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Autore: soontobebritish    18/12/2013    1 recensioni
La diciottenne Charlotte McDermott sta andando a Londra per frequentare l'università dei suoi sogni. Con la fortuna dalla sua parte, sull' aereo, si siede vicino ad un adorabile ragazzo inglese. Il suo nome? Liam Payne. E apparentemente è famoso...
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 37

Charlotte’s POV

“Felpe?”

“Ci sono.”

“Pantaloni della tuta?”

“Ci sono.”

“Jeans?”

“Ci sono.”

“Magliette?”

“Ci sono.”

Lessi la lista che Amalia mi aveva spedito. Lei e Lauren erano già state al bungalow e ci avevano fatto una lista di cose che dovevamo
portare. Le nostre borse di Vera Bradley erano aperte sul letto e noi le stavamo riempiendo con i vestiti.

“Costume da bagno?”

“Cosa?” Marisa alzò lo sguardo dal suo armadio. “È metà ottobre! Fa freddo!”

“Sto solo leggendo, ciò che dice la lista… Liam mi aveva detto che forse avremmo fatto il bagno,” scrollai le spalle, presi il mio
costume dal mio armadio e lo misi nella borsa.

Non avevo lezioni quel venerdì- Marisa ne aveva una ma aveva intenzione di saltarla. Avevamo appena finito le lezioni del giovedì e ci eravamo fermate a fare le valige, prima di raggiungere Amalia e Lauren per cena. I ragazzi non erano ancora tornati e non sarebbero tornati nemmeno per cena. Le ragazze non avevano voglia di cucinare, così ci avevano invitato fuori a cena e poi ci chiesero di passare la notte da loro. Poi, saremmo andate a Holmes Chapel insieme. Erano tre ore di viaggio da Londra. Amalia e io avremmo fatto a turno. Un’ ora e mezza a testa, visto che Lauren non aveva ancora la patente.

Mi dispiaceva per i ragazzi- arriveranno tardi questa sera ma volevano vederci lo stesso.

Chiusi la mia borsa e me la misi in spalla. Presi il mio telefono dalla scrivania e riposi il carica batterie e l’iPad nella tasca laterale.

“Pronta Riss?”

“Pronta,” rispose, sorridendo.

Ci facemmo strada fino alla macchina di Marisa, ricevendo dei saluti da parte di gruppi di ragazze- mi stavo abituando alla fama che io e Marisa avevamo acquisito. Le fan erano sempre più rispettose, ora che ero in una relazione con Liam. Certo, c’erano ancora persone che mi odiavano, ma era quello che avevo accettato di sopportare. Liam mi diceva di non farci caso, ma io lo facevo lo stesso. Alcune erano davvero pesanti, ma altre facevano quasi ridere.

Marisa Walker era diventata la preferita delle fan. Le persone volevano che lei e Zayn si  mettessero insieme, che a volte era anche peggio delle minacce. Un po’ di volte era capitato che lei scoppiasse, sentendo la pressione sulle sue spalle. Una sera avevo menzionato la cosa a Liam, ma lui mi aveva detto che Zayn non vedeva l’ora del weekend al bungalow per poter passare un po’ di tempo con lei, lontano da tutto quanto. Era sorprendente, quanto una settimana potesse cambiare le emozioni tanto facilmente.

Almeno noi due avevamo avuto modo di pensare e passare del tempo tra di noi. Dopo aver raccontato a Madison dei miei genitori, Marisa aveva capito che qualcosa non andava. Glielo dissi e mi sentii subito meglio. Lei mi disse che dovevo dirlo a Liam, che magari
mi avrebbe aiutato.

Mentre eravamo in fase confessioni, Marisa si fece scappare che le piaceva molto Zayn. Risi, come se la cosa non fosse già ovvia.

“Emozionata?” Marisa mi chiese, dopo aver chiuso la sua portiera.

“Si,” sorrisi d’istinto. Era stata una lunga settimana. Avevo dovuto fare un sacco di compiti e progetti in poco tempo, in più avevo una stressante situazione familiare. Ero davvero pronta per andare a vedere Liam e uscire da tutti i problemi, almeno per un po’.

“Tu invece?” la stuzzicai. Il suo sorriso era surreale. I suoi occhi scuri erano pieni di eccitazione. “Lo prendo come un si. Hai parlato con
lui?”

“Non mi ha scritto oggi…”

“Hanno molto da fare e in più devono prendere un aereo…”

“Si ma la scorsa notte, sono rimasta sveglia fino a tardi per messaggiare con lui. Verso le tre gli ho detto che andavo a letto perché poi avevo lezione. Poi mi ha detto ‘buonanotte tesoro, non vedo l’ora di vederti questo weekend.’ Con una faccina sorridente…” la sua voce si fermò. “L’ho salvato, non potevo eliminarlo.” Sorrise.

“Che carini. In più ti ha chiamato tesoro.” Le sorrisi. “Awe.”

“Non vedo l’ora di vedere cosa succede. Sono speranzosa.”

“Dovresti esserlo… sembrate molto affiatati, voi due…”  avevo letto un po’ delle loro conversazioni  e gli argomenti cambiavano
drasticamente- il che era una cosa bella. Bisogna essere capaci di parlare di tutto, non solo di alcune cose.

Marisa giudò fino all’indirizzo del ristorante. Dopo aver trovato parcheggio, ci dirigemmo all’entrata del ristorante, ma fummo fermate da un gruppo di tre ragazze.

“Scusa,” una ragazza bassina di circa quindici anni, venne verso di me. “Sei Charlotte? Charlotte McDermott?”

“Si,” le risposi cordiale. Ero già stata fermata dalle fan, prima ed erano state molto gentili.

“Siete impegnate?”  chiese un’altra ragazza, avvicinandosi. “Possiamo fare una foto? Se no, non importa…”

“Tu sei Marisa Walker, vero?” la terza ragazza riconobbe Marisa.

“Si, sono io!” disse. “Come state, ragazze?”

“Bene,” la prima ragazza sorrise. “Dovete incontrare i ragazzi? Sono qui? Non possono già essere qua…”

“No, no. Dobbiamo vederci con delle amiche. I ragazzi non saranno a casa prima di sta sera. Ma per favore, non andate all’aeroporto… avete scuola domani.” Le dissi.

“Oh, mia madre non me lo permetterebbe comunque.” Aveva una macchina fotografica tra le mani.

Marisa e io ci posizionammo ai lati di due delle ragazze, la terza scattò la foto.

“È un bravo ragazzo, Liam?” chiese la seconda ragazza. “Sembra un ragazzo molto romantico.”

“È fantastico,” sorrisi.

“Anche bravo a baciare, scommetto.”

“Non sono una che racconta tutto. Scusa.” Ero diventata davvero brava ad evitare le domande personali, deludendo le aspettative delle
fan, ma normalmente non se ne curavano.

“Beh, dobbiamo andare. È stato bello conoscervi!” Marisa ci scusò.

Salutammo e entrammo nel ristorante. La cena fu fantastica. Il cibo era delizioso e il dessert ancora di più, ma era più speciale perché
era una normale cena tra amiche.

L’amicizia non è qualcosa che si costruisce in una notte. Non si costruisce neanche in due o tre settimane. Quando ho lasciato Omaha, ho lasciato i miei amici di quando avevo tre anni. Una parte di me era triste, perché ero cresciuta con loro, ma ora ho capito che la ragione per cui le persone hanno bisogno di cambiare aria e farsi nuovi amici è che loro stesse cambiano e crescono. Stare li seduta a parlare con Amalia, Lauren e Marisa mi ha fatto realizzare che anche io sono cambiata.

Quando uscimmo dal ristorante, quel giovedì sera, realizzai che avevo scoperto più barzellette quella sera, che in tutta la mia vita. Mi ero divertita, lasciando da parte i problemi familiari, stress da relazioni e scuola. Tutto sembrava incredibile, e sapevo che il weekend sarebbe stato ancora più bella.

“Ci vediamo tra dieci minuti,” disse Lauren, mentre lei e Amalia ci salutavano.

Appena nove minuti dopo, ci ritrovammo di fronte all’enorme casa.

“Inquietante!” sussurrò Marisa.

Presi la mia borsa dalla macchina e uscii. Salii i gradini davanti alla casa e bussai alla porta. Poco dopo, Amalia comparve alla porta,
facendoci entrare.

Una volta dentro, scendemmo nel seminterrato dove ci sistemammo. Lauren e Amalia stavano sempre lì. Praticamente le due erano molto ricche, anche se non si direbbe.

Posai la borsa a terra, accanto alla porta di quella stanza. Mi sedetti  sul divano sospirando.

“Chi vuole giocare a obbligo o verità?” Lauren chiese, cambiando canale in televisione.

“Prima a me.” Marisa alzò le braccia.

“No, giochiamo a Preferiresti, in gruppo,” sospirai. “È più divertente.”

“Come si gioca in gruppo?” chiese Amalia.

“Quando qualcuno fa una domanda, prima lui deve rispondere e poi tutti gli altri.”

“Va bene, ma niente lascia questa stanza. Okay?” Amalia ci fece promettere.

“Vado per prima. Preferiresti avere un negozio di cupcake o uno show di meloni?” rise Lauren.

“Che razza di domanda è?” chiesi tra le risate.

“Ok, sul serio, preferireste baciare Liam o Niall?”

“Liam,” risposi immediatamente, quasi velocemente come Amalia scelse Niall.

“Beh è imbarazzante,” Marisa disse. “Credo…Niall?”

“Liam.” Lauren scosse la testa, “Non posso baciare labbra che hanno toccato le sue.” Indicò sua sorella in disgusto.

“Prossima domanda!” Amalia la interruppe, cambiando argomento. “Preferireste non avere mai il ragazzo che amate, o non amare mai il ragazzo che avete?”

“Non è la stessa cosa?” chiesi in un momento di silenzio.

“No,” cominciò Lauren. “Credo che preferirei  non avere mai il ragazzo che amo. Fa male, ma almeno c’è l’amore. L’amore e un sentimento così importante che preferirei amare piuttosto che non sentire nulla?” sembrava insicura della sua risposta, ma aveva un
senso.

“No, hai ragione. Ha una sua logica.”

La sua brillante spiegazione fece concordare tutte sulla risposta.

Il gioco continuò per un po’ di tempo e le domande diventarono sempre più profonde- o erano divertenti, o a caso o super serie. I preferiresti cominciarono a mischiarsi con la verità. Non sono quel tipo di ragazza che si siede in cerchio e racconta i suoi sentimenti a tutti, ma le tre persone intorno a me, lo rendevano semplice.

E così, gli dissi tutto sulla mia situazione familiare.

“La cosa è peggiorata nelle ultime settimane,” spiegai. “andava tutto bene all’inizio, ma questo quando tutto era un segreto. Per me, è meglio ora che la cosa è pubblica.- è più facile. Ma per loro non è così.”

“Preferiresti stare qui con questa vita o tornare a casa e niente di tutto questo fosse successo?” chiese Amalia.

Per la prima volta, dovetti pensarci su. Sapevo che non potevo tornare indietro, ma se ne avessi la possibilità, lo farei?

Sembrava che stessero trattenendo il respiro, aspettando la mia risposta. Fu quando risposi, che realizzai che ero io quella che stava trattenendo il respiro.

“No,” presi un respiro profondo. “Mi piace qui. Mi piacciono gli amici che mi sono fatta. Posso essere chi voglio essere. Non cambierei mai il fatto di essere venuta qui a Londra e incontrato tutti voi. È un nuovo inizio…”

“E Liam? Ti sei pentita di avergli scritto, quel giorno sul taxi?” Marisa sembrava sospettosa.

Era facile rispondere,” So che non passo molto tempo con lui e non lo conosco tanto quanto vorrei, ma no. Non mi pento.”

“Voi sembrate andare davvero d’accordo…”sorrise Amalia.

“PROSSIMO ARGOMENTO! Preferireste…” Marisa si fermò. “Ok, sapete cosa? Non importa.”

“Beh, è imbarazzante,” sorrise Lauren, “ora devi dircelo.”

“Ehm no, va bene così.” Le guance di Marisa si stavano tingendo di rosso.

“Stai arrossendo, Riss? Qual’ era la domanda?”

“Niente. Non importa.”

“Inappropriata, eh?” la presi in giro.

“Non so. Di solito a casa parlo di queste cose, ma non voglio rendere le cose imbarazzanti. Non ancora. Dimenticatelo.”

Ci dimenticammo. Trovammo un film da guardare e presto tutte intorno a me si erano addormentate. Non io, però. Ero sveglia alle tre del mattino, quando sentii dei passi al piano di sopra. Pensavo fosse la signora Sorin.

Poi, sentii dei passi scendere le scale- probabilmente la signora Sorin stava scendendo a controllarci. Le ragazze avevano detto alla loro madre che io e Marisa avremmo passato la notte qui.

Sentii dei passi fuori dalla porta seguiti da una risata. Poi qualcuno ordinò di fare silenzio.

Chiusi i miei occhi quando la porta si aprì, illuminando la stanza.

“Stanno dormento,” una voce profonda sussurrò.

Anche se era un sussurro, sapevo che era la sua voce.

“Beh, le vediamo domani, allora. Andiamo ragazzi,” la voce di Harry era scossa.

Stiracchiai le braccia, sbadigliai e mi misi seduta lentamente. Mi sfregai gli occhi e mi concentrai sulla porta, poco lontano da me. Strizzai gli occhi, cercando di mettere a fuoco le figure di fronte a me, anche se sapevo chi erano.

“Char?” sussurrò.

“Liam?” chiesi contenta, ma allo stesso tempo attenta a non svegliare le altre tre ragazze.

Uscii dalla coperta, avvolta attorno a me e andai direttamente da lui. Mi strinse a sé, le sue braccia erano intorno alla mia schiena. Lo abbracciai stretto, rilassata dal suo profumo.

“Vi ho visto in TV,” dissi ai cinque. “Siete stati fantastici.”

“Grazie,” disse Harry, alzando un po’ il tono di voce, guadagnandosi una sberla da Zayn. Louis, Harry e Zayn se ne andarono. Niall si avvicinò ad Amalia  e dopo averle lasciato un bacio sulla fronte se ne andò, lasciandomi con Liam.

“Come è andata questa settimana?” chiese, portandomi sul divano della stanza principale del seminterrato.

“Stressante, ma tutto okay.”

“Aww, mi dispiace,” sussurrò, spostando una ciocca di capelli, dietro al mio orecchio. “Perché stressante?”

“Per la scuola e altre cose che spero di lasciare qui a Londra, questo weekend.” Scrollai le spalle.

“Meglio per me,” sorrise. “Sei emozionata?”

“Tutti continuano a chiedermelo. Sono preoccupata di quello che potrebbe succedere.” Lo tormentai.

“Sai cosa dicono sempre i ragazzi?” chiese.

Io scossi la testa.

“Con Daddy Direction in carica, non c’è bisogno di preoccuparsi.”

“Quello è il motivo per cui sono preoccupata.” Sussurrai nel suo orecchio.

Portò le sue mani al mio volto, circondandomi le guance. Fissò i suoi occhi nei miei e posò la sua fronte sulla mia.

“Lo vedo,” sussurrò sulle mie labbra. “E perché?” il suo sorriso impertinente tornò.

“Nessun motivo,” sorrisi.

Poi, mi baciò, trasformando il mio sorriso in uno ancora più grande.

   

scusate il ritardo ragasssssuole
 
  
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