Fairytales Gone Bad
- Non
sei sola -
Si risvegliò nella prigione ormai familiare e si guardò intorno
confusa...
«Ma com'è possibile?» continuava a ripetersi, doveva funzionare...
Vide Malfoy alzarsi e massaggiarsi la testa come se avesse preso una
botta in testa.
«Malfoy!»
«Granger...?» rispose dolorante
«Ti sei addormentato!» capì lei. «Ti avevo detto di non farlo!»
«Non è colpa mia, è successo.»
«Non ci si può proprio fidare di te, eh?» all'improvviso sentì una forza
strana afferrarla e cacciarla indietro, ma non era una cosa che potesse
toccare, era dentro di sé. Si sentì sopraffare da qualcosa che la fece stare
buona in un angolo.
Era la vocina che prendeva il sopravvento. Malfoy aveva ragione, era
terribile.
«Arthur! Arthur!» quel nome usciva dalle labbra di Hermione ma Malfoy
sapeva non essere realmente lei. Forse era la ragazza che aveva dentro a voler
vedere il suo amato. Sentì la voce dentro di sé impossessarsi del controllo e
lo lasciò fare, stringendo i denti per il dolore.
«Neve! Siete voi! Temevo di non rivedervi più!»
«Anche io temevo di avervi perso. So come uscire di qui, ho la chiave
che mi diede mio padre prima di morire...»
«Cosa faremo adesso? La Regina Cattiva governa il regno adesso e ci farà
uccidere entrambi!»
«Scappiamo Arthur, è l'unico modo per poter stare insieme.» il ragazzo
annuì e aspettò che la sua amata aprisse la porta della cella e che liberasse
anche lui. Si presero per mano e scapparono, cercando di non farsi vedere. Le
guardie dormivano profondamente, perciò avevano una chance di uscire e di
correre lontano.
Riemersero nel giardino del Castello e Arthur scavalcò il cancello prima
di scassinarlo da fuori rompendo il lucchetto con una pietra.
La luna brillava alta nel cielo illuminando il sentiero che i due
ragazzi percorsero, fino a raggiungere una radura isolata nascosta dalle
cascate.
Hermione e Draco erano come addormentati e allo stesso tempo vigili,
presenti e non presenti.
I due amanti si sdraiarono sull'erba l'uno accanto all'altra e si
guardarono negli occhi.
«Credevo foste morto.» disse Biancaneve
«Per poco non lo sono. Mi hanno risparmiato per torturarmi per volere
della regina.» rispose il ragazzo.
«Come potrete mai perdonarmi?»
«Non è colpa vostra, Neve» le accarezzò i capelli bruni e il viso
morbido, essendo quello il corpo di Hermione
«Il mio amore è la causa di tutto.»
«No, il nostro amore ci ha salvato. Ha permesso a me di sopravvivere e a
voi di vivere. Non tornerei indietro per non incontrarvi in questa stessa
radura anni or sono.»
«Anche io non rimpiango di avervi incontrato. Siete l'unico per me,
Arthur. Non amerò nessun altro come voi.»
«Lo so. Ma dobbiamo escogitare un piano di fuga.»
«Domani» Biancaneve ricoprì la mano dell'amato con la sua e la posò
sulla guancia.
Arthur si avvicinò lentamente e le coprì le labbra con le proprie. Lei
rispose e in un attimo la passione prese il sopravvento...
… le accarezzò i capelli e le fece scivolare una mano sulla schiena. Lei
gli si era aggrappata al collo, in ginocchio tra le sue gambe, incapaci di
smettere si baciarono senza sosta.
Lei gli sorrise nell'orecchio e sospirò quando lui le accarezzò i seni
con mani delicate. Lei si aggrappò ai suoi capelli biondi... biondi?
Hermione si fermò all'istante e si rese conto che era nella stanza di
Malfoy e che lui era seduto sotto di sé mentre la accarezzava e la baciava
vorace.
«Malfoy!» lui aprì di scatto gli occhi e la fissò inorridito
«Granger!» disse lui spostandola.
«Mi hai baciato!» urlarono in coro l'uno contro l'altra mentre entrambi
si alzavano dal letto e si guardavano stupiti.
«Non sono stato io, sono stati loro!» dissero ancora all'unisono. Malfoy
corse in bagno e si sciacquò la bocca mentre la ragazza si copriva con un
lenzuolo il suo pigiama rosa confetto.
Malfoy uscì dal bagno e la guardò in cagnesco.
«Non sarebbe successo se non ti fossi addormentato...» sussurrò Hermione
«Non sarebbe successo se tu non mi avessi detto di lasciarmi sopraffare
dalla vocina!»
«Almeno adesso sono fuori dalla prigione.» disse Hermione tornando a
sedersi sul letto. Anche lui la imitò ma dandole le spalle.
«Chi era lui? Arthur... non l'hai menzionato nella storia.»
«Perché non c'è!» rispose lei «Non l'ho mai sentito.»
«Magari è il nome del principe...»
«No, il principe si chiama Principe Azzurro»
«Sul serio?» chiese lui divertito. E rise ancora di più quando Hermione
annuì. «Ecco perché le ragazze si aspettano questo Principe Azzurro! Sono
frottole inventate per raggirarvi!»
«Io non ho mai aspettato il Principe Azzurro, Malfoy...»
«Non ci credo. Tutte lo aspettano e anche le streghe lo fanno.» lei
sembrò intristita, così lui tornò serio e si sdraiò sul letto «Dai, non
preoccuparti, stavo scherzando. Vieni a dormire, non dovremmo sognare ancora
dato che l'abbiamo già fatto.»
«Lo spero.»
«Già. Anche perché ritrovarmi nudo con te al mio fianco non è una
prospettiva allettante.»
«Lo stesso, Malfoy, almeno siamo d'accordo su qualcosa.»
Si addormentarono entrambi con il sapore delle labbra dell'altro sulle
proprie, insieme ad un misto di emozioni contrastanti nel petto.
Quando Hermione raggiunse Ginny in Sala Grande la mattina dopo, la trovò
con un enorme sorriso in volto e gli occhi brillanti. Hermione era confusa.
«Ciao Ginny...» le disse e l'amica non cambiò espressione. «Tutto bene?»
provò ancora e finalmente l'altra rispose
«Oh sì!» disse «Allora?»
«Allora cosa?» domandò l'amica versandosi del succo di zucca.
«È successo qualcosa?»
«Quando?» domandò Hermione confusa
«Stanotte! Con Malfoy!» urlò un po' troppo forte, facendo in modo che
molti si voltassero nella loro direzione. Hermione li ignorò.
«Ginny! Non urlare cose del genere...»
«Tu rispondi alla mia domanda!»
«No! Cosa sarebbe dovuto accadere?»
«Beh sai, tu e lui, da soli, in una camera da letto, tutta la notte...»
«Ginny!» la rimproverò Hermione ma si imbarazzò per quei baci che erano
susseguiti dopo e abbassò gli occhi.
«Okay, forse ho sognato che qualcosa potesse accadere... non sarebbe
tanto male, no?»
«Sarebbe terribile Ginny! È Malfoy!»
«Va bene, non è successo niente. Almeno avete scoperto qualcosa?»
Hermione le raccontò di quella notte, tralasciando il piccolo incidente che ne
era conseguito dopo.
«Sicura fosse proprio Biancaneve? Magari Arthur è il nome di qualche
altra storia...»
«Tutti i luoghi e le vicende coincidono, a parte questo Arthur.»
«Sicuramente ci sarà una spiegazione anche per questo. Stasera torni al
dormitorio?» Hermione stava bevendo il suo succo ma riuscì a fare segno di no
con la testa e Ginny nascose un sorriso raggiante.
«Piantala di pensare che tra me e Malfoy ci sia qualcosa!»
«Tra te e Malfoy c'è qualcosa?!» Harry era arrivato
all'improvviso e aveva afferrato proprio la parte sbagliata del racconto.
«No, Harry, non c'è niente.»
«Beh, io stanotte ho scoperto una cosa riguardo al libro che ho trovato
nella classe di Lumacorno.»
«Quello del Principe Mezzosangue?» chiese Hermione e Harry fece sì con
la testa.
«E se fosse Malfoy? Insomma, di Serpeverde lo è, e nella tua fiaba lo
è!»
«Primo» iniziò ad elencare Hermione, decisa «Non è la mia fiaba ma sono
esistenti; secondo, lui non è il Principe nella favola; e terzo, perché pensi
che dietro ad ogni cosa strana del passato ci sia dietro Malfoy? Non è neanche
un Mezzosangue!» Harry parve colpito e si sentì smontato dall'esatto
ragionamento di Hermione.
«Pensavo di aver scoperto qualcosa di importante...»
«E sarà così, Harry, ma lascia stare Malfoy.» lui annuì. Ginny, per
consolazione, gli diede un bacio sulla guancia. Ron arrivò proprio in quel
momento, con la faccia scura e, stranamente, da solo.
«Non ce la faccio più!» disse al suo migliore amico.
Hermione lo osservava adirata e gelosa, infinitamente gelosa.
Le venne in mente il bacio tra lui e Lavanda, dolce e un po' schifoso e
poi subito quello tra lei e Draco, più passionale e sensuale.
Aveva pensato Draco... non Malfoy, Draco. Aveva bisogno di
svagarsi.
Senza neanche farlo apposta, lui la stava guardando dall'altra parte
della Sala, con occhi glaciali e travolgenti. Le fecero venire i brividi al
ricordo di quelle mani che le salivano su tutto il corpo.
«Hermione stai bene? Sembri accaldata...» Ron le aveva rivolto la parola
dopo settimane e sembrava felice di poterlo fare di nuovo.
«Sto bene, Ron, grazie.» si sorprese di essere riuscita a pronunciare
una frase senza scagliargli addosso qualcosa o fargli una fattura.
Quella notte, Hermione era nervosa più che mai. Il solo sapere di essere
accanto a lui la faceva agitare e non sapeva perché.
Lui era stato tanto furbo da fare la doccia prima delle nove, sapendo
che lei sarebbe arrivata prima, e difatti, si era rivelata una profezia
azzeccata.
«Stavolta, dormi prima tu.» le disse sedendole accanto
«Sai, stavo pensando che forse è nostro dovere lasciare che stiano
insieme, insomma, per scoprire chi è Arthur.»
«Vuoi spiarli?»
«Non spiarli! Ma cercare di capire... di lasciarli liberi di amarsi.
Prima di separarli.»
«Separarli?» chiese lui.
«Sì, l'unico modo per far finire questa storia, è portare il lieto fine.
E Biancaneve finisce col Principe, non con uno qualunque. E la Regina Cattiva
viene sconfitta.»
«Ma perché separare loro due, avranno il diritto di stare insieme.»
«Non ti facevo così sentimentale Malfoy...» rise lei.
«Non sono sentimentale ma credo che le persone debbano avere la
possibilità di scegliere. Tutto qui...» un velo di tristezza gli attraversò il
volto ma Hermione non capì cosa fosse.
«L'avranno, Draco, ma secondo la storia originale.»
«Aspetta un attimo...» lui si alzò di scatto dal letto
«Cosa c'è?» chiese lei improvvisamente all'erta
«Come mi hai chiamato?» domandò lui con il volto arrossato.
Lei ci pensò su e scosse la testa «Draco. È il tuo nome...»
«Tu non mi chiami per nome, come io non lo faccio con te. Non siamo
amici e neanche conoscenti, perciò, perché mi hai chiamato così?» in viso si
fece paonazzo. Hermione si alzò e gli andò davanti
«Non lo so... stiamo passando del tempo insieme e mi è venuto naturale.»
«Non viene naturale, non può essere una cosa naturale! Io e te ci siamo
sempre odiati, Mezzosangue.»
«Non mi piace chiamare le persone con il cognome» cercò di scusarsi lei
«No, non è questo. Mi hai sempre chiamato Malfoy. Perciò non mentire.»
«Ma io...»
«No.» disse infuriato «Non posso e non voglio avere una storia o
qualcuno che si interessi a me, quindi, se provi questo vattene via.» Hermione
credette di non aver sentito bene.
«Come?» domandò infatti con la voce tremolante
«Ho detto di andartene via. Vattene.»
«Non credi di essere esagerato? Solo perché ti ho chiamato per nome non
significa che i miei sentimenti verso di te siano cambiati!»
«Non ancora.» Hermione indietreggiò, non riusciva a capire. «Magari
succederà. Prima si inizia col nome, poi con le risate e poi è fatta! Già ieri
abbiamo superato il limite...»
«Ti sei costruito un bel piano Malfoy, davvero ben progettato, ma
errato. Non potrei provare qualcosa per te che non fosse diverso dall'odio.»
«Il confine tra odio e amore è molto flebile.»
«Perché dovrei essere io ad innamorarmi di te? Potresti essere tu, anzi,
potresti già esserlo.» lui rise
«Non potrei mai innamorarmi di te, Mezzosangue»
«E allora qual è il problema?»
«Io non ho possibilità di scelta per la mia vita, ma per questo sì.
Vattene Granger.»
«No! Non me ne vado!» ora era anche lei infuriata «Prima finiamo questa
storia e prima potrò non vederti mai più!»
«Puoi iniziare da subito...»
«Sarebbe troppo facile e io voglio meritarmele le cose.»
«Come ti sei meritata Weasley?»
«Cosa?»
«Non hai forse creduto che lui avrebbe aspettato che tu ti dichiarassi
prima di fidanzarsi... non hai creduto che lui fosse tuo di diritto perché
eravate amici?»
«Come fai a dire queste cose?»
«Sarò un Serpeverde che mangia dall'altra parte della Sala Grande
rispetto a voi, ma ci vedo anche io e non è difficile intuire cosa sia
successo.»
«Quante attenzioni dedicate a noi Grifondoro!»
«Quindi, anche tu come tutte le altre, hai aspettato il Principe
Azzurro. Hai aspettato che lui venisse da te invece di andare lì e
prendertelo!» Hermione era in lacrime ma anche lui non sembrava stare meglio.
«Forse pensavo che anche lui provasse qualcosa... che non mi fossi
soltanto illusa.»
«Le ragazze si illudono.»
«Sì, pensavo che tu fossi intelligente...»
«E non lo sono forse?»
«Se fai così non posso che pensare che lo sei.»
«Perché nessuno è al pari di te, vero Granger?»
«Non cambiare discorso Malfoy.»
«Vedi? Stiamo litigando e torni a chiamarmi per cognome. Dimostrarmi che
non provi niente quando già ti ho scoperto, brava! Non cambierò idea...»
«Sei un essere odioso, non potrei mai innamorarmi di te, mai! Aspetterei
Ron tutta la vita piuttosto che stare con te!»
«Ora sì che ti riconosco.»
«Ma non me ne andrò da questa stanza.» andò verso la porta ed estrasse
la bacchetta «Colloportus!» e la bloccò.
«Come desideri... ma dovrai uscire prima o poi.»
«Non sfidarmi...»
«Salteresti le tue preziose lezioni per dimostrarmi che mi sbaglio?
Ammirevole!»
«Non sono affari tuoi.»
«Grazie a Salazar no!» lei scoppiò in lacrime, prepotenti avevano
superato le sue barriere.
«Forse mi stai cacciando perché hai altro da fare Malfoy...»
«Tu dici?»
«All'inizio dell'anno ti abbiamo visto da Magie Sinister con tua madre.
Potresti essere alleato con il Signore Oscuro.»
«E verrei a dirlo a te?»
«No, ma tu non me lo stai dicendo. Hai detto che tu non hai possibilità
di scelte e che non puoi avere una storia. Mettendo insieme i pezzi sembra che
tu tema qualcosa, o qualcuno.»
«Ho detto quelle cose ma non per quello che pensi tu. Non sai com'è
vivere con una famiglia come la mia»
«No, non lo so. Ma so cosa significa avere paura. Ce l'ho fin dal primo
anno e la combatto fin da allora. Non si è deboli se si prova paura.» scese
un'altra lacrima, ma non era la sua.
Il ragazzo era ammutolito e una lacrima gli era sfuggita.
«Tu non capisci Granger...»
«No, ma posso aiutarti. Cosa dovresti fare stasera?» gli domandò pacata
«Non posso dirlo.» rispose in un soffio
«Avanti Malfoy, voglio aiutarti.»
«Non puoi. Nessuno può. E ora vattene, ti prego...» si sedette sul letto
e si prese la testa con le mani.
Lei gli si avvicinò e gli mise una mano sulla schiena per confortarlo.
«Vuoi davvero rimanere solo ora come ora?»
«Sei stata buona con me fin dall'inizio, non voglio che ti succeda
qualcosa per colpa mia.» Hermione si stupì non poco e alzò lentamente la testa
verso di lui
«Ora chi è che sta manifestando i suoi sentimenti?!» lo prese in giro e
gli strappò un sorriso «È un pensiero bellissimo da te, Malfoy. Ma sono io in
debito con te. Ti ho trascinato in una cosa più grande di noi solo perché non
volevo rimanere sola. E sei stato pure ferito a causa di questo.»
«Sarebbe potuto accadere a chiunque.»
«Infatti, e mi sarei assicurata che quel chiunque ne uscisse indenne in
ogni caso. La mia sfortuna, è che sei tu quel chiunque.»
«Non sei solo una saputella saccente, Granger...»
«Detto da te è un complimento.» si guardarono negli occhi e lei gli
sorrise, cercando di rallegrarlo.
«Non ti aspetterai che ti baci, vero?» chiese lui aggrottando le labbra
in una smorfia
«Ma no!» disse lei allontanando il viso dal suo «Credo ancora in quello
che ho detto prima!» lui scoppiò in una risata e lei lo seguì.
«Vuoi ancora che me ne vada?» gli chiese ancora una volta, dopo qualche
minuto.
«Sì, solo per stanotte. Ho bisogno di restare solo.»
«Ci vedremo comunque, lo sai?»
«Sì. Dobbiamo lasciarli vivere la loro vita e scoprire il più
possibile.»
«D'accordo. Me ne vado, non vorrei mai svegliarmi avvinghiata a te mezza
nuda!» si imporporò al ricordo dei loro baci
«Un giorno ti piacerà Granger...»
«Ma non oggi» annullò l'incantesimo e si nascose sotto il mantello
dell'invisibilità. Aprì la porta e fece segno di richiuderla ma non uscì.
Sentiva che il ragazzo aveva bisogno di aiuto. Così si nascose seduta
per terra e osservò i suoi movimenti.
Draco si sdraiò sul letto e si coprì gli occhi con i palmi delle mani.
Rimase lì a fissare il soffitto per molto e poi si decise ad alzarsi.
Qualcosa lo turbava, camminava per la stanza agitato e senza sapere cosa
fare. Andò dritto all'armadio e vi cercò una maglietta a maniche lunghe, lui
che di solito usava quelle a maniche corte, mentre rimase in boxer.
Si tolse la camicia della divisa e si guardò allo specchio. Hermione si
avvicinò e lo osservò con attenzione. Si stava osservando, come se non si fosse
mai visto ma non sembrava contento di quello che vedeva.
Poi lo vide. Hermione vide in che cosa era diverso.
Sopra la cicatrice bianca che gli era stata inferta con la spada,
regnava malvagio il Marchio Nero, tipico simbolo dei seguaci di Voldemort.
Hermione si mise una mano sulla bocca per impedirsi di urlare.
Indietreggiò fino a sbattere contro la cassettiera. Malfoy si girò di scatto e
sembrò cercare qualcosa.
Poi la sua attenzione tornò tutta sul suo braccio segnato. Dovette
bruciargli, perché il suo viso assunse una smorfia di dolore.
Infine, tutto d'un tratto, scoppiò in lacrime. Si inginocchiò a terra e
pianse amaramente con l'avambraccio teso di fronte a sé.
Hermione avrebbe voluto consolarlo, correre verso di lui e abbracciarlo,
dirgli che tutto si sarebbe sistemato, ma lui si sarebbe arrabbiato se avesse
scoperto che lei era lì.
Pianse anche lei, in silenzio, timorosa di rivelare la sua presenza.
Immaginava fosse diventato suo seguace, ma vederlo davanti ai sui occhi
così, piegato e sofferente, le fece dimenticare tutte le angherie. Decise di
aiutarlo: corse verso la porta, la spalancò e si tolse il mantello prima di
richiuderla.
«Mi dispiace di essere entrata così ma...» finse di essere sorpresa nel
vederlo a terra «Malfoy! Che ti succede?» lui si alzò e cercò di nasconderle il
braccio sinistro.
«Cosa ci fai ancora qui Granger?» domandò sprezzante ma incapace di
essere arrabbiato
«Fammi vedere il braccio, ti fa male la cicatrice?» tese la mano verso
di lui ma quest'ultimo indietreggiò. «Malfoy se c'è qualcosa che non va puoi
parlarmene... ti aiuterò.»
«Non voglio la tua pietà!»
«Non è pietà... è... sentimento» lui la guardò improvvisamente, colpito
e stupito. «Ormai ci tengo a te...» lui sembrò sciogliere le sue barriere
glaciali e si accasciò di nuovo a terra. Questa volta lei lo abbracciò davvero
e lo dondolò come un bambino.
«Non piangere» gli disse «Andrà tutto bene...»
«Sono marchiato Granger! Come animale da macello!» le mostrò il braccio
«Sono un Mangiamorte!» lei gli prese il polso con la destra e con la
sinistra gli accarezzò la cicatrice bianca quasi invisibile sotto il Marchio.
«Non tutto è perduto; guarda Piton, Lui fa il doppio-gioco da una
vita...»
«Io non sono così bravo, non riuscirei.»
«Ti stai sottovalutando. Tu sei un grande voltafaccia.» lui la guardò
ferito
«Ma non dovevi consolarmi?»
«Fammi finire...» lo ammonì «Quello che volevo dire è che tu indossi una
maschera da quando ti conosco e me ne sono accorta perché nell'ultimo mese che
abbiamo passato insieme, ho visto lati di te che non credevo ci fossero.» prese
fiato e lo strinse di più «Non sono quale Malfoy sia vero, ma proprio per
questo so per certa che saresti un'ottima spia!» lui sorrise contro il suo
collo.
«Non so neanche io quale sia quello vero...»
«Lo scopriremo.»
«Noi?» domandò lui scostandosi un poco
«Sì, noi. Non ti abbandonerò Malfoy. Mettitelo in quella testa vuota.
Non sei solo...»
«Cerchi un nuovo amico perché tu lo sei?» scherzava ma lei lo prese sul
serio e così, imbarazzato, scosse la testa e le prese le mani tra le sue «Stavo
scherzando. Tu non sei sola, non potresti mai esserlo. Hai molti amici che ti
vogliono bene ed è normale che un po' vi separiate, voi crescete e gli
interessi cambiano ma l'amicizia ci sarà sempre.» le asciugò una lacrima con il
pollice e la fece sorridere.
«Non volevo farti piangere, mi stavi aiutando.»
«Non voglio lasciarti solo.»
«Non voglio restare solo.» si alzarono entrambi con ancora le mani unite
e si guardarono negli occhi. Andarono verso il letto e ognuno si mise dalla sua
parte.
«Perché sei tornata indietro, cosa volevi?» le chiese lui ricordandosi
«Io... ecco...» decise, non voleva mentirgli «Non sono mai andata via.
Mi sono messa il mantello e sono rimasta in disparte.» si aspettava la collera
in persona, ma invece lui la sorprese ghignando e distogliendo lo sguardo
«Sapevo che qualcosa non andava e volevo scoprire cosa.»
«Sapevo fossi sveglia, Granger, ma non mi aspettavo tanto!»
«Mi dispiace.»
«Non importa. L'avresti visto prima o poi...»
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Ecco un nuovo pezzo del puzzle che si incastra
nella trama della storia... mamma mia che frase poetica! Ahah, no, a parte gli
scherzi, se avete domande o dubbi non esitate a chiedermi. Grazie a tutti voi
che leggete questi deliri...!