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Autore: Ehybastaldo_    18/12/2013    2 recensioni
"Senti, tu non mi conosci nemmeno..."
"Zayn." Le suggerì lui.
"Ecco, non sappiamo nemmeno i nomi l'uno dell'altro." Sputò lei a un palmo dal suo viso.
"Beh, in teoria, tu sai il mio." Rispose tranquillamente il moro.
Lei alzò entrambe le sopracciglia e "Sei mica uno stalker?"
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Questa OS partecipa al concorso redatto dal gruppo facebook “EFP – Storie sugli One Direction”.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa OS partecipa al concorso redatto dal gruppo facebook “EFP – Storie sugli One Direction".
ESTATE: Let me love you, Ne-yo.



 
LET ME LOVE YOU.



 
Quando la moto si fermò, Zayn la spense e l'appoggiò sul cavalletto. Si sfilò il casco con una mano, mentre con l'altra provò a riavviare il suo ciuffo. Amava usare la cera per tenerli dritti, e poi, a differenza del gel, non glieli avrebbe rovinati più di tanto.
Infilò una mano nella tasca del jeans, estraendone qualche secondo dopo il cellulare, con l'intenzione di leggerne l'ora e capire se era in orario o, come al suo solito, in ritardo.
Appena toccò uno dei tasti del suo Iphone nero, il display si illuminò, facendo così apparire il suo blocca schermo che lo fece leggermente sorridere. In quella fotografia, scattata qualche giorno prima, al parco, c'erano lui e Liz, la sua ragazza da ormai qualche mese.
Si erano incontrati nel modo più strano possibile: lui era cuoco nel nuovo ristorante di Bradford; aveva studiato a Londra per quasi tre anni e davvero non vedeva l'ora di ritornare nel suo Paese e cercare un po' di fortuna. Anche se Londra era abbastanza grande, pensava che non offrisse quello di cui lui avesse bisogno. Voleva stare vicino la sua famiglia, per esempio, si era stancato della sua vita lontano dalla madre, dal padre e dalle sue sorelle che vedeva si e no, tre volte l'anno.
Ritornando a quella sera, Zayn sorrise, ricordando che la cameriera di qualche anno meno di lui era ritornata in cucina con un piatto completamente pulito, mentre l'altro per nulla toccato. Allora si era avvicinato alla ragazza e le aveva chiesto spiegazioni. Purtroppo la cameriera non aveva giustificazioni se non per descrivere la tipa che aveva lasciato tutto: mica era lei quella ad aver lasciato quella bontà che emanava un profumino invitante.
Zayn, cocciuto qual era, tentò di fare bella figura con il secondo che stava per mandare proprio a quel tavolo. Mise una fetta di carne arrostita su un purè di patate preparato da lui stesso e finì il tutto con qualche foglia di lattuga e qualche spicchio di pomodoro al fianco, richiamando la stessa cameriera e sussurrandole un "Voglio proprio vedere se questo non le piace." 
Con un ghigno stampato sulle labbra, aveva seguito con lo sguardo la ragazza uscire dalle porte della cucina, ritornando al suo posto qualche secondo dopo e non trattenendosi più nella pelle. Voleva sapere se quel piatto fosse stato apprezzato.
Zayn sapeva che fosse bravo a cucinare, non per questo, quando ritornò da Londra e fece la domanda in vari ristoranti, il Madness l'aveva subito richiamato, dicendo di voler avere un colloquio col ragazzo. E come si era visto, aveva avuto successo. Dall'apertura il locale guadagnava e veniva ben apprezzato; era riuscito a guadagnare una stella Michelin, ed era ben pubblicizzato dalle migliori riviste nazionali. 
Zayn era felice, ma soprattutto lo era il suo capo, che gli aveva perfino aumentato lo stipendio appena un mese dopo, ringraziandolo per tutto il successo che stava avendo il suo locale solo grazie alle mani d'oro del ragazzo.
In fondo Zayn aveva solo ventitré anni!
Poco dopo, la stessa cameriera rientrò in cucina e con una smorfia stampata in volto si era avvicinata a Zayn, mostrandogli il piatto di carne, di cui ne mancava appena un boccone.
Zayn non se la sentì a passare; si pulì come meglio poteva il grembiule, si tolse il cappello da chef e si diede una sistemata ai capelli, specchiandosi in una delle pentole appese alla cucina. Avvisò i suoi colleghi della sua momentanea assenza, chiese alla cameriera di quale tavolo si trattasse e uscì dalla cucina, più convinto che mai a capire cosa non andasse nei suoi piatti.
Ci metteva sempre amore e cuore, ci sudava su quei piatti. Se c'era qualcosa che non andava, doveva saperlo, e anche subito.
Camminò lungo la sala dalle pareti chiare; era un posto tranquillo e di gran classe: le tende erano leggere e ricadevano sul pavimento in parquet, i tavolini erano tutti quadrati e ben sistemati l'uno distante dall'altro in modo preciso, le decorazioni su ogni tavolo erano perfette, come quel vaso di fiori che Zayn amava guardare attraverso la finestrella della porta della cucina.
Arrivò dritto al tavolo della ragazza in questione, rimanendo di sasso per qualche secondo quando questa alzò lo sguardo, confusa. Era bellissima, aveva subito pensato. Aveva i capelli chiari intrecciati su una spalla, due piccoli ciuffettini erano lasciati liberi e ribelli, gli occhi erano chiarissimi, molto diversi dai suoi, scuri come la pece, e le labbra erano fini e rosse, ovviamente ricoperte dal trucco.
"Buonasera signorine." Aveva detto. La ragazza che non aveva apprezzato il suo piatto, era accompagnata da un'amica, o quello che era. L'altra, che Zayn nemmeno aveva degnato di un solo sguardo dal suo arrivo al tavolo, si sporse in avanti, spalancando gli occhi.
"Salve." Infatti aveva risposto in tono malizioso. Ma Zayn non era in vena di filtrare con due bellissime ragazze. Lui teneva di più alla sua cucina.
"Ho notato che non ha toccato nulla, se non poco, di quello che le è stato servito. Potrei sapere il perchè?"
Era pur sempre il cuoco, non poteva fare lo stronzo e urlare addosso ad una sconosciuta che si era rifiutata di mangiare una delle sue delizie.
La ragazza prese uno dei due ciuffetti lasciati liberi e se lo rigirò al dito.
"Oh, niente. Stasera ho poca fame." Aveva sussurrato.
Zayn era rimasto pietrificato di nuovo, e stavolta solo perchè aveva sentito un suono così bello per la prima volta in vita sua. Quella frase non faceva altro che rimbombare nella testa del ragazzo e ad un certo punto si maledì pure per aver azzardato a chiedergli una cosa simile. Poteva essere anche vero e lui chi era per mettersi in mezzo alla sua cena?
Provò a scusarsi, cominciando ad elencare le altre pietanze che non vedeva l'ora di prepararle, sorridendo e sperando di lasciarla a bocca aperta solo al pronunciare certi nomi che sembravano altolocati, ma che poi erano delle semplici fette di pesce impanate o aragoste in salsa di maionese.
La ragazza, però, alzò una mano e lo zittì, nel modo più arrogante possibile.
"Ma lei non deve cucinare per le altre persone?" Aveva detto. Zayn era rimasto in silenzio, la fronte aggrottata e le mani ancora tese a mezz'aria, intento a tener il conto dei suoi piatti migliori.
"Prego?"
Il cuoco, come la moretta seduta di fronte all'insolente ragazzina, aveva la bocca e gli occhi spalancati, incredulo.
"Ha sentito bene. Perchè è venuto ad importunare me, quando c'è una sala intera da sfamare? Cos'è? Ha paura che i suoi piatti non piacciano anche alle altre persone?"
Zayn la guardava ancora esterrefatto; un brivido lungo la schiena lo riscosse dai suoi pensieri e per un attimo pensò di battere un pugno sul tavolo e ringhiarle contro le peggio parole. Allora aveva ragione lui: la ragazza non aveva gradito la cucina!
"Le sembra che mettere qualche decorazione ai suoi piatti, li rendano più gustosi e gradevoli?" Aveva aggiunto qualche secondo dopo, girando ancor di più il coltello nella piaga.
Il ragazzo, ormai privo di parole, salutò l'amica dell'insolente e prese a camminare verso la sua cucina, a finire il suo lavoro, che sicuramente era ben apprezzato da persone mature e non stupide ragazzine che si credevano di essere vissute a soli... Diciassette anni?
Sì, Zayn pensò che quella stupida ragazzina potesse avere si e no diciassette anni, se non di meno. E se ne aveva di più, era stata proprio una bambina a comportarsi in quel modo.
Carly, seduta di fronte a Liz, la guardò per un attimo incredula, si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e poi avanzò con la sedia verso l'amica. Aveva già pronto un bel discorsetto per l'amica che l'aveva messa in ridicolo davanti a tutta la sala. Ma improvvisamente, qualcuno parlò al suo posto.
Zayn era ritornato sui suoi passi e ora era di nuovo lì, in piedi, davanti al tavolo delle due. Appoggiò con una botta le mani sul tavolo e "Credi di aver assaggiato di meglio delle mie pietanze?" Chiese tra i denti.
Liz annuì, anche se in realtà non era vero. I suoi non le permettevano di uscire dal suo paese, almeno finchè non avesse superato la maturità a pieni voti, o almeno, così le continuavano a dire. Ma di certo non avrebbe ceduto alle ripicche del moretto.
"Ovvio che sì! Qualsiasi cosa sarebbe meglio di... Questo."
Liz aveva leggermente spinto il piatto lontano da lei e questo bastò per far ribollire il sangue nelle vene di Zayn che, come un signore, si tenne per sè le parolacce che voleva sputarle addosso e si rinchiuse dentro la cucina, a finire il suo servizio della serata, sapendo che quello che serviva era all'altezza di persone molto più intelligenti di quella là.

Il giorno dopo, la madre di Zayn, che intanto era ritornato a vivere con i suoi, gli aveva chiesto il gentile favore di andare a prendere sua sorella alla scuola femminile che ormai frequentava da tre anni.
Waliyha, una ragazza che era esattamente la fotocopia di Zayn, ma al femminile, quindi alta, capelli mori e occhi scurissimi, frequentava la Bradford High School, un istituto dedicato solo alle ragazze. Quasi come quelle scuole gestite da suore. Solo che qui c'erano insegnanti normali, sia maschi che femmine.
Aveva appena parcheggiato il motorino davanti al cancello in ferro battuto e si era sistemato il casco in un braccio, aspettando che l'imminente campanella suonasse e che sua sorella varcasse il cancello con un sorriso sulle labbra. 
Entrambi avevano un sorriso stupendo. Denti che, vista la carnagione scura, risaltavano ancora di più, e labbra carnose. Peccato solo che Zayn sfruttasse poco quel suo pregio.
Sfilò il cellulare dalla tasca e guardò l'ora sul display: due minuti e sua sorella sarebbe uscita.
E puntualmente, all'una e trenta, la campanella suonò, riempiendo il cortile di bellissime ragazze tutte vestite di una  stupida divisa del colore blu notte. Zayn storse il naso, ricordando che lui fortunatamente non ne aveva dovuto indossare una, in quanto aveva frequentato una semplice scuola pubblica vicino casa sua. 
Ma allora i tempi erano diversi; i suoi a malapena riuscivano a comprargli il giusto e necessario per la scuola, invece adesso c'era lui che riusciva a contribuire alle spese della casa insieme ai suoi genitori.
Zayn alzò lo sguardo, infilando il cellulare nei jeans neri e aspettò di riconoscere la chioma scura della sorella. Ma altro attirò la sua attenzione.
"Oddio, guarda chi c'è?"
Carly diede una gomitata all'amica al suo fianco, intenta a guardare dove stesse camminando, e lo alzò, curiosa di vedere di chi si trattasse.
"Ancora lui? Ma che fa, mi segue?" Disse inacidita.
L'amica la guardò male e "Ma dagli una possibilità. Lui mica c'entra con la tua rottura con Alex." Le aveva detto.
Liz per un momento sembrò pensarci, poi avvertì Carly di aspettarla all'angolo della scuola e che ci avrebbe messo dieci secondi per liquidarlo.
Zayn aggrottò la fronte alla vista della ragazza vista al ristorante il giorno prima andargli in contro. Si mise dritto con la schiena e incrociò le braccia sotto il petto.
"Senti, sei venuto a spiarmi?" Aveva detto, quando ormai pochi metri li separarono.
Cosa? Pensò Zayn, alzando un sopracciglio e trattenendosi dallo scoppiarle a ridere in faccia.
"Scherzi, vero?" Infatti rispose, facendola sentire a disagio immediatamente. Che poteva saperne lei se lui non fosse lì per un'amica, o la sua ragazza?
Liz si maledì immediatamente e fece per andarsene, ma Zayn la bloccò in tempo.
"Vedo che sei acida di tuo, e non solo ieri sera." 
La ragazza si girò sui tacchi e tornò nella sua direzione, puntandogli un dito contro al petto, picchiettandolo anche.
"Senti, tu non mi conosci nemmeno..."
"Zayn." Le suggerì lui.
"Ecco, non sappiamo nemmeno i nomi l'uno dell'altro." Sputò lei a un palmo dal suo viso.
"Beh, in teoria, tu sai il mio." Rispose tranquillamente il moro.
Lei alzò entrambe le sopracciglia e "Sei mica uno stalker?"
Zayn non ce la fece più e scoppiò a ridere, ma non poté aggiungere altro perchè la voce di una ragazzina, lo richiamò.
"Zayn!"
Waliyha stava oltrepassando il cancello proprio in quel momento, salutando l'amica con due baci sulle guance e correndo nella direzione del moro. Senza nemmeno chiedere scusa o permesso, oltrepassò Liz e abbracciò il fratello.
Zayn alzò lo sguardo appena, stretto tra le braccia della sorella, e notò Liz notevolmente a disagio.
"Pensavo avessi trovato mamma e invece..."
Liz, alle spalle della ragazzina, si schiarì la voce. Entrambi la fissarono, Waliyha stupita di non averla nemmeno notata.
"Va beh, buona continuazione." Disse Liz, facendo per andarsene. Ma nuovamente Zayn riuscì a bloccarla.
"Sei libera stasera?" Le chiese.
La ragazza si guardava intorno, sperando ci fosse qualche telecamera e che a momenti qualcuno sarebbe saltato fuori urlando un 'Sei su Mtv, lui è un attore, io sono un'attrice e tu ci sei cascata in pieno!'. Ma così non fu.
Girò appena la testa e "Forse." Disse alzando semplicemente le spalle e raggiungendo in pochi passi l'amica che cercava di leggere il labiale tra i due, ma senza successo.
"Mi devi raccontare tutto." Carly afferrò Liz per un braccio e cercò di capire perchè l'amica sorrise per il resto del giorno, senza un valido motivo.

Passò una settimana esatta, quando Zayn, chiuso in camera sua alla ricerca di una nuova e originale ricetta, venne richiamato dalla madre per telefono.
"Pronto?" Rispose lui con un filo di voce.
"Tesoro, so che sei alle prese per il piatto che lascerà a bocca aperta l'esperto che verrà stasera, ma... Non è che avresti cinque minuti per andare a prendere tua sorella a scuola? Davvero, c'è troppo traffico e non credo di arrivarci in tempo." Disse sua madre tutto d'un fiato, diventando rossa anche in faccia.
Zayn alzò lo sguardo sull'orologio attaccato alla parete della sua stanza e contò mentalmente che mancavano cinque minuti al suono della campanella. Poi sospirò.
"Certo mamma. Non c'è nemmeno bisogno di chiedere." Disse, per poi salutarla, infilare il giacchetto di pelle e uscire da casa per andare a prendere la sorella.
Parcheggiò la moto davanti l'istituto nel momento esatto in cui la campanella annunciò la fine delle lezioni. Ma di Waliyha, ancora nessuna traccia.
"Ah, allora sei proprio cocciuto!" Sentì una voce alle sue spalle, voltandosi appena e rimanendo di stucco. Ma era lei, allora, che lo importunava! Chi gliel'aveva detto che lui era lì per lei? Poteva avere anche una ragazza che andava in quell'istituto.
"Ciao anche a te..."
"Liz." Finalmente si decise a dire. 
"Liz." Ripetè lui, quasi a voler memorizzare quel nome da qualche parte, per qualche assurdo motivo. Le sorrise appena e aggiunse un: "Oggi sei di buon umore." Constatò.
La ragazza si aprì in un sorriso e annuì convinta.
"Ho preso dieci al compito di francese." Si elogiò, come se fossero due amici dalla nascita e lui le avesse appena chiesto i dettagli della sua giornata.
"E anche secchiona." Aggiunse poco dopo, ridendo dalla smorfia di disapprovazione che aveva assunto la ragazza.
"Smettila di ridere." Gli diede un colpo di libro al gomito, ma in realtà sperava che non la smettesse mai, perchè il suono della risata di Zayn le era nuovo alle orecchie. E lo amava. Terribilmente.
"Comunque, miss perfettina..." La prese in giro lui, sistemando il casco tra le mani e guardando oltre la spalla di Liz, cercando invano la sorella che ancora, fortunatamente, non si degnava ad uscire dalla struttura.
"Stasera ho un appuntamento importante e ho bisogno del tuo aiuto." Le confessò, facendola incuriosire.
"Non può farlo la tua ragazza?" Sputò lei, come se adesso fosse ritornata al punto di partenza: acida.
Lui, in un primo momento, aggrottò la fronte, confuso. Poi capì e scoppiò nuovamente a ridere.
"Gelosa?" La stuzzicò, notando le sue guance bianche diventare magicamente rosse. E Liz abbassò il viso, imbarazzata.
"Waliyha è mia sorella. Non ho tempo per impegnarmi in questo momento." Disse l'attimo dopo, facendo in modo che lei potesse rialzare il viso e così mostrarle le iridi azzurre che lui, quasi ogni notte, sognava. Ed era strano quello che stava succedendo a Zayn. Era la prima volta che gli capitava una cosa del genere.
"E allora di quale appuntamento stavi parlando?" Finalmente si fece avanti lei, curiosa più che mai.
Lui sorrise e Waliyha arrivò proprio in quel secondo, interrompendo tutto.
"Scusami, scusami, scusami. Avevo dimenticato un libro in classe." Annunciò, abbracciando il fratello e poi guardando la ragazza curiosa. "Ciao." La salutò comunque, avendo imparato la buona educazione.
Liz ricambiò, sperando di non passare per la pazza di turno, data la risposta di una settimana prima.
"Waly, non è che potresti tornare a casa con qualche tua amica? Avrei da fare." Chiese Zayn alla sorella speranzoso.
La piccola guardò per un momento il fratello, poi spostò lo sguardo sulla ragazza ammutolita di fronte a lui, e ritornò a fissare Zayn.
"Va bene, allora avvisa mamma che mi fermo da Megan." Disse e Zayn annuì, salutandola con la mano quando questa si allontanò, facendo lo stesso anche con la misteriosa ragazza.
"Allora... Vuoi aiutarmi?" Chiese Zayn, riportando l'attenzione su di sè.
Liz afferrò il cellulare dalla tasca e scrisse velocemente qualcosa. Poi alzò lo sguardo e "Hai un casco in più?" Chiese.
Zayn glielo passò con piacere e l'avvisò di aggrapparsi bene al suo busto.

"E così questo è il tuo mondo..." Quasi sussurrò Liz, perdendosi a guardare la miriade di pentole e padelle appese alla cucina. Si specchiò in una, sobbalzando quando notò anche il riflesso di Zayn, alle sue spalle.
"Stasera verrà uno dei critici più negativi del pianeta e io devo fare colpo su di lui." Spiegò, fissando il loro riflesso attraverso la padella.
Liz si girò appena, finendo per guardare negli occhi di Zayn e maledicendosi per averlo fatto. Il ragazzo era bellissimo, questo lo doveva ammettere, e quel senso di misterioso le dava l'impressione di qualcosa altamente sexy. Presa alla sprovvista dei suoi insani pensieri, arrossì involontariamente.
"E... E io cosa dovrei fare, esattamente?" Chiese lei confusa, abbassando lo sguardo sulle sue scarpe.
Lui sorrise appena, lasciando che il profumo alla vaniglia dello shampoo della ragazza gli attraversasse le narici, fino a filtrare nel suo cervello. Ed era buonissimo, pensò.
"Ti siederai lì e assaggerai i miei piatti migliori." Disse lui, indicando l'unico tavolo presente nella cucina del ristorante, vuoto. Non c'era nessuno all'infuori di loro due, e la cosa non dispiaceva più di tanto a Liz, che prese immediatamente posto al tavolino e pregò mentalmente che il suo stomaco, vuoto, non emettesse nessun rumore.
Zayn cominciò a rovistare tra pentole piccole e medie, uscendone almeno cinque prima di recuperare i vari ingredienti.
Liz intanto si era persa ad osservarlo; amava studiare le persone, soprattutto quelle sconosciute: Zayn aveva appena indossato la tenuta da chef e aveva preso tra le mani qualche fetta di merluzzo, aveva recuperato l'olio e adesso aspettava che questo friggesse leggermente nella padella media. Le sue mani erano esperte tra i fornelli, mentre continuava a non degnarla di un solo sguardo nemmeno per errore, troppo intento a metterci l'anima in quello che stava facendo. E lei si chiedeva mentalmente qual era il suo sogno una volta finito il liceo. Nemmeno sapeva quello che voleva fare; e tutto quello era colpa di Alex, il suo ex ormai da alcuni mesi che, però, non era riuscita a dimenticare facilmente.
Doveva arrivare un tipo strano come Zayn per occuparle la mente con altro.
"Et voilà." Disse teatralmente con un accento francese Zayn, posandole un piatto sotto il mento, il cui solo profumino la diceva lunga.
Liz afferrò una delle forchette e spezzò il morbido pesce con solo la punta, portandosene un piccolo pezzo e assaporandolo lentamente.
Zayn, alzato di fronte a lei, aspettava impaziente il giudizio della ragazza.
"Uhm... Manca qualcosa..." Suggerì, intimorita di una possibile reazione negativa del ragazzo. Ma non arrivò, anzi Zayn aspettò che fosse proprio lei quella a dirglielo.
"Hai provato con dei pomodorini freschi?" Chiese, pensando che fosse sbagliato da parte sua. Lei che ne capiva di cucina? Assolutamente nulla! Era la seconda volta che metteva piede in un posto così lussuoso. Nemmeno sapeva se doveva scusarsi con lui per quella sera, quando gli aveva fatto fare una brutta figura davanti ai suoi clienti.
Zayn sembrò illuminarsi e scappò di nuovo ai fornelli, tagliuzzando qualche foglia di prezzemolo e aggiungendo dei pomodorini pachino in padella, riportando poco dopo il nuovo piatto alla sua critica preferita.
Quando il merluzzo scese lungo la sua gola, Liz, pensò che non ci fosse cosa più buona che avesse mai assaggiato.
Zayn esultò felice, continuando a cucinare per lei per il resto della giornata, alla ricerca del menù perfetto per il critico che quella sera avrebbe rovinato o cambiato la sua vita completamente. Riuscirono perfino ad inventare un nuovo dolce a base di succo d'arancia e more.

Si erano divertiti tanto quel pomeriggio e Liz finalmente aveva capito a cosa servissero certi mestoli di cui non ne sapeva nemmeno l'esistenza. Si erano anche conosciuti nel frattempo e Liz era rimasta meravigliata dalla vita di Zayn, completamente diversa dalla sua, monotona. E senza nemmeno accorgesene, si era paragonata alla lattuga che Zayn stava accuratamente sistemando su un piatto bianco, sentendolo canticchiare sulle note di Ne-yo.
"Ragazza permettimi di amarti e ti amerò, finché non imparerai ad amare te stessa..." Sussurrava continuando a fare avanti e dietro per la stanza, e Liz dovette trattenere un urletto, innamorandosi senza nemmeno rendersene conto di quella voce così perfetta che rendeva ancora più magico quello che stava preparando con le sue mani. 
Lui l'aveva continuata a imbottire di cibo e, ogni volta che secondo lei non andava bene, aggiungeva quell'ingrediente che rendeva il suo piatto unico. Era diventata la sua musa?
Ridacchiando, pulì il bancone e urtò sbadatamente un pacco di cereali aperto, rovesciandolo sul pavimento.
Si accasciò, tra le risa, e cominciò a raccogliere il disastro con le mani. Liz si offrì immediatamente di aiutarlo, piegandosi sulle ginocchia e facendo lo stesso.
Si guardarono per una manciata di minuti negli occhi in silenzio, lasciando perdere quello che stavano facendo e rimanendo entrambi di sasso. Zayn non si era accorto che gli occhi di Liz erano così particolari: erano azzurri, sì. Ma se guardati bene, quegli occhi, avevano anche una piccola sfumatura di dorato. E trovò la cosa carina, e mai vista in effetti. 
Liz, invece, ci si era persa in quegli occhi così scuri e vitrei, che non faceva altro che pensare durante le lezioni, e poi sorrise.
"Zayn, sono qui!" 
La cameriera che si era offerta di lavorare e servire il critico quella sera, era appena arrivata, bloccandosi il momento dopo che aveva varcato la porta della cucina, trovando i due piegati sul pavimento a fissarsi. Ma poi si erano ridestati e alzati.
"Tess, lei è Liz, la mia critica personale."
Le due si scambiarono un gesto di saluto e Tess aggrottò la fronte, rimanendo incredula su quello che aveva appena visto: ma non era la stessa ragazza che aveva servito quella sera e che non aveva toccato nulla? Si promise di chiedere spiegazioni in un secondo momento a Zayn, andandosi a cambiare nello spogliatoio degli addetti alla cucina.
Dopo lei, entrarono altri tre aiutanti del cuoco e la signora che lavava i piatti.
Liz si andò ad accomodare al tavolino ormai vuoto della cucina quando sentì Zayn imprecare sottovoce, capendo: il critico era appena arrivato.
"Stai calmo. Sei un bravissimo cuoco." Lo incoraggiò, ordinandogli di tirare un sospiro prima di iniziare a fare il menù.

La cameriera servì il dolce, entrando poco dopo in cucina e avvisando il cuoco che doveva andare in bagno.
Sia Liz che Zayn si avvicinarono alla piccola finestrella della porta della cucina, studiando le espressioni del critico, che però, non ci furono.
Zayn non sapeva che fare, come comportarsi o cosa dire. Voleva solo sapere se il menù fosse piaciuto o meno.
"Stai calmo, ok? Ti ho detto che tutto era perfetto. E poi, l'hai visto anche tu che i piatti sono ritornati vuoti. Su, un po' di fiducia, no?"
Zayn spostò lo sguardo su Liz, non sapendo che altro fare se non abbracciarla per tutto l'aiuto che gli aveva dato.
Liz, sorpresa, ricambiò il gesto solo qualche secondo dopo, chiudendo perfino gli occhi e beandosi di tutto quello che stava accadendo.
Qualcuno però li interruppe.
"Ehm, scusate..." Tess doveva uscire in sala, giusto per vedere se il critico volesse altro.
I due, rossi in viso, si spostarono alla parte più appartata della cucina e aspettarono notizie da parte di Tess. Speravano anche buone.
"Ragazzi!" La porta della cucina si spalancò con poca delicatezza, mentre Tess camminava per la cucina con il piatto del dessert, ormai vuoto.
"Quello là mi ha fatto l'occhiolino, sorridendo!"
E quello voleva dire solo una cosa. I tre aiutanti esultarono, la donna che lavava i piatti smise un momento e corse ad abbracciare Tess.
Liz, seduta sul bancone della cucina, guardò Zayn confusa.
"Cioè?" Chiese innocente.
Zayn, con un sorriso che andava da un orecchio all'altro, si avvicinò a lei e "Prova superata!" Urlò, felice.
Abbracciò ancora una volta Liz, finendo poi con il ringraziarla in un modo strano: le loro labbra si sfiorarono appena, ma nessuno dei due ci diede più di tanto peso. Da quel giorno la sua vita era cambiata e non era dovuto solo alla seconda stella Michelin che aveva ricevuto il ristorante, ma anche per la presenza di Liz nella sua vita da quel momento.

"Zayn?" 
Il moro lasciò perdere finalmente il suo cellulare, ritornando alla realtà e fissando la sua ragazza sorridente davanti a lui. Liz si buttò tra le sue braccia e gli stampò un bacio poco casto.
"Indovina un po'?" Gli chiese, restando tra le braccia del suo ragazzo e maledicendo il sole di Luglio che si imbatteva sulle loro teste.
"Il massimo?" Chiese lui, senza avere nessuna sorpresa se la risposta fosse stata affermativa.
"Con la lode!" Lo prese in giro lei, giocherellando con la collana che portava al petto.
"Ecco perfetto, perchè mi servi per un altro tipo di esame." Le disse lui, passandole un casco e infilandosi il suo.
La ragazza sbuffò una risata, infilandosi il casco come le era stato ordinato e prendendo posto dietro di Zayn, passando poi le sue mani sull'addome ben assestato del fidanzato e giocherellando con la maglia fine che indossava, facendogli anche il solletico.
"Sì, però ho appena finito il liceo con buoni risultati, potresti smetterla di farmi fare altri esami?" Scherzò, appoggiando il mento sopra le spalle di Zayn e guardando il suo ragazzo accendere la moto.
Il moro voltò appena lo sguardo: "Stasera verrà un altro critico e ho bisogno di te per un nuovo menù."
La storia tra i due si ripeteva, solo che questa volta non erano sconosciuti e lei era più felice che mai di aiutarlo in quello che lui amava più di se stesso.
"Stronzo approfittatore." Lo prese in giro.
"Ti amo anche io." Rispose lui con un sorriso, immettendosi dopo sulla strada principale.
Liz stampò semplicemente un bacio sulla spalla coperta di Zayn, ridacchiando sottovoce per la loro strana, ma tanto bella, relazione.




 
HELLO!

Bene, bene, bene... Che dire?
Onestamente credo che per oggi, io abbia parlato anche molto,
direi... E bo, che ve ne pare? Spero vi piaccia :3

Ringrazio di cuore Marghe per avermi fatto un meraviglioso
banner (I love u babe <3) e Simo per avermi betato la storia, 
prendendomi per pazza quando ho cominciato a sclerare
senza un motivo valido...

So, spero di ricevere qualche recensione :)

Sofia
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