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Autore: fede_rica19    17/12/2013    2 recensioni
FanFiction sulla nuova generazione! Un TEEN DRAMA! Amori,tradimenti,amicizie e feste da sogno...ma soprattutto il ritorno del TORNEO TRE MAGHI AD HOGWARTS!
Dal primo capitolo:James Sirius Potter, alto e muscoloso, occhi nocciola e con capelli lunghi e corvini che ricadevano morbidi e scomposti sul collo, quasi fino alle spalle. Sorriso malandrino ed un caratterino troppo strafottente per essere davvero il figlio del Salvatore del Mondo Magico. Oppure forse la celebrità e la ricchezza nelle quali sin da piccolo era stato avvolto, lo rendevano così sprezzante, menefreghista ed arrogante. Sapeva di essere una celebrità appena ebbe messo piede sull’Espresso di Hogwarts, sei anni fa ormai.
Una ff sulla new generation con personaggi di mia fantasia e reali! Dimenticate la Hogwarts diligente e seriosa... fate spazio ad incontri lussuriosi, feste clandestine, a sentimenti non espressi, ed ad amicizie vere!
Vi va di seguirmi in questa avventura? Spero di vincere questa sfida con me stessa e scrivere una bella storia sulla nuova generazione!
Coppie: James Sirius/nuovo personaggio; Rose/Scorpius e tante altre...
Nuovi personaggi: Bart Mclaggen, Octo Thomas, Florinda Jordan e Calliope Rosier (cognomi importanti)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo | Contesto: Nuova generazione, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Orgoglio&Pregiudizio'
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Capitolo 2

“No! Lo sai che lo odio! Anzi magari durante il Torneo ci lascia le penne!”

-Ehm ehm!- attirò l’attenzione l’anziana donna, -Silenzio prego, ho un annuncio importante da fare questa sera!- tutti gli occhi curiosi degli studenti erano puntati sulla Preside su ci Sirius scorse un sorrisetto compiaciuto. –Quest’anno Hogwarts ha il piacere di ospitare la competizione più importante, conosciuta e aspirata di tutto il Mondo Magico Scolastico… Signori e Signori qui ad Hogwarts quest’anno si terrà il Torneo Tremaghi!- prima si fu un assordante silenzio poi la Sala esplose in un fragoroso boato. Gente che urlava di gioia, chi di eccitazione, chi applaudiva e chi cantava già che sarebbe stato lui a vincere. Octo e Bart presero a pugni Sirius perché non glielo aveva detto prima ma quel caos fu interrotto ancora dalla Preside.

-Sonorus!- urlò quella e le voci nelle gole degli studenti vennero assopite per un secondo, così tutti tornarono ad ascoltarla. –Bene… sono lieta perciò di informarvi che ospiteremo qui al Castello, le due scuole di Beubauxtons e di Durmstrang per i prossimi mesi. Venite avanti!!- li incoraggiò la Professoressa. Il possente portone della Sala Grande si spalancò e prima entrarono i ragazzoni alti, forti, muscolosi di Durmstrang accompagnati dal suono di tamburi e da un coro, da loro stesso suonato e cantato. Dopo fu il turno delle ragazze, o meglio le Veele di Beubauxtons che con una camminata leggiadra ed elegante percorsero il corridoio tra l’entrata e il Tavolo dei Professori. Gli occhi e le bocche spalancate di più della metà dei ragazzi di Hogwarts erano tutte per loro. Alte, snelle, bionde e more, bellissime ed elegantissime avevano già fatto breccia nel cuore dei maschi. Sirius era troppo euforico e sembrava che non le avesse nemmeno notate. Sapeva tutto di loro sia perché suo padre gli aveva raccontato tutto sul Torneo Tremaghi, sia perché odiava le sue cugine Victorie e Dominque, Veele anche loro per  1/8. Troppo vanitose e belle le definiva lui, che invece amava i piccoli difetti e le piccole imperfezioni che facevano di una ragazza il suo fascino speciale.

-Benvenuti, benvenuti!!- li salutò cordiale e gioiosa la McGranitt. –Fate un caloroso appaluso a Vladimir Peskotrovic e ai suoi alunni di Durmstrang!- ed un applauso fragoroso si sprigionò dai tavoli. –E a Madama Maxime e alle sue studentesse di Beauxbatons!- aggiunse la strega, e ancora applausi, anche più assordanti ed accompagnati da gridolini di ammirazione e fischi poco galanti. –Bene bene bene… silenzio! Ora passiamo alle regole! Uno solo per ciascuna delle tre scuole sarà sorteggiato e scelto dal Calice di Fuoco, e avrete tre giorni per inserire il vostro nome su un rotolino di pergamena e immergerlo nel fuoco magico del calice. La sera del terzo giorno saranno proclamati i fortunati campioni che il Calice avrà giudicato meritevoli di partecipare a questa competizione!!- nel frattempo il Signor Gazza aveva trascinato il Calice al centro della Sala Grande, davanti la Preside. Quella si alzò e con tocco elegante lo svelò dal pesante mantello argento-blu che lo ricopriva. Il fuoco prese vita e danzò davanti agli occhi estasiati di tutti gli studenti, inglesi, russi e francesi. La fiamma blu ipnotizzò Sirius il cui sangue ribolliva di eccitazione.

-Fantastico…- sussurrò a se stesso.

-Ovviamente non tutti potranno inserire il loro nome e cercare di partecipare! Solo i ragazzi del sesto e settimo anno potranno sperare di essere estratti… il calice non permetterà a studenti degli anni inferiori di poter inserire il loro nome!- concluse la spiegazione la McGranitt tornando al suo leggio. –Quindi non mi resta che avvisarvi di essere cauti perché il Torneo è solo per i pavidi e i coraggiosi, gli intelligenti ed i caparbi! Buona fortuna e che vinca il migliore!!- terminò tra gli applausi la Preside, che tornò al suo posto.

-Perché non ce lo hai detto che sapevi del Torneo?- ringhiò Octo dando una gomitata a Sirius.
-L’ho saputo un minuto prima dell’annuncio! Piuttosto voi dove vi eravate cacciati?- si difese Sirius guardandoli con occhi fulminanti.
-Ti abbiamo visto uscire dagli spogliatoi con Flo e siamo andati in Sala Comune con le ragazze…- rispose Bart mangiando due cosce di pollo fritte contemporaneamente.
-Beh? Partecipiamo no?!- cambiò subito discorso Sirius.
-OVVIO!- urlarono in coro i due amici. Sirius afferrò il calice di succo di zucca e ne verso tre bicchieri. Afferrò il suo e lo alzò in alto. Octo e Bart afferrarono gli altri due e li issarono in aria.
-CHE SIA SCELTO IL MIGLIORE ALLORA!!- gridò Sirius per brindare.
-IL MIGLIORE!!!- risposero all’unisono gli altri due. E ingollarono tutto d’un sorso il succo, mentre tutti gli occhi erano puntati su loro tre e sul loro siparietto. Poco dopo una mano si poggiò sulla spalla di Sirius che si voltò con ancora l’ultimo boccone da mandar giù.

-E’ ora di portare gli alunni in Sala Comune!- la voce delicata di Pam lo avvisò dei suoi doveri. Si asciugò di fretta il muso e sbuffò.
-A dopo ragazzi!!- quelli fecero un cenno col capo e poi tutti gli studenti Grifondoro furono radunati dai due prefetti e scortati alla Torre est. Anche Sirius restò in Sala Comune quella sera chiacchierando con i suoi amici e il cugino Freddy, quarto membro occasionale della combriccola di malandrini, riguardo al Torneo. Tutte le orecchie erano per loro. Indistintamente grandi e piccini, persone a cui loro stavano simpatici o meno, incoraggiarono i quattro a partecipare alla selezione. Oltre loro altri due ragazzi del settimo anno tali Amadeus ed Isaac e due ragazze tali Georgia e Daisy, avrebbero messo il loro nome nel calice nei successivi tre giorni.

-Vai nella tua nuova camera?- lo fermò la voce tenera di Flo mentre recuperava la sua cravatta che aveva gettato dopo aver simulato un cowboy su uno stallone impazzito, e lo stallone impazzito era stato personificato da suo cugino Freddy. La ragazza aveva i riccioli castani raccolti in una treccia lasciata cadere di lato e gli occhi marroni molto assonnati. Era bassina rispetto Sirius che avvicinandosi la sovrastò con la sua figura.
-Si e dovresti andare a letto anche tu pulce, altrimenti domani il professor Paciock ti sgrida per essere arrivata in ritardo ad Erbologia!- rispose giocherellando con la punta della sua treccia.
-Mi piacerebbe vedere la tua stanza… un giorno! Forse hai ragione, per stasera vado a dormire, ma è da un po’ che non stiamo soli e non mi racconti qualcosa…- protestò arruffandogli i già scompigliati crini corvini. Sirius sfoggiò uno dei suoi sorrisi più affascinanti per farsi perdonare, perché in effetti in quella prima settimana di scuola aveva trascurato un po’ la sua migliore amica.
-Certo, pulce! Buona notte!- e le lasciò un bacio dolce sulla guancia color cioccolato della ragazza che gonfiò le guanciotte per farlo ridere attraverso una pernacchia inevitabile.
-‘notte notte, cucciolone!- si voltarono entrambi per andare nei loro rispettivi letti. Flo si girò ancora per vederlo scomparire dal Ritratto… così bello, così sicuro di sé.
La mattina il rumore di una leggera piogerella settembrina, destò Sirius che mugolò infastidito da un altro rumore, non proprio “leggero”. Alla sua finestra un ticchettio sfiancante al vetro accompagnava il rumore poco fragoroso delle goccioline di pioggia. Si udiva un bubulare isterico e quando aprì gli occhi giurò che aperta la finestra avrebbe ucciso il gufo dei suoi genitori.
“Ma perché diavolo non poteva aspettare l’ora di colazione come tutti gli altri gufi?” si chiese mentre scalzo, con i soli box messi e i capelli scompigliati, andava ad aprire la finestra della sua stanza da Prefetto.

-Entra obbrobrio della natura!- lo incoraggiò Sirius. In effetti il gufo dei signori Potter era proprio strano: aveva le piume giallognole e spennacchiate gli occhi troppo grandi di uno strano verde melma, e poi quando “parlava” sembrava sempre che frignasse. Il gufo si appollaiò sulla scrivania e cominciò a protestare per aver un po’ di cibo. Sirius aprì il cassetto e ne tirò fuori un sacchettino di cracker e ne porse uno al becco di Ranuncolo. Quello se lo gustò felice e così il ragazzo potè sfilare la lettera attaccata alla sua zampina. Aprì la busta, sigillata con lo stemma della sua famiglia, e ne estrasse la lettera. Riconobbe subito la calligrafia elegante della madre e sospirò conscio di cosa il messaggio trattasse.

Caro Sirius,
io e tuo padre abbiamo saputo cosa si svolgerà quest’anno ad Hogwarts. Prima che tu ti getti tutto, e non solo un biglietto, nel calice, volevamo avvisarti della pericolosità che comporta il Torneo Tremaghi! Sappiamo quanto tu sia avventato e sciocco a volte, ma anche coraggioso e furbo… però qui non si tratta di uno dei racconti di tuo padre, e sai bene quanto siano spaventosi al riguardo, questa è la realtà: crudele, violenta e pericolosa!! Ti prego pensa bene a quello che vuoi fare… a meno che tu già non abbia passato tutta la notte davanti al calice, violando al solito il coprifuoco, e messo un centinaio di biglietti con il tuo nome, ed io sia arrivata troppo tardi. Vorremmo che tornassi tutto intero quest’anno. Salutaci Lily ed Albus che per fortuna sono troppo piccoli ma anche tanto saggi da non voler partecipare...  
Un bacio da mamma e papà.

 
-Appunto!- disse a se stesso, rassegnato. Da bambino, con occhi ammirati, ascoltava sempre i racconti di suo padre sulle sue numerose e spaventose avventure. Sognava di essere al suo posto, di intraprenderle lui quelle stesse avventure. La sua preferita era proprio la storia dell’Ungaro Spinato, e aveva sperato sempre che quella competizioni si tenesse ad Hogwarts, proprio negli anni in cui lo avrebbe frequentato. No, non s sarebbe tirato indietro. Avrebbe dimostrato, se il suo nome sarebbe stato selezionato dal calice, che lui non valeva meno di suo padre, e che aveva diritto di vantarsi del cognome che portava. Ripose la lettera nella busta e la gettò dentro il cassetto. Prese un altro fogli odi carta e scrisse:

Cari mamma e papà,
vi saluterò senz’altro Lily e Albus.
Con affetto, Sirius.


Soddisfatto della risposta, infilò la lettera in una nuova busta, la sigillò ed una volta attaccata al zampetta di Ranuncolo, gli aprì la finestra e quello volò. Direzione? Casa Potter.
*
 
-NO, NO E NO! Non mi va che metti a repentaglio la tua incolumità per una stupida competizione dove l’importante è mettersi in mostra!- urlò furiosa a Pierre.
-Ma dai Calli!! Non è certo per mettermi in bella mostra che voglio tentare! Si parla di vincere delle prove che mettono alla prova il tuo coraggio e la tua intelligenza. È una sfida personale…- spiegò Pierre carezzandole i lunghi capelli neri.
-Ed io? Io morirò di spavento se tu fossi scelto… mentre tu ti metti alla prova, io sarò in Infermeria con un infarto perenne! Non voglio Pierre, per favore…- lo supplicò gettandogli le braccia al collo e tentando di persuaderlo sbattendo le ciglia di quegli occhi blu da cerbiatta, il più languidamente possibile.
-E’ una mia scelta Calli! Non sono venuto a chiederti il permesso, ma ad informarti che probabilmente oggi metterò il mio nome nel calice! Sei la mia ragazza e ritenevo giusto informarti!- la liquidò senza troppe cerimonie. Le baciò castamente la punta del nasino rosa e a patatina e poi con un sorriso uscì dal suo dormitorio, dove avevano passato la notte insieme. Restò inerme al centro della stanza da Prefetto di Pierre, ancora con la sua felpa Serpeverde come unico indumento. Storse la bocca amareggiata, ma era vero: non poteva impedirglielo e fargli una scenata lo avrebbe solo intestardito di più. Doveva solo sperare che ci fosse qualcuno, stupido e avventato più di lui, che fosse stato scelto. Per Calliope non si trattava di coraggio o di una prova con se stessi, si trattava di tre prove in cui potevi seriamente finire sbranato, annegato o abbrustolito e solo per essere alla fine acclamato da una folla festante. Lei non avrebbe certo preso parte. Scese così, una volta ritornata nella sua di stanza e messa la divisa, a fare colazione.

-SIRIUS, SIRIUS, SIRIUS!- un coro sguaiato di Grifondoro, la accolse all’entrata. Un mucchio di ragazzi portavano sulle spalle Sirius Potter che rideva come un matto. A seguito un gruppetto di ragazze sognanti, sospiravano e ridacchiavano. Qualcuno la spinse e lei entrò quasi rotolando in Sala Grande.
-Che succede?- domandò a Judi, già a tavola a mangiare biscotti.
-Sirius Potter sta per mettere il suo nome nel Calice e la sua casa lo acclama come se già avesse vinto il Torneo.- Calli sbuffò scettica ma non riuscì a distoglierle lo sguardo da quell’espressione sicura e spavalda dipinta sul volto di Sirius. Sperò davvero che fosse stato scelto lui. Lui adorava essere al centro dell’attenzione, cacciarsi nei guai, e rischiare di rompersi l’osso del collo, e a lei non importava nulla se fosse realmente accaduto. Sorrise. Quello fu messo giù dalla folla rosso-oro festante che lo guardò con trepidazione, sporgersi verso il calice, sorridere all’intera Sala ormai rapita da quel teatrino, e poi inserire tra le fiamme blu il biglietto. Ci fu una pausa di silenzio, dove anche Calli trattenne il fiato. Le fiamme ad un tratto avvamparono divenendo rosso vibrante e poi scintille. Il Calice aveva assorbito il suo nome e lui festeggiava issando i pugni al cielo in segno di vittoria. Un boato ed un fragoroso applauso, non solo rosso-oro, si liberò dalle panche e qualcuno brindò alla sua vittoria. Calli roteò gli occhi al cielo e poi fissò ancora il ragazzo. I loro sguardi si incrociarono e lui issò le sopracciglia con espressione furbetta.

-Ammazzati! pure!!- mimò con le labbra Calli per poi sorridere malignamente. Sirius fece un inchino e poi sciapò ed infine con la sua solita camminata da divo uscì dalla Sala Grande, mentre tutti gli occhi erano puntati su di lui.
-Ehi? Hogwarts chiama Calliope, Hogwarts chiama Calliope! C’è nessuno??-
-Ehm che??!!- Calli non si era accorta di essersi imbambolata a guardare Sirius fare la sua uscita trionfale. Si scosse e sbatté forte le palpebre per riprendere il controllo e prestare attenzione all’amica.
-Non ci credo! Anche tu finalmente ti sei accorta del sexy culo di Potter?- le domandò con un sorrisetto sornione. Calli le diede una gomitata e fece di no con il capo assumendo un cipiglio inorridito.
-Certo che no, che vai blaterando Judi!? Osservavo quanto sia pomposo e superbo! Strano che non sia finito nella nostra casa!- commentò mangiucchiando una ciambella fritta.
-Non c’è nulla di strano! Ha fegato da vendere e dà sempre una mano a chi ne ha bisogno! È seccante ammetterlo ma tra i Grifondoro, tutti idioti per la cronaca, è l’unico che riesca a farti apprezzare il loro carisma!- rispose come se la sapesse lunga. Calli roteò gli occhi al cielo.
-Piantala Judi di sbavare, per favore! E ti ricordo, mia cara, che io sono la ragazza di Nott, non lo scordare!! Dai andiamo altrimenti il prof Rùf ci mette in punizione!- le due ragazze presero la loro borsa e si avviarono a lezione.
“In effetti almeno il culo non è poi niente male…” pensò Calliope.
*

La luce filtrava dalle fronde degli alberi, illuminando timidamente le pagine scarabocchiate dei libri di Pozioni. Il profumo fresco dell’erba dei giardini di Hogwarts infondeva un senso di pace e freschezza nelle menti intorpidite dallo studio. Un lontano canto di uccellini in procinto di migrare in vista dell’arrivo di giornate più fredde, faceva da sottofondo in quel pomeriggio nel quale Sirius, Octo e Bart tentavano di capire qualcosa sulla Pozione Restringente.

-Ci rinuncio… a me i funghi piacciono allucinogeni, non nelle pozioni noiose come questa!!- sbottò Octo chiudendo con un tonfo il suo libro di Pozioni e scaraventandolo qualche metro più in là, lontano dall’ombra del pesco su cui si erano rifugiati.
-Io non riesco a concentrarmi… stasera ci sarà l’annuncio su chi è stato scelto per il Torneo… ci pensate se uno di noi… oh per tutti i Pimpy puzzolenti…- Bart parlava eccitatissimo ma anche spaventato e Sirius non poté fare a meno di dargli ragione. Anche lui era terribilmente euforico ma anche in ansia. Non solo perché c’era la possibilità di non essere scelto, ma anche quella di essere scelto. Cominciava ad avere fifa, anche se non lo avrebbe mai ammesso a nessuno.

-Calma, calma Bart! Chiunque di noi tre sarà il “fortunato” avrà l’appoggio e l’aiuto degli altri! E poi pensate al lato positivo: chi di noi sarà scelto avrà tutte le femmine ai piedi!- commentò Octo facendo cenno agli altri tre di guardare in direzione del Platone Picchiatore. I due amici si voltarono a guardare: un gruppetto di Veela, ragazze e ragazzi della scuola di Beauxbatons chiacchieravano allegri. Ma Octo si riferiva alle tre Veele che bisbigliavano e ridacchiavano guardando loro tre di soppiatto. Bart scosse il capo divertito. Sirius si diede un bacio sul palmo della mano e lo soffiò in loro direzione, facendole arrossire e girare con la velocità di un Ippogrifo affamato. Octo rise divertito e poi si mise seduto composto. Le tre ragazze stavano andando verso di loro. Sirius si scompigliò i capelli perché sapeva che più era trasandato il suo aspetto più faceva colpo, Octo si sistemò il cravattino rosso-oro, mentre Bart si chinò di più su libro facendo finta di nulla.

-Bonjour garçons!!- li salutarono in coro.
-Buon giorno a voi angeli, io sono Octo!!- rispose Octo alzandosi e porgendo loro la mano. Quelle risero stridulamente e gliela strinsero. Sirius si alzò con misurata lentezza e dopo aver infilato una mano nella tasca del pantalone nero della divisa, porse l’altra alle ragazze, che ad uno ad uno, paonazze, gliela strinsero.
-Piacere, io sono Sirius, Sirius Potter!- era inutile, a Sirius piaceva troppo giocare con la fama del suo cognome. Come se avesse premuto un interruttore quelle tre si illuminarono e lo guardarono con profonda ammirazione. Erano andate oltre il suo fascino e la sua bellezza. Oltre quegli occhi nocciola e avevano cominciato a fantasticare sulla sua fama.
-Io sono Amelìe, lei è Dìane e questa è Pauline!!- prese la parola la bionda del trio, quella con due occhi che sembravano fatti di chiaccio e con due labbra rosse, invitanti come due ciliegie succose. Dìane non era di certo una Veela perché non era alta come le altre ne particolarmente bella, ma i suoi ricci morbidi color dell’oro ed i suoi grandi occhi verdi la rendevano comunque molto carina. Pauline era pesantemente truccata perciò non si poteva dire se fosse realmente bella e provocante sotto quegli strati di mascara e fondotinta.

-E il vostro ami?- domandò curiosa Dìane adocchiando Bart chino sul libro. Sentitosi chiamato in causa abbozzò un sorriso e poi si alzò per raggiungere il gruppetto.
-Piacere, Bart!- e strinse la mano alle tre francesi.
-Partecipate a le tournoi, vero?- domandò Pauline sbattendo le ciglia languidamente.
-Ovvio che si angelo! E voi tre? Siete così coraggiose oltre che bellissime?- chiese Octo sfoggiando un sorriso smagliante. I suo i denti brillarono a contrasto con la sua pelle ebano.
-No, no tresòr… troppo pericoloso!- rispose Pauline poggiandogli una mano sulla spalla in tono scherzoso. Octo lo interpretò come un invito a nozze perché i suoi occhi brillarono di una luce eccitata.
-Dovete preservare così tanta bellezza ragazze! Lasciate a noi maschioni questo fardello!- ironizzò Sirius prendendo a giocare con una ciocca riccia di Dìane. I suoi occhi però erano tutti per Amelìe, che proprio come voleva Sirius, si era ingelosita di quella confidenza presa con l’amica e non con lei.
-Sei davvero jentile…- rispose Dìane. –Beh alor aspettiamo stasera… magari uno di voi sarà scelto!- aggiunse perché troppo imbarazzata. Sirius sorrise a tutte e tre e poi fece l’occhiolino a Dìane, conscio che avrebbe ancor di più attirato l’attenzione di Amelìe e chissà forse le sue gelosie. Quelle risero e con un cenno della mano salutarono i ragazzi. Sirius si voltò verso Bart e gli diede uno scappellotto sul collo.

-AHIA! Ma che ti prende? Sei per caso diventato più scemo?!- si difese massaggiandosi il retro del collo.
-A me? A te che è preso… tre sventole vengono ad abbordarci e tu te ne stai seduto e muto come un pesce?!- domandò Sirius esterrefatto. –Devo ricordarti che non staranno qui per sempre e che potrai dire di esserti fatto una francese!?- rinforzò la dose il Grifondoro. Bart restò zitto mordicchiandosi il labbro a capo chino.
-Te lo dico io che gli prende!- si intromise Octo e quando Sirius intercettò la direzione dei suoi occhi vide Lawrence MacMillan. La ragazza dalle lunghe gambe, stava sdraiata sul prato qualche metro più in là, insieme a due ragazzi di Tassorosso, a studiare. I lunghi capelli rossi erano intrappolati in una coda bassa, gli occhi celesti erano fissi sulla sua pergamena, che di sicuro stava rileggendo attentamente. Sirius si voltò verso Bart, ancora a capo chino e con l’espressione affranta.

-Ancora la MacMillan, amico?!- chiese quello stupito ma anche in pena per l’amico.
-Piantatela, ok?! Non mi va di prendere sempre quel discorso, intesi? Sono stufo… mi avete rotto! Ci vediamo a cena!!- rispose afferrando come una furia il libro di Pozioni e percorrendo a grandi falcate il giardino, per mettere quanta più distanza tra lui e gli amici. O forse tra lui e Lawrence.
-Lascialo stare… sai che non ce l’ha con noi, Sirius! È per via della McMillan che a volte è così scontroso…- lo bloccò per un braccio Octo con sguardo severo. Sirius annuì e tornò a fissare Lawrence. Lei non li stava nemmeno guardando e aveva preso ad interrogare i suoi due compagni un certo Greg e l’altro forse doveva chiamarsi Tommy.
-Pensavo gli fosse passata! Del resto è come se l’avesse mollata lui!- commentò Sirius facendo una smorfia di perplessità. Octo rispose facendo spallucce e con calma recuperarono libri e tracolle per recarsi a cena. Sirius per il tragitto ripensò alla faccia di Bart. Era così cupo quando aveva posato gli occhi su quella ragazza. Erano stati insieme per metà del quinto anno. Poi Bart aveva detto agli amici di voler allentare un po’ la presa. Andavano troppo veloci secondo lui, il giorno prima avevano timore di darsi un bacio perché ancora imbarazzati e quello dopo lei faceva progetti di vita. Bart era divenuto più freddo, come per difendersi, e poi lei si era fatta scostante, forse per proteggersi anche lei da una cocente delusione. Sta di fatto che avevano cominciato a litigare perché lui pensava che lei lo volesse punire per non aver mantenuto il passo con i suoi sentimenti, lei invece lo accusava di avere un’altra. E infine Bart più che per scrollarsi quella tensione legata ai litigi che per reale interesse, si era portato a letto una ragazza Corvonero, Alicia Noil. Inutile dire che ad Hogwarts i segreti non esistono, ed il giorno dopo Lawrence aveva fatto una scenata a Bart, nella Sala d’Ingresso, con tanto di sonoro schiaffo ed era scappata via in lacrime. Bart era rimasto impalato a guardarla andar via, mentre usciva dalla sua vita. Non aveva urlato, pianto, preso a pugni cose o se stesso. Si era chiuso in un silenzio per giorni e poi pian piano era tornato quello di sempre. Ma se c’era lei in giro, per tutto il resto del quinto anno, lui girava i tacchi e andava via. Con lei lontano era sempre il Bart scherzoso e cascamorto di sempre. Sirius sapeva che Lawrence McMillan era bella, intelligente e seria come ragazza ma non andavano d’accordo e il tradimento in un certo senso lo aveva causato lei, con la sua asfissiante presenza, con le sue accuse malsane e senza senso. O almeno questa era la sua opinione. In realtà Lawrence era una quindicenne romantica a quel tempo e le era piaciuto fantasticare sul matrimonio, di certo non voleva che Bart le chiedesse la mano una volta maggiorenni. Ma Bart, anche lui un incerto quindicenne all’epoca si era spaventato e a modo suo era fuggito via. Lawrence a distanza di un anno era più alta, i capelli rossi erano molto più lunghi e lisci, le lentiggini le davano quell’aria sbarazzina e misteriosa ed i grandi occhi celesti le donavano un aria tenera e sognatrice. Bart aveva avuto altre ragazze, e tutti notavano sempre delle certe somiglianze sia fisiche che caratteriali con Lawrence, ma quelle ragazze stancavano Bart dopo una settimana o due. Sei mesi con Lawrence invece erano stati così indimenticabili?

-Ci siamo!- lo destò dai suoi pensieri Freddy, all’entrata del Castello. –I professori stanno prendendo posto! Prima di cena saranno annunciati gli studenti scelti!- aggiunse il cugino tutto elettrizzato. Con lui c’era Lily, sua sorella.
-Sirius in bocca al lupo!- gli disse abbracciandolo.
-Crepi, piccolina!- ricambiò l’abbraccio. In lontananza scorse altri due occhi verdi, quelli di suo fratello Albus, così terribilmente uguali a quelli di suo padre che gli sembrò di vederlo davanti a lui a rimproverarlo. Raggiunse il fratello in compagnia di Lily, Octo e Freddy.
-Buona fortuna Sirius… mamma mi ha detto di avvisarla subito se sei stato… scelto!- lo avvisò con aria preoccupata. Mostrava sempre più degli anni, quindici, che aveva, perché sempre serio e preoccupato, attento e studioso. Sirius annuì. Così entrarono, e pian piano la Sala fu piena di studenti, inglesi, francesi e russi. La tensione era palpabile. Sirius si voltò verso Bart e gli diede una pacca. Quello si sciolse e sorrise all’amico.
-Ci siamo…- sussurrò Octo mentre la McGranitt si alzava accompagnata dai Presidi delle altre due scuole.

-Buona sera a tutti!- salutò sorridente la strega. –Sono passati tre giorni da quando avete cominciato ad inserire i vostri nomi ed oggi, questa sera, è arrivato il momento per il calice di dirci chi tra i tanti aspiranti sarà il campione Tremaghi per ogni una delle tre scuole partecipanti!!- annunciò la McGranitt anch’ella eccitata all’idea. –Bene… cominciamo!!- si avvicinò con eleganza al calice di fuoco e attese. Quello restò immutato per qualche secondo, lasciando con il fiato sospeso tutta la Sala. Ad un tratto le fiamme iniziarono a divenire rosso accesso ed ad aumentare pericolosamente fin quando le scintille presero il sopravvento e venne sputato un bigliettino di filigrana color crema. –Il campione selezionato per rappresentare la scuola di Magia e Stregoneria di Durmstrang è…- la professoressa fece una pausa per alimentare l’ansia e la trepidazione. Poi sorrise ed esclamò: -Igor Ukzberg!- un fragoroso applauso e delle urla accompagnarono la figura bassa e tarchiata di uno studente russo dai folti capelli castani e gli occhi piccoli e neri. Quello strinse la mano ai Tre presidi e poi seguì il Pofessor Paciock in una stanzina proprio dietro il tavolo dei Professori.

-L’ho visto allenarsi a suon di bastonate… è un minotauro!- commentò Octo mantenendo gli occhi sul calice.
-Continuiamo…- il fuoco, che era divenuto blu ancora, vibrò trasformandosi per la seconda volta in un incendio rosso fin quando, con altre scintille, non venne sputato il secondo biglietto. –Oh bene, tocca alla mia scuola…- disse quella non curandosi dell’ansia che sollevò tra gli studenti di Hogwarts. La Preside fissò più del dovuto il nome e quasi boccheggiò. –Il campione selezionato tra gli studenti della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts è… James Sirius Potter!- annunciò con un filo di voce preoccupato. La Sala esplose, letteralmente. Cori, urla, applausi mentre Sirius restò seduto al tavolo come in uno stato di trance. I Grifondoro erano tutti in piedi, chi ballava, chi si era avvicinato per dargli pacche e complimentarsi, chi cantava. Anche svariati gruppi Corvonero e Tassorosso applaudivano il coraggioso e sprezzante James Sirius Potter. Solo che al momento stava facendo la figura dell’idiota, imbambolato com’era.

-Alzati Sirius!- la voce di Freddy arrivò come una doccia fredda. Lo sollevò di peso e lo spinse verso la Preside ancora con un cipiglio preoccupato in volto. Sirius a passo lento e stralunato, quasi a bocca aperta, giunse al cospetto della McGranitt che gli porse titubante il biglietto con su il suo nome e lo scrutò. La donna aveva la fronte aggrottata e scuoteva il capo contrariata.
-Grazie…- bisbigliò confuso Sirius. Prima di entrare nella stanza si voltò verso la folla festante e scorse gli occhi verdi di Lily orgogliosi ma anche tanto in pensiero, e lì accanto il viso sorridente di Albus. Beh se suo fratello era fiero e contento per lui allora doveva svegliarsi ed esserlo anche lui per se stesso.
 
*

-Certo quell’odioso, pomposo, arrogante e pagliaccio di Potter sarà stato raccomandato quell’altro pagliaccio di suo padre!- urlò furioso Pierre andando avanti e indietro per la stanza di Calliope che lo osservava dispiaciuta, fintamente si intende.
-Dai, Pierre… non è possibile! Il fuoco del Calice è incantato di una Magia antichissima… non l osi più manovrare!- lo rassicurò Calli.
-Quindi secondo te è più meritevole di me?!- abbaiò quello voltandosi a guardarla furente.
-No, certo che no, ma…- Calli aveva capito che qualsiasi cosa fosse uscita dalla sua bocca sarebbe stata sbagliata, perché Pierre era troppo incavolato.
-Ma cosa, Calliope? Che c’è? Piace anche a te alla fine Potter, eh?!- le domandò avvicinandosi pericolosamente.
-NO! Sai che lo odio! Anzi magari ci lascia le penne durante il Torneo… solo che il Calice sceglie in base al coraggio, magari lui è più… più intrepido di te! Tutto qui!- Pierre sgranò gli occhi.
-Mi stai dando del pappamolle?!- domandò esterrefatto. Calli si alzò per abbracciarlo e rassicurarlo, ma lui si scansò. –Stanotte dormo nella mia stanza… buona notte!- disse secco e arrabbiatissimo. Si sbatté la porta alle spalle e la lasciò per la seconda volta in meno di cinque giorni impalata e sola come una cretina.
“Idiota…” pensò Calli mentre l’acqua della sua nuova vasca riempiva il tutto. Si immerse per rilassare muscoli e nervi. “Caspita Potter! Allora ha davvero fegato…” continuò a perdersi tra i pensieri. Alla fine anche una ragazza francese, una certa Francìne Boudoir, era stata scelta oltre Igor e Sirius. La Mcgranitt aveva annunciato che la prima prova sarebbe stata il primo ottobre, perciò mancavano ancora due settimane. Era curiosa di vedere cosa il Torneo riserbasse a quei tre incoscienti. “Potter!?” più ci pensava e più non poteva crederci. Chissà se sarebbe riuscito a passare la prima prova? Uscendo dalla vasca si domandò che diavolo gliene importava a lei se Potter passava o no le prove. Si mise a letto ancora innervosita dalla precedente discussione, inutile e senza senso, avuta con Pierre. Si assopì maledicendo il calice, la McGranitt, Pierre e come sempre James Sirius Potter.
 
*

-Cavolo, Sirius… non posso ancora crederci!- Flo era distesa accanto a lui, sul suo letto a baldacchino. Teneva la testa appollaiata nell’incavo del suo collo, godendo di quel tepore che il letto e il corpo di Sirius sprigionavano.
-A chi lo dici… pensi che possa farcela? Cioè che riesca a vincere le prove?- solo con lei Sirius era veramente se stesso. Con la sua migliore amica non doveva essere perfetto, impavido, sfacciato e sempre con la risposta pronta. Con Flo lui si sentiva libero di denudarsi della sua corazza da ragazzo invincibile e presuntuoso, mostrando così quanto fosse insicuro e fragile in realtà. Dal secondo anno, quando Flo lo aveva trovato a calciare un sassolino sulla riva del Lago Nero, con un aria afflitta e tormentata e semplicemente gli aveva detto: cosa posso fare per farti sorridere? Da quel momento Sirius e Flo erano diventati inseparabile. Non era necessario passare ogni minuto insieme, perché bastava uno sguardo fra loro due. Se c’era qualcosa che non andava in Sirius, Flo glielo poteva leggere nei suoi occhi nocciola, e viceversa.
-Io penso che tu sia stato proprio sconsiderato… e sono davvero spaventata per te! Ma penso che tu possa farcela, si!- rispose fissando il profilo del ragazzo, intento a scrutare il soffitto ma in realtà non guardando niente. E lei era sempre sincera.
-Parli sul serio? Non lo dici solo perché sei mia amica, vero? Poco fa alla festa tutti mi facevano i complimenti… c’è già chi ha scommesso su di me… ma… io non penso di potercela fare! Voglio che tu sia onesta!- rispose rizzandosi sui gomiti tanto che lei dovette mettersi seduta per riuscire a guardarlo in viso.
-Sirius, non potrei mai assecondarti! Sei in gamba… voli bene, sei un ottimo duellante e sei perspicace e furbo! Ecco perché penso tu possa farcela! Ma non capisco perché tu abbia voluto partecipare!- commentò sempre con un cipiglio misto tra preoccupazione e dolcezza.
-Per una volta, una dannata volta, voglio che si parli di me non per le malefatte, per le tresche o baggianate del genere… non voglio per sempre essere l’ombra di mio padre! Voglio che si ricordi di James Sirius Potter non per suo padre o per le ragazzate… ma per un impresa speciale, superba!- gli spiegò concitatamente. Flo lo fissò stupita.
-Sirius tu sei più del figlio famoso di Harry Potter! Tu sei speciale anche senza essere il vincitore del Torneo!- gli disse schietta e sinceramente piccata. Non sopportava che lui si reputasse in realtà così inutile. Lui l’abbracciò con uno slancio facendola cadere sopra di lui. Rimbalzarono un po’ tra le risate per poi accoccolarsi ancora l’una sull’altro.
-Non saprei cosa fare se non ci fossi tu!- le disse dopo un lungo silenzio, scandito solo dal picchiettare della pioggia sulla finestra. Flo sospirò e prese ad arruffargli i capelli corvini.
-Non potresti!- rispose teneramente. Lui la strinse più forte. Ad un tratto lei si scrollò dalla sua presa e si mise seduta. –Devo andare… il coprifuoco è scaduto da un po’, e questa non è la mia stanza, Prefetto!-
-Ma va là… che mi frega se hai violato il coprifuoco! Puoi restare quanto vuoi!- ma lei scosse la testa, agitando i suoi ribelli ricci marroni. La prese per una mano mentre si alzava. –Flo, tutto ok? C’è qualcosa che devi dirmi?- lei lo guardò seria ma poi sorrise e scosse ancora la testa.
-Buona notte, campione!!-
-‘Notte pulce!!- rispose ma c’era qualcosa nella voce di Flo che lo aveva messo in allarme. Pensò che si trattasse della sua preoccupazione per lui… ma… fece spallucce e scosse il capo. Lui le femmine non le capiva proprio.


Eccomi qui con il secondo capitolo!
Ebbene il nostro malandrino è stato scelto dal calice e presto ci sarà la prima prova, curiosi?? ^^
Invece che ne pensate della storia di Bart e Lawrence, è abbastanza romantica? Chissà se Bart riuscirà a capire se stesso e dove ha sbagliato e se Lawrence sarà in grado di perdonarlo!?
Octo risulta essere il più spensierato dei tre, perché Sirius si sta rendendo conto del guaio in cui si è cacciato! Sente che la cosa gli sta sfuggendo di mano. Infine, vi piacciono le mie ragazze Calli e Flo? =) Daiii fatemi sapere se vi piaccioano i personaggi e magari mi date qualche consiglio e suggerimento per quello che potrebbe accadere!! Idee anche per le prove del Torneo??? Pleaseee!! 
Vi auguro come sempre buona lettura! Baciii! A presto, rory!
  
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