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Autore: Lady Sin_eater    18/12/2013    0 recensioni
Ricordate le favole che vi raccontavano da piccoli? Quelle piene di fatine buone che aiutavano le povere principesse dal destino avverso? Ebbene,immaginatevi che tutto il mondo possa godere dei loro servigi, e che chiunque possa avere favori da loro pagando con il denaro e un sacrificio umano. Tutti sarebbero perfetti... o quasi. Non tutti possono permettesi tali servigi, e fu così che Meridia vendette l'anima ai demoni oscuri per vendicare le continue morti che straziavano la popolazione più povera, usata come sacrificio. Agli albori di una guerra che strazierà il mondo magico, in modo che la sua opera di odio venga portata avanti in caso di dipartita, Meridia mette al mondo una bambina... Estenebris -arte oscura- così si chiama, e redimerà gli uomini portando odio e distruzione nelle loro vite. Sarà capace la "figlia dell'inganno" di imparare ad amare, o distruggerà il mondo con il suo odio e amore per la vendetta?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Passeggiava tranquilla, il rumore dei tacchi sulla pietra unico suono a riempire il silenzio. Estenebra si muoveva per i bui corridoi come uno spettro, leggero e silenzioso, ma soprattutto c’era qualcosa in lei che dava un’idea di…morto. Gli occhi vitrei, il viso privo di espressione se non per quel ghigno che non abbandonava mai le sue labbra rosso sangue. Tra tre ore lo spettacolo in piazza avrebbe riempito di terrore il cuore degli abitanti , ma per lei, il terrore era la cosa più simile alla venerazione che conoscesse, e ne godeva senza vergogna. Prima però doveva parlare con le sue guardie… per quanto si fidasse del generale sentiva che giorno dopo giorno il dolore ed il rimorso si facevano spazio nel suo cuore, rendendolo debole ai suoi occhi, e quindi obsoleto. La regina sorrise sadica pensando di aggiungere un’altra esecuzione a sorpresa alla scaletta dello spettacolo. Ma no! Non poteva permettersi di perdere l’ultimo membro in vita della sua famiglia… Si è vero gli altri li aveva uccisi tutti lei, ma Nek si era rivelato utile, meritava un’altra chance. No, non gli voleva bene, non provava affetto per nessuno se non un narcisismo smisurato. Ma sapete… ognuno ha bisogno di qualcuno che gli ricordi le sue origini, un piccolo souvenir dalle proprie radici… che aveva provvidenzialmente estirpato. “Remiordos” Lo richiamò canzonatoria. Il capo delle guardie non appena la vide sbiancò visibilmente, ma si inchinò ugualmente davanti a lei. “Mia Regina, la sua scorta è pronta come ordinato. Quindici dei miei migliori uomini, vere e proprie macchine da guerra oserei dire, uomini affi…” “La gente mormora Remiordos” “Mi perdoni mia regina, ma cosa…” Lei lo interruppe nuovamente. “Gira voce di una debolezza, una debolezza che mi affligge, e che mi rende un bersaglio facile. Sai bene il mio odio contro ogni tipo di debolezza Remiordos… ebbene dimostrerò al popolo quanto siano false tali sciocche dicerie, privandomi della scorta” Il capo delle guardia la guardò sbalordito. “M-ma mia regina, non è prudente, e se…” “Ti ho forse chiesto un parere? Il mio era un semplice ordine…” Poi gli si avvicinò all’orecchio con uno scatto che di umano aveva ben poco e vi soffiò le sue parole velenose. “Sarà meglio che Neckron non ne sappia nulla, sarà un piccolo segreto tra me e te” Gli fece l’occhiolino e come era arrivata se ne andò, dopotutto doveva prepararsi per lo spettacolo no? Il grande orologio del palazzo reale suonò le sei precise. La carrozza con il prigioniero era già arrivata alla piazza, il sontuoso palco di legno era già stato allestito per il suo arrivo e il popolo era già riunito tutt’intorno. Non era mai uscita da palazzo senza scorta, ma doveva ammettere che galoppare in solitudine per la città le dava una visuale migliore. Poteva vedere il terrore, sentire le urla disperate e il pianto dei bambini… che delizia, avrebbe dovuto pensarci prima! Portò il suo destriero proprio nel centro della piazza dove si mise ad osservare le persone che la circondavano…sporchi, reietti, le facevano venire l’orticaria, ma in tutto ciò c’era una nota stonata. Un gruppo di giovani uomini e donne si era posizionato vicino al palco, ma dal loro aspetto non potevano essere abitanti del villaggio. La sua fama attirava nuovi spettatori a quanto poteva dedurre. Sorrise soddisfatta, per poi tornare ad osservare i suoi visitatori, per quanto le permetteva il cappuccio del mantello che aveva calcato in testa. Uno tra loro era particolarmente avvenente e dai profondi occhi color piombo… chissà, sarebbe potuto essere un bel giocattolino. Questi si girò, e lei gli sorrise ammiccante, tanto da vederlo arrossire… com’era infantile! Gli fece l’occhiolino e scesa dal suo destriero si avviò verso il palco, facendo scivolare giù dalle spalle il mantello mano a mano che si avvicinava, in un movimento lento e suadente, tanto da attirare gli sguardi di tutti su di lei…proprio come aveva progettato per la sua entrata in scena. Camminava lenta nel suo corpetto nero e bordeaux con una gonna corta davanti e lunghissima dietro, il tutto completato da tacchi vertiginosi e sorriso soddisfatto sulle labbra. Salì sul palco per poi accomodarsi comodamente nel trono appositamente preparato in suo onore. Accomodatasi, diede uno sguardo veloce alla massa caotica davanti a lei, per poi soffermarsi sul giovane che aveva notato poco prima. Gli sorrise nuovamente, per poi vederlo sbiancare. Ma per chi l’aveva presa poco fa? Una stupida contadinella qualsiasi non potrebbe mai eguagliare la sua bellezza! Forse è proprio questo! Si disse gongolante. Forse non si aspettava una regina così perfetta e stupenda!! Tutto si poteva dire di lei, ma il suo ego smisurato la rendeva cieca alla vera ragione della presenza e della reazione di quel giovane uomo, che ora la fissava concentrato. “Popolo di Hellgrave, siamo oggi qui riuniti per far fronte ad un crimine gravissimo, un crimine contro il mio regno, e quindi contro di voi. E quindi io trovo più che giusto che la punizione di oggi si svolga in maniera del tutto innovativa, in modo che anche voi del popolo possiate vendicarvi su un uomo che invece di proteggervi vi voleva portare sull’orlo di una guerra… Il soldato Guillerme Van Petracì” A quell’implicito segnale i soldati lo portarono sul palco per poi tornare nuovamente vicini alla carrozza. “Ebbene quest’uomo” Lo prese per i capelli facendolo alzare da terra con una mano sola. “Voleva mettere fine alla pace rivelando ai paesi ribelli tutti i nostri segreti , facendo così iniziare una guerra che avrebbe causato la morte di milioni di voi. Ho ponderato a lungo su quale fosse la pena adatta per tale tradimento, e finalmente sono arrivata alla giusta conclusione…” Si mise difronte all’uomo, dando le spalle al suo “pubblico” e gli posò il palmo sulla fronte. “Con il potere conferitomi da madre terra e sorella luna che il tuo cuore possa morire e risvegliarsi altre cento volte prima che tu possa lasciarti andare all’abbraccio eterno. Che tu senta il dolore di ogni morte cento volte amplificato e che il tuo urlo straziante ti riempia il cuore di dolore e gli occhi di sangue” Con un pugnale si punse l’indice e una goccia di sangue cadde sulla fronte madida del soldato. “Ora popolo, punite quest’uomo che tante morti avrebbe causato, finché la sua vita verrà finalmente al termine! Ed egli risorgerà molte volte prima che ciò accada, in modo che ognuno di voi possa punirlo!!!” Prese il soldato per il bavero della giacca e lo lanciò in mezzo alla ressa, ridendo sguaiata nel vedere come il popolo dapprima spaventato si gettasse furioso contro l’uomo, come cani rabbiosi e affamati, pur di non subire la sua furia. Si guardò intorno alla ricerca dello strano gruppo di poco prima, ma di loro nessuna traccia. Sbuffò contrariata, per poi chiamare il suo destriero per dirigersi al palazzo, e fu proprio mentre le guardie erano troppo indaffarate a contenere i popolani che se ne andò. Partì al galoppo, senza curarsi di essere sola e che la debolezza che la colpiva sempre al crepuscolo si stava facendo sempre più sentire. Mancava poco meno di un chilometro al palazzo, quando dai cespugli uscì un gruppo di dieci uomini incappucciati, che armati di spade e frecce la accerchiarono. Immediatamente la foschia che si era creata nella sua testa a causa della debolezza le impedì di rendersi conto di cosa stesse accadendo, finché i suoi piedi toccarono terra, e sentì degli uomini che la allontanavano dal suo amato destriero. Subito si agitò facendo perdere la presa ai due uomini, per poi ritrovarsi nuovamente accerchiata. “Salve signori, posso aiutarvi?” Chiese Estenebra sorridendo. La sua reazione li spiazzò, ma sapeva cosa volevano, lo leggeva nelle loro menti, e sapeva anche che si sarebbe divertita prima di eliminarli. Uno di loro si fece avanti. “Vieni con noi e non ti succederà nulla di male” Lei fece la faccia da cucciolo impaurito prima di mettersi a piangere. Eh si, si stava proprio divertendo a giocare con loro. Un altro ragazzo le si avvicinò, la prese forte per il braccio ed arrogante le disse: “Muoviti, che ho di meglio da fare mammoletta!” Al diavolo la recitazione!! Mi sono stancata! “Ah davvero, io credo piuttosto che dovresti…MORIRE!!!” A quelle parole furiose e sfalsate i suoi occhi divennero rossi come le fiamme dell’inferno, le unghie artigli e gli arti si allungarono facendola piegare sulle quattro zampe, il corpo come quello di un orribile insetto, per poi essere inghiottita dalla terra. Ci fu silenzio per diversi secondi, quando all’improvviso il mostro sbucò dal terreno avventandosi sul ragazzo e attaccandosi al suo collo, cominciando a succhiargli l’anima emettendo gemiti soddisfatti, come un neonato allattato dalla madre, e poco prima di averlo annientato sentì una puntura sul braccio, che la fece girare di scatto, così che vide due persone che prima non aveva notato, e che mano a mano che il siero aveva effetto diventavano sempre più sfuocate. Erano una ragazza e un ragazzo, e quest’ultimo le si avvicinò al volto, prendendole il collo e agganciandovi una specie di collare. Lei era completamente inerme nelle loro mani, ed ora che le avevano messo il collare, anche quella poca energia che le era rimasta era stata prosciugata. L’ultima cosa che vide fu un’avvenente ragazzo dagli occhi grigi…lo aveva già visto, ma il siero la stava facendo scivolare via, chiudendo la sua mente e i suoi occhi… Lo spettacolo è finito, scende il sipario.
  
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