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Autore: Madin    19/12/2013    2 recensioni
Solitudine. Ecco cosa l'aveva spinta a cercare qualcosa di nuovo.
Aveva appena assistito alla scena più brutta della sua intera vita; il ragazzo di cui era innamorata aveva baciato quella stupida bionda dopo che aveva portato Grifondoro alla vittoria nella partita di Quidditch. La gente acclamava quel bacio e lo incoraggiava mentre a lei dava solo il voltastomaco. Vedere le labbra di Lavanda che si incollavano letteralmente a quelle di Ron era una scena raccapricciante, e, vedere che l'ingenuo di casa Weasley ricambiava il bacio, le aveva scavato un buco nel petto inguaribile.
Non sapeva quando si era accorta di provare dei sentimenti per lui, era successo e basta.
Non si sarebbe mai aspettata che una nuova avventura era proprio ad aspettarla dietro l'angolo, e neanche le era passato per la testa che avrebbe potuto coinvolgere l'ultima persona che avrebbe voluto... come, poi, rimane un mistero...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Fairytales Gone Bad

 

- Non sei sola -

 

Si risvegliò nella prigione ormai familiare e si guardò intorno confusa...

«Ma com'è possibile?» continuava a ripetersi, doveva funzionare...

Vide Malfoy alzarsi e massaggiarsi la testa come se avesse preso una botta in testa.

«Malfoy!»

«Granger...?» rispose dolorante

«Ti sei addormentato!» capì lei. «Ti avevo detto di non farlo!»

«Non è colpa mia, è successo.»

«Non ci si può proprio fidare di te, eh?» all'improvviso sentì una forza strana afferrarla e cacciarla indietro, ma non era una cosa che potesse toccare, era dentro di sé. Si sentì sopraffare da qualcosa che la fece stare buona in un angolo.

Era la vocina che prendeva il sopravvento. Malfoy aveva ragione, era terribile.

«Arthur! Arthur!» quel nome usciva dalle labbra di Hermione ma Malfoy sapeva non essere realmente lei. Forse era la ragazza che aveva dentro a voler vedere il suo amato. Sentì la voce dentro di sé impossessarsi del controllo e lo lasciò fare, stringendo i denti per il dolore.

«Neve! Siete voi! Temevo di non rivedervi più!»

«Anche io temevo di avervi perso. So come uscire di qui, ho la chiave che mi diede mio padre prima di morire...»

«Cosa faremo adesso? La Regina Cattiva governa il regno adesso e ci farà uccidere entrambi!»

«Scappiamo Arthur, è l'unico modo per poter stare insieme.» il ragazzo annuì e aspettò che la sua amata aprisse la porta della cella e che liberasse anche lui. Si presero per mano e scapparono, cercando di non farsi vedere. Le guardie dormivano profondamente, perciò avevano una chance di uscire e di correre lontano.

Riemersero nel giardino del Castello e Arthur scavalcò il cancello prima di scassinarlo da fuori rompendo il lucchetto con una pietra.

La luna brillava alta nel cielo illuminando il sentiero che i due ragazzi percorsero, fino a raggiungere una radura isolata nascosta dalle cascate.

Hermione e Draco erano come addormentati e allo stesso tempo vigili, presenti e non presenti.

I due amanti si sdraiarono sull'erba l'uno accanto all'altra e si guardarono negli occhi.

«Credevo foste morto.» disse Biancaneve

«Per poco non lo sono. Mi hanno risparmiato per torturarmi per volere della regina.» rispose il ragazzo.

«Come potrete mai perdonarmi?»

«Non è colpa vostra, Neve» le accarezzò i capelli bruni e il viso morbido, essendo quello il corpo di Hermione

«Il mio amore è la causa di tutto.»

«No, il nostro amore ci ha salvato. Ha permesso a me di sopravvivere e a voi di vivere. Non tornerei indietro per non incontrarvi in questa stessa radura anni or sono.»

«Anche io non rimpiango di avervi incontrato. Siete l'unico per me, Arthur. Non amerò nessun altro come voi.»

«Lo so. Ma dobbiamo escogitare un piano di fuga.»

«Domani» Biancaneve ricoprì la mano dell'amato con la sua e la posò sulla guancia.

Arthur si avvicinò lentamente e le coprì le labbra con le proprie. Lei rispose e in un attimo la passione prese il sopravvento...

 

… le accarezzò i capelli e le fece scivolare una mano sulla schiena. Lei gli si era aggrappata al collo, in ginocchio tra le sue gambe, incapaci di smettere si baciarono senza sosta.

Lei gli sorrise nell'orecchio e sospirò quando lui le accarezzò i seni con mani delicate. Lei si aggrappò ai suoi capelli biondi... biondi?

Hermione si fermò all'istante e si rese conto che era nella stanza di Malfoy e che lui era seduto sotto di sé mentre la accarezzava e la baciava vorace.

«Malfoy!» lui aprì di scatto gli occhi e la fissò inorridito

«Granger!» disse lui spostandola.

«Mi hai baciato!» urlarono in coro l'uno contro l'altra mentre entrambi si alzavano dal letto e si guardavano stupiti.

«Non sono stato io, sono stati loro!» dissero ancora all'unisono. Malfoy corse in bagno e si sciacquò la bocca mentre la ragazza si copriva con un lenzuolo il suo pigiama rosa confetto.

Malfoy uscì dal bagno e la guardò in cagnesco.

«Non sarebbe successo se non ti fossi addormentato...» sussurrò Hermione

«Non sarebbe successo se tu non mi avessi detto di lasciarmi sopraffare dalla vocina!»

«Almeno adesso sono fuori dalla prigione.» disse Hermione tornando a sedersi sul letto. Anche lui la imitò ma dandole le spalle.

«Chi era lui? Arthur... non l'hai menzionato nella storia.»

«Perché non c'è!» rispose lei «Non l'ho mai sentito.»

«Magari è il nome del principe...»

«No, il principe si chiama Principe Azzurro»

«Sul serio?» chiese lui divertito. E rise ancora di più quando Hermione annuì. «Ecco perché le ragazze si aspettano questo Principe Azzurro! Sono frottole inventate per raggirarvi!»

«Io non ho mai aspettato il Principe Azzurro, Malfoy...»

«Non ci credo. Tutte lo aspettano e anche le streghe lo fanno.» lei sembrò intristita, così lui tornò serio e si sdraiò sul letto «Dai, non preoccuparti, stavo scherzando. Vieni a dormire, non dovremmo sognare ancora dato che l'abbiamo già fatto.»

«Lo spero.»

«Già. Anche perché ritrovarmi nudo con te al mio fianco non è una prospettiva allettante.»

«Lo stesso, Malfoy, almeno siamo d'accordo su qualcosa.»

Si addormentarono entrambi con il sapore delle labbra dell'altro sulle proprie, insieme ad un misto di emozioni contrastanti nel petto.

 

Quando Hermione raggiunse Ginny in Sala Grande la mattina dopo, la trovò con un enorme sorriso in volto e gli occhi brillanti. Hermione era confusa.

«Ciao Ginny...» le disse e l'amica non cambiò espressione. «Tutto bene?» provò ancora e finalmente l'altra rispose

«Oh sì!» disse «Allora?»

«Allora cosa?» domandò l'amica versandosi del succo di zucca.

«È successo qualcosa?»

«Quando?» domandò Hermione confusa

«Stanotte! Con Malfoy!» urlò un po' troppo forte, facendo in modo che molti si voltassero nella loro direzione. Hermione li ignorò.

«Ginny! Non urlare cose del genere...»

«Tu rispondi alla mia domanda!»

«No! Cosa sarebbe dovuto accadere?»

«Beh sai, tu e lui, da soli, in una camera da letto, tutta la notte...»

«Ginny!» la rimproverò Hermione ma si imbarazzò per quei baci che erano susseguiti dopo e abbassò gli occhi.

«Okay, forse ho sognato che qualcosa potesse accadere... non sarebbe tanto male, no?»

«Sarebbe terribile Ginny! È Malfoy!»

«Va bene, non è successo niente. Almeno avete scoperto qualcosa?» Hermione le raccontò di quella notte, tralasciando il piccolo incidente che ne era conseguito dopo.

«Sicura fosse proprio Biancaneve? Magari Arthur è il nome di qualche altra storia...»

«Tutti i luoghi e le vicende coincidono, a parte questo Arthur.»

«Sicuramente ci sarà una spiegazione anche per questo. Stasera torni al dormitorio?» Hermione stava bevendo il suo succo ma riuscì a fare segno di no con la testa e Ginny nascose un sorriso raggiante.

«Piantala di pensare che tra me e Malfoy ci sia qualcosa!»

«Tra te e Malfoy c'è qualcosa?!» Harry era arrivato all'improvviso e aveva afferrato proprio la parte sbagliata del racconto.

«No, Harry, non c'è niente.»

«Beh, io stanotte ho scoperto una cosa riguardo al libro che ho trovato nella classe di Lumacorno.»

«Quello del Principe Mezzosangue?» chiese Hermione e Harry fece sì con la testa.

«E se fosse Malfoy? Insomma, di Serpeverde lo è, e nella tua fiaba lo è!»

«Primo» iniziò ad elencare Hermione, decisa «Non è la mia fiaba ma sono esistenti; secondo, lui non è il Principe nella favola; e terzo, perché pensi che dietro ad ogni cosa strana del passato ci sia dietro Malfoy? Non è neanche un Mezzosangue!» Harry parve colpito e si sentì smontato dall'esatto ragionamento di Hermione.

«Pensavo di aver scoperto qualcosa di importante...»

«E sarà così, Harry, ma lascia stare Malfoy.» lui annuì. Ginny, per consolazione, gli diede un bacio sulla guancia. Ron arrivò proprio in quel momento, con la faccia scura e, stranamente, da solo.

«Non ce la faccio più!» disse al suo migliore amico.

Hermione lo osservava adirata e gelosa, infinitamente gelosa.

Le venne in mente il bacio tra lui e Lavanda, dolce e un po' schifoso e poi subito quello tra lei e Draco, più passionale e sensuale.

Aveva pensato Draco... non Malfoy, Draco. Aveva bisogno di svagarsi.

Senza neanche farlo apposta, lui la stava guardando dall'altra parte della Sala, con occhi glaciali e travolgenti. Le fecero venire i brividi al ricordo di quelle mani che le salivano su tutto il corpo.

«Hermione stai bene? Sembri accaldata...» Ron le aveva rivolto la parola dopo settimane e sembrava felice di poterlo fare di nuovo.

«Sto bene, Ron, grazie.» si sorprese di essere riuscita a pronunciare una frase senza scagliargli addosso qualcosa o fargli una fattura.

Quella notte, Hermione era nervosa più che mai. Il solo sapere di essere accanto a lui la faceva agitare e non sapeva perché.

Lui era stato tanto furbo da fare la doccia prima delle nove, sapendo che lei sarebbe arrivata prima, e difatti, si era rivelata una profezia azzeccata.

«Stavolta, dormi prima tu.» le disse sedendole accanto

«Sai, stavo pensando che forse è nostro dovere lasciare che stiano insieme, insomma, per scoprire chi è Arthur.»

«Vuoi spiarli?»

«Non spiarli! Ma cercare di capire... di lasciarli liberi di amarsi. Prima di separarli.»

«Separarli?» chiese lui.

«Sì, l'unico modo per far finire questa storia, è portare il lieto fine. E Biancaneve finisce col Principe, non con uno qualunque. E la Regina Cattiva viene sconfitta.»

«Ma perché separare loro due, avranno il diritto di stare insieme.»

«Non ti facevo così sentimentale Malfoy...» rise lei.

«Non sono sentimentale ma credo che le persone debbano avere la possibilità di scegliere. Tutto qui...» un velo di tristezza gli attraversò il volto ma Hermione non capì cosa fosse.

«L'avranno, Draco, ma secondo la storia originale.»

«Aspetta un attimo...» lui si alzò di scatto dal letto

«Cosa c'è?» chiese lei improvvisamente all'erta

«Come mi hai chiamato?» domandò lui con il volto arrossato.

Lei ci pensò su e scosse la testa «Draco. È il tuo nome...»

«Tu non mi chiami per nome, come io non lo faccio con te. Non siamo amici e neanche conoscenti, perciò, perché mi hai chiamato così?» in viso si fece paonazzo. Hermione si alzò e gli andò davanti

«Non lo so... stiamo passando del tempo insieme e mi è venuto naturale.»

«Non viene naturale, non può essere una cosa naturale! Io e te ci siamo sempre odiati, Mezzosangue.»

«Non mi piace chiamare le persone con il cognome» cercò di scusarsi lei

«No, non è questo. Mi hai sempre chiamato Malfoy. Perciò non mentire.»

«Ma io...»

«No.» disse infuriato «Non posso e non voglio avere una storia o qualcuno che si interessi a me, quindi, se provi questo vattene via.» Hermione credette di non aver sentito bene.

«Come?» domandò infatti con la voce tremolante

«Ho detto di andartene via. Vattene.»

«Non credi di essere esagerato? Solo perché ti ho chiamato per nome non significa che i miei sentimenti verso di te siano cambiati!»

«Non ancora.» Hermione indietreggiò, non riusciva a capire. «Magari succederà. Prima si inizia col nome, poi con le risate e poi è fatta! Già ieri abbiamo superato il limite...»

«Ti sei costruito un bel piano Malfoy, davvero ben progettato, ma errato. Non potrei provare qualcosa per te che non fosse diverso dall'odio.»

«Il confine tra odio e amore è molto flebile.»

«Perché dovrei essere io ad innamorarmi di te? Potresti essere tu, anzi, potresti già esserlo.» lui rise

«Non potrei mai innamorarmi di te, Mezzosangue»

«E allora qual è il problema?»

«Io non ho possibilità di scelta per la mia vita, ma per questo sì. Vattene Granger.»

«No! Non me ne vado!» ora era anche lei infuriata «Prima finiamo questa storia e prima potrò non vederti mai più!»

«Puoi iniziare da subito...»

«Sarebbe troppo facile e io voglio meritarmele le cose.»

«Come ti sei meritata Weasley?»

«Cosa?»

«Non hai forse creduto che lui avrebbe aspettato che tu ti dichiarassi prima di fidanzarsi... non hai creduto che lui fosse tuo di diritto perché eravate amici?»

«Come fai a dire queste cose?»

«Sarò un Serpeverde che mangia dall'altra parte della Sala Grande rispetto a voi, ma ci vedo anche io e non è difficile intuire cosa sia successo.»

«Quante attenzioni dedicate a noi Grifondoro!»

«Quindi, anche tu come tutte le altre, hai aspettato il Principe Azzurro. Hai aspettato che lui venisse da te invece di andare lì e prendertelo!» Hermione era in lacrime ma anche lui non sembrava stare meglio.

«Forse pensavo che anche lui provasse qualcosa... che non mi fossi soltanto illusa.»

«Le ragazze si illudono.»

«Sì, pensavo che tu fossi intelligente...»

«E non lo sono forse?»

«Se fai così non posso che pensare che lo sei.»

«Perché nessuno è al pari di te, vero Granger?»

«Non cambiare discorso Malfoy.»

«Vedi? Stiamo litigando e torni a chiamarmi per cognome. Dimostrarmi che non provi niente quando già ti ho scoperto, brava! Non cambierò idea...»

«Sei un essere odioso, non potrei mai innamorarmi di te, mai! Aspetterei Ron tutta la vita piuttosto che stare con te!»

«Ora sì che ti riconosco.»

«Ma non me ne andrò da questa stanza.» andò verso la porta ed estrasse la bacchetta «Colloportus!» e la bloccò.

«Come desideri... ma dovrai uscire prima o poi.»

«Non sfidarmi...»

«Salteresti le tue preziose lezioni per dimostrarmi che mi sbaglio? Ammirevole!»

«Non sono affari tuoi.»

«Grazie a Salazar no!» lei scoppiò in lacrime, prepotenti avevano superato le sue barriere.

«Forse mi stai cacciando perché hai altro da fare Malfoy...»

«Tu dici?»

«All'inizio dell'anno ti abbiamo visto da Magie Sinister con tua madre. Potresti essere alleato con il Signore Oscuro.»

«E verrei a dirlo a te?»

«No, ma tu non me lo stai dicendo. Hai detto che tu non hai possibilità di scelte e che non puoi avere una storia. Mettendo insieme i pezzi sembra che tu tema qualcosa, o qualcuno.»

«Ho detto quelle cose ma non per quello che pensi tu. Non sai com'è vivere con una famiglia come la mia»

«No, non lo so. Ma so cosa significa avere paura. Ce l'ho fin dal primo anno e la combatto fin da allora. Non si è deboli se si prova paura.» scese un'altra lacrima, ma non era la sua.

Il ragazzo era ammutolito e una lacrima gli era sfuggita.

«Tu non capisci Granger...»

«No, ma posso aiutarti. Cosa dovresti fare stasera?» gli domandò pacata

«Non posso dirlo.» rispose in un soffio

«Avanti Malfoy, voglio aiutarti.»

«Non puoi. Nessuno può. E ora vattene, ti prego...» si sedette sul letto e si prese la testa con le mani.

Lei gli si avvicinò e gli mise una mano sulla schiena per confortarlo.

«Vuoi davvero rimanere solo ora come ora?»

«Sei stata buona con me fin dall'inizio, non voglio che ti succeda qualcosa per colpa mia.» Hermione si stupì non poco e alzò lentamente la testa verso di lui

«Ora chi è che sta manifestando i suoi sentimenti?!» lo prese in giro e gli strappò un sorriso «È un pensiero bellissimo da te, Malfoy. Ma sono io in debito con te. Ti ho trascinato in una cosa più grande di noi solo perché non volevo rimanere sola. E sei stato pure ferito a causa di questo.»

«Sarebbe potuto accadere a chiunque.»

«Infatti, e mi sarei assicurata che quel chiunque ne uscisse indenne in ogni caso. La mia sfortuna, è che sei tu quel chiunque.»

«Non sei solo una saputella saccente, Granger...»

«Detto da te è un complimento.» si guardarono negli occhi e lei gli sorrise, cercando di rallegrarlo.

«Non ti aspetterai che ti baci, vero?» chiese lui aggrottando le labbra in una smorfia

«Ma no!» disse lei allontanando il viso dal suo «Credo ancora in quello che ho detto prima!» lui scoppiò in una risata e lei lo seguì.

«Vuoi ancora che me ne vada?» gli chiese ancora una volta, dopo qualche minuto.

«Sì, solo per stanotte. Ho bisogno di restare solo.»

«Ci vedremo comunque, lo sai?»

«Sì. Dobbiamo lasciarli vivere la loro vita e scoprire il più possibile.»

«D'accordo. Me ne vado, non vorrei mai svegliarmi avvinghiata a te mezza nuda!» si imporporò al ricordo dei loro baci

«Un giorno ti piacerà Granger...»

«Ma non oggi» annullò l'incantesimo e si nascose sotto il mantello dell'invisibilità. Aprì la porta e fece segno di richiuderla ma non uscì.

Sentiva che il ragazzo aveva bisogno di aiuto. Così si nascose seduta per terra e osservò i suoi movimenti.

Draco si sdraiò sul letto e si coprì gli occhi con i palmi delle mani. Rimase lì a fissare il soffitto per molto e poi si decise ad alzarsi.

Qualcosa lo turbava, camminava per la stanza agitato e senza sapere cosa fare. Andò dritto all'armadio e vi cercò una maglietta a maniche lunghe, lui che di solito usava quelle a maniche corte, mentre rimase in boxer.

Si tolse la camicia della divisa e si guardò allo specchio. Hermione si avvicinò e lo osservò con attenzione. Si stava osservando, come se non si fosse mai visto ma non sembrava contento di quello che vedeva.

Poi lo vide. Hermione vide in che cosa era diverso.

Sopra la cicatrice bianca che gli era stata inferta con la spada, regnava malvagio il Marchio Nero, tipico simbolo dei seguaci di Voldemort.

Hermione si mise una mano sulla bocca per impedirsi di urlare. Indietreggiò fino a sbattere contro la cassettiera. Malfoy si girò di scatto e sembrò cercare qualcosa.

Poi la sua attenzione tornò tutta sul suo braccio segnato. Dovette bruciargli, perché il suo viso assunse una smorfia di dolore.

Infine, tutto d'un tratto, scoppiò in lacrime. Si inginocchiò a terra e pianse amaramente con l'avambraccio teso di fronte a sé.

Hermione avrebbe voluto consolarlo, correre verso di lui e abbracciarlo, dirgli che tutto si sarebbe sistemato, ma lui si sarebbe arrabbiato se avesse scoperto che lei era lì.

Pianse anche lei, in silenzio, timorosa di rivelare la sua presenza.

Immaginava fosse diventato suo seguace, ma vederlo davanti ai sui occhi così, piegato e sofferente, le fece dimenticare tutte le angherie. Decise di aiutarlo: corse verso la porta, la spalancò e si tolse il mantello prima di richiuderla.

«Mi dispiace di essere entrata così ma...» finse di essere sorpresa nel vederlo a terra «Malfoy! Che ti succede?» lui si alzò e cercò di nasconderle il braccio sinistro.

«Cosa ci fai ancora qui Granger?» domandò sprezzante ma incapace di essere arrabbiato

«Fammi vedere il braccio, ti fa male la cicatrice?» tese la mano verso di lui ma quest'ultimo indietreggiò. «Malfoy se c'è qualcosa che non va puoi parlarmene... ti aiuterò.»

«Non voglio la tua pietà!»

«Non è pietà... è... sentimento» lui la guardò improvvisamente, colpito e stupito. «Ormai ci tengo a te...» lui sembrò sciogliere le sue barriere glaciali e si accasciò di nuovo a terra. Questa volta lei lo abbracciò davvero e lo dondolò come un bambino.

«Non piangere» gli disse «Andrà tutto bene...»

«Sono marchiato Granger! Come animale da macello!» le mostrò il braccio «Sono un Mangiamorte!» lei gli prese il polso con la destra e con la sinistra gli accarezzò la cicatrice bianca quasi invisibile sotto il Marchio.

«Non tutto è perduto; guarda Piton, Lui fa il doppio-gioco da una vita...»

«Io non sono così bravo, non riuscirei.»

«Ti stai sottovalutando. Tu sei un grande voltafaccia.» lui la guardò ferito

«Ma non dovevi consolarmi?»

«Fammi finire...» lo ammonì «Quello che volevo dire è che tu indossi una maschera da quando ti conosco e me ne sono accorta perché nell'ultimo mese che abbiamo passato insieme, ho visto lati di te che non credevo ci fossero.» prese fiato e lo strinse di più «Non sono quale Malfoy sia vero, ma proprio per questo so per certa che saresti un'ottima spia!» lui sorrise contro il suo collo.

«Non so neanche io quale sia quello vero...»

«Lo scopriremo.»

«Noi?» domandò lui scostandosi un poco

«Sì, noi. Non ti abbandonerò Malfoy. Mettitelo in quella testa vuota. Non sei solo...»

«Cerchi un nuovo amico perché tu lo sei?» scherzava ma lei lo prese sul serio e così, imbarazzato, scosse la testa e le prese le mani tra le sue «Stavo scherzando. Tu non sei sola, non potresti mai esserlo. Hai molti amici che ti vogliono bene ed è normale che un po' vi separiate, voi crescete e gli interessi cambiano ma l'amicizia ci sarà sempre.» le asciugò una lacrima con il pollice e la fece sorridere.

«Non volevo farti piangere, mi stavi aiutando.»

«Non voglio lasciarti solo.»

«Non voglio restare solo.» si alzarono entrambi con ancora le mani unite e si guardarono negli occhi. Andarono verso il letto e ognuno si mise dalla sua parte.

«Perché sei tornata indietro, cosa volevi?» le chiese lui ricordandosi

«Io... ecco...» decise, non voleva mentirgli «Non sono mai andata via. Mi sono messa il mantello e sono rimasta in disparte.» si aspettava la collera in persona, ma invece lui la sorprese ghignando e distogliendo lo sguardo «Sapevo che qualcosa non andava e volevo scoprire cosa.»

«Sapevo fossi sveglia, Granger, ma non mi aspettavo tanto!»

«Mi dispiace.»

«Non importa. L'avresti visto prima o poi...»

 

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Ecco un nuovo pezzo del puzzle che si incastra nella trama della storia... mamma mia che frase poetica! Ahah, no, a parte gli scherzi, se avete domande o dubbi non esitate a chiedermi. Grazie a tutti voi che leggete questi deliri...!

   
 
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