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Autore: fede_unoxx    20/12/2013    1 recensioni
Questa è la prima storia che scrivo, e mi scuso in anticipo se potrà sembrare banale o scontata. Parla di una ragazza, Giulia, e della sua passione, il nuoto. E' un momento particolare per lei perché ha deciso per il momento di prendersi una pausa dalla vasca e ha intenzione di avere finalmente una vita normale.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Confessioni

 
Appena apro gli occhi vedo l’ora sulla sveglia del telefono, le 7 e 18, è dannatamente presto! Il mio corpo e la mia mente sono ancora abituati a svegliarsi a quest’ora per il primo allenamento della mattina. Voglio dormire ancora e ancora, del resto ho un sonno atroce.
Mi giro e mi rigiro, ma non c’è verso, sono sveglia ormai, ma ne approfitto per pensare, sola e ancora nella penombra della mia camera. Sento papà in cucina che prepara il caffè, e l’odore arriva fin dentro la camera. E’ quasi nauseante.
E’ passata poco più di una settimana da quando sono tornata a casa e non è affatto come me l’aspettavo: litigo continuamente con mio padre, rispondo in modo saccente alla mamma e stranamente con Stefano sembra esserci una tregua, una sorta di “bonaccia” prima della tempesta, è molto più dolce del solito e comprensivo e cerca di farmi distrarre ogni volta che vede rinchiudermi nei pensieri. E’ molto carino da parte sua e finalmente capisco davvero quanto mi voglia bene.
Sono le 7 e 50 e credo sia ora di alzarsi. Tutta la famiglia è sveglia per la colazione. Ultimamente mangio poco, ho paura di mettere su chili di troppo, e questo è motivo di scontro con mia madre che vuole a tutti i costi che io mangi, mangi sempre; ma non vuole capirlo che deve lasciarmi stare. Tutti devono lasciarmi stare, è un periodo della mia vita che devo superare da sola, devo reagire con le mie sole forze, non voglio l’aiuto e la comprensione di nessuno, devo far pace con me stessa finalmente, perché è da troppo tempo che sono in conflitto con la Giulia dolce, affettuosa, timida, insicura e la Giulia scontrosa, incazzata con se stessa, con la famiglia e il nuoto.
Il nuoto, questo stupendo sport, ma allo stesso tempo maledetto! Ci sono volte in cui vorrei che i miei genitori non mi avessero mai portato in quella piscina, da lì sono iniziate tutte le mie paure e le mie insicurezze, avevo il timore di confrontarmi con gli altri, di stare sotto gli occhi di tutti, avevo paura dell’aspettativa che c’era su di me, la paura di andare male, di sbagliare qualcosa, una virata, il tuffo, la bracciata, i passaggi, l’arrivo. Ogni singola cosa poteva mandare all’aria 3 o 4 mesi di allenamento e di conseguenza, se la prestazione non era ottima, dovevo subire i rimproveri, gli insulti e le mortificazioni del mio allenatore, dovevo leggere la tristezza e la delusione negli occhi dei miei genitori, dovevo sentire domande del tipo:” Perché sei andata male?” “Cosa ti è successo? Sembrava che avessi messo il freno..” “Giulia quando hai intenzione di metterti con la testa e col pensiero e allenarti bene?”. E io ogni volta dovevo trovare una giustificazione: non stavo bene sull’acqua, mi fa male questo, mi fa male quello. Certo, non è da atleta serio trovare una scusa per ogni cosa, quindi a volte davo la colpa a me stessa, dicevo che avevo sottovalutato la gara, pensavo di sentirmi meglio o cose del genere. Poi c’erano le volte in cui arrivavo all’apice dell’esaurimento e mi scioglievo in pianti infiniti con la mamma; quante volte ho pianto negli spogliatoi di ogni singola piscina della Toscana, piangevo lacrime di delusione, sconforto e rabbia perché non sapevo che fare, come reagire e cosa dire per rassicurarmi e rassicurare la mamma che tutto sarebbe andato bene, che mi sarei ripresa, che avrei reagito e mi sarei alzata più forte di prima. Ma alla fine non è stato così, non sono riuscita più ad alzarmi, mi sono arresa e per questo sento di essere una persona debole, avrei voluto avere un po’ di forza in più per continuare, del resto quando ho deciso di smettere di nuotare era solo all’inizio della nuova stagione, forse avrei dovuto aspettare e non affrettare le cose, riflettere di più. Ma alla fine questi ragionamenti li ho già fatti, perché devo autocommiserarmi ancora? Perché voglio ancora trovare e capire il motivo della mia scelta? Mi chiedo perché… Forse solo il tempo mi renderà le cose più chiare, forse capirò cosa mi è preso solo più avanti.
Certo però come sono melodrammatica! Meglio che vada a prepararmi, oggi è il primo giorno di università e cercherò di distrarmi sperando di fare nuove conoscenze. Ancora non prendo la patente quindi mi accompagneranno mamma e papà, Stefano ha il mezzo ed è già andato a lavoro, ha trovato un impego in un bar, e non vuole farmici salire perché dice che “non vuole avermi sulla coscienza” se mai dovesse fare un incidente e io dovessi rompermi qualcosa nel caso avessi voglia di ricominciare a nuotare. Beh tutti i torti non ce li ha, ma mi sono detta che in questo periodo volevo provare tutto ciò che non ho fatto per colpa del nuoto. Molti mi dicono che non mi perdo niente, ma non capiscono che per me è tutto nuovo, è come se avessi aperto gli occhi solo ora da un sogno lungo più di 11 anni. Voglio godermi la vita normale, da studentessa, ragazza e figlia, non voglio avere più pensieri, voglio solo essere felice.

Finalmente pronti usciamo da casa e ci mettiamo in auto. Ah mamma, mamma! Dai tuoi occhi si legge la felicità. Sprizzi gioia da tutti i pori alla vista di tua figlia che va all’università. E’ quello che hai sempre voluto, una tua rivincita personale perché non hai potuto laurearti dato che i nonni non avevano abbastanza soldi per mantenerti gli studi e di questo, lo so, ne hai sempre sofferto e almeno per l’università vorrei renderti orgogliosa di me. Sei stata la mia vera forza, la spalla su cui piangere, l’unica che mi ha capita davvero nella mia decisione, e, diciamoci la verità, sei anche felice di riavermi a casa, di potermi abbracciare e riempirmi di baci dalla mattina alla sera. Vedo come mi guardi, come mi accarezzi e queste attenzioni mi fanno sentire un po’ più serena, un po’ più forte. E’ un periodo strano e mi scuso se mi comporto male con te. Passerà, come tutto del resto è destinato a passare. Ammetto che quando ero via avevo paura di perderti, che potesse accaderti qualcosa di brutto e da lontano io non potevo fare nulla e ammetto anche che questo è uno dei motivi della mia decisione. Non sono ancora pronta a lasciarti, ho ancora bisogno di te mamma e credo che tu questo l’abbia capito.

Eccoci qui davanti l’istituto! Scendo dall’auto, saluto mamma e papà con due grossi baci per farmi perdonare di tutto e per rassicurarli. Loro sono contenti, si vede e io… io sono emozionata, e anche tanto, come non lo ero da tempo. Mi è anche arrivato un messaggio di in bocca al lupo dal mio fratellone. E’ iniziata una nuova avventura per me, chissà cosa mi aspetta… Di sicuro tanto studio! Cavoli a questo non ci avevo ancora pensato, non ho mai trascorso tanto tempo sui libri. C’è una prima volta per tutto no?! E’ ora di andare, saluto ancora con la mano e un sorriso i miei e mi avvio verso il portone principale della facoltà. Il corso di diritto costituzionale inizia alle 9 in punto e ho solo cinque minuti per trovare l’aula e un posto a sedere.


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Salve gente, stavolta il capitolo è un decisamente più lungo perché avevo davvero tante cose da scrivere.
Spero vi piaccia un po’ più del primo e sappiate che critiche e consigli sono sempre ben accetti, ma non trattatemi troppo male :3
Grazie a tutti e a presto!
  
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