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Autore: midnightsummerdreams    21/12/2013    2 recensioni
Robert e Alyssa sono una coppia da quattro anni e da due stanno provando ad avere un bambino ma non è facile come sembra, dopo aver provato di tutto decidono di chiedere aiuto ad una agenzia, e tramite questa agenzia pagano una donna di cui non sanno nulla per portare avanti la gravidanza, ma le cose non vanno mai come dovrebbero..
Per America Wright il significato non c'è mai fine al peggio è assolutamente vero..
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciao Girls lo so non ci credete che posto così velocemente, insomma cosa? Non è passato nemmeno un mese dall'ultimo aggiornamento? Assurdo, sarà un avviso non è un capitolo, o se è un capitolo farà schifo come il precedente. 
Beh non ringraziate me, ma ringraziate una fan fiction che leggevo ieri notte, una fan fiction su Hunger Games con coppia Annie Cresta e Finnick Odair ( che nel film è quel grandissimo figo di Sam Caflin, che sicuramente avrete visto fare il principe in Snow white piuttosto che il prete in Pirati dei caraibi ai confini del mondo).
Comunque questa fan fiction è scritta da una ragazzina delle superiori penso, e è scritta davvero bene, e niente mi ha trasmesso quella sensazione che avevo quando scrivevo le mie storie, e che purtroppo a causa delle pause lunghissime e a causa del brutto momento che sto affrontando è davvero scemata, ma in fondo i problemi che ho li avevo anche quando iniziai a scrivere vivere e mi aiutò molto scrivere, e niente quella storia mi ha fatto risentire quelle sensazioni, e quindi eccovi il cap nuovo. 
Jusy mi odierà ancora perchè non si risolve molto, ma ecco qui il nuovo capitolo. 
Vi ringrazio per l'attenzione e per continuare a seguire questa storia assurda, fatemi sapere come sempre cosa ne pensate, qualsiasi sia la vostra opinione in merito. 

Rob Point of view

"Quando hai intenzione di chiederle di trasferirsi da te?"chiese Tom bevendo il suo caffè seduto a metà tra il terrazzo e il salotto per evitare che il fumo della sua sigaretta entrasse in casa. 
"ci stiamo soltanto frequentando"dissi io mentre cercavo di rintracciarla, era la quinta volta che provavo a chiamarla ma non avevo ricevuto nessuna risposta, probabilmente si era addormentata conoscendola. 
"si, ma passa qui un sacco di tempo, insomma non credevo ti piacesse così tanto, anche se pensandoci tu parti sempre in quinta" 
"io parto in quinta? da quanto tempo frequenti Sienna?"chiesi io perplesso, il mio migliore amico si era trasferito da tre settimane da Sienna pur uscendo con lei da si e no un mese e mezzo, certo la conosceva già, quando si recita si finisce per conoscersi un pò tutti alla fine, però non poteva venire a fare la ramanzina a me sul partire in quinta quando lui era il primo. 
"questo è un caso particolare, e poi io non mi sono mai impegnato con nessuna, una volta che l'idea di farlo non mi fa mancare l'aria non credo che dovessi pensarci troppo, ma tu? 
La tua è tutta un'altra storia, parti sempre in quarta e rimani sempre fregato, almeno questa volta non potevi prendertela un pò con più calma?" 
"me la sto prendendo con calma, non le ho chiesto di venire a vivere da me nè tanto meno le ho chiesto di sposarmi, passiamo solo parecchio tempo insieme, non mi sembra strano"dissi io 
"si ma è mezz'ora che la chiami"disse Tom indicando il cellulare che avevo poggiato ora sul tavolo. 
"perchè le avevo detto che l'avrei chiamata, ma probabilmente deve essersi addormentata, smetto di chiamarla ok?"dissi io alzando le mani in segno di resa. 
"Comunque una di queste sere invitala ad uscire, la sorella di Sienna sarebbe interessata ad averla come rappresentante della sua nuova linea"
"glielo dirò"dissi io. 
Il giorno dopo preparato Eric raggiunsi il locale della madre di America come eravamo d'accordo, e ad accogliermi trovai soltanto Simon che stranamente si trovava dietro al bancone. 
"hey"dissi andando a sedermi al bancone 
"guarda chi si vede, non ti prendo a pugni soltanto perchè c'è il bambino con te"disse Simon 
"Simon capisco di non esserti propriamente simpatico, ma voglio dire non esageriamo un pò adesso?"chiesi io perplesso. 
"La mia migliore amica ha lasciato il paese in tutta fretta senza dirmi nulla e ho la vaga sensazione che tu centri qualcosa"disse Simon e io rimasi ad osservarlo qualche secondo per metabolizzare le sue parole. 
Che cosa aveva detto? America se ne era andata? E dove? Io? Che cosa aveva fatto, fino alla mattina del giorno prima avevamo riso e scherzato come sempre, non credevo ci fosse qualcosa che non andava. 
"Non capisco"riuscì soltanto a dire. 
"Simon smettila, lui non centra nulla"disse una donna dai capelli castano chiaro raggiungendoci, doveva essere sua madre di sicuro. 
"Buongiorno signora"dissi 
"Robert è un piacere conoscerti, sarebbe stato meglio incontrarsi in una circostanza migliore"disse la donna. 
"Io non riesco a capire che cosa sia successo"dissi io 
"e lui è Eric immagino?"
"Signora perfavore mi spieghi qualcosa, io non riesco a capire"dissi 
"è nato il 12 marzo vero? alle 20.50 se ricordo bene vero?"chiese la donna 
"si"risposi io sempre più confuso, volevo sapere che cosa stava accadendo e perchè se ne era andata e dove era andata? e invece quella donna continuava a chidermi di mio figlio. 
"lei ti ha lasciato una lettera, mi dispiace, è una circostanza davvero assurda, io posso garatirti che lei non sapeva nulla fino a ieri"disse la donna.
"che cosa non sapeva?"chiesi io 
"leggi"disse la donna dandomi la lettera. 
"posso tenerlo in braccio per un attimo"disse poi guardando Eric.
"si"risposi io passandoglielo e poi presi la busta e se avessi saputo come mi sarei sentito dopo aver aperto quella  busta probabilmente l'avrei lasciata chiusa. 
"Ciao Robert, 
Mi dispiace per quello che ti sto facendo, mi dispiace perchè non è la prima volta che ti accade e non dovrebbe accadere mai a nessuno nè tanto meno ad una persona fantastica come sei tu.
Ricordi che c'erano tante cose di cui spesso non ti ho parlato, ricordi che ti ho promesso che un giorno te ne avrei parlato, sono cose che mi hanno fatto così tanto male che ho voluto nasconderle perfino a me stessa, volevo soltanto cancellare tutto e non ricordare e così ho dimenticato tutto e ho dimenticato la data, ho cercato di dimenticare tutto, ed è per questo che non ho fatto nessun collegamento, è per questo che non ti ho detto nulla, ed è per questo che ora sono costretta ad allontanarmi. 
E' assolutamente egoista da parte mia, ma non ce la faccio, non riuscirei a guardarti ancora dopo quello che sto per dirti, e non sarei in grado di occuparmi di lui, il senso di colpa sarebbe troppo forte. 
Sono felice però che ci sarai tu ad occuparti di lui, hai fatto un ottimo lavoro sinora e quando l'ho lasciato non potevo certo immaginare che avrebbe avuto un padre così bravo, crescerà bene e tu gli darai tutto l'affetto di cui ha bisogno. 
So che d'ora in poi mi odierai, e me lo merito, però ti prego non chiuderti più in te stesso, meriti di essere felice e sono sicura che qualcuna là fuori sarà davvero in grado di renderti felice. 
Mi dispiace. 
America" 
Lessi e rilessi quelle righe almeno cinque volte prima di riuscire a dire qualcosa, poi alzai gli occhi verso mio figlio e rividi qualcosa a cui non avevo mai fatto caso, mi somigliava ben poco a parte gli occhi, per il resto aveva dei tratti bellissimi ma che non appartenevano a me. 
"Io non capisco"disse alla donna che teneva in braccio mio figlio con gli occhi lucidi. 
"E' una storia lunga"disse lei venendo a sedersi accanto a me. 
"ho tutto il tempo che vuole"dissi io e Simon andò a chiudere il locale, per quel giorno sarebbe probabilmente restato chiuso. 
"Partiamo dall'inizio, saprai che mio marito se ne è andato dopo anni di dentro e fuori dagli ospedali"
"è morto il giorno del suo compleanno, lo so"dissi io ricordando quanto quel dettaglio mi avesse sempre lasciato una certa tristezza dentro, perdere una persona così importante l'unico giorno dell'anno in cui un pò di felicità doveva esserti garantita? 
"Stavamo perdendo tutto, America ha lasciato l'università e mi ha aiutato con il locale e con i bambini, dopo la morte di mio marito stavano per portarci via anche la casa e il locale e non avevamo davvero più nulla, così lei ha avuto quest'idea della gravidanza surrogata"
Quando sua madre pronunciò quelle parole una fitta mi colpì allo stomaco e iniziai a sentirmi terribilmente male, ricordai le sue espressioni quando avevo raccontato della nascita di Eric, quando avevo commentato negativamente le donne che si prestavano alla maternità surrogata e solo allora capì quanto le mie parole avessero potuto farle male. 
"Non ho mai approvato la sua scelta, conosco mia figlia e suo o non suo quel bambino lei avrebbe finito per affezionarcisi, si affeziona tanto alle persone, agli animali, è una persona che dà tanto e sicuramente questo l'ha preso dal padre"disse la donna sorridendo e ricordando probabilmente qualcosa del marito. 
Notai solo in quel momento che era molto giovane e che doveva avere almeno una decina d'anni in meno di mia madre, eppure aveva già sofferto così tanto. 
"A maggior ragione che Eric è davvero suo figlio, ed infatti le mie paure erano del tutto fondate. 
Abbandonare il bambino è stato difficile, non ha nemmeno voluto vederlo alla nascita, ha passato giorni senza mangiare e senza parlare con nessuno. Tutti temevano che non si sarebbe ripresa, poi la terapia e il fatto che sia davvero una ragazza piena di forza l'hanno aiutata a tirarsi su. 
Anche se ho sempre temuto che non avesse mai del tutto affrontato tutto, interruppe la terapia perchè la trovava inutile e poi l'ho vista troppo spesso persa nel suo mondo. 
E poi sei arrivato tu, mi sembrava assurdo che riuscisse ad uscire davvero con qualcuno, credevo fosse un bel segno, mi ha raccontato del come hai avuto Eric e so davvero tutto di te. 
Sei un bravo ragazzo e so che le sarà costato molto separarsi da te"disse la donna. 
"Lei non ha idea di dove sia andata?"chiesi io 
"Se lo sapessi te lo direi"
"Io, io ho detto tante cose negative sulle donne che scelgono la strada che ha scelto lei, solo ora mi accorgo di quanto possa averla ferita.
E' che ero arrabbiato, sono felice ora di avere Eric, ma inizialmente non era quello che volevo dalla mia vita, avevo accettato di avere un bambino soltanto per amore della mia compagna, e poi mi sono trovato a fare tutto da solo, e non avevo la più pallida idea di nulla"dissi io 
"Non potevi saperlo, lei non ne ha mai parlato con nessuno, quello che non riesco a capire è come sia venuto a saperlo, e poi ha mandato all'aria tutti i suoi progetti, ha reciso il contratto con tutto" 
"Signora"
"Evelyn, chiamami Evelyn"disse lei 
"Evelyn se ha bisogno di qualsiasi aiuto non si faccia problemi, posso aiutarvi se per caso qualche agenzia vi farà pagare qualche penale per rescissione del contratto"dissi io cercando di rendermi utile in qualche modo, di sicuro quella era l'unica cosa che potevo fare per loro, America se ne era andata per allontanarsi da me e da nostro figlio. 
Nostro figlio, guardai Eric tra le braccia di Evelyn e mi sfuggì un sorriso amaro, eccoci di nuovo da soli mi trovai a pensare. 
"Io, io so che non ho nessun diritto sul bambino, insomma legalmente America non è nulla per lui, però io vorrei vederlo ogni tanto se per te non è un problema"disse Evelyn. 
"certo, sei sua nonna in fondo"dissi io. 
"Io penso che abbia bisogno di un pò di tempo, potrebbe tornare, io non credo che riuscirà davvero ad abbandonarvi così, ha bisogno di un pò di tempo e questa città le ha dato tanta sofferenza"disse Evelyn. 
"Non credo vorrà avere a che fare con me, sono stato davvero uno stronzo"dissi io 
"Non farti colpe, non conoscevi la sua storia"disse Evelyn 
"se ne è andata perchè teme che la odi lo so"dissi io coprendomi il viso con le mani e sospirando. 
"Io gliel'ho sempre detto che eri uno stronzo"disse Simon ricomparendo in quel momento dalla cucina. 
"Simon"disse Evelyn richiamandolo. 
"fammi tenere in braccio il mio nipotino"disse Simon 
"non ti piacerò mai"dissi io 
"No, mi stai sul cazzo solo perchè anche la mia ragazza impazzisce per te, ma non diciamolo ad America"disse Simon 
"non credo la vedrò molto presto"dissi io 
"tornerà"disse Simon guardando mio figlio. 
E sperai vivamente che avesse ragione, non potevo sopportare l'idea che se ne fosse andata immaginando che io potessi odiarla.
Si, non mi  aveva raccontato tutta la sua storia, ma riuscivo a capire perchè avesse nascosto tutta quella sofferenza, forse anch'io avrei fatto lo stesso. 
"Come ha scoperto che Eric era lo stesso bambino?"chiesi io qualcosa non mi tornava, se davvero voleva cercare il bambino perchè se ne era andata dicendomi che non poteva occuparsene. 
"Giusto, Evelyn non gli hai raccontato la cosa che merita di sapere di più"disse Simon 
"America non voleva che te ne parlassi, mi ha fatto giurare, ma io invece penso sia giusto per te conoscere tutta la verità"disse Evelyn e quando mi raccontò tutto rimasi totalmente sconvolto, ancora lei? ancora la donna con cui avevo pensato di trascorrere il resto della mia vita, ancora lei aveva tentato di sabotare di nuovo la mia vita? 
"Grazie Evelyn, invece è proprio qualcosa che avrei dovuto sapere"dissi fuori di me, questo era davvero troppo, quella storia mi fece trovare finalmente la forza dopo un anno di prendere e cercare la donna che aveva totalmente distrutto la mia vita, e dirle finalmente quello che avrei dovuto dirle invece di evitarla, invece di passare davanti alla stampa come uno stronzo incapace di tenerselo nei pantaloni che aveva rovinato la relazione più importante della sua vita. 
"Robert non fare stupidaggini"disse Evelyn quando mi vide infilarmi di nuovo la mia giacca e il cappello da baseball. 
"Nessuna stupidaggine, ma credo che farò quello che avrei già dovuto fare da tempo"dissi io. 
"tenetemi il bambino"dissi prima di uscire dal locale e una volta fuori chiamai il mio migliore amico, avevo bisogno di Tom e delle sue conoscenze per scoprire dove trovare Alyssa e speravo proprio di trovarla a lavoro, una conversazione simile non doveva assolutamente passare inosservata ed era un anno che cercavo la forza per dire finalmente tutto quello che avevo provato e che non avevo avuto il coraggio di tirare fuori perchè nonostante tutto ero ancora innamorato di lei, c'erano voluti mesi e mesi perchè il ricordo di quello che provavo per lei fosse sostituito dalla rabbia e poi dall'indifferenza, e quando finalmente riuscivo a sentirmi di nuovo bene lei cercava di rovinare di nuovo tutto?
Tom mi disse che si trovava alle prove di una sfilata tra un "non capisco" e un "stai scherzando", non gli avevo dato tempo di elaborare quello che era accaduto con America, avrei avuto tempo per spiegarli attentamente, adesso ero solo interessato a cercare la mia ex ragazza e a darle quello che si meritava una volta per tutte. 
"Hey non puoi entrare è un area riservata"disse una donna cercando di fermarmi, ma io più alto e rapido di lei raggiunsi gli studio tranquillamente. 
"Dov'è Alyssa?"chiesi a Rachel 
"Robert?"chiese lei sorpresa 
"devo parlare subito con Alyssa"dissi io 
"è in scena"disse Rachel 
"perfetto"dissi io scostando le modelle che attendevano dietro la tenda e il responsabile della sfilata che indicava loro i tempi per apparire e la raggiunsi sulla passerella sotto gli sguardi increduli del pubblico presente alle prove. 
"Mi sembra il luogo adatto per parlare no?"chiesi io fermandomi davanti a lei. 
"che cosa vuoi Robert?"chiese lei 
"non lo so, dimmelo tu se dovrei voler parlare con te per qualche motivo"dissi io 
"tu sei pazzo"disse lei e in quel momento la musica che si sentiva in sottofondo smise, probabilmente i presenti erano interessati a sentire cosa avevamo da dirci e io non potevo esserne più felice, per una volta ero lieto di condividere gli affari miei con il mondo. 
"Ti ho permesso di rovinarmi la vita e non ho mosso un dito perchè il mondo conoscesse la verità, ti ho permesso di passare come la povera ragazza tradita, non avevo la forza di dire nulla e nè mai mi è interessato cosa pensava il mondo di me, e poi ti amavo ancora e non volevo che la stampa ti rovinasse, ma adesso hai passato il segno. 
Non puoi continuare a cercare di rovinarmi la vita, ci sei già riuscita una volta e non ti permetterò di farlo ancora, è ora che il mondo sappia di come hai abbandonato me e mio figlio per scappare con quel modello palestrato, hai abbandonato un figlio che avevi tanto desiderato, ho fatto di tutto per renderti felice, ho fatto davvero ogni cosa e alla fine mi sono ritrovato io e quel bambino che avrebbe meritato una madre"dissi io  sfogando tutta la mia rabbia. 
"Una madre ce l'ha il bambino no?"chiese lei acida 
"grazie al cielo ce l ha, anche se avrebbe avuto tutto il diritto di scoprirlo da sola e con i suoi tempi"
"non ti avrebbe mai detto la verità, forse devi ringraziarmi, ti ho liberato di una bugiarda" 
"L'unica cosa di cui penso di doverti ringraziare è di essertene andata e di avermi convinto ad avere un bambino, perchè Eric è la cosa migliore che abbia avuto in vita mia, ma sicuramente la cosa per cui ti ringrazio maggiormente è di avermi liberato, ormai ero soltanto l'ombra di me stesso, e tutto perchè volevo renderti felice, tutto perchè volevo rendere felice una donna che non mi ha mai amato" dissi io. 
"è tutto Alyssa Davies, questo era quello che dovevo dirti"dissi io andandomene e sentì addirittura qualche applauso mentre uscivo dalla stanza, non che me ne facessi molto degli applausi, ma finalmente mi ero preso la mia rivincita, ora dovevo solo trovare il modo di scusarmi con l'incredibile ragazza che per quanto avessi evitato già mi era entrata dentro a sufficienza per impedirmi di rinunciare a riaverla con me. 
Avremmo superato tutto insieme, e l'avrei aiutata a superare il senso di colpa verso nostro figlio, non aveva nessuna colpa in fondo, e meritava di sapere che non la odiavo affatto. 

   
 
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