Crossover
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Autore: Dark00    15/05/2008    1 recensioni
In viaggio verso Ovest il gruppo di Sanzo viene costretto ad unirsi ad un oscuro personaggio, Dark Schneider, il quale li accompagnerà durante la ricerca dei sutra dell'origine celeste. Perchè i Sanbutsushin hanno deciso di affiancare lo stregone al già strampalato gruppo di Sanzo? E soprattutto come si potrà fa fronte al sempre più imminenete risveglio di Gyuma-o? Lo scoprirete leggendo questa mio crossover tra Saiyuki, Bastard!! e Evangelion.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 6


Capelli profumati, un aroma un tempo conosciuto, amato, ma ormai dimenticato. Un corpo sinuoso, dalla pelle rosea e soda, le cui forme aggraziate e conturbanti altro non possono produrre che violenta eccitazione e desiderio. L’amore consumato, consumato dopo una attesa infinita, costellata di incomprensioni, screzi e le tante botte che quella donna stupenda elargiva copiosa, e conclusasi invece con l’unione, infinitamente più inebriante di quella spirituale provocata dal sonno di Yomi, molti anni prima. Poi occhi dorati, piccoli occhi dorati che guardavano curiosi un mondo nuovo, ma anche punizione per esser nati da una tale unione. Sacrilega. L’unione tra uno stregone ed una sacerdotessa, imperdonabile per quegli déi, che guardano e giudicano perfetti il mondo degli uomini, ma che troppa paura hanno di affrontare colui che un tempo, molto tempo prima veniva chiamato l’oscuro distruttore. Una donna coraggiosa, che rinuncia al suo rango ed ai privilegi che ne derivano per i due uomini più importanti della sua vita: il suo compagno e suo figlio. Riducendosi ad accettare il ruolo di semplice biologa, a fianco del suo uomo. Una vita felice, che prima o poi sarebbe finita, ma che per il momento era più di quanto ogni uomo potesse sperare: dopo centinaia di anni senza uno scopo ora la realizzazione è giunta. Una donna; un bambino da veder crescere, accompagnare e sostenere lungo la sua vita mortale. Da proteggere. Nulla di facile per uno stregone dai poteri straordinari. Quindici anni di felicità. Poi il nulla. Poi più nulla da proteggere, perché le sole cose che avevano importanza sono state portate via mentre cercavi un modo per salvare questo stupido mondo dalla rovina imminente. Solitudine, con l’unica compagnia del tuo immenso ed inutile potere……………Buio e Freddo.

Timo……….Yoko.

“…Yoko…”, bisbigliò con un rantolo sommesso l’uomo steso su di un letto, le cui lenzuola erano zuppe di sangue ed altri fluidi corporei.

“Yoko”, disse con voce bassa ma più ferma, quando una boccata di ossigeno lo invase completamente, provocandogli un’estasi difficilmente descrivibile. Evidentemente anche il polmone sinistro, dopo essersi completamente riformato, si era espanso fondendosi con la rigenerata pleura viscerale, aprendo in un istante migliaia di alveoli, assetati d’aria. Gli aromi nella stanza erano molteplici: il puzzo di sangue e di morte accompagnava come in un grigio boquet le essenze di lacrime e disperazione. Il tutto aveva però una nuova intensità, un nuovo profumo.

“Un altro punto in meno per l’umanità. Incredibile che tutto cambi così passando da un vecchio paio di polmoni ad uno nuovo.”

La testa gli stava girando vorticosamente. Probabilmente la rigenerazione completa delle parti lesionate non era ancora avvenuta; in ogni caso la lucidità era tornata tutta.

“Che idiota: cercare di suicidarsi nonostante la consapevolezza della propria immortalità. Tsk! Che pena…..Basta. Smetti di fare il bambino: i morti non tornano in vita, e tu non potrai mai unirti a loro. Accettalo, accett…”, il mormorio si interruppe quando Dark Schneider percepì un’altra presenza, un odore estraneo, ma piacevole. Piegando leggermente il collo vide una piccola figura che, probabilmente sfinita dall’aspettare seduta, si era appoggiata al letto a braccia conserte, sfiorando con una mano il braccio destro dello stregone, ed addormentatasi. Indescrivibili sensazioni attraversarono il suo nuovo petto, spingendolo a smetter di mormorare: sollevò il braccio destro, provando una leggera fitta di dolore, appoggiando la mano sui capelli arruffati e sporchi di Goku, che al contatto emise un leggero brontolio.

“Per quanto tempo sarà stato qui?............Perché?.........é caldo……….”, e poi fu tutto buio e silenzio.


“Gokuuuuu!, Dove Sei?, Rispondi!”

Sotto la pioggia battente Hakkai e Gojyo erano usciti per cercare i loro due compagni dispersi, che da più di due ore non tornavano. Il Kappa era seriamente preoccupato, sospettava che lo stregone avesse attaccato nuovamente Goku, questa volta con risultati peggiori. Il grido del demone scimmia attirò la loro attenzione e li guidò ad uno spettacolo che in seguito avrebbero ricordato per il resto della loro vita. Goku corse loro incontro completamente coperto di sangue, tanto che Hakkai era già pronto ad una cura di emergenza, e Gojyo aveva evocato la sua alabarda. Troppo sconvolto per parlare strattonò gli amici verso il luogo ove giaceva il cadavere martoriato del compagno. A quell’orrenda vista il kappa iniziò a vomitare, mentre Hakkai, inchinatosi esaminò quanto poco ci fosse da fare per tentare di salvarlo.

“Mi dispiace tanto Goku, ma questo è troppo per me. Non sono in grado di fare nulla. Certo non pensavo che fosse venuto per attaccarti, in ogni caso come hai fatto a procurargli un danno del genere?”

Goku, che fino a quel momento aveva fissato Hakkai con occhi pieni di speranza, lo schiaffeggiò violentemente. Tra le lacrime ed i singhiozzi riuscì ad articolare qualche parola di spiegazione, per l’amico, completamente confuso e perso.

“Non mi ha fatto nulla…………a me……..é venuto a scusarsi,…..era buono, avevo ragione,………poi si è fatto questo ed io……….tutto inutile!”, gettandosi tra le braccia di Hakkai, che era inorridito all’idea.

Si era suicidato in quella maniera.

L’unica cosa che restava da fare era riportare il cadavere all’albergo, per poi procedere alla cremazione. Certamente non potevano farlo tra le rocce e sotto la pioggia. Chissà come si sarebbe infuriato Sanzo. Sconvolto Goku aveva insistito per portare lui il corpo, ma per evitare danni che sfigurassero ulteriormente quella carcassa, fu Gojyo a trasportarlo, avvolto in una coperta, che chissà come era finita lì per terra, mentre una serie di pensieri gli affollava la mente. Provò grande pietà.

La telefonata giunse poco dopo il loro rientro in albergo (per fortuna nessuno li aveva visti rincasare) quando stavano appoggiando il cadavere sul letto del kappa.

“Pronto, chi parla. Ho bisogno di parlare con Dark, è lì?”

“Vede signorina, il mio nome è Cho Hakkai, e sono…”

“So benissimo chi sei. Come sta andando il viaggio, siete ancora bloccati per la pioggia in albergo. Non sarebbe ora di dotare la jeep di una capotte? Ha già dimenticavo, c’è anche il vostro amico musone. Va bene lo stesso, in questi giorni non è successo niente, quindi avete fatto bene a riposar…”

“Signorina, mi fa parlare?”

“….”

“Non so come dirglielo, ma purtroppo, Dark Schneider si è suicidato poco fa.”

In sottofondo i singhiozzi di Goku si fecero più intensi.

“Non scherzare, è impossibile.”

“Mi deve credere, sono desolato, ma è la pura verità. Io non ero presente, quindi non so dirle come sia successo, fatto sta che è successo.”

“Ti dico che non è possibile, fammi parlare con lui.”

“Mi perdoni, signorina. Non vorrei farlo, ma sembra che non ci sia altro modo per farglielo capire……… Mi dispiace molto.” Detto ciò inquadrò con la telecamera del cellulare il cadavere martoriato.

“Capisce.”

“Perfettamente”, la voce giunse per nulla turbata, “immagino che non abbiate parlato molto, vero? Metti in viva voce, prego, così potrete sentire tutti quanti.”

Allibito per la freddezza della donna di fronte a quello spettacolo Hakkai non rispose ed eseguì.

“Il vostro compagno, immagino che non ve l’abbia detto, è immortale. Si è procurato un bel po’ di danni, ma in uno o due giorni sarà come nuovo. Spero non vi siate spaventati troppo. Immaginavo che una volta o l’altra avrebbe provato a togliersi la vita. Almeno ha scelto un periodo morto del viaggio. Nella stupidità ha avuto una botta di intelligenza.”

Nessuno nella stanza aveva avuto il coraggio di replicare al maggiore: erano troppo scossi ed increduli.

“Bene, visto che non l’ha fatto lui, ora vi racconterò qualcosa io sul suo passato, almeno quello più recente, se no non finiamo più ”

“Che intende dire?”

“Che ha quattrocento anni. Non vi ha detto neanche questo.”

“Cosa!! Sta scherzando vero?”

“Fatemi continuare. Ah, dammi del tu, sono ancora una giovane signorina, non te ne sei accorto?”

“…”

“Circa due settimane fa sua moglie Yoko e suo figlio Timo sono stati massacrati nel loro appartamento da un gruppo di demoni impazziti. Come bestie hanno devastato quasi un quarto di, Neo Tokyo 3, almeno del livello superiore, prima di esser abbattuti tutti dalle forze di autodifesa. Tsk, non abbiamo fatto neanche in tempo a ricostruirla tutta che l’hanno già insozzata. In ogni caso è caduto nella depressione più nera, per non aver impedito quanto successo. Effettivamente se fosse stato a casa, nulla sarebbe accaduto, ma purtroppo, come ormai noi tutti in quest’ultimo periodo, era qui al quartier generale, impegnato ad evitare la distruzione del mondo. Potete ben immaginare come si senta, no?”

La naturalezza con cui quella donna stava parlando di immortalità, massacri e fine del mondo lasciò tutti quanti allibiti.

“………non avevamo idea di cosa gli fosse accaduto. Non ci ha quasi mai rivolto la parola……… Almeno adesso è spiegato il suo astio verso di noi.”

“Totalmente ingiustificato,aggiungerei. Per quanto orrendo sia stato e per quanto abbia sofferto, voi non centrate nulla, quindi avrebbe dovuto, se non raccontarvi tutto, almeno mantenere un comportamento professionalmente più consono alla missione.”

Hakkai non riuscì a ribattere, che Goku gli aveva già strappato di mano il telefono: le frasi sconnesse dello stregone avevano iniziato ad acquistare un senso. Quasi tutte.

“Sei sicura che si rimetterà, non ci stai prendendo in giro, vero?”, gridò.

“Tu dovresti esser il piccolo Goku, Ciao. Ma si, non ti preoccupare, fra qualche giorno starà benissimo, almeno finché non lo sgriderò per benino. Quattrocento anni per poi fare ancora queste cazzate. Mah, non ci siamo proprio. Ah, sei tutto sporco di sangue, sai?”

“Perché ha detto che i miei occhi sono belli, che cavolo centra con tutto?”

“Frugagli nelle tasche dei pantaloni, troverai il suo portafoglio. Aprilo e capirai.”

Sebbene Goku fosse restio a violare ancora quello che per lui era un cadavere, cercò, ma non trovò nulla.

“Strano – disse Misato – di solito lo tiene sempre lì.”

Fu Gojyo a prender il piccolo oggetto di cuoio, su cui era marchiata la foglia, simbolo della Nerv: era stato lasciato accanto al pc.

GOD IN HIS HEAVEN. ALL’S RIGHT WITH THE WORLD

Aprendolo ne trasse una foto, che passò a Goku.

“Direi che tutto si chiarisce, no?”

Era la stessa foto che aveva visto qualche ora prima tra le sue mani: una donna, bellissima, dai capelli rossi, abbracciata ad un ragazzino, poco più piccolo di lui, sorridenti, seduti su quella che pareva una gigantesca mano nera. Il ragazzo spalancava due vispi occhi dorati.

Goku non poté far altro che chiudere i suoi. “Già.”

“Immaginando che il signor Sanzo al momento non sia presente, affido a te, Hakkai, il compito di assistere Dark fino al suo completo risveglio. Basterà che lo lasciate a letto, del resto farà tutto da solo. Anzi, penso che già abbia iniziato, ma non state a guardare, non è un bello spettacolo. Vi chiamerò nei prossimi giorni. Ciao Ciao.”


Il silenzio scese nella stanza. I tre demoni non sapevano cosa dire, e per lunghi minuti si guardarono negli occhi. Goku tirò su col naso, e sedendosi accanto al letto disse: “Io rimarrò qui.”

Nessuno protestò.


Il gocciolio della pioggerellina indicò che ormai la perturbazione stava per finire, il cielo era invaso da grigie nubi, attraverso cui qualche pallido raggio di sole era riuscito a farsi strada. Proprio questa luce accolse Dark Schneider, al momento del risveglio: gli sembrò di aver dormito per due giorni interi. Si sentiva fresco e riposato, forte e rinvigorito, anche se un leggero senso di nausea lo pervadeva. Nulla di grave, probabilmente era il nuovo apparato digerente che richiedeva qualcosa su cui mettersi per la prima volta al lavoro.

“Ecco, si sta svegliando, venite!”

Girando la testa vide la nuca di Goku, che aveva appena chiamato i suoi compagni, per poi rivoltarsi subito verso di lui, con in volto un grande sorriso offuscato però da grosse lacrime che gli rigavano le gote ancora leggermente incrostate di sangue.

“Sei uno stupido, che pensavi di fare, eh? Perché l’hai fatto? I problemi vanno risolti insieme, se no che cavolo di gruppo saremmo!!! Vedi cosa succede a voler fare tutto da soli?!”, singhiozzò il piccolo demone. Come risposta lo stregone alzò una mano, gli accarezzò una guancia e con il pollice gli asciugò una lacrima appena nata. Appena Gojyo ed Hakkai entrarono nella stanza videro la loro scimmia con il volto nascosto tra le braccia, cercando di soffocare pesanti singhiozzi, mentre l’uomo miracolosamente risuscitato gli stava scompigliando affettuosamente i capelli.

“Vedo che vi siete riappacificati, voi due. Bene bene. Sarà meglio aprire un po’ la finestra, qui c’è un tanfo insopportabile.”, disse il kappa, sorridendo. “Già che ci sei ,stupida scimmia, vatti a lavare, che puzzi come una capra.”

“Come ti permetti, Kappa maniaco! Ritira subito quello che hai detto, altrimenti…”

“Stai zitto. E’ vero, non ti lavi da due giorni e puzzi da morire!”

“Maledetto!”, la tristezza sembrava esser scomparsa dai gonfi occhi di Goku

“…si, si è appena svegliato, ora glielo passo. Arrivederci signorina.”, Hakkai accostò all’orecchio del convalescente il videofonino, “Il maggiore Katsuragi.”

Dark non fece in tempo ad avvicinare un po’ di più l’orecchio all’apparecchio, che subito:

“Allora, buongiorno! Come si sente il signorino, ha fatto una buona dormita, vero? Mi vuoi dire come ti è saltato in mente di fare una cazzata del genere, ti rendi conto che hai rischiato di mandar all’aria tutto il nostro, tutto il tuo lavoro? Senza contare che quei poveretti dei tuoi compagni si sono presi un colpo tremendo. Pensavano che fossi morto, accidenti a te, stavano per cremare il tuo corpo, ti rendi conto? Scusati subito con loro per tutto il fastidio che gli hai procurato, per essersi presi cura di te e …”

“Misato.”

“Che c’è?”

“Mi scappa da vomitare.”, disse chiudendo la comunicazione scappando verso il bagno, dopo essersi alzato di scatto, con una vitalità che lasciò allibiti i presenti.

Solo dopo aver rigettato una copiosa dose di succhi gastrici si rese conto di esser completamente nudo; guardandosi allo specchio esaminò lo stato del suo corpo.

“Perfetto, veramente perfetto. Una rigenerazione del genere è degna veramente di un dio.”, scrutando attentamente il tronco alla ricerca di qualche piccolo segno o cicatrice. Nulla, solo i solchi disegnati dai muscoli, guizzanti sotto la pelle liscia. Abbassato lo sguardo si ritrovò a mormorare: “Vedo che anche tu stai bene, peccato che siamo in compagnia solo di quattro uomini. Vabbé, abbi pazienza.”

Si stava sentendo pervaso da una strana euforia, un senso di benessere che da settimane non provava.

“Aspettatemi un altro po’. – pensò - Non è ancora il momento di ritrovarci tutti insieme.”


Tornato nella stanza con un asciugamano legato in vita, per la prima volta sorrise a quei tre demoni.

“Buongiorno a tutti. Per quanto ho dormito?”

“Due giorni, sei sicuro di sentirti bene”, domandò un incuriosito Hakkai.

“Mai sentito meglio”, appoggiando una mano sulla spalla di Goku, il quale nel frattempo si era calmato completamente, “peccato che abbiamo perso due giorni per la mia stupidità.”

“Non ci saremmo mossi comunque”, giunse dall’altra parte del muro la voce di Sanzo, “Già che mi tocca andare in giro con voi mi rifiuto di farlo sotto l’acqua.”

Tutti ebbero dei seri dubbi sulla solidità dell’albergo in cui avevano trovato rifugio.

“Ora siediti”, intimò il Kappa, porgendogli una sedia, “dobbiamo parlare di molte cose. Hakkai..”

“Bene. La signorina Katsuragi ci ha spiegato molte cose. Siamo davvero spiacenti per quello che le è successo, ed in tutta sincerità non mi sento di condannare fino in fondo il suo comportamento. So bene – accigliandosi – cosa significhi perdere una persona cara, ma quello che ha fatto non è sensato. Le dirò una cosa che un uomo molto saggio mi disse in una situazione molto simile a questa: SEI LIBERO DI MORIRE. UNO PUO’ ANCHE SCAPPARE VIA. NULLA CAMBIA SE MUORI. AL CONTRARIO, SE VIVI, CI SARANNO COSE CHE CAMBIERANNO. Ci pensi ben…”

BANG!

Un colpo di pistola trapassò il muro, sfiorando la testa di Hakkai.

“Sono frasi coperte da copyright, mi devi due pacchetti di sigarette.”, provenì dal foro.

Un sorriso si dipinse sui loro volti.

“In quattrocento e passa anni di cose che cambiano ne ho viste anche troppe, in ogni caso – porgendo la mano a ciascuno di loro - possiamo ricominciare tutto da capo? Dark Schneider, il protagonista strafigo. Piacere di conoscervi.”

  
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