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Autore: Kimberly Heiwa    20/12/2013    2 recensioni
Sono in atto le estenuanti lotte con Logan e Rory si sente persa. Sciolta, vuota dentro l'anima. Ha bisogno di qualcos'altro. Ha bisogno di qualcun altro. Ovunque lei si giri tutto crolla sotto i suoi occhi e le lascia scoperto un muro, una parete alta e impolverata. Una volta pulita, rivela la sua reale bellezza: colori sgargianti ricoprono la sua superficie, i mattoni scoperti permettono di capire da quanti anni è stato costruito, i chiodi testimoniano un tentativo di abbattimento, e poi ci sono i ricordi. Tanti e importanti ricordi, ricordi di tante cose, cose condivise come CD e videocassette, come baci rubati e un amore lasciato in sospeso. Ma il muro è ancora solido, è ancora in piedi. È soltanto stato ricoperto dai detriti che ha portato il tempo. Quando Rory infila la mano in una fessura, scova una piccola chiave. A cosa possa servire non lo sa, ma lo scoprirà presto. Nel momento in cui avrà bisogno le tornerà utile, poiché le permetterà di aprire una porticina con su scritto «Solo in caso di emergenza», dove sarà custodita la foto di una persona nascosta per non soffrire: Jess Mariano. È lui l'unica ancora di salvezza, l'unica via d'uscita.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jess Mariano, Logan Huntzberger, Nuovo personaggio, Rory Gilmore, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6. Disenchanted – Parte II

Staring at the bottom of your glass

Hoping one day you'll make a dream last

But dreams come slow and they go so fast

You see her when you close your eyes

Maybe one day you'll understand why

Everything you touch slowly dies

(Passenger, Let her go)

Quando le parole servono davvero non ci sono mai. Quando il fiato dev'esserci manca. Sempre.

Jess, infatti, non ha le forze per ribattere. Cosa dovrebbe aggiungere? Ogni frase che uscirebbe dalla sua bocca manderebbe in frantumi tutto, così come ogni suo gesto. È sempre stato così.

Perché fai questo?, perché non te ne vai?, sta' alla larga: espressioni ripetitive, divenute oramai automatiche, quando si tratta di lui.

Segue la figura di Rory allontanarsi e farsi man mano più piccola, fino a scomparire dietro ad un ramo di un albero. Se n'è andata. L'ha fatto veramente. Chi si crede di essere? L'uomo più potente del mondo? Si dà dello stupido. Peccato che non abbia senso darsi dello stupido quando ormai è troppo tardi. Ed è una sciocchezza dire che 'non è mai troppo tardi'. Stupide frasi fatte. Stupido mondo. Stupido. Sei uno stupido, pensa.

Ogni energia rimastogli è stata bruciata dalla rabbia e, successivamente, se n'è andata con Rory.

Si passa velocemente la lingua sulle labbra, e le sente screpolate, secche, morte. Non vi è alcuna traccia di quel bacio condiviso da poco.

Il cuore batte come quando ci si rende conto di aver fatto una cavolata, l'ennesima cavolata, quella che decide cosa verrà dopo.

La testa gli pare scoppiare, la zona delle tempie gli pulsa in modo incredibile, la fronte sembra in ebollizione.

Percepisce il sangue più caldo del solito, più denso e che, mentre scorre, gli raschia le sottili pareti dei suoi vasi sanguigni.

L'ha lasciata andare. Ha lasciato andare tutto ciò che aveva, con lei.

Non è per fare troppo i romantici e i melodrammatici, ma è così. Rory è tutt'altro che lui al femminile: è il suo opposto. Ma, pur essendo il suo opposto, è ciò che lo completa, ciò che gli permette di stare in equilibrio, perché esiste sempre una forza uguale e contraria che fa stare un corpo in equilibrio. E se lo dice la fisica sarà pur vero, no?

Dissero, dicono e diranno sempre che gli opposti si attraggono, ma alla fine è davvero così? Chissà.

Potrebbe anche essere, ma ciò non toglie il fatto che non ci siano scontri, ma, anzi, essi sono raddoppiati, triplicati. Se si vuole il proprio opposto lo si odia per forza.

Chi è che non odierebbe l'incarnazione del proprio contrario?

Si lascia cadere per terra e, quasi inconsapevolmente, ficca la testa tra le ginocchia e se la copre con le mani, proteggendosi dall'esterno.

Well you only need the light when it's burning low
Only miss the sun when it starts to snow
Only know you love her when you let her go

Only know you've been high when you're feeling low
Only hate the road when you're missing home
Only know you love her when you let her go
And you let her go

È diverso dall'ultima volta, diverso da Philadelphia. Ora è stata lei ad andarsene da lui. È stata lei, di sua spontanea volontà. Non è stato lui a cacciarla, seppure in modo implicito e cortese. Se n'è andata. Forse per sempre.

Non si è mai sentito così. Altre volte aveva sentito la sua mancanza, altre volte si era sentito in colpa, altre volte aveva avuto sensazioni di rimorso, ma non a tal punto di accovacciarsi per terra e sforzarsi dal non piangere.

Perché, quando si capisce di aver fatto una castroneria, si viene assaliti da scosse, che si dirigono alla pancia, alla testa, al cuore... Si viene assaliti da scosse non solo nervose, ma scosse di parole, parole che, come picchi, ci martellano in modo veloce, troppo veloce.

E sì, si piange. Talvolta. Se si è consapevoli abbastanza.

Non si è mai sentito così. Altre volte avevano litigato, ma era sempre stato lui ad andarsene. Non aveva avuto mai l'occasione di sentirsi come le persone che rimanevano fino all'ultimo a discutere, mentre lui girava i tacchi anche troppo presto, a volte. Perché a scappare era sempre stato bravo. A rimanere no. E la sua reazione è quella di accasciarsi a terra e dondolarsi, come un bambino. Cullarsi. Rassicurarsi.

E gli manca già. Adesso, grazie a questo senso di mancanza, di vuoto, ha la prova delle sue ipotesi sui sentimenti che prova per Rory.

Ci manca il sole quando inizia a nevicare.

Ci rendiamo conto che ci serve la luce quando il lumino si sta spegnendo.

Odiamo la strada quando ci manca casa.

Ci rendiamo conto di amare quando lasciamo andare chi amiamo.

A volte è necessario arrivare al limite o ad un ultimatum per capire davvero ogni cosa.

Adesso ha capito. Ha capito che la ama. Ma lei se n'è andata.

Non ne vuole sapere di alzarsi e camminare. Continua a cullarsi. Come un bambino. Perché, alla fin fine, il bambino che è in noi esce sempre a farci compagnia poco prima di arrivare alla nostra consapevolezza da adulti.

Gli manca. Ma lei se n'è andata.
 

ANGOLO DELL'AUTRICE : Buonasera! Fine seconda parte del 5 capitolo, Disenchanted. Un capitolo un po' corto, è vero, ma che, secondo me, è pieno di emozioni. E' il capitolo incentrato su Jess e le sue sensazioni e, come ben sappiamo, Jess è conciso. :D
Che ve ne pare? 
Scrivetemi, recensite! 
A presto, 
Kim.


 

   
 
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