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Autore: Al Walker    19/12/2013    1 recensioni
Nelle profondità del Tempio di Nefertum, i Saggi conservano la conoscenza del mondo sin dalla Battaglia di Talaborn. Le agognate Cronache narrano le origini dei tempi, quando la Prima Guerra sconvolse la Creazione. Il primo volume, il più bramato dalla tenebra di Romorian, valica i Cieli Mortali, oltre il Mare del Silenzio, fino ai Cieli Divini che risplendono alla luce di Ayn Sof.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Atziluth, il Primo Cielo
Palazzo dei Neutrali Superiori
Archivi della Biblioteca
 
Gli Archivi occupavano la parte interna della grande Biblioteca.
Essa racchiudeva ogni possibile branca dello scibile, incarnazione vera dell’onniscienza divina. L’accesso era libero, poiché per Legge l’onniscienza appartiene a tutti gli Dei. Gli Archivi erano invece preclusi, dominio incontrastato di Allyon e Meredith. Alla Prima Coppia spettava il compito di catalogare i rapporti delle missioni svolte in nome dell’Equilibrio, ma tra quegli scaffali segreti non trovavano posto soltanto appunti operativi.
I Misteri sulla natura divina, sull’essere di Ayn Sof, sull’esplicarsi della Sua natura creatrice; ecco, tali le informazioni custodite. E in più, sotto la responsabilità di Allyon in persona, lo Scritto degli Scritti, ove era registrato l’intero codice sorgente dei Cieli e l’enunciato del Sommo Segreto…
I Quattro Anatemi dell’Onnipotenza.
 
I Neutrali percorsero con agitazione il lungo corridoio che portava agli Archivi. Venivano in fila le Coppie e dietro gli Attendenti. Gli sguardi perlopiù stettero fissi dinanzi, come se i cuori cercassero conforto nell’atteggiamento. Uno stuolo sempre più numeroso di Inferiori seguiva i padroni, i loro mormorii indistinti si perdevano nel soffitto mosaicato.
Alhwalk taceva. Taceva per non esplodere, con Hiamtfallah intenta a calmarlo.
Arakon e Megarion posavano decisi ogni passo.
Elenian canticchiava con allegria. Horadrim la teneva per la vita e rideva.
– Lo sapevo – ripeté il Secondogenito per l’ennesima volta. – C’era d’aspettarselo che un Concilio Neutrale non passasse inosservato. Guarda quanta marmaglia!
La sua sposa lo prese a braccetto. – Non dovrebbe durare molto. Poi potremo tornare alla nostra vita.
– Forse, ma ne dubito.
Infine raggiunsero la porta della Biblioteca. Subito, venne loro incontro una Divinità Inferiore agghindata in modo sfarzoso, uno stocco appeso al fianco destro, la lunga capigliatura raccolta a coda. I Neutrali si fermarono e avanzò Monokeros.
– Siamo qui per la riunione, Hormuzd – proclamò il Secondo Attendente. – Come Bibliotecario, che ne diresti di informare Allyon e Meredith che gli Dei Superiori sono giunti?
Hormuzd annuì senza proferir parola e quasi parve dissolversi dietro la porta che sorvegliava, per quanto fu rapido a obbedire.
– Monokeros! – rimproverò Hiamtfallah. – Devi averlo atterrito.
L’Attendente alzò innocentemente le mani. – Lungi da me.
– Del resto – lo sostenne Alhwalk – non nuoce tenere queste pulci sul chi vive; tanto perché non si mettano in testa di essere nostri pari.
Hiamtfallah non demorse: – Non riesci proprio a capire, vero? Arrabbiarsi per la loro presenza e rabbuiarsi ogni volta che incontri un Inferiore, credi faccia onore alla tua carica e a te stesso?
Il Secondogenito si voltò di scatto verso la consorte, ma il viso risoluto di lei gli bloccò la risposta piccata che gli era salita in gola; per cui si limitò a girare la testa dall’altra parte, chiudendosi nel silenzio più assoluto. Persino il suo Tema parve tacere, quasi scomparso. Hiamtfallah gli strinse forte il braccio e Alhwalk esalò un respiro rassegnato.
– Su, su – intervenne Horadrim col solito piglio canzonatorio. – Non mi par il caso di ingigantire la questione oltre modo. Siamo tutti agitati… e senza nemmeno sapere cosa Allyon abbia da dirci.
Megarion annuì, la sua voce calma rasserenò gli animi. – Mai dolersi prima del tempo. D’altronde, per quanto orrendi possano rivelarsi i fatti che tra poco apprenderemo, la gravità ne verrà accentuata se non sapremo controllarci.
– Concordo, concordo. Brava, saggia, bella Sorella! – rise Elenian.
Arakon si mise le mani nei capelli e Alhwalk scosse il capo.
– Guardate, Signori – disse allora Monokeros. – La porta è aperta. Entriamo e poniamo fine a questa sceneggiata.
Nonostante le parole dell’Attendente potessero suonare irrispettose, i Neutrali tacquero ed entrarono.
 
Le tre Coppie varcarono il portale della Biblioteca e la vasta Sala di Lettura si dischiuse davanti ai loro occhi in un caleidoscopio di migliaia di libri, custodi della conoscenza divina. Sulla sinistra, la parete continuava in numerose vetrate che lasciavano entrare la luce del crepuscolo imminente, mentre a destra immensi scaffali contenevano i volumi. Un lungo tavolo decorato occupava la zona centrale della stanza.
A capotavola, sul lato opposto rispetto all’entrata, sedeva Allyon con Meredith in piedi alle sue spalle. Dietro la Prima Coppia, un’altra porta intarsiata precludeva l’accesso alle aree più interne.
Il Primogenito vestiva sobri abiti grigi; soltanto il mantello cinerino col numero “I” cucito sul petto assieme all’Egida Neutrale, in fili d’oro, rivelava qualche segno d’ostentamento. Allyon seguì l’avvicinarsi dei Fratelli con espressione seria, quasi torva; la qual cosa non sfuggì ad Alhwalk, che sostenne lo sguardo.
– Gli sono sempre piaciute le pose melodrammatiche – sussurrò, ma abbastanza forte da essere certo che Allyon lo sentisse.
Horadrim rise con contegno assieme a Elenian. Persino Arakon e Megarion si ritrovarono a sorridere; Hiamtfallah, invece, rimase seria… anche troppo. Ad Alhwalk passò la voglia di scherzare.
– Non dare in escandescenze, se ti è possibile – le consigliò piano.
Lei si limitò ad alzare le spalle e sedette al proprio posto, il primo seggio alla sinistra del Primogenito, con Alhwalk che le si accomodò di fronte. Uno a uno sedettero anche gli altri Neutrali, ogni Coppia sfasata rispetto alla precedente. Gli Attendenti si tennero a debita distanza con le mani incrociate dietro la schiena e l’espressione altera.
Dopo qualche attimo di silenzio, Meredith chiese a tutti: – Prima di iniziare, avete qualche rimostranza? Sapete bene che durante l’enunciazione dei voleri del Padre, Allyon non dovrà venir interrotto.
– Un attimo solo, Sorella e Consorte – interloquì il medesimo Primo Neutrale. – Leon, dove sono Lykos e Drakon?
Leon avanzò di qualche passò. – Il Quarto Attendente Lykos è rimasto a presiedere il Cancello di Nous, mentre il Terzo Attendente Drakon prosegue i lavori nell’Officina.
Allyon posò gli occhi su Arakon. – Quanto manca perché le nostre vestigia siano pronte, Fratello? Anche se terminarle è urgente, un Concilio dovrebbe avere precedenza su ogni altro affare.
– Drakon è rimasto lì non solo per continuare la forgiatura, ma soprattutto per sorvegliare l’Officina – rispose l’interpellato.
Nessuno fiatò. Tuttavia, un profondo dubbio ammantato d’inquietudine attanagliò per qualche istante il cuore dei presenti; e il pensiero che accompagnava tale dubbio…
Così, siamo arrivati al punto da dover mettere sentinelle in Atziluth, il nostro stesso Cielo, per giunta proprio qui a Palazzo!
Adesso i volti erano puntati verso Allyon, il quale non dava segno di condividere queste preoccupazioni. – Non possiamo cominciare senza la loro presenza. Arakon?
Il Terzo Neutrale sorrise. – In effetti, potrei chiamare due miei Assistenti. Sono fidati, è certo. Appartengono alla cerchia più ristretta degli allievi forgiatori e la loro Forza Spirituale non ha quasi pari tra gli Inferiori.
– No! – Alhwalk batté una mano sul tavolo con veemenza. – Posso sopportare i tuoi ordini scriteriati riguardo alla feccia dei Cieli Bassi, ma introdurli persino nelle nostre riunioni… va troppo oltre anche per te, Allyon!
Meredith avanzò, lo sguardo solenne. – Il Primo Neutrale ha parlato. Fratello e Suddito Arakon, convoca i due Assistenti che sostituiranno Drakon e Lykos.
– Siamo arrivati al punto in cui la nostra opinione non conta più nulla – cominciò Hiamtfallah, guardando Alhwalk in tralice. – Ti fai mettere i piedi in testa senza nemmeno protestare come si deve!
– Zitta. Fa' qualcosa tu, se vuoi darmi man forte!
– Fratelli, per favore – intervenne Horadrim, mentre Elenian frattanto canticchiava senza alcun pensiero. – Non andremo a parare in niente, se come al solito inizieremo a litigare fra noi. Non è oggetto dell’assemblea d’oggi, comunque la presenza degli Inferiori vuole che vengano integrati nelle nostre attività; sono numerosi, non si può fare altrimenti.
Megarion prese la parola, il volto calmo si spostava da Alhwalk a Hiamtfallah. – Stanno entrando in Atziluth Divinità con un’incredibile Potere. In quanto responsabili dei livelli spirituali, io e Arakon stiamo analizzando il problema, ma per ora non abbiamo trovato spiegazioni convincenti. Ignoriamo perché certi figli di Kadmon siamo superiori ad altri, visto che li ha creati allo stesso modo… potrebbe aver a che fare con l’indole personale di ognuno.
Alhwalk ghignò. – Vi state preoccupando per niente. Non sapevo granché di questo fatto e ora m’interessa ancor meno. Una pulce rimane una pulce, non importa se più robusta della media.
Stavolta Hiamtfallah sorrise. – Vero, mio sposo.
– Trovo commovente che almeno su qualcosa concordiate – li interruppe Allyon. – Solo quando contestate le mie decisioni, purtroppo. Horadrim ha parlato bene; non è il tema della riunione. Vi sarà tempo per discuterne, però adesso… Li sento, i due Assistenti sono arrivati. Hormuzd, falli entrare.
Il Bibliotecario scattò all’ordine mentale e la porta si spalancò pressoché all’istante, lasciando entrare i sottoposti di Arakon. Egli s’alzò, li accolse col sorriso dell’amicizia e li presentò. – Questi sono il Primo Assistente Monthrex e il Secondo Assistente Pathos.
La coppia si chinò rispettosamente ai Neutrali, serbando tuttavia una palese espressione dignitosa. Alhwalk parve colto alla sprovvista, come la propria sposa.
– In effetti – disse – percepisco in loro un’alta Energia Spirituale. Il grado di Assistente Neutrale non si ottiene con facilità, a quanto ho sentito. Eppure, ho visitato spesso Beriah e la marmaglia rimasta lì non è nemmeno paragonabile a questi tizi… Anche Ahriman e suo fratello, ora che ci penso… – qui scosse il capo, davvero perplesso. – Dovremmo sul serio approfondire, Allyon.
Il Primogenito annuì. – Colpa tua per esserti isolato. Non ti sei nemmeno accorto di come stessero cambiando in fretta le cose. Nostro Padre ha concesso a Kadmon la facoltà di creare ex nihilo delle creature divine e senzienti; posseggono la nostra medesima identità e oramai esistono, quindi è inutile continuare a lamentarsi. Se proprio vuoi protestare, sei liberissimo di recarti da Ayn Sof e chiedere spiegazioni a lui; io comincio a stancarmi delle rimostranze tue… e tue – concluse, puntando il dito su una risentita Hiamtfallah.
Il pallidissimo e corvino Monthrex si sistemò dietro ad Arakon, assieme al compagno Pathos, scuro di pelle, poco più indietro.
– Ora siamo al completo – sentenziò Meredith. – Udite le parole del Padre!

 
 
L’Etere
Oltre i Cieli, oltre il Vuoto,
Dove risplende Ayn Sof
 
Mi hai convocato, Padre?
Figlio. Sì.
Perché?
Ciò che deve essere, sarà. Ascolta. Questo Io ti comando. Dovrà essere fatto.
Ti ascolto.
Meredith non è venuta con te? Non viene mai. Dille di visitarmi. È da Sempre, da Mai, che non la cullo nella Mia Luce.
Glielo dirò.
Lo farai. Adesso, ti dico.
Dimmi.
Kadmon dovrà dar vita a un Terzo e Quarto Cielo. Avranno nome Yetzirah e Assiah. Assiah sarà divisa in due; la parte inferiore sarà una Creazione fisica, dall’energia divina. Le creature che vi dimoreranno saranno lontane dalla mia Luce; spetterà a voi, Miei Figli, guidarle verso Me.
Tali “esseri di carne” non saranno Divinità?
No, ma a somiglianza di voi.
Perché?
Così ho deciso.
Sì.
Lo capirete ben presto, anzi, lo saprete, vista l’onniscienza vostra. E una cosa, che ti devo riferire, figlio Mio primogenito.
Ovvero? Riguarda la discrepanza che senti? Ho incaricato Alhwalk di indagare.
Non la percepisci ancora?
Soltanto una parvenza di cambiamento, nel nostro mondo che non cambia.
La Verità che permea i Cieli è come contorta, una distorsione. Qualcuno sta cercando di alterare le Mie decisioni.
Chi oserebbe tanto, puoi dirmelo?
Io posso Tutto.
Allora?
Non lo farò. Io posso Tutto e quindi posso anche Non-Tutto.
Se la Tua creazione è minacciata, perché non dovresti intervenire con tempestività?
Perché i Cieli sono come l’opera del più fine e delicato cristallo, per Me; se indagassi a fondo, li romperei. E se intervenissi, darei vergogna a voi, creature Mie primigenie. Vostro è il compito di far trionfare la Mia volontà; così decisi all’Inizio e così rimarrà sempre.
Un indizio, almeno?
Ho già parlato.
Capisco. Riferirò ai miei Fratelli e Sorelle.
Allyon?
Sì?
Vi Amo.

 

Atziluth, il Primo Cielo
Palazzo dei Neutrali Superiori
Archivi della Biblioteca
 
La Visione svanì nel silenzio crepuscolare. La luce effimera e senza fonte illuminava con calore la stanza, l’odore dei volumi impregnava l’aria. I più disparati stati d’animo fluivano sui volti eterni, i Temi tendevano alla cacofonia; l’aria vibrava come nelle giornate estive al rilascio dell’energia eccelsa dei Neutrali. Monthrex e Pathos erano Numi d’alto livello, possessori del triskel, eppure quella concentrazione di Potere li faceva sudare e sentire pesanti, respiravano a fatica.
Allyon temette la rivolta totale.
Aveva la giusta sensazione di trovarsi in cima al vulcano poco prima dell’eruzione; in riva al mare che si ritira prima che l’onda assassina s’abbatta con indicibile violenza sull’entroterra. Da fuori, le voci delle Divinità Inferiori erano cessate; forse i più deboli avevano addirittura perso i sensi. La pressione spirituale dei Neutrali s’irradiava nei Cieli, simile a un aumento improvviso di gravità.
Alhwalk scostò lo scranno con impeto e si diresse alla porta senza proferir parola. Gli altri soppressero il Potere, mentre Allyon si era alzato a sua volta. Il Secondogenito si fermò nell’attimo di serrare la maniglia; sentiva lo sguardo del Primo Neutrale puntato alla schiena.
– Dove vai, Alhwalk? – chiese questi con irritazione malcelata. – Non abbiamo ancora finito. Devo riferirvi le decisioni che ho preso in merito.
– Il volere di Ayn Sof è stato divulgato. Mi basta. Non voglio ascoltare le tue sciocchezze.
– Cos’hai intenzione di fare?
– Voglio andare da Lui e parlargli di persona. Voglio chiedere il perché di questa follia. Anzi, voglio sapere il motivo di ogni Sua decisione su nostro fratello Kadmon fin dall’inizio. Voglio conoscere la ragione per cui dovremmo tollerare un abominio come questi “esseri di carne”. Voglio le motivazioni che Lo spingono a desiderare altri due Cieli. E infine, voglio l’identità di chi cospira alle nostre spalle; poi tornerò qui e li epurerò. Lo farò… con o senza il tuo permesso.
Meredith mosse un passo. – Alhwalk, Fratello e Suddito, stai esagerando. Interrompi Allyon e vuoi recarti dal Padre per mettere in dubbio le Sue parole, in questo modo sorpassando il ruolo di Vicario e Portavoce del Primogenito. Ti rendi conto?
– Eppure – eruppe Hiamtfallah dal suo seggio – a me e Alhwalk è permesso visitare il Padre. Vi ricordo che anche noi siamo stati creati nella Sua luce. Non ci serve il vostro benestare!
Megarion, tornata serena, a braccia conserte e con le palpebre abbassate, mormorò: – Non sono le direttive Sue che mi preoccupano, ora, quanto piuttosto l’ultima parte del messaggio… avvallato dalle parole di Alhwalk, poc’anzi. Ditemi, diteci, a noi poveri Neutrali che non abbiamo avuto la fortuna di nascere nel Suo Fuoco; chi sta tramando a nostra insaputa? Chi cerca di alterare le Decisioni? E soprattutto, da quanto ne siete a conoscenza e lo tacete?
Alhwalk rimase poggiato alla maniglia, ma non si volse. Allyon tacque. Meredith lo osservava per cogliere qualche segnale, ma egli manteneva lo sguardo perso chissà dove. Hiamtfallah si limitò a replicare, imbarazzata: – Non ne sapevo niente nemmeno io, perlomeno nulla di preciso. Ho intuito la situazione quando il mio Sposo è tornato.
– Pertanto – intervenne Arakon – era questo il motivo della tua missione, Fratello?
Alhwalk annuì, stavolta fissando il Terzo Neutrale. – Come avete sentito, il Grande Padre non fornisce informazioni precise, anzi, parla per sensazioni. La missione svolta in Beriah è stata un’investigazione per conto di Allyon, personale, senza iniziare alcuna procedura ufficiale. Non possiamo muoverci o accusare nessuno… quello che abbiamo sono meri sospetti.
Horadrim ridacchiò, ancora un po’ agitato. – Ben più che sospetti. Avete udito il Padre? Ciò che ha detto costituisce una ben valida prova!
– Normalmente avresti ragione, Fratello. Eppure, come ben sai Egli impartisce ordini piuttosto generali. Il mio compito è interpretarli e metterli in atto senza infrangere le Leggi già esistenti. Per risponderti, Megarion, posso assicurarti che ne avremmo discusso in calce alla riunione. Occorreranno l’aiuto e le capacità di ognuno per risolvere la situazione senza scatenare una vera e propria guerra.
Allyon parlò e tacque ancora, soppesando le reazioni dei Fratelli. Come notò, Elenian sembrava la più scossa.
– Guerra… – bisbigliò con labbra tremanti. – Contro chi?
– Spero contro nessuno, Sorella.
– Allora, dopotutto era corretta la tua impressione che le ultime decisioni del nostro Signore celassero una mobilitazione, Sorella e Consorte – concluse Arakon, rivolto a Megarion.
Lei sorrise di rimando, ma fu seria quando domandò ad Allyon: – Fratello e Sovrano, vorremmo conoscere le tue intenzioni in merito.
– Sì, credo sia meglio – acconsentì Horadrim, intento a calmare Elenian. – E vedi di tranquillizzarci, se ti è possibile.
Il Primogenito perdurò nel silenzio, gli occhi ancora puntati su Alhwalk, immobile davanti all’uscita della Biblioteca. – Convincete voi il nostro cocciuto fratello a sedersi e ascoltare.
Alhwalk lasciò la maniglia e si voltò indietro a malincuore, dopo aver ascoltato con irritazione la sequela di richieste da parte dei Neutrali. Persino Meredith adesso lo implorava di ragionare. – Va bene! – sbottò a un certo momento. – Smettetela di pregarmi! Vedrò di ascoltare le follie che il Vicario ci esporrà… poi deciderò.
Ciò detto, egli si avvolse nel mantello cinerino, con l’Egida Neutrale e il numero “II” bene in vista, quindi attese assieme agli altri che Allyon cominciasse.
 
– Domani stesso annuncerò la data della cerimonia in cui saranno rivelati i Voleri del Padre. Si terra nella Grande Sale dei Sette Spiriti, come sempre, e dovranno parteciparvi le Divinità di ogni Cielo, non saranno ammesse assenze.
Kadmon verrà ufficialmente insignito della facoltà di creare ex nihilo questi “esseri di carne”. Avrà sovranità su Beriah e sui due nuovi Cieli, Yetzirah e Assiah. Egli dovrà progettare con accuratezza le Leggi che governeranno la parte fisica di Assiah, presentando il Progetto a me direttamente; sebbene le decisioni riguardo alla Creazione Fisica rimarranno sempre sue.
Ora, i vostri incarichi.
Alhwalk e Hiamtfallah, quando verrà il momento erigerete altri Muri che separeranno i Cieli, proprio come faceste con la Muraglia di Hen e quella di Nous.
Arakon e Megarion, voi forgerete e installerete i Cancelli nelle rispettive Muraglie, assieme ai triskel; voglio che le Divinità meritevoli possano spostarsi liberamente tra i Regni Celesti. Non dobbiamo, mai e poi mai, correre il rischio di rimanere isolati.
Horadrim ed Elenian, voi sarete i messaggeri dei Neutrali. Comunicherete le nostre decisioni ai Cieli, miei ambasciatori personali.
 
Meredith fissò il suo Sposo fino alla fine, poi gli chiese: – E io?
Allyon esitò un attimo e quando le prese la mano, i loro Cuori si avvolsero l’uno nell’altro.
– Tutte voi, nostre Spose, continuate a proteggerci.
Alhwalk si mosse non appena Allyon ebbe terminato la frase. Spalancò la porta e uscì senza volgersi.
 
Allyon rimase immobile il tempo necessario ad accertarsi che Alhwalk conoscesse bene le conseguenze delle proprie scelte. Meredith gli sfiorò un braccio, egli la guardò, il viso perfetto di lei sconvolto dalla preoccupazione. – Sposo mio…
– Non hai intenzione d’intervenire, Fratello? – intervenne Arakon.
– Non è la prima volta che Alhwalk lascia un Concilio.
Arakon aggrottò la fronte. – Non ti capisco.
Elenian e Horadrim annuirono, senza riuscire a distogliere l’attenzione da un crescente trambusto che giungeva dall’atrio. Anche Allyon sussultò quando la parete esterna del corridoio esplose sui giardini sottostanti; la polvere invase la Biblioteca e caddero parecchi volumi. I Neutrali si alzarono per evitare di venirne sommersi.
– Ora sta esagerando – grugnì il Vicario, nel vano tentativo di togliere il pulviscolo bianco dal mantello. – Hiamtfallah, temo dovrai arrestarlo.
– Ancora? Sarebbe la sesta volta, Fratello e Sovrano!
Arakon scambiò uno sguardo con Megarion. – La settima, vero Sposa mia?
– Invero.
Hiamtfallah sospirò.

 
 
Atziluth, il Primo Cielo
Palazzo dei Neutrali Superiori
Sale del Castigo
 
Le Catene della Giustizia gli avevano lacerato i polsi, ma Alhwalk ignorò sprezzante l’irritazione e si massaggiò, scrutando Hiamtfallah che chiudeva la porta.
– Scommetto che stai sorridendo... Lo faresti di meno se fossi al mio posto – mugugnò.
– Dubito accadrà. Sei l’unica Divinità a essere mai stata imprigionata... quasi un onore, direi.
– Zitta.
Lei rise di gusto da dietro lo spioncino. – Sei già stato messo agli arresti dieci volte.
Alhwalk stramazzò sulla branda, l’unico pezzo d’arredamento dell’ampia cella. – Sette, non dieci.
– Lo stesso. Stai comodo?
– Come nelle altre occasioni. A proposito, ora puoi togliermele, no?
Mostrò le Catene, il Potere attenuato dal metallo divino. Hiamtfallah elevò per un istante il suo Tema; le serrature scattarono. Alhwalk le lanciò i ceppi e lei li colse al volo dalla fessura prima che cadessero sul pavimento spoglio. – Attento, dannazione! Sono uno strumento dei miei Uffici.
– “Strumento dei tuoi Uffici”? Definizione interessante, Sorella e Sposa. Direi piuttosto: un guinzaglio per tenere a bada il sottoscritto.
– Ringrazia che sia sempre io a intercedere per te… Allyon sarebbe meno condiscendente. Hai distrutto un muro del Palazzo solo per rabbia; non è il comportamento di un Neutrale.
– Sciocchezze – sbuffò il Secondogenito. – Adesso vorrei riflettere, se non ti spiace. Torna nelle nostre stanze e cerca di non stravolgerle.
Le sue risate echeggiarono nelle segrete per un po’ dopo che se ne fu andata, lasciandolo solo con l’eco sordo della pietra. Il silenzio lo avvolse, non esisteva nulla al di fuori di lì, poiché le Sale del Castigo erano pensate per isolare gli imprigionati. Nemmeno un Neutrale come Alhwalk avrebbe avuto ragione delle volte erette da Arakon e battezzate da Allyon stesso, con Meredith che le aveva rese refrattarie al Potere.
Una prigione per gli Dei.
Alhwalk non accettava questa imposizione alla propria Onnipotenza, eppure nelle passate incarcerazioni più volte aveva provato a forzare la porta. Sarebbe stato inutile riprovare, quindi attese con pazienza, o almeno con l’irritazione tenuta sotto controllo, l’arrivo del Primogenito.
 
Allyon parlò con la Divinità Inferiore a guardia delle Segrete; poco dopo il suo sguardo indagatore apparve dietro spioncino. – Nessun tentativo di fuga, stavolta? Mi rimangio ciò che ho detto ieri sera; ti stai rammollendo.
Alhwalk si mise a sedere e camminò con circospezione verso la porta. A faccia a faccia con l’altro, sussurrò: – Possiamo parlare? Sicuro che l’Inferiore non ci senta?
– Si chiama Marduk, tanto per informarti.
– Per quello che me ne importa! Allora, è andata bene la messinscena? Spero non diventerà un’abitudine farmi sbattere dentro apposta.
– Serviva un pretesto; questo è il luogo più sicuro dentro i Cieli, non ci possono nemmeno percepire.
– Ieri notte mi hai convinto, ma sappi che detesto agire dietro ai nostri Fratelli – disse Alhwalk senza esitazione.
– Affermazione che sulle tue labbra suona davvero male. Adesso ascolta. Al Ricevimento, come ben sai, rivelerò i Voleri del Padre; tu e Monokeros dovrete mischiarvi tra la folla, riportandomi ogni cosa “fuori dal normale” che sentirete. È un’opportunità unica avere gli Dei riuniti…
Al Secondo Neutrale non piacquero le implicazioni. – E…
Allyon ghignò. – …E nell’occasione ti consiglio di trovarti qualche Assistente, qualcuno fidato.
– Non se ne parla, scordatelo! – quasi gridò Alhwalk.
– Abbassa la voce, dannazione! È un ordine, testardo; cerca di capire. Se continui a rimanere isolato, i responsabili della Distorsione che avvertiamo cominceranno a insospettirsi e fermarli per tempo sarà impossibile.
– Di che hai paura, vuoi dirmelo? – il Secondogenito lottò ancora per non urlare. – Se anche una ribellione dovesse manifestarsi, potremmo schiacciarla senza problemi. Non capisco questa circospezione, da parte tua specialmente.
Allyon respirò con calma, tuttavia fissò il Fratello dritto negli occhi. – Sei troppo sicuro di te. Ragiona; noi siamo i più forti, no? Rovesciarci con un attacco diretto sarebbe folle. L’unica maniera che hanno per farlo è sfruttare le Regole stesse a loro vantaggio… Credo abbiano architettato tutto seguendo questo filo logico.
– Può darsi – gli concesse Alhwalk. – Non mi appare chiara la motivazione. Non si rendono conto del pericolo? Cosa vogliono in realtà?
– Quello che desiderano ardentemente gli Dei, il Privilegio Supremo.
– Ne sei certo? Rischiare l’infrazione delle Regole solo per il Privilegio? È un’idiozia.
Allyon fece spallucce. – Il motivo non m’interessa. Bene, se vuoi scusarmi, avrei qualche Cielo da mandare avanti.
– Aspetta! Non avrai intenzione di lasciarmi qui? Fammi uscire, la farsa ha funzionato.
Il Primogenito era già all'ingresso, nemmeno si voltò indietro. – La farsa sta ancora funzionando e non dobbiamo lasciar perdere proprio adesso. Abbandono di un Concilio, uso non autorizzato del Potere e disobbedienza ai ripetuti avvisi miei e di Meredith… Ne avrai per i soliti sette giorni, giusto in tempo per la Cerimonia. Dobbiamo conservare la facciata del nostro piano, sono certo che comprendi. Bene, Marduk, apri e tieni d’occhio il Secondo Neutrale.
Alhwalk da parte sua si limitò a tornare alla branda e fissare il soffitto.

 
 
Atziluth, il Primo Cielo
Palazzo dei Neutrali Superiori
Residenza Protettiva del Cancello di Hen,
Dimora della Terza Coppia
 
Arakon scese i numerosi gradini che conducevano nei sotterranei della sua Dimora, sotto al Cancello di Hen. L’aria che non era aria si fece man mano più fresca, mentre il Terzo Neutrale proiettava il Potere in quanti di luce a illuminare il cammino. Presto cominciò a sudare, perché la Forgia si stendeva oltre i Confini del Cancello, dove le protezioni di Alhwalk e Hiamtfallah non giungevano. La luce di Ayn Sof riusciva a penetrare il suolo dei Cieli, il Sostrato, e lì la Sua Forza schiacciava l’atmosfera stessa.
Soltanto i Neutrali potevano resistere lì sotto, oltre alle loro Bestie Sacre e alcuni Assistenti… In realtà, ben pochi di questi ultimi.
– Monthrex, Pathos! – salutò non appena poggiò il piede alla fine della scalinata. – Come procedono i lavori?
Il Primo Assistente Monthrex alzò gli occhi da una pergamena che stava esaminando con attenzione, mentre Pathos smise di cesellare uno spallaccio grigio-scuro. La caverna gigantesca incombeva, le scintille della forgia al centro sfrigolavano sul pavimento.
Entrambi tacquero e non risposero. Ad Arakon morì il sorriso, un peso prese a gravargli sul Cuore. – Immagino… sia successo qualcosa.
Monthrex tentò di guardarlo negli occhi, ma desistette al primo tentativo. – Signore…
Il Potere del Terzo Neutrale esplose come tempesta e spazzò via il calore opprimente; il mantello prese a svolazzare e l’espressione del viso ardeva di rabbia. I muscoli delle braccia schizzarono quando afferrò Monthrex per il bavero della gualdrappa, quasi alzandolo da terra; l’Assistente riuscì a divincolarsi con un movimento fluido e frappose qualche passo tra lui e l’ira dell’altro.
– Datti una calmata, Arakon – disse senza più formalità. – Lascia che ti spieghi.
Pathos li interruppe. – Meglio lo faccia io; siete già troppo agitati.
Monthrex si ricompose, guardando prima il Terzo Neutrale e poi il compagno. Nemmeno ricordava più le volte in cui Pathos aveva mitigato il suo carattere impulsivo; per questo erano riusciti a elevarsi così tanto da aspirare al triskel, per questo avevano raggiunto il Primo Cielo. Monthrex non avrebbe quindi permesso alla propria indole di rovinare tutto; coi Neutrali non si scherzava e sebbene Arakon potesse apparire mite, serbava in sé lo stesso pericolo dell’oceano in bonaccia.
– Ricominciamo, allora – disse questi. – Cosa mi state nascondendo?
– Presto detto, Signore mio. C’è stato un furto.
Per un istante, Arakon credette che Monthrex stesse scherzando e quasi lo rimbrottò di nuovo, non fosse stato per l’espressione grave degli Assistenti. – Un furto… Qui, nel Primo Cielo, sotto il Cancello di Hen, a un passo dall’Etere, sotto casa mia...
Monthrex percepì l’ira del Neutrale crescere ancora, ma non ci fece caso. – Sì, sotto il tuo… il nostro naso.
Passandosi le mani tra i capelli, a occhi chiusi, Arakon sentì appieno il calore della Forgia sulla pelle. – Chi lo riferirà ad Allyon, per amor del Grande Padre!
– Inutile imprecare. Piuttosto non hai chiesto cosa ci abbiano sottratto.
Arakon aperse gli occhi. – “Abbiano”? Avete le prove che fossero più di uno?
– Non prove, solo semplici deduzioni – intervenne Pathos. – Da soli sarebbe stato impossibile compiere ciò che ti mostreremo.
Gli Assistenti fecero segno ad Arakon di seguirli ed egli acconsentì nonostante persino in lui montasse l’inquietudine di attimo in attimo. Inquietudine che divenne meraviglia, perché lo condussero verso il portone d’accesso alla Sala d’Armi, dove erano riposti i vestimenti sacri appena forgiati e soprattutto le scorte del sacro adamante.
La stanza a volta in pietra a vista mostrava le solite rastrelliere, assieme ai pezzi già pronti delle armature per i suoi Fratelli, ma la nicchia dove veniva conservato il prezioso metallo era vuota. Arakon rimase a bocca aperta, appena oltre la soglia. Gli altri due non fiatarono, lasciandolo soppesare la situazione, sebbene da soppesare non ci fosse nulla, solo accettare la cruda realtà.
– Dov’è Drakon? – chiese infine.
– A cercarti, strano non vi siate incrociati – rispose Pathos.
– Ero già sceso sotto il Cancello, sarebbe stato inutile per lui cercarmi, qui è impossibile percepire il Potere come si deve. Quando sono arrivato, voi due continuavate a lavorare come niente fosse… eccezionale sangue freddo, vista la gravità della situazione.
Monthrex si fece cupo, il suo Tema calò di una terza, persino l’atmosfera parve raffreddarsi. – Che vuoi insinuare, Arakon?
– Nulla, solo…
– Sei il più forte, vero, ma non intendo farmi insultare. Credi che se c’entrassimo con il furto, ce ne saremmo rimasti qui come niente fosse? Drakon era già corso ad avvertirti, non restava altro se non continuare il lavoro sulle vostre armature; quella rimane la massima priorità.
Pathos scuoteva il capo, a occhi chiusi, le braccia conserte. – Placa la collera, Monthrex; i sospetti sono legittimi. Per fortuna, abbiamo scorte nascoste sufficienti per terminare il lavoro, tuttavia mi chiedo a cosa sia servito rubare l’adamante.
– A me, invece, aggraderebbe conoscere l’identità dei ladri, oltre alla maniera con cui vi abbiano raggirati.
Una voce sin troppo famigliare li sorprese alle spalle. – Ho percepito la tua inquietudine, Fratello, e ho penetrato il Sostrato del Primo Cielo col mio Sguardo. Niente può nascondersi a me, niente.
Arakon si volse e fece un cenno col capo per salutare il Primo Neutrale, imitato dai suoi Assistenti. – Come sta Alhwalk?
– Irritabile, come ogni volta che viene imprigionato – rispose Allyon, il viso impassibile, sebbene gli occhi esprimessero l’opposto. – Ora, le vostre parole mi sono giunte affievolite, ma ho capito che è stato sottratto il sacro adamante. Quanto, esattamente?
– Tutto, Fratello e Sovrano.
– Tranne le scorte segrete che serviranno per le Armature – lo anticipò Allyon. – Sospetti di qualcuno?
– Di noi – intervenne Monthrex. – Stavamo giustappunto discutendone.
Il Primo Neutrale li scrutò, poi sorrise, o per lo meno tentò, visto il malumore. – Sciocchezze, non siete idioti. Chi conosce il posto dove tenete l’adamante di scorta?
– Le scorte sono ancora più in profondità, al termine di gradini a spirale che scendono nel Sostrato. A parte voi Neutrali, io, Pathos e Drakon, nessun altro è al corrente delle riserve.
– Allora non esiste mistero alcuno. L’unica spiegazione è che qualcuno abbia parlato troppo.
– Odio accusare i miei Fratelli, ma Horadrim ed Elenian sanno certo mantenere segreti… anche se, a ben pensare, non esiste un tuo ordine in merito. Mai hai ordinato di tenere nascosto quando e come lavoriamo qui. Chiunque potrebbe entrare dopo averci tenuto d’occhio per un po’.
Le parole di Arakon echeggiarono nella Forgia, ogni tanto i mantici si abbassavano e dal crogiuolo le scintille risplendevano negli angoli in penombra. – Non l’ho mai fatto, perché reputavo difficile che qualcuno fosse tanto ardito da spingersi dentro la tua dimora, al limite di Atziluth e così vicina all’Etere. Siamo stati impegnati al Concilio, un gran numero di Divinità era a Palazzo… Credo abbiano colpito lì, altrimenti portare fuori tutto quell’adamante sarebbe stato impossibile – rifletté Allyon. – Tuttavia, ciò forse rientra nel quadro della situazione o forse era solo un espediente per mettere alla prova le nostre difese… che si sono dimostrate nulle.
Pathos intervenne e scosse il capo con decisione. – Durante il Concilio, Drakon è rimasto qui, anche se non conosciamo i suoi spostamenti.
Allyon espirò profondamente, nel tentativo di ritrovare una parvenza di calma. – Bene, inutile arrovellarsi in congetture. Durante il Ricevimento, enuncerò i Voleri del Padre alle Divinità dei Cieli… se qualcosa dovrà succedere, c’è la possibilità che avvenga lì. Pertanto, continuate il lavoro e, per Ayn Sof, trasformate questo posto in una fortezza… Non voglio si ripeta nulla del genere, chiaro?
Il Primo Neutrale non fece in tempo a concludere la frase che era già sparito, l’eco del suo Tema ormai lontano.
– Bene, ormai la faccenda non è più di nostra diretta competenza, come avete sentito dal nostro signore. Cercherò Drakon e assieme potenzieremo la sorveglianza; voi due rimettetevi al lavoro… Temo che le armature ci serviranno presto.
Arakon proferì le ultime parole con malcelata amarezza, ma gli Assistenti non tentarono nemmeno di rincuorarlo; non che ne avesse bisogno, certo.
– Mio creatore, Arakon…
Ancora una volta i tre si fermarono. Stavolta non Allyon li aveva sorpresi, bensì lo stesso Drakon. L’Attendente scese gli ultimi gradini d’entrata alla Forgia e subito capirono che gli era accaduto qualcosa di grave, inaudito nei Cieli.
Era ferito.
Anzi, in condizioni critiche. Arakon percepì una fitta al petto quando corse ad afferrarlo per la vita; non rischiava l’Esistenza, né mai sarebbe accaduto, visto che  avrebbe potuto sciogliere il Quarto Sigillo. Così da vicino, il Terzo Neutrale s’avvide di aver sopravvalutato le ferite. Drakon sembrava soprattutto spossato. Il volto pallido lo scrutò, quegli occhi che erano gli stessi di Arakon non avevano perduto la determinazione, né il baluginio del Fuoco Segreto.
– Signore, ti chiedo perdono. Ti cercavo, stavo camminando per i corridoi, verso le tue Stanze Private… Poi il Potere mi ha come abbandonato; se non sapessi d’essere a te legato, anzi di essere te, potrei dire di aver temuto l’Annichilimento.
Monthrex si avvicinò, aiutandoli a portare Drakon verso lo scanno in cui di solito Arakon sedeva quando lavorava di cesello. L’Attendente si lasciò andare, nemmeno riusciva a mantenersi seduto. – Mi sono trascinato fin qui; so di aver agito con leggerezza, il furto dell’adamante mi riempiva d’ira e non ho compreso chi mi abbia fatto questo.
– Che sta succedendo? – mormorò Pathos. Nessuno lo sapeva e la domanda occupava le menti di tutti. – Dal ritorno di Alhwalk la situazione è precipitata. Nel giro di pochi giorni…
– Nel giro di pochi giorni andrà peggio – concluse Arakon. – Allyon se n’è appena andato, dannazione! Devo assolutamente rintracciarlo, o comunque riferire l’accaduto a Meredith. I Neutrali devono sapere e pochi altri, altrimenti questa scintilla potrebbe trasformarsi in un fuoco caotico. Monthrex…
Il Primo Assistente annuì. – Informerò i tuoi Fratelli e i loro Attendenti soltanto; quanto successo a Drakon è un attacco, puro e semplice. Non dovrà più ripetersi.
Dopo un leggero inchino, sparì come Allyon poco prima.
 


Atziluth, il Primo Cielo
Sommità del Cancello di En
 
Lasciati Arakon e gli altri, il Primo Neutrale s’era traslatato in cima all’Ultimo Cancello, baluardo dei Cieli; al di là, l’Etere e l’accecante possanza di Ayn Sof. Attendeva un’opportunità, una singola possibilità di gettare luce sulla faccenda. La sparizione dell’adamante lo aveva convinto; ora non restava altro che aspettare.
Espanse l’Onniscienza, poiché Punto Centrale in quel Piano confinato ma senza confini che erano i Cieli, egli e ogni altro Nume diveniva Centro a propria volta. Vedeva, era, ogni cosa; poi, ancor prima di quanto avesse sperato, ecco uscire dalla Residenza della Terza Coppia una figura. Non agiva con frenesia; ai più sarebbe parso un Inferiore qualsiasi. Allyon lo vide, perché era Divinità Maschile, scambiare parole e saluti con altri Assistenti, segno che lo conoscevano bene.
Presta servizio qui, allora.
Un pensiero dopo, il Vicario traslatò dinanzi al fuggitivo, o almeno a ciò ch’egli riteneva tale. Non s’era allontanato molto dall’imponente gradinata della Residenza e l’espressione melliflua non tradiva timore dinanzi al più possente tra gli Dei.
– Temo, mio giovane Assistente, che tu sia in Arresto.
Questi si genuflesse subito, senza perdere la propria compostezza. – Posso chiedere la motivazione?
Il tono di Allyon avrebbe raggelato persino il Padre. – Non temere, la conoscerai presto… e non ti piacerà. Il tuo nome?
– Loki.
   
 
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