Epilogo
Un matrimonio stupendo. Dolce, semplice, bello. Come lei. Avvolta in un vestito bianco, che le ricadeva leggermente largo nonostante fosse della misura più piccola. Ma Bella era dimagrita. Tanto. Lo celebrammo alla chiesetta del paese. Fu complicato. Non riusciva a camminare. Charlie l’ha portata in braccio lungo la breve navata centrale, per poi affidarla a me. Al mio amore. C’era la mia famiglia. La sua. E qualche amico. Cerimonia intima. Infondo, bastavamo noi due. E il prete.
Al termine siamo subito tornati a casa. Era felice. Ma tanto stanca.
Forse è stato il suo ultimo giorno felice. Perché da lì tutto è andato peggio.
Fermo la macchina. Scendo, lento e comincio ad avanzare. E con me camminano i ricordi.
Una sera mentre mi arrampicavo alla sua finestra, sentii un rumore di vetro infranto. In un attimo mi ritrovai al davanzale e vidi una scena orribile. Bella era a terra, piangeva. Mi accorsi che lo specchio dell’armadio era rotto, probabilmente a causa del vecchio ferma carte colorato che giaceva a terra lì vicino. Corsi vicino a Bella. Si copriva il volto. –cos’hai? Bella parlami.- -non guardarmi. Non guardarmi… sono orribile…sono brutta…sono malata…non sono io…chi sono Edward? dimmi chi sono perché io non lo so più!- la strinsi forte a me. –sei bellissima…lo sai…- era vero. Non ho mai pensato il contrario. Ma oramai non aveva più fiducia in se stessa.
I giorni passavano sempre più lenti. Smise di mangiare. Smise di parlare. Smise di guardarmi. Tentava di sorridere, ma la sua era una smorfia di dolore. Arrivammo al punto che non voleva vedere nessuno. Nemmeno me. Non che ci sia mia riuscita. Ogni notte ero al suo fianco. E poi ogni pomeriggio, ogni mattina. Non l’ho mai lasciata sola. Le ho parlato tanto. Le ho raccontato ciò che mi chiedeva con voce fiacca e stentante. La mia vita. Le mie esperienze, le mie avventure. Tutti i miei aneddoti divertenti. Non ce ne sono tanti. Ma per lei li ho inventati. Sembrava felice. Più rilassata. Dormiva tanto. È arrivata a dormire anche 15-16 ore al giorno, ogni giorno. E io sono rimasto con lei. Fino alla fine.
M’inchino, tremante, disperato.
Perchè la fine è arrivata. Un girono come tanti altri. Un giorno come questo…
Poso il mazzo di Estella rijnveld*, profumato sopra la terra umida. Poi rimango a osservare la lapide. La sua foto. Le lettere che annunciano la sua morte, solo qualche giorno fa. Sento un vuoto dentro enorme. Un vuoto che si riempie di ondate di dolore. Grandi onde di disperazione che mi prendono. –Bella…- mi manca. Mi manca da impazzire.
Pochi giorni senza di lei e già non riesco a parlare con la mia famiglia. Si sono trasferiti. Forks è diventato un paese triste anche per loro. Charlie sta male. rimane chiuso in casa. Sono andato a trovarlo ieri. Probabilmente andrà per un po’ di tempo a vivere con Renèe. Gliel’ha proposto subito dopo il funerale. Chiudo gli occhi. Quel pomeriggio vicino mi addolora. Piovigginava. Tutta Forks era riunita proprio qui dove ora sono io. Tutti piangevano. Tranne noi Cullen, ma il nostro dolore era forse più grande. Il mio di sicuro. Riapro gli occhi. Le mie dita accarezzano il viso di Bella che sorride, imbarazzata come sempre era quando si faceva fotografare. –ti amo…- sussurro, prima di baciare le mie dita e posarle di nuovo sulla foto. Poi mi alzo e ripenso a una frase che Bella mi disse “quando la vita ti offre un sogno che supera ogni tua aspettativa, non è giusto lamentarsi perché alla fine si conclude.” Forse è vero. Ma il mio sogno, il nostro sogno, ancora non è finito. Guardo l’ora. Devo muovermi. L’aereo sta per partire. Senza voltarmi fuggo dal cimitero.
Non faccio che ripensare al giorno che mi ha lasciata.
Si svegliò. Le baciai la mano. Quella mano magra, così come il suo corpo, il suo viso. Ma nonostante l’espressione dolorante e l’aria sciupata è sempre stata bellissima. Il suo profumo sempre buonissimo. Ma più debole. Ogni giorno lo sentivo di meno.
Quel pomeriggio le parlai di alcune
performance di Emmett a caccia. Cose ridicole. Poi, al crepuscolo, mi sono
voltato verso la finestra. Lei se ne accorse e mi
imitò. Poi sorrise. –Di nuovo il
crepuscolo,un'altra fine,ogni giorno deve finire anche
il piu perfetto- era tanto che non pronunciava una frase così lunga. E
la fatica si percepiva a ogni lettera. Mi trafisse il
petto. Non mi voltai, rimasi a guardare fuori,
stringendola. Lei posò la testa sul mio petto, sospirando
impercettibilmente –non è detto che tutto
abbia un fine.- mormorai, la voce forse più tremante della sua. Ma lei non rispose. Rimasi immobile, incapace di voltarmi,
lacrime invisibili agli occhi. Inesistenti. La strinsi più forte. I miei
occhi non lasciarono per un minuto le nuvole macchiate di rosso e arancione,
anche quando scese la notte. Rimasi così, a guardare fuori, la
disperazione dentro. La consapevolezza che ero solo.
Come tutte le notti rimasi al suo fianco. Ma quella
notte, il battito del suo cuore non mi fece compagnia.
La strada corre sotto le
mie ruote. Una macchina rubata all’aeroporto. Piuttosto veloce. Freno con
forza arrivato a destinazione. Scendo dalla macchina. Prima o
poi qualcuno verrà a riprenderla. Inforco gli occhiali da sole.
Poi mi volto a osservare le alte mura di Volterra.
Chiudo la portiera e a passo lento varco la maestosa entrata diroccata.
I volturi
mi stanno aspettando.
È finita….un po’
male…tanto male…nel caso l’avessi spiegato male, Edward va
dai Volturi a farsi uccidere L
Ok, sono un po’ deprimente. Ma se non siete già
sotto casa mia pronte a uccidermi, mi piacerebbe leggere
i vostri ultimi commenti sul finale XD. E, a proposito di questo, vi ringrazio
per tutte le recensioni passate, bellissime (anche troppo…davvero mi
viziate così!!)
In particolare ringrazio
PenPen, _Natsuki_ , Midnight Dream, momob,Hele91, BAbyDany94,
che
hanno commentato l’ultimo capitolo. Oltre chi ha
letto tutta la storia e chi l’ha anche messa tra i
suoi preferiti!!! Grazie davvero!!!!
Lily Black