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Autore: ErikaGreen    20/12/2013    2 recensioni
Liam si alzò in piedi e le sorrise afferrando la sua giacca e dirigendosi già verso la porta, Erika alzò le mani in segno di resa e si allontanò con il ragazzo salutando prima i presenti. Harry rimase interdetto con il braccio a mezz’aria, era stato ignorato dalla ragazza ed era una cosa che non accadeva mai, le ragazze si gettavano ai suoi piedi quotidianamente, guardò Zayn che lo stava imitando sfottendolo per la figura appena fatta.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Little things
 
2_Home sweet home
“La casa è l'uomo, tel le logis, tel le maître;
 ovvero "dimmi come abiti e ti dirò chi sei"

 
-Eri, sicura che sia giusta la via?-
-Si Niki, Redford Street, numero 127.. Ora lasciatemi concentrare!-
Erika aveva una cartina tutta stropicciata in mano e continuava a girarsi a destra e a sinistra, andava avanti per poi tornare indietro al punto di partenza.
-Ma ci sei stata il mese scorso! Come fai ad esserti dimenticata?!-
-Ceci, vuoi tornare sull’aereo?-
-Ci diamo una calmata ragazze?-
Niki strappò la cartina dalle mani di Erika e la osservò attentamente.
-Dovrebbe essere… Questa!-
Girò su se stessa e si fermò indicando una piccola casa azzurra a due piani, elegante e semplice, senza alcun particolare che la distinguesse dalle altre. Si girarono anche le altre due, sorridevano tutte come bambine.
-Entriamo!-
Urlò Cecilia.
-No! Restiamo a guardarla ancora un po’, è bellissima, non mi sembra vero.. –
Nicol prese le mani delle altre due e rimasero qualche minuto così, ferme, strette l’una all’altra ad osservare il teatro della loro nuova vita.
-Non è come nella foto..-
Ceci e Nicol giravano per il primo piano studiando ogni dettaglio, il piccolo salotto all’ingresso con le pareti color panna, i divani in stoffa bianca, le mensole con soprammobili graziosi ed essenziali, una grande tv a schermo piatto con uno stereo moderno affianco, la vetrina con pochi libri ancora da riempire, la cucina mediamente ampia e luminosa con moderni mobili laccati verdi e un tavolo in vetro rotondo con sedie annesse. Gli spazi erano aperti e ben sfruttati, la cucina e la sala erano separate da un piccolo arco, Erika ci aveva messo tutta se stessa per arredarla al meglio e nel modo più funzionale possibile.
-Ragazze io vi avevo detto che era più piccola di quel che sembrava.. So che non è il massimo però..-
-E’ molto meglio..-  
Disse Nicol sorridendo e interrompendo le giustificazioni di Erika, poi intervenne Cecilia.
-E’ la nostra casa, ci sono i nostri risparmi di una vita, è il nostro futuro, è perfetta.-
-Sapete che non mi commuovo facilmente, finitela! Adesso correte di sopra!-
Nicol e Cecilia si guardarono e poi corsero come schegge per la scala in marmo raggiungendo il piano superiore che era composto da un corridoio con 4 porte. Ceci entro in quella con il suo nome appeso fuori in un elegante targhetta di legno. Erika si era occupata il mese prima di far dipingere e arredare su misura le loro camera, per cecilia optò per il Bordeaux per le pareti, mobili in legno scuro con soprammobili che ricordavano una camera ottocentesca, per il letto aveva scelto lenzuola in raso nere, sapeva che le sarebbe piaciuta. La camera di Nicol invece era dipinta di un verde tenue, al centro vi era un grande letto rotondo coperto da coperte e cuscini verdi e bianchi, i mobili erano laccati bianchi e rendevano la stanza più luminosa. La parete dietro il letto era stata tappezzata di foto di amici e parenti come la cameretta che la ragazza aveva in Italia. Per se Erika aveva scelto una camera quasi totalmente bianca con mobili moderni, una scrivania con un computer di ultima generazione, che per lei era essenziale, alla parete vicino alla finestra aveva appeso una gigantografia di loro tre al terzo anno di liceo, per ricordare i vecchi tempi.
I primi 2 giorni passarono così, tra scatoloni da disfare e faccende burocratiche da sbrigare, avevano trovato lavoro grazie ad un agenzia inglese trovaa per caso durante il loro viaggio di maturità a Londra, questo gli aveva permesso di accelerare i tempi del trasferimento avendo una sicurezza economica. Il giorno seguente, Lunedì , Cecilia avrebbe iniziato come stagista in un ufficio che si occupava di indoor design, Nicol avrebbe fatto da tirocinante in un atelier di alta moda di uno stilista londinese abbastanza famoso in quella zona, mentre Erika inseguiva il suo sogno di diventare scrittrice iniziando come semplice assistente in una casa editrice. Si erano molto impegnate nell’ultimo anno e gli sforzi cominciavano ad esser ripagati.
-Svegliatevii, su forza!-
Nicol aveva aperto tutte le finestre, acceso la musica ad un volume improponibile e preparato la colazione.
-Non ci credo sono le 7!-
Ceci si buttò giù dal letto catapultandosi sotto il getto freddo della doccia, in meno di mezz’ora sarebbe dovuta essere a lavoro.
-Nicol! Che cos’è? Questo baccano!?-
Erika spuntò dalle scale in mutande e canotta, spettinata e con un aspetto generale impresentabile.
-Buongiorno Raggio di sole!-
Sorrise Nicol, Erika annusò l’aria.
-Hai fatto i pancake?-
-Certo, colazione inglese!-
-Sono in ritardo, sono in ritardassimo!-
Cecilia corse giù per le scale, prese una frittella e un tovagliolino e uscì di casa senza salutare nessuno.
-Ma la sa la strada?-
-Spero di si, le ho lasciato sul comodino le indicazioni..-
Erika parlava con la bocca piena, a vederla nessuno avrebbe pensato che potesse essere così scomposta, Nicol la guardava sorridendo mentre l’amica si gustava la sua colazione.
-Noi andiamo a fare un giro vero? –
Chiese Niki mentre l’altra finiva di lavare il suo piatto.
-Certo, mi vesto e andiamo.-
Hide Parc era enorme, una gigantesca distesa verde piena di alberi. Il sole era accecante e nonostante fosse aprile si poteva comodamente stare in maniche corte.
-Ci sediamo? Sono stanca!-
-Niki abbiamo camminato un quarto d’ora!-
Si stesero sul prato e stettero in silenzio per un po’, alle loro orecchie arrivavano risate e pianti di bambini piccoli, chiacchere, urla e schiamazzi di un gruppo di ragazzi che giocavano a pallone poco lontani da loro.
-Lo senti?- chiese Erika.
-Cosa?-
-Il profumo della primavera!-
Nicol le sorrise dolcemente.
-Sei felice Eri?-
-Sono a Londra, con le mie migliori amiche, come potrei non esserlo?-
-E lui non ti manca?-
Erika si rabbuiò per un attimo, poi sorrise forzatamente.
-No Niki.. ATTENTA!!-
La ragazza si abbassò evitando una brusca pallonata, un ragazzo stava correndo verso di loro con la faccia preoccupata.
-Ma che diavolo?! Non è possibile!-
Nicol imprecava imbestialita finchè arrivò il ragazzo e si accovacciò vicino a loro.
-Scusatemi, vi siete fatte male?-
 
 
  
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