e sbatterlo con la schiena a terra, puntellando i gomiti sul suo petto per non farlo muovere.
    « Un giorno te le farò scontare tutte. Una per una. Sappilo. »
Julian fece un cenno d'assenso con la mano poi entrambi scoppiarono a ridere, ed il ragazzo si tirò in piedi afferrando la mano di Jordan che nel frattempo lo aveva lasciato libero di muoversi.


    « Era proprio necessario, Julian? » domandò con voce affranta Jordan, osservandosi allo specchio, più scocciato per la prospettiva della serata che per le maschere che Julian era riuscito a sgraffignare chissà dove. Erano sicuramente pregiate, Jordan era abituato a sentire sotto le dita i materiali più raffinati grazie alle proprie origini, e quelle maschere rispettavano in tutto i suoi ricordi di raffinatezza e grazie.
    « Le ho prese in prestito dalla Reggenza, so che te lo stai chiedendo. » le parole di Julian confermarono infine i sospetti del Principe, che si voltò nella carrozza a guardare il ragazzo. Scosse la testa, e rise.
    « E tua sorella te lo ha concesso? »
    « Non solo lei, anche Cain. Anzi, Sophia non può venire... Sai, Gabriel. » disse con un smorfia scocciata Julian, prima di incrociare le braccia al petto, ricevendo immediatamente una spallata da parte di Jordan.
    « Non osare mettere il muso, Julian, stiamo andando a una festa a cui tu mi hai trascinato. »
Julian scosse la testa, per poi sfoderare nuovamente il sorriso sfrontato e malizioso che aveva di solito. Jordan rise nuovamente, e Julian si poggiò a lui, chiudendo gli occhi qualche istante.
    « Tranquillo, amico mio. Sempre allegri, io e te. » disse, e fece cozzare il pugno con quello di Jordan, che già sapeva di trovare sollevato a mezz'aria, come ogni volta.
    « Io sono tranquillissimo. E tu sei piuttosto comodo, a giudicare dall'espressione beata che hai in viso. » commentò Jordan, e Julian annuì, scivolando poi con la testa sulle sue gambe, fissando il soffitto della carrozza. Jordan lo lasciò fare, ma arrossì leggermente a quel gesto, chiudendo gli occhi e scuotendo piano la testa, sentendosi in parte a disagio, in parte apprezzando invece ciò che Julian aveva fatto.
    « Molto comodo, oserei dire. » fu la semplice risposta di Julian, e Jordan sorrise tra sé, prima di spingerlo sul pavimento della carrozza non appena questa si fu fermata.
    « Capolinea, zuccherino. » gli disse a mo' di scuse, prima di scivolare fuori dalla carrozza e tirarselo dietro, lanciando poi qualche moneta d'argento al cocchiere che li avrebbe aspettati fino al loro ritorno.
    « Chiamami di nuovo zuccherino, Vandemberg, e giuro ti faccio pentire di essere biondo. » borbottò Julian, ed in cambio ricevette una spallata non troppo delicata da parte dell'amico, che rise.
    « Va bene, Lord, va bene. »


    Erano oltre le tre quando i due ragazzi, grazie all'aiuto del cocchiere, riuscirono a tornare sani e salvi al Collegio. Avevano portato con sé una bella bottiglia di pregiato vino rosso d'annata, nonostante fossero già ben lontani dall'essere sobri. Arrancarono il più silenziosamente possibile lungo le scale dei Dormitori, ed evitarono per un soffio di essere beccati da uno degli studenti anziani incaricati proprio di sorvegliare le giovani matricole.
    Pure loro erano, in teoria, studenti anziani, e per loro le regole del coprifuoco erano decisamente molto più flessibili, ma erano comunque due studenti completamente sbronzi, ed uno dei due era un Principe del Sangue, potenziale erede al trono di Aldenor. Quindi, con quanta più celerità possibile, tentarono di giungere alla loro stanza, riuscendo nell'impresa circa venti minuti dopo il loro ritorno nella struttura. Quando furono al sicuro nella loro calda ed accogliente camera, i due scoppiarono a ridere.
    « Hai visto come ti guardava... Come ti guardava quella ragazza?! » disse Jordan, tra una risata e l'altra, e Julian annuì con aria grave, come se fosse qualcosa della massima urgenza.
    « Oh, sì, decisamente una bella bella bella ragazza. Bellessa del Sud, amico! » disse in risposta Julian, spogliandosi con difficoltà della camicia e delle scarpe, rimanendo con indosso solo i pantaloni dell'uniforme e la biancheria. Jordan lo imitò subito dopo, e gli si avvicinò con la bottiglia di vino in mano, finché non si ritrovarono entrambi sul letto di Julian.
    « Alla nostra! » disse, levando in aria la bottiglia e schizzando qualche goccia di vino sul viso di Julian che, accaldato come era, non vi fece minimamente caso. Jordan bevve qualche lungo sorso dalla bottiglia, già vuota per metà, e passò il rimanente contenuto a Julian, che imitò il gesto ed il brindisi dell'amico, svuotandola e gettandola poi a terra, sotto al letto.
    « Non sai neanche bere! » sghignazzò Jordan, additando, oltre alle gocce sulla guancia dell'amico, altre che evidentemente erano cadute sul petto durante la bevuta all'ultima goccia.
    « Oh per piascere! » fu la sola risposta di Julian, che fece ridere ancor di più Jordan.
    « Dovresti pulirti! » suggerì il Principe e, senza dire alcun ché, poggiò le labbra sul petto dell'amico, portando via con un bacio quelle gocce color rubino che macchiavano la pelle chiara di Julian. Il giovane rimase immobile a quel gesto, prima di cominciare a ridere, troppo ubriaco per allontanare Jordan.
    « Hai delle labbra morbide, principe. » sussurrò Julian con una punta di malizia in più, e Jordan si sollevò su un gomito, osservandolo con uno sguardo divertito e malandrino che non gli si addiceva.
    « Tu dici? » gli chiese, e senza aspettare risposta, nuovamente, le poggiò sulla guancia del ragazzo, finché, con un gesto decisamente goffo ed impacciato, si sistemò sopra il corpo dell'amico, e fece combaciare le loro labbra.
    « Molto morbide. » sussurrò Julian contro la bocca di Jordan, che sorrise compiaciuto, prima di spingere la lingua tra le labbra del compagno di stanza. Julian rimase interdetto, confuso da quella situazione, ma dopo qualche secondo ricambiò il bacio, senza curarsi di cosa stesse veramente succedendo.
Assaporò la lingua di Jordan, che iniziò a strusciarsi sopra di lui, e saggiò con le dita la muscolatura tonica dell'amico, da sempre osservata e memorizzata nella sua mente, tante erano le volte che si erano visti vicendevolmente nudi.
Ben presto l'aria si riempì dei loro gemiti caldi e mal trattenuti, entrambi rimasti in mutande. La mano di Jordan percorreva il torace di Julian, insistendo sui capezzoli inturgiditi dall'aria sulla pelle e dal piacere crescente che il ragazzo stava provando.
    « J-Jordan... » mugolò Julian, e tentò di allontanarlo con veramente poca forza d'animo, troppo sconvolto dalle forti sensazioni che le dita ed il corpo caldo di Jordan gli suscitavano. Ansimò ad alta voce quando avvertì le labbra e la lingua dell'amico sul petto, di nuovo, questa volta a titillare e stuzzicare il capezzolo sinistro, finché la mano di Julian non si ritrovò a premere e stringere attraverso la stoffa sul sesso di Jordan.
    Il principe si lasciò sfuggire dalle labbra un gemito compiaciuto per quel gesto, e risalì lungo il corpo di Julian con le labbra, tornando a baciarlo e riprendendo a strusciare lentamente il bacino su quello dell'amico. Lo sentì sospirare di piacere, e pochi istanti dopo si ritrovarono entrambi nudi, così come tante volte si erano visti, ma mai in una situazione simile.
Le mani di entrambi percorrevano goffamente il corpo dell'altro, studiandone la muscolatura e le curve, premendo sulla pelle bollente.
Le dita della mano destra di Jordan infine si strinsero attorno al sesso di Julian, che fremette a quel contatto così intimo, e le dita di Julian altrettanto improvvisamente avvolsero l'eccitazione del giovane. Iniziarono a muoverle dapprima lentamente, gemendo, finché il movimento si fece sempre più rapido e voluttuoso.
Infine crollarono l'uno sull'altro, scossi dagli ultimi tremori dell'orgasmo, i loro semi a macchiare le mani e gli addomi di entrambi. Rimasero immobili finché, quindi, non si addormentarono.


    « Che diavolo è successo?! » un urlo mal celato di Julian fece svegliare Jordan che, aperti gli occhi, gemette dal dolore a causa della luce intensa del giorno.
    « Perché devi urlare?! » borbottò il principe, che, sedendosi, si ritrovò ben lontano dal letto di Julian, un fianco dolorante e, sopratutto, a terra.
    « Spiegamelo tu! » disse Julian, confuso e decisamente stranito, tentando di ricordare invano la notte precedente.
    « Non ricordo, ad esser sincero. » fu la risposta di Jordan, alla quale Julian annuì con un cenno distratto della testa, troppo occupato a rendersi conto che erano entrambi completamente nudi, ed in secondo luogo impegnato a capire che ciò che gli incrostava lievemente la pelle dell'addome era niente poco di meno che frutto del proprio corpo.
    « Probabilmente... » iniziò il ragazzo, avvertendo in bocca il sapore amaro di una nottata passata a bere ed ubriacarsi.
    « Saremo finiti a masturbarci pensando alle nostre conquiste di ieri! » affermò infine, come se fosse ovvio e decisamente logico. Jordan lo guardò con aria ancora più confusa, ricordando soltanto a sprazzi la festa ed un flirt con un ragazzo biondo, di un biondo più scuro del proprio. Per il resto, aveva soltanto un lancinante mal di testa.
    « … Sicuramente, sì. »
   
 
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