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Autore: Nidham    17/12/2013    3 recensioni
Breve elucubrazione della mia ladra nel momento piu' triste del videogioco, quando una scelta porta a tragiche conseguenze. Fatemi conoscere il vostro parere, visto che è anche il mio primo tentativo^^
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sei in grado di farlo?”

“No, Alistair” lo guardò storto la maga. “Ma ho intenzione di farvelo credere, in modo da prendermi ben bene gioco di voi.”

“Non era quello che intendevo” borbottò il Custode, arrossendo leggermente.

“Immagino cosa intendessi, ma cerca di intendermi tu, adesso” gli puntò contro il bastone, seria come non era mai apparsa prima di allora. “Dovremo fare cose che sicuramente non ti piaceranno, cose che disapproverai e che i tuoi candidi maghi del Circolo non vorrebbero neanche nominare. D'altra parte, se aveste potuto contare sulla vecchia Wynne non vi saresti presi il disturbo di venir a disturbare me, giusto? Io sono la vostra unica speranza, al momento, ma non sono di sicuro una fulgida luce in mezzo alla tempesta, non le assomiglio neppure. Posso provare a fare qualcosa, ma non sarà il bene assoluto per cui voi paladini avete combattuto durante il Flagello, non sarà un'eroica canzone di redenzione e speranza e non richiederà soltanto azioni gloriose e pie. Forse quello che faremo non piacerebbe neanche a colei per cui siamo disposti a farlo, ma se hai intenzione di storcere il naso prima di ogni mia azione, è meglio tu esca adesso da quella porta e non ritorni mai più al mio cospetto.”

Non c'era minaccia, nel suo tono, ma era tanto gelido e perentorio da non ammettere repliche.

Per un attimo Zevran credette che il compagno avrebbe accolto il suggerimento della maga e sarebbe fuggito di nuovo a gambe levate davanti alla possibilità di dover compiere un po' di male pur di ottenere un po' di bene , ma Alistair si limitò a incrociare le braccia sul petto e a fissare gli occhi in quelli irati di Morrigan, mostrando una notevole dose di determinazione.

“Eilin non approverebbe sacrifici umani” sentenziò con voce ferma. “Se dovremmo ricorrere a quello, allora faremo meglio a spostarci a Denerim.”

“Perché poi i Templari possano catturarmi e giustiziarmi per i miei crimini di Maleficar?”

“Perché ho le prigioni piene di furfanti in attesa di incontrare la lama del boia. Se proprio dovessimo uccidere qualcuno, tanto varrebbe usare uno di loro.”

Chiunque avesse osservato la scena dall'esterno avrebbe riso delle espressioni scioccamente allibite dipinte sul volto dei tre compagni che avevano ascoltato parole tanto ciniche sgorgare dall'ultima bocca dalla quale si sarebbero aspettati di sentirle uscire, ma il Custode non sembrò far caso alle loro mascelle slogate, né si preoccupò di giustificare la sua freddezza con qualche patetica scusa buonista: era un re, ormai, e la sua purezza, se mai ne aveva posseduta una, era morta nell'istante stesso in cui aveva accettato la corona.

Certo, aveva intenzione di regnare con giustizia, di onorare la memoria di colei che l'aveva condannato a quel supplizio, ma non poteva fingere di non essere già stato costretto a cedere a compromessi, pur di difendere il suo popolo, non poteva illudersi di riuscire a costruire un regno di perpetua rettitudine, senza mai sporcarsi le mani per la sopravvivenza sua e di quanti gli fossero sottoposti. Quando era un soldato e un ragazzo, aveva sognato di non dover cedere di fronte all'ingiustizia e al peccato; in nome di quello stupido ideale si era reso colpevole di un delitto peggiore di qualsiasi altro avesse potuto perpetrare. Adesso non avrebbe accettato che un poveraccio innocente fosse sacrificato sull'altare della loro nobile causa, ma non si sarebbe opposto a consegnare una manciata di rifiuti della società al pugnale della strega, piuttosto che alla mannaia del carnefice.

“Per adesso, credo che potremo farne a meno” riacquistò il controllo Morrigan, irritata dall'essersi lasciata sorprendere come un'ingenua scolaretta, ma stranamente soddisfatta da quell'imprevedibile Alistair, così diverso da quello che aveva conosciuto e disprezzato solo pochi mesi prima. “Userò la magia del sangue, ma non dovrò sgozzare nessuno per aver accesso ai sogni di Zevran.”

“Basterebbe sacrificare un criceto per ottenere abbastanza potere da penetrare nella mente dell'elfetta” rise Oghren, assestando sul fondoschiena dell'assassino una sonora pacca che, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto raggiungere il ben più gradevole sedere della maga.

“Non sarà indolore, comunque” la strega si sentì in obbligo di precisarlo, pur immaginando l'indifferenza con cui l'elfo avrebbe accolto il suo avvertimento. “Anche col tuo consenso, questa pratica sarà avvertita come una violenza dalla tua psiche, un'intrusione indesiderata e traumatica.”

Zevran si limitò a stringersi nelle spalle. Avevano già perso anche troppo tempo in chiacchiere, per i suoi gusti, e fremeva dal desiderio di mettersi all'opera. Di se stesso gli importava ben poco, se anche Morrgan gli avesse confessato che, per raggiungere Eilin, avrebbero dovuto strappargli la pelle e bruciargli gli occhi, non l'avrebbe ritenuto un sacrificio rilevante, anche perché solo il Creatore sapeva cosa potesse star subendo il suo amore in quello stesso momento.

“Sto parlando seriamente, ragazzo.”

Quello strano appellativo gli fece inarcare un sopracciglio.

“Lo immaginavo” disse semplicemente, senza alcuna inflessione nella voce.

“Anche se credi di poter sopportare le torture più atroci per il bene di Eilin, qui non si tratta solo di mettere alla prova il tuo coraggio. Dovrai essere abbastanza forte da mantenere insieme la tua mente, quando cercherà di infrangersi sotto il peso del mio condizionamento, e dovrai riuscire a guidarmi lungo i tuoi sogni, nonostante il tuo unico istinto, in quel momento, sarà di scacciarmi.”

Posta in quei termini, la questione si rivelava di certo più spinosa e Zevran si prese un istante per riflettere sulle sue possibilità, perché non poteva permettere al suo orgoglio, o al suo desiderio, di mettere anche solo minimamente a rischio la riuscita di quell'esperimento.

Di certo non mancava di determinazione e, anche se non era tanto sciocco da professare di non temere il dolore, sapeva adattarvisi con sufficiente spirito di rassegnazione, però non si era mai trovato ad affrontare l'influenza di un mago e non sapeva, sinceramente, come avrebbe potuto reagire.

Non era un eroe, per quanto Eilin l'avesse fatto sentire tale, in quei terribili, meravigliosi mesi durante i quali aveva potuto starle accanto; non possedeva la forza morale di Leliana, né il coraggio di Alistair, non era saggio quanto Wynne, né testardo quanto Sten; a onor del vero, ultimamente, era divenuto quasi un ubriacone quanto Oghren, ma l'unica verità inconfutabile era che fosse un assassino, un banale assassino che, per uno strano scherzo del fato, si era trovato a combattere dalla parte giusta della barricata, ma che non conosceva ideali o principi ai quali aggrapparsi una volta abbandonato il ruolo di compagno degli eroi del Ferelden. Come poteva, allora, essere tanto presuntuoso da credere di poterla salvare? Quali prove aveva per dimostrare che sarebbe stato all'altezza di ciò che Morrigan gli chiedeva? Nessuna. Non possedeva uno straccio di niente che potesse rassicurare gli altri e se stesso sulla sua idoneità a quel compito così delicato, ma di certo non si sarebbe tirato indietro. Eilin avrebbe magari meritato un salvatore più fulgido e valoroso, ma adesso c'era solo lui in grado di ricoprire quel ruolo e l'avrebbe fatto al di là di qualsiasi difficoltà o sofferenza, perché, se anche valeva poco come essere umano, Zevran il Corvo era stato un assassino piuttosto tenace e adesso quella testardaggine l'avrebbe aiutato a fare, finalmente, qualcosa di davvero utile.

“Lui può farcela” disse Alistair, prima che l'elfo avesse il tempo di rispondere. “Nessun altro potrebbe.”

“Tu potresti” si trovò a sbottare Zevran, sempre più sorpreso e sempre più convinto che la maga avesse in qualche modo operato uno strano incantesimo per cambiare la personalità del Custode. “Sei forte e ardimentoso...”

“Anche tu e Eilin lo sapeva” non riuscì a trattenere una smorfia, ammettendolo, ma continuò a fissarlo negli occhi. “Si fidava di te. Si fida di te, quindi anch'io lo farò.”

“E anch'io” Oghren smise di fissarsi orripilato la mano contaminata e la sbatté con decisione sul pettorale di metallo dell'armatura, producendo uno strano suono al contempo stridente e ovattato. “Sei un'elfetta migliore di quanto tu non creda.”

“Molto bene” si intromise Morrigan, prima che la situazione diventasse troppo mielosa per essere sopportabile. “Se avete finito di rassicurare il vostro ego con queste patetiche e immaginarie pacche sulle spalle, inizierò a preparare una pozione che farà cadere la nostra vittima in un torpore più profondo del semplice sonno e allestirò il rito che mi permetterà di raggiungere il suo subconscio, sperando che proprio stasera l'imprevedibile Eilin non decida di darci il bidone.”

“Ho avvertito il suo richiamo quasi ogni notte, negli ultimi mesi.”

“Speriamo di non essere particolarmente sfortunati, allora” la strega aveva già la testa infilata tra boccette maleodoranti e alambicchi contorti. “Nano, accendi il fuoco nel camino e tu, bietolone semi-redento, prepara ogni preghiera che conosci e affina l'istinto, perché non si sa mai cosa potrebbe succedere alzando, in qualsiasi modo, il velo.”

 

 

Riusciranno i nostri eroi a procedere in questa avventura? Domanda da un milione di euro!!! In questo capitolo credo di aver dato finalmente un po' di spina dorsale al bietol.. ehm... a Alistair; probabilmente, dopo tanto tempo, mi sto riappacificando col personaggio ^_^ Ovviamente tutto quello che sta succedendo, per quanto ispirato il più possibile alla storia di Dragon Age, è semplicemente frutto della mai fantasia malata, quindi spero di non starmi inventando panzane troppo pazzesche. Come al solito, grazie a chi ancora segue questa lunghissima ff e stragrazie a chi trova anche il tempo e la voglia di lasciare un commento (sempre graditissimo, sia se positivo, che negativo). Alla prossimaaaa

  
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