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Autore: eremita88    19/12/2013    1 recensioni
Da quando Killian Jones è tornato a Storybrook è sicuro d quale sia il suo scopo: conquistare Emma, la donna che è convinto di amare.
Trilli è una fata che ha perso la fiducia in se' stessa, le sue ali ma, nonostante ciò, una giovane donna coraggiosa, decisa ad andare avanti, a ricostruire ciò che ha perso.
Sono troppo diversi, loro due: lui ironico, sicuro di se' e del suo fascino, malizioso, ma a tratti malinconico, solo apparentemente superficiale; lei riflessiva ,eppure istintiva, irascibile ma anche profondamente dolce e generosa.
Hook non ha mai davvero considerato la fatina, con la faccia sporca di polvere e l'abitino verde lacero, il pugnale tenuto stretto in maniera disperata, come per ricavarne sicurezza.
Lei prova per Hook un'antipatia istintiva, per il modo che ha di fare, di essere .
Lui crede che lei possa essere "quello che fa al caso suo", per far ingelosire la sua Emma: ma non ha fatto i conti con il carattere orgoglioso della fata, che lo spiazzerà sin dal principio.
Nessuno dei due conosce l'altro davvero, ma impareranno. Forse, e dico forse, è l'inizio di qualcosa che nessuno dei due aveva previsto.
EBBENE SI: HOOK/TINKERBELL. La 3X10 mi ha ispirata!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Trilli
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Si rannicchiò vicino ad un cespuglio. Era riuscita a soffocare i singhiozzi, ma quando le lacrime cominciarono a rigarle le guance non poté fare nulla per evitarlo. 

Sentì un rametto spezzarsi a qualche passo di distanza , e scattò subito in piedi , ortando istintivamente la mano al pugnale che teneva alla cintura.
 -Rilassati ,Tesoro, sono io.- Hook uscì fuori con le mani in alto. -
Che vuoi, pirata?- Si voltò di scattò cercando furiosamente di asciugare le lacrime, pregando silenziosamente che lui non le vedesse. 
-Sai, fare un uro di ricognizione non vuol dire esattamente sparire, ero preoccupato, temevo che…- Si mosse verso di lei. 
-Aspetta, ma stai piangendo…-
 -Ti sbagli Hook- -Ehi , le lacrime le so riconoscere anche io, sai…- Provò a metterle una mano sulla spalla, ma lei si ritrasse. 
-Ehi, non mi dire che è per prima. Ormai dovresti conoscermi… Io non volevo offenderti o che, io stavo…-
 -Ti sopravvaluti Hook, ma sono sicura che succeda spesso, non è per te che piango…-
-E allora di che si tratta?- 
Si sedette sull'erba, gli avambracci posati sulle ginocchia. -Non credo ti riguardi…- -Sicuramente no ma, sai, mi dicono che sono piuttosto bravo a consolare le donzelle .- Suo malgrado, in quel momento, quella battuta la fece ridere. O forse rideva perché stava per raccontare ad un pirata con l'eye liner la causa della sua tristezza. 

-E' morta. E' morta e le sue ultime parole sono state "hai smesso di credere in te stessa" capisci?- Lo guardò freddamente, aspettandosi una reazione, una qualsiasi reazione e, invece trovò solo , ad attenderla dietro la matita nera, uno sguardo comprensivo. 
-Mi dispiace tanto per Turchina.- 
-Grazie.- Disse, stupita. 
-Era tipo il tuo capo?il tuo superiore?E' così fra le fate, no?- 
-No,no, lei era molto di più… Lei era la mia maestra. Lei era un modello per me: a volte era dura, ma lo faceva sempre per il mio bene, lei…" 
Aveva cominciato a singhiozzare ora, e sapeva che stavolta non sarebbe riuscita a fermarsi . Si sedette sull'erba di spalle ad Hook: non voleva guardarlo, non l'avrebbe mai capita. -Un po' come una madre…- 
-che cosa hai detto?- -una madre. la tua non è stata questa gran cosa immagino.-
 Le mise la mano sulla spalla, e stavolta lei non si ritrasse. 
- no, io, io non ho una madre, le fate, loro non ce l'hanno, nascono in modo diverso dagli umani.- -a maggior ragione Turchina deve essere stat importante per te. Tutti vogliono una famiglia-
 -TU NON CAPISCI ! - 
Trilli scattò in piaci, gridando a pieni polmoni, riversando su Hook tutta la frustrazione di quel momento. -Non sai che cosa significa perdere qualcuno che ami! 

Qualcuno che è stato la tua famiglia! Non sai nemmeno che cosa significa questa parola! a quelli come te non importa niente degli altri!!!- 
voleva incenerirlo con lo sguardo, fargli capire che non l'avrebbe ingannata mai, che aveva capito perfettamente quanto era meschino.
 Improvvisamente, però, si ricordò di quando l'aveva incontrato la prima volta a Neverland, lo sguardo velato di tristezza, il desiderio di vendetta che ardeva in lui. 

Lo sguardo languido che le aveva rivolto l'aveva affascinata,si, eppure le era bastato poco per capire che non ci si poteva fidare di quell'uomo, che la disperazione lo avrebbe condotto a fare qualsiasi cosa. Nonostante ciò non si sentì in colpa. 
Milah non era come Turchina per lei: era molto diverso. Hook stette zitto mentre lei singhiozzava guardandolo con gli occhi pieni di pianto, due fessure verdi. 

-Mio fratello.- Disse lui all'improvviso. 
-Che cosa?-Trilli rimase stupita a fissarlo. Sapeva che aveva perso la sua amata Milah, ma di cosa parlava ora? 
-Mio fratello. Lui era tutta la mia famiglia. Da bambini abbiamo perso entrambi i nostri genitori, e lui è stato come un padre per me, tutto ciò che avevo, il mio modello. Mi fidavo di lui e del suo giudizio come per nessun altro. - Trilli lo guardò come se non lo avesse mai visto prima. 
Lui non le aveva parlato del fratello quando si erano conosciuti. Era la verità?
 -Che cosa gli è successo?-
 -E' morto all'isola che non c'è- Il pirata tirò su col naso con finta noncuranza. 
-Mi dispiace, non ne avevo idea.-
 -Anche a me dispiace. Ma non dire mai più che non so come ti senti ,tesoro. E anche se non ho più una famiglia da anni, non significa che non abbia passato tutta la vita a cercarla. Milah… Ecco, sai che l'ho persa, e in merito non c'è altro da dire. Lei era l'ultima possibilità di una famiglia per uno come me: è stata la mia amata, una madre, una sorella, è stata tutto per me.- 

La vergogna si impadronì della fatina, che abbassò lo sguardo, sovrastata dal silenzio che li circondava. Fu lui il primo a interrompere nuovamente il silenzio. -Sono sicuro che non lo pensava davvero.- 
-Che cosa?- -Che non ti meritavi le ali. Lei sapeva che meritavi di essere una fata.- 
-E questo tu come lo sai?- Trilli sorrise impercettibilmente .
 -Lo so e basta. A volte ci si può arrabbiare con la propria famiglia, ma rimane sempre famiglia. 
Quando sei arrivata qui Turchina non credeva ai suoi occhi. L'hai stupita, e lei era pronta a farsi stupire ancora , ne sono sicuro. Sarebbe stata fiera di te se glielo avessero concesso.- 
Riflettè un attimo sulle parole del pirata. 
-Come si chiamava tuo fratello?- Lui parve colto alla sprovvista: 
-Liam. Si chiamava Liam.- -Anche lui sarebbe orgoglioso di quello che hai fatto per noi a Neverland.-

 Lui le sorrise, un sorriso senza malizia stavolta, un sorriso vero, il più bello che avesse mai visto. -Grazie, tesoro.- Forse, in fin dei conti, pensò Trilli in quel pirata c'era davvero qualcosa che non avrebbe mai immaginato esserci.
 L'ombra guizzava da una parte all'altra della stanza, un'apparizione preceduta da un sibilo. Erano tutti nascosti dietro le panche del convento, speravano che l'ombra non li vedesse. -Vado io .- Hook aveva rotto il silenzio che regnava fra loro, offrendosi come esca all'ombra. 
Trilli, rannicchiata a fianco al pirata, lo guardò eloquente -Credevo che rischiassi la vita solo per due cose …- 

Se la ricordava quella sera a Neverland, quando aveva conosciuto il pirata, quando lui le aveva parlato del suo desiderio di vendetta e le aveva detto che "per amore e per vendetta sono disposto a rischiare ogni cosa…" -oltre all'amore e alla vendetta però… -cominciò lui -c'è qualcosa di molto più importante per cui sono disposto a rischiare…- 
Lei lo guardò interrogativa. -ME!!!- detto ciò il pirata si buttò in avanti, scattando, con la fronte aggrottata e le labbra contratte.

 Trilli non ebbe il tempo di pensare. "non morirà, non morirà, non morirà…" continuava a ripeterselo in quei secondi che scorrevano inesorabili, e la cosa più strana era che non capiva perché avesse tanto bisogno di dirselo, perché avesse tanto bisogno di crederci, perché il pensiero che quel pirata venisse ucciso dall'ombra la terrorizzasse tanto: non erano amici e, benché si conoscessero da molto più tempo rispetto alla maggior parte de membri della compagnia, e lui si ostinasse a farle avance senza capo ne' coda, non si poteva dire che fra loro vi fosse un rapporto stretto di alcun tipo ; eppure, solo in quel momento, Trilli pensò che desiderava salvarlo, che doveva fare qualcosa. fece per muoversi, ma Neil la trattenne per un braccio, guardandola eloquentemente.

 Hook si buttò a terra. Non ci fu nemmeno bisogno di attirare l'attenzione dell'ombra, perché essa si fiondò immediatamente su di lui. L'impatto fu più forte di quanto si sarebbe aspettato. 
"ecco, Hook, sei giunto al capolinea." Pensò senza malinconia. 
Prima di sentire lo stomaco che si stingeva nella caduta chiuse gli occhi, e l'ultima immagine che gli apparve sotto le palpebre furono un paio di occhi verdi dall'espressione intensa e spaventata.
 Atterrato a terra gli mancò il fiato, ma non perse i sensi… Stranamente l'ombra aveva deciso di lasciarlo vivere, forse non gli interessava, e i compagni si affrettarono a metterlo in salvo acanto a loro. 
-Tutto bene, amico?- Chiese David. Hook annuì piano. E ,quindi, in fin dei conti, era ancora vivo. 
Per un istante aveva pensato che gli occhi che l'avevano fissato prima di atterrare fossero quelli di Milah che lo fissavano dal regno delle ombre ma, si ricordò improvvisamente, gli occhi della sua Milah non erano verdi, ma neri come il carbone. 
Incredibile, pensò allora, aveva pensato agli occhi di Emma… 
-Bisogna salire fino a lassù…- Disse Neil a voce alta. Come ?- chiese di rimando Trilli. 
Ma Emma, realizzò in un istante, aveva gli occhi castani, non verdi. 
-Beh… Tu hai ancora la polvere di fata…- -Ma io non posso… Io non ho le ali!- Gridò la fata disperata. 
-Trilli, l'hai già fatto una volta, puoi farlo di nuovo.- 

Ma se non erano nemmeno gli occhi della sua amata Emma , a chi appartenevano? 
La fata si guardò intorno esitante… Cercò istintivamente lo sguardo di Hook…. Ed eccoli là: come due smeraldi incastonati su quel delicato viso di fata. Con gli occhi spalancati ricambiò lo sguardo di lei, le disse con gli occhi quello che lo stupore e il timore gli impedirono di dire a voce: "Io ho fiducia in te". 
La fata si alzò solenne, andò verso il centro della navata e, dopo un respiro profondo, aprì la boccetta contenente la polvere di fata. 

Hook non riusciva a credere che tutte le loro speranze fossero riposte in quella giovane fata. 
Nemmeno quando l'aveva vista la prima volta a Neverland aveva pensato che fosse una persona forte, eppure la fata l'aveva stupito allora e continuava a stupirlo adesso. Non era solo una ragazzina, era una donna, una donna coraggiosa, pensò. 
Si vergognò, in quel momento, di come aveva voluto trattarla. Era più forte di quanto lui era mai stato, pensò d'impulso: il dolore le aveva dato forza, l'aveva resa migliore. 
Magari poteva imparare qualcosa da lei. Poteva cominciare con il rispettarla, magari. La polvere di fata creò una cascata di luce intorno a loro. 
Ma Hook si ritrovò a guardare lei, il suo sguardo felice oltre ogni limite.
 - Io so perché l'hai fatto- Disse avvicinandosi a lui, il sorriso dolce ancora stampato in volto. -Perché hai rischiato la vita… Non è stato per egoismo o per vendetta…- 
Hook le rivolse un sorriso a mezza bocca, per qualche strana ragione stavolta Trilli non lo trovò irritante, per niente. -E' stato per Emma.- 

Detto ciò la fata si allontanò con uno sguardo vittorioso, forte della sua sicurezza, stampato in viso, eppure a Hook parve ancora, per un motivo che non riuscì a spiegarsi, velato di tristezza. Non gli diede il tempo per risponderle ma, in fin dei conti, che cosa avrebbe potuto dirle? 
Che quando si era buttato davanti all'ombra l'immagine della donna gli era si apparsa, ma come sfocata, sfumata all'orizzonte, mentre la cosa più chiara a cui era riuscito a pensare erano gli occhi verdi che l'avevano fissato nell'oscurità? 
No. Non glielo avrebbe detto, perché non aveva importanza, perché non aveva senso. 
O perché aveva tremendamente paura che ne avesse. 
Ora avevano la bacchetta: potevano andarsene, così avrebbero raggiunto 
Emma e risolto la situazione. 
Così avrebbe ricordato qual era il suo scopo da quando il suo cuore aveva smesso di cercare vendetta. 


NOTE DELL'AUTRICE Eccomi qui con il nuovo capitolo miei cari Oncers!!! innanzitutto, come ho già detto a coloro che hanno commentato il primo capitolo, la 3X11 mi ha sconvolta.Ho dovuto anche fare dei cambiamenti nel capitolo 2... Come avrete notato, questo capitolo si compone di due parti, la prima è costituita da un momento inventato, che si svolge durante la 3X10, dopo la morte di Turchina, che costituiva il capitolo originario che doveva intitolarsi "famiglia"(il titolo attuale non mi soddisfa totalmente ma rispecchia di più i cambiamenti che ho dovuto apportare) ... Mi aveva abbastanza sconvolta il fatto che non avessero mostrato cosa provava Trilli in seguito alla morte della fata Turchina, quindi ho deciso di creare, su questa base, un momento sentimentale , che serviva a mostrare alla nostra fata e al nostro pirata che, forse non sono poi così diversi.... La seconda parte è il mio personale tributo alla sconvolgente 3X11.... A sua volta si scinde in due mini parti, entrambe trattate dal punto di vista di Hook, che era quello più particolare da trattare in quel contesto, secondo me... Ovviamente è in quel momento che Hook si accorge di aver sottovalutato Tinkerbell, e comincia a esserne davvero affascinato, più di quanto vorrebbe. Naturalmente nei prossimi capitoli mi prefiggo di rimanere a Storybrook, perchè così era astato programmato in principio, e perchè ho in mente un paio di scene che possono avere senso solo lì... Ma poi giuro che mi adeguerò ai cambiamenti e volerò nella foresta incantata: intanto vi chiedo solo uno sforzo di fantasia e di godervi questa bella coppia al di là di tutto... Ovviamente non posso fare a meno di aggiungere, a questo capitolo, il mio personale commento alla famigerata 3x11: 1- Tremotino è morto... insomma, non so se ci rendiamo conto: è morto!!! io non volevo crederci!!! cioè, la rumbelle è una delle poche certezza della vita, insieme all'universo e alla stupidità umana! come possono far crollare le mie certezze così?? ma io, stoica, continuo a confidare nei produttori: IO VI INVOCO, FATELO RESUSCITARE!!! 2- NEIL. e non dico altro... cioè: tuo padre muore davanti ai tuoi occhi, le sue ultime parole sono dichiarazione di profondo ed eterno amore paterno per te, e tu che dici??? "ha fatto quel che doveva. ci ha slavati." ma sei deficiente o cosa??? 3- Emma e Henry che perdono la memoria? geniale, lo riconosco. ma ora tutto si complica... cari Oncers, scusate di nuovo la nota chilometrica, ma non potevo trattenermi ancora a lungo... scusate eventuali errori e refusi, ma ho pubblicato il più velocemente possibile il capitolo! come sempre vi prego di recensire numerosi e di prepararvi al prossimo capitolo che, ve lo anticipo, si intitolerà "shopping", (andiamo più sul futile, per bilanciare un po' il momento sentimentale di oggi che spero vi sia piaciuto). e scusate come è venito pubblicato, ho avuto problemi di grafica, sono stata costretta a fifare tutto da capo, perdonatemi... detto ciò, grazie di aver letto il capitolo 2 :)
  
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