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Autore: TittiGranger    15/05/2008    8 recensioni
Al termine della battaglia i nostri personaggi si ritroveranno a dover compiere delle scelte che influiranno molto sul loro futuro. E questo, Hermione e Ron lo hanno capito da un pezzo...
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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La stanza di Ginny quella mattina sembrava più in subbuglio del solito

Ed ecco a voi l’ultimo capitolo….

 

La stanza di Ginny quella mattina sembrava più in subbuglio del solito. I vestiti che Hermione stava tentando inutilmente di far entrare in valigia, erano sparsi dappertutto.

Erano trascorsi due giorni dall’ultima volta che aveva visto o sentito Ron. Praticamente dall’ultimo incontro - scontro a Grimmauld Place. E adesso la sua vacanza, se così la si può chiamare, era giunta al termine.

Harry e Ginny non le avevano neanche chiesto se fosse riuscita a convincere Ron, quando l’avevano vista riscendere con il viso arrossato per il pianto.

-         Allora hai proprio deciso. – disse Ginny, appoggiata alla porta – Vuoi proprio andar via…

-         Si, Gin. – rispose lei, ripiegando le ultime maglie.

-         Hemione, mio fratello è un idiota! Non devi andar via per lui!

-         Credimi, ma lui non c’entra niente. – disse Hermione, voltandosi per guardarla – Credo solo che sia il momento di andare, tutto qui. Dai, tanto ci rivedremo presto a scuola…

Cercò di sorridere a queste ultime parole. Inutile tentativo. Anzi, un singhiozzo la costrinse a girare la testa, per evitare di farsi vedere dall’amica. Ma Ginny se ne accorse, e nonostante fosse sempre stata una ragazza dalla risposta pronta, in quel momento le mancarono le parole. Si limitò ad avvicinarsi e ad abbracciarla.

-         Ti voglio bene, Mione. E mio fratello è proprio un salame!

Hermione non poté non sorridere di fronte all’ennesimo epiteto che Ginny aveva riservato al fratello. E ricambiando l’abbraccio di quella che in tanti anni aveva considerato come una sorella, disse: - Anch’io, Gin! Anch’io…

 

Una scarpa. Solo una scarpa mancava all’appello. Hermione era alla sua disperata ricerca da almeno un quarto d’ora. Era talmente assorta dall’ispezione della scarpa che neanche si era accorta che qualcuno stava tentando di attirare la sua attenzione da un po’.

-         Hem, Hem. – Hermione si voltò così velocemente che andò a sbattere con la testa sulla ringhiera del letto, da cui stava uscendo.

-         Ahia! Per la barba di Merlino… - sbottò lei, massaggiandosi la fronte – Ron! Cosa ci fai qui?

-         Io? – disse sorridendole – Diciamo che fino a qualche mese fa ci vivevo! Ti sei fatta male?

-         No, no… cioè, volevo dire… non mi aspettavo di vederti…

-         Vieni qua, fammi vedere cosa ti è successo in testa! – le disse lui, ignorando la sua ultima frase. Andò a sedersi sul letto, facendole segno di avvicinarsi.

Ma lei non si mosse.

-         Non preoccuparti, è tutto ok. – gli disse, sbrigativamente.

-         Scherzi? Non posso rischiare che la tua saggia testolina subisca qualche danno – insistette lui – Avanti, avvicinati.

-         Ron, perché sei venuto? – disse Hermione con un tono che non ammetteva repliche.

Ron sospirò, visibilmente imbarazzato.

 

-         Volevo parlarti… - disse, abbassando lo sguardo – Perché mi dispiace per come ci siamo lasciati l’ultima volta…

-         Ah! Bè non preoccuparti… - fu la risposta di Hermione, che riprese a piegare i suoi abiti – Almeno ci siamo chiariti. O per lo meno, tu sei stato molto chiaro.

-         Parti? – disse lui.

-         No, rimetto i vestiti in valigia per fare più spazio nella stanza. – disse lei, sarcastica – Certo che parto, Ronald.

-         Ronald… - ripeté Ron – Mi chiami così quando sei arrabbiata…

-         No! – disse lei, puntandogli un dito – Ti chiamo così quando TU mi fai arrabbiare.

Ron alzò le mani – Touchè!

 

-         E comunque, - riprese Hermione – cosa volevi dirmi? Sono tutta orecchi…

-         Diciamo che volevo chiederti una cosa… - disse Ron, prendendo a giocherellare con una mini Pluffa che aveva trovato sul pavimento.

-         Posso sapere cosa, di grazia?

-         Si, ci sto arrivando. – rispose lui in evidente difficoltà.

Hermione lo incitò con lo sguardo, le braccia conserte. Aveva alzato così tanto il sopracciglio che con pochi altri centimetri sarebbe scomparso tra l’attaccatura dei capelli.

-         Si, allora… ti volevo dire… ecco… scusa, quando hai detto che parti di preciso?

Hermione si voltò, rimettendosi alla ricerca della scarpa. Più che altro per trattenersi dall’urlagli contro o mettersi a piangere.

-         Non ti sopporto quando fai così. – gli disse lei, senza guardarlo.

Lui allora si avvicinò alla poltrona sotto la quale lei stava cercando la famosa scarpa. L’afferrò delicatamente per un braccio e la fece alzare. Quando si trovarono faccia a faccia, lei non osò guardarlo in viso, sicura che non sarebbe riuscita a trattenere le lacrime. Ma lui le alzò il mento con un dito, costringendola a voltarsi…

-         Allora – disse lui con voce rauca – Non credi di riuscirmi a sopportare un altro anno  ancora?

Hermione non comprese subito il significato di quelle parole. Ma quando le rotelline dentro alla sua testa iniziarono a lavorare, non riuscì a trattenersi dal saltargli al collo e abbracciarlo.

-         Lo sapevo, lo sapevo… quindi dopo farai anche l’Accademia per Auror? – disse lei, distaccandosi leggermente per guardarlo in faccia.

-         Bè… diciamo che l’intenzione sarebbe quella. – rispose Ron, sorridendole.

Hermione si slanciò nuovamente verso di lui per abbracciarlo. 

-         Lo sapevo! – ripeté lei – Ma perché hai cambiato idea?

-         Mah… - fece lui, in modo falsamente pensoso – Sia perché una streghetta di mia conoscenza mi aveva detto che non vale la pena vivere una vita senza sogni… - Hermione gli sorrise dolcemente. Lui proseguì – Sia perché… mi sa che mi sono innamorato di te, Mione…

 

Non furono necessarie altre parole. Hermione gli prese il viso tra le mani e lo tirò verso di sé, poggiando le labbra sulle sue. Ron non impiegò troppo tempo prima di reagire. L’attirò verso di lui, cingendola per i fianchi e se la tirò dietro sul letto, sul quale era inciampato.

E rimasero abbracciati così, allungati sul letto… l’uno tra le braccia dell’altra… lasciando che le loro bocche si fondessero con il calore che entrambi trasmettevano…

-         Mione… - disse lui all’improvviso, senza smettere di accarezzarle il volto - Cosa ci fa quella scarpa sull’ultimo ripiano della libreria?

 

Questo è tutto, gente! Mi farebbe piacere sapere cosa ve ne pare! Grazie a tutti coloro che hanno recensito o lo faranno! Sssssssssssmack!

   
 
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