Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: narohllain    16/12/2013    0 recensioni
Nessuno la conosceva veramente: lei non veniva letta dentro. Lei dentro aveva l'abisso e la gente intorno soffriva di vertigini. Leggerla sarebbe stato come buttarsi dal decimo piano, anche se lei avrebbe fatto da paracadute. Non ce l'avrebbe fatta nemmeno oggi ne era sicura!
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-Ti odio!
-Mi odio anch'io!
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era passata una settimana dalla festa, quella sera non ho più incontrato quel ragazzo, avrei voluto rincontarlo o almeno scoprire come si chiamava avevo chiesto a Molly se lo conosceva, ma quest’ultima mi aveva consigliata di stargli alla larga, perché non era una buona compagnia. Era una giornata molto fredda e tra un po’ si sarebbe messo a piovere, ero appena uscita da scuola e stavo tornando a casa, a piedi e con le mie cuffie nelle orecchie, come ero solita fare, Molly quel giorno era dovuta rimanere a scuola e quindi ero da sola. Ero così assorta nei miei pensieri e nella musica che non mi accorsi di un ragazzo che stava correndo nella mia direzione e mi prese in pieno, caddi per terra e mi feci un gran male al sedere. Ero pronta ad imprecare contro chiunque mi era venuto adosso, ma appena alzai gli occhi mi ritrovai davanti il ragazzo della festa. Non si era accorto del mio sguardo fino a quando anche lui non alzò gli occhi, appena mi vide sul suo volto si disegnò un ghigno. Mi alzai da terra. Lo guardai dall’alto in basso e non riuscivo a capire il perché Molly mi aveva messo in guardia contro di lui, era alto un po’ più di me, capelli a spazzola, occhi grandi e castani a me sembrava un ragazzo come gli altri, montato, pieno di sé e con quel maledetto ghigno sempre dipinto sul viso. ‘Guarda un po’ chi si rivede, ciao dolcezza’ mi disse avvicinandosi sempre di più a me, più si avvicinava più io indietreggiavo. ‘Puoi pure chiedere scusa mi sei finito adosso e mi hai fatto male’, ribbattei guardandolo dritto negli occhi facendogli capire che io non avevo paura di lui e incrociando le braccia al petto. ‘Mi dici come ti chiami?’ mi chiese non dando retta a quello che gli avevo appena detto, perché mai voleva sapere il mio nome? ‘Mi chiamo Ilary e non è un piacere fare la tua conoscenza ora se non ti dispiace devo tornare a casa’ incominciai a camminare verso casa quando incominciò a piovere, tempismo perfetto. ‘Vieni con me, sta piovendo, ho la macchina dietro l’angolo ti do un passaggio, prometto di fare il bravo’ mi disse afferrando il mio braccio e trascinandomi lungo il marciapiede, incominciò a correre ed io gli corsi dietro arrivammo davanti una Rang Rover con i vetri oscurati e mi fece salire. Ero tutta bagnata i miei capelli erano zuppi e nelle mie converse c’era, come minimo, un litro d’acqua. ‘Scusami ti sto bagnando tutta la macchina’ dissi guardando il suo profilo mentre guidava. ‘Non fa niente tanto asciuga, comunque il mio nome è Justin’ disse guardandomi e facendomi finalmente un sorriso e non un ghigno. Il ragazzo era molto bipolare. ‘E se io non ti riporto a casa?’ continuò ‘E dove mi porti?’ chiesi spaventata, non mi fidavo di quel ragazzo. ‘Non te lo dico, non ti ha mai insegnato nessuno a non salire sulla macchina degli sconosciuti.’ Mi disse spaventandomi ancora di più. ‘Ma io devo tornare a casa mi aspettano i miei per pranzare e non vogliono che arrivi in ritardo, sono fissati con l’etichetta, perché sto parlando così tanto a te non importa che i miei mi stanno aspettando a casa e poi loro si incavolano e mi mettono in punizione come l’altra sera che sono tornata tardi dalle fes…’ mi fece smettere di barlare appogiandomi una mano sulla bocca e guardandomi con sguardo assasino. ‘Se non stai zitta ti butto fuori dalla macchina, giuro’ mi disse togliendo la mano dalla bocca. ‘Scusa lo faccio sempre quando sono nervosa e in questo momento lo sono perché sono in macchina con uno sconosciuto, sto ricominciando a parlare tanto, mi devo calmare’ incominciai a respire anche con la bocca e piano piano mi calmai. ‘Tranquilla non ti faccio niente di male stavo solo scherzando quando ti ho detto che non ti riporto a casa, ma se tu mi dici dove abiti a me verrebbe più facile accompagnarti’ gli spiegai la strada e dopo una decina di minuti ero a casa, non stava più piovendo. ‘Allora ciao Ilary’ mi disse sorridendo, ‘ciao Justin’ ricambiai aprendo lo sportello, stavo per scendere quando justin mi fermò ‘me lo dai il tuo numero?’ rimasi stupita di quella richiesta, ma comunque gli diedi il numero e scesi dalla macchina salutandolo e incamminandomi verso il portone sentando la macchina partire dietro di me. Che ragazzo strano!
  
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