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Autore: MetalheadLikeYou    18/12/2013    2 recensioni
Lui mi srinse a se, quasi a farmi male e non mi importava, non mi importava nemmeno di tutti gli altri presenti.
Till mi fece alzare e ci spostammo in una stanzetta, dove ci chiudemmo a chiave, continuando da dove eravamo rimasti.
Lui mi sbattè, con poca delicatezza, sul divetto continuando a baciarmi e io senza farmi troppi problemi gli levai la maglia nera, lui fece lo stesso con la mia, scendendo sul mio collo mentre con le mani palpava il mio seno.
Una parte di me, quella ancora un minimo lucida mi disse di fermarmi, ma quando le mani del cantante si fecero più audaci, facendomi venire altri brividi, quel pensiero fu spazzato via.
Scese ancora giù, lasciando il posto alla sua bocca, che inizia una lenta ma bellissima tortura, le sue mani scesero piano verso il mio basso ventre.
***
Prima ff sul mio gruppo preferito, pls siate clementi e magari lasciate anche qualche commento.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 27


Mi chiusi in bagno.
Mi lavai la faccia, fissando poi la mia immagine allo specchio.
Il mio viso era piuttosto stanco e sul mio zigomo si era formato un piccolo ma evidente livido.
Sospirai e mi asciugai, uscendo poi dal bagno e spegnendo la luce, entrai in cucina, prendendo una bustina e del ghiaccio, mi misi sul divano, affianco a Till stava scrivendo qualcosa con il pc.
Poggiai la testa sul bracciolo del divano e mi misi la bustina sulla faccia, per lenire un po il dolore.
Anche se il vero dolore, purtroppo non era quello fisico.
Lui si girò verso di me fissandomi, << Ti fa così male?>>
<< Un po>> confessai, << Ma passerà>> 
Lui mi accarezzò un braccio tornando a scrivere.
<< Che stai facendo?>> chiesi, incuriosita, osservandolo.
<< Sto scrivendo le ultime poesie per il nuovo libro>>
<< E' vero>> risposi, lui doveva ancora terminare le sue poesie.
Stava ricurvo sul pc, con un'espressione seria, mi tirai su, accoccolandomi al suo fianco, lo vidi sorridere e accarezzò una mia coscia, prese una sigaretta e l'accese.
Lo fissai, teneva la sigaretta tra le labbra e ogni tanto la prendeva tra le dita, grattandosi la testa.
Ogni tanto mi accarezzava una coscia.
E questi momenti, di semplicità, mi scaldavano il cuore.
Spense la sigaretta finita e continuò a digitare sui tasti ancora un po, poi tirò un sospiro di sollievo girandosi verso di me e baciandomi la tempia sinistra, << Ho finito>>
<< Ne posso leggere qualcuna?>>
Lui mi fissò, sorridendo come un ebete, misi su la mia faccetta da cucciola, di solito funzionava sempre, lui si passò una mano nei capelli biondi e girò lo schermo verso di me.
<< Non potrei farti vedere nulla...ma al diavolo le regole>> 
Esultai come una bambina alle prese con la casa delle bambole e mi misi a leggere.
Ne lessi tre, una più bella dell'altra, rimanendo senza parole, lui era veramente un poeta, anche se tremendamente strano e spesso quasi freddo.
Rimasi a fissare lo schermo cercando qualcosa da dire, mentre lui mi fissava curioso.
<< Che c'è? Fanno schifo?>>
<< No Till, assolutamente, sono meravigliose>> risposi riabbracciando il suo braccio, lui sorrise e mi baciò.
Poi prese il ghiaccio che avevo posato sul tavolo e lo posò con delicatezza sulla mia faccia, lui mi fissò triste, << Ha sempre fatto così?>>
<< Più o meno>> risposi freddamente, non mi piaceva parlare di mio padre, non era una bella storia e odiavo affrontare ogni volta questo argomento.
<< E non hai mai fatto nulla?>>
<< E' pur sempre mio padre, sarei anche andata contro mia sorella, anche se alla fine con lei non ho più rapporti da qualche anno>>
<< Hai una sorella'?>>
<< Si di 40 anni>> 
Mi rimisi seduta sul divano, passandomi una mano tra i capelli, vizio ereditato ormai da Till che si sedette al mio fianco.
Allungai le gambe sul bracciolo del divano, poggiando la testa sulle sue gambe e il sacchetto del ghiaccio, che si stava sciogliendo piano piano, proprio come quello che racchiudeva il mio cuore.
Spiegai in modo semplice e veloce quello che era successo.
Lui prese ad accarezzarmi un braccio, poggiandosi con il gomito sullo schienale e poggiando subito dopo la testa sulla mano.
Lo fissai, perdendomi nei suoi occhi.
<< Vai avanti>> disse, sorridendo.
Arrossii colta sul fatto.
<< Mia sorella sin da quando eravamo piccole mi ha sempre detestato, odiato anche>> ricominciai, sospirando.
La nostra famiglia è sempre stata un disastro, siamo sempre stati divisi, lei e mio padre avevano sempre odiato mia madre, mio padre voleva avere una supremazia su tutti.
La storia era diventata pesante quando diventai una fotografa con tanto di contratti.
Mio padre per mia fortuna decise di non seguire il volere di mia sorella che purtroppo, decise di ricattarmi per avere dei soldi.
Sin da bambina era una persona attaccata ai soldi, non le bastavano mai.
La denunciai anche e l'unica cosa che ottenni da ciò fu un risarcimento per danni morali, mentre lei fu licenziata dal suo posto di lavoro.
<< Voglio andarmene da qui>> ammisi sincera.
Ero stanca di vivere in quel posto, che amavo moltissimo, ma diventato tremendamente troppo stretto per me.
Lui mi sorrise, << Andiamocene via prima>> mi propose, passandomi la punta delle dita sul viso.
Mi tirai su, arrivando ad altezza del suo viso, prendendolo fra le mie mani, lui mi sorrise, lo baciai sorridendogli e abbracciandolo.
<< Si per favore>>
<< Perfetto, domani prenoto i biglietti, andiamo via tra due settimane o prima?>> 
<< Prima?>> domandai ironica.
Lo vidi ridere e il suono della sua risata mi fece star bene.
<< Prima>> rispose lui, lo baciai.
Lui si alzò prendendomi per mano, ce ne andammo in camera, iniziò a coccolarmi e appena poggiai il viso sul suo petto, mi addormentai.
La mattina mi svegliai sentendo Till parlare al telefono, stava prenotando come deciso i biglietti per andarcene, mi alzai, andando a lavarmi la faccia, il livido era ancora li.
Uscii dal bagno andando in cucina, mentre lui ancora parlava al telefono, lo sentii ringraziare e attaccò.
Si avvicinò a me con le mani nelle tasche, mi circondò con le braccia, baciandomi una spalla poi salendo lungo il collo.
<< Buongiorno>>
<< Ciao>> dissi girandomi e baciandolo.
<< Mercoledì partiamo>> 
<< Ne sono felice...>> 
<< Ma?>> chiese lui.
Ma? 
Ma sentivo di essere nettamente inferiore a lui, quasi di troppo e ultimamente avevo l'impressione di essere osservata, giudicata ed azzarderei a dire, quasi messa a confronto con tutte le altre donne che lui aveva avuto.
La gente iniziava a parlare, ovunque andassi, beccavo gente, ragazzi soprattutto che mi fissavano, quasi con ribrezzo.
Giravano le voce che lui fosse proprio a Roma.
Mi sentivo braccata e sapevo che tutto ciò sarebbe aumentato andando a Berlino.
<< Niente>>
Lui non mi chiese nulla, forse capendo in parte le mie paure.
Mi strinse a se, senza dire nulla.
Le parole non servivano.
<< Lo sai che ti amo>>
Il mio cuore partì in quarta, quelle parole, già di per se belle, venivano rese stupendamente meravigliose da lui, dalla sua voce a da quegli occhi che mi fissavano brillanti.
<< Non sai quanto ti amo io>>








Hallo eccomi qui.
Beeeeeeeh che ne pensate, come promesso ecco che iniziano le novità.
Ringrazio chi sta leggendo e soprattutto chi, con moooltissima pazienza e anche amore mi commenta ogni capitolo.
RoarGirl e Elfa_ spero di avervi accontentato e fatto felici ^___^
Alla prossimaaaa.
  
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