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Autore: WISEbananaSHIP    22/12/2013    4 recensioni
Durante l'estate Louis conosce Harold, un ragazzo australiano. Sicuro di averlo perso, il ragazzo lo ritrova invece nella propria scuola.
Harold cerca di fare amicizia con le Pink Ladies formate da Taylor, Liam e Demetria e capeggiate da Perrie, mentre Louis trascorre il suo tempo con gli amici di sempre: Niall, Josh, Nick e Zayn.
Quando si rincontrano a scuola, non volendo perdere la sua fama di "duro", Louis finge inizialmente di essere indifferente al fascino dell’altro. Harold, allora, civetta con Ed Sheraan, il giocatore di football, e Louis, ingelosito, tenta di iscriversi nelle squadre sportive della scuola per riconquistarlo. E ci riesce, iniziando a fare coppia fissa con Harold. Ciò nonostante, durante la gara di ballo teletrasmessa, Harold si trova sostituita in finale dall'equivoca Eleanor, con la quale Louis ha avuto un trascorso misterioso. Così, nel corso di una gara automobilistica nella quale Louis e Zayn lottano contro Justin Bieber, il leader dei rivali "The Wanted", Harold, spettatore lontano, capisce di voler cambiare per lui.
L'anno volge al termine e nel corso della festa dei neo-diplomati Harold e Louis tornano insieme, finiscono su una macchina volante e...
Che cazz...?
Genere: Comico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Di cattivi propositi, di annunci di cui pentirsi presto e di fan entusiaste a pranzo

Sempre la stessa storia. I corridoi della Rydell High School erano sempre gli stessi: malconci, con la tinta ai muri dismessa, gli armadietti rovinati e i pavimenti ingrigiti da una polvere che era lì da chissà quanto tempo. Chiunque l’avrebbe considerata una scuola cadente e sciatta, nonostante gli ottimi corsi e i grandi nomi che ne erano usciti.
“L’unica cosa cadente e sciatta, qui dentro, è la gioventù che la popola” continuava a giustificarsi la preside McGee, negando evidentemente l’evidenza. Ma lo stesso chiunque considerava l’edificio il quel modo, dopo aver passato anche solo due minuti fra i corridoi, in mezzo agli studenti, si sarebbe incredibilmente reso conto che, dopotutto, la dirigente di quel liceo non aveva tutti i torti.
C’era chi scendeva le scale scivolando sgraziatamente sul corrimano malamente tinteggiato di nero, chi provava i passi dell’ultima canzone uscita alla radio, chi passeggiava tranquillamente coi libri poggiati in testa per testare il proprio portamento ed equilibrio. Per non parlare, poi, dell’enorme quantità di coppiette che si appartavano in qualsiasi angolo anche solo lontanamente appartato per poter scambiare effusioni spesso fin troppo spinte. E chi, ordinariamente, urlava, correva, si lanciava aeroplanini di carta, giocava a pallone, mangiava –sporcando ulteriormente il pavimento- e bulleggiava i compagni più deboli.
Un caos, insomma.
“Ma sono solo ragazzi” continuava a scusarli Blanche, la segretaria svampita e pasticciona, infastidendo la preside più di quanto già non facessero tutti quanti.
Ma quello, dopotutto, era l’habitat ideale per qualsiasi studente. E tutti, sostanzialmente, adoravano tormentare la signorina McGee.
Quando la prima campanella del giorno suonò, però, tutti gli studenti si precipitarono in classe, nella disperata corsa verso i banchi migliori –possibilmente quelli in fondo, lontani dagli occhi inquisitori dei professori-. Tutti, tranne Louis, Zayn, Niall, Josh e Nick che, come al loro solito, preferivano passare le loro ore di scuola lontani dalle aule, saltando tutte le lezioni.
Guardarono divertiti lo sciamare dei compagni all’interno delle aule, per poi dare le spalle a tutte le porte ormai chiuse, diretti verso le scale antincendio per una sigaretta. Sostanzialmente, non c’era nulla di interessante da fare in quella scuola mentre tutti gli altri erano in classe. Ma, alla fine, a loro piaceva essere controcorrente ed infrangere le regole era il loro sport preferito di sempre.
“Tutti i professori che ho quest’anno mi hanno già bocciato almeno una volta” si lamentò con gli altri Niall, spiegazzando il foglio degli orari del semestre che teneva in mano. La scuola non era mai stato il suo forte e questo lo sapevano bene tutti, alla Rydell. Persino i professori, all’idea di averlo nuovamente in classe, si mettevano le mani fra i capelli.
“Già, e se non starai attento passerai anche quest’anno tutto il tuo tempo in ufficio della McGee” lo incalzò Josh, sbattendo tutti gli armadietti ancora aperti che gli si presentavano lungo la strada.
“Ma quest’anno le faccio passare la voglia” annunciò soddisfatto l’irlandese, gettando a terra il foglio che ancora teneva in mano. Quell’anno sarebbe stato diverso, lo sapeva bene. E forse, finalmente, sarebbe riuscito ad essere promosso e ad uscire da quelle quattro mura che lo imprigionavano da fin troppi anni, per i suoi gusti. Avrebbe fatto vedere al mondo di cosa era capace Niall Sonny, di quello ne era più che certo.
Meno certi, però, erano i suoi amici, che strabuzzarono gli occhi a quell’affermazione e scoppiarono in una fragorosa risata. Niall il duro che tiene testa alla preside e riesce addirittura ad essere promosso era una visione troppo inverosimile persino per loro, inguaribili sognatori.
“Ah sì? E che cosa hai intenzione di fare?” domandò ironicamente Nick, con le mani sulla pancia che gli doleva per il troppo ridere. Tutti lo appoggiarono, ridendo, e ben consapevoli della velocità con cui si stavano avvicinando all’ufficio della preside che, con molta probabilità, era fuori dalla porta a parlare con la segretaria. L’unico a non essersene accorto era Niall, che continuava imperterrito il monologo riguardo ai propri progetti per l’anno.
“Niente, non ho intenzione di fare niente. Ma non mi farò mettere i piedi in testa. Quest’anno le rispondo per le rime!” sorrise, felicemente convinto delle sue parole. Il suo entusiasmo, però, si spense non appena sentì una voce fastidiosamente familiare chiamarlo alle spalle: una voce acida, fastidiosa, cattiva e… da preside. L’irlandese si voltò, sgranando gli occhioni blu cobalto alla visione della signorina McGee a pochi passi che lo guardava severa. Alle sue spalle, i suoi amici erano quasi a terra a forza di ridere delle sue disgrazie. Li fissò, chiedendo loro aiuto, ma quelli non si avvicinarono minimamente ma, anzi, iniziarono quasi a piangere dalle risate.
La preside tossì, acquistando nuovamente tutta l’attenzione del malcapitato fra le sue grinfie. “Ehm… buongiorno signora” balbettò quello, incapace di dire qualsiasi altra cosa.
“Non dovresti essere in classe, a quest’ora?” domandò retoricamente la donna, portandosi le mani ai fianchi ed iniziando a battere un piede a terra, già spazientita.
“Facevo due passi, signora” replicò Niall. Si diede immediatamente dell’idiota per quella risposta così stupida e fuori luogo, mentre avrebbe voluto fuggire a gambe levate dal suo incubo peggiore. “
Ah, stavi facendo una passeggiatina? Non è questo il modo migliore per cominciare il semestre, signor Niall Sonny” lo rimproverò, storcendo la bocca in una smorfia. Poi, del tutto inaspettatamente, si voltò, diretta nuovamente verso il suo ufficio.
E fu lì che l’irlandese, incrociando lo sguardo coi suoi amici, fece la mossa più sbagliata che avesse potuto fare quella mattina.
“Ma tu guarda sta vecchia befana” commentò, arricciando il naso con disappunto. Ma quando vide piombarsi nuovamente la preside davanti la faccia deglutì, sperando di mandare giù anche quelle stupide parole che aveva pronunciato d’istinto. Avrebbe voluto tanto non aver mai detto quella cosa, ma, nuovamente, era troppo tardi per tornare indietro.
“Io credo che un paio di orette di pulizia delle lavagne dopo le lezioni non ti farebbe per niente male” propose la signorina McGee, alzando un sopracciglio e squadrandolo da capo a piedi. Dopotutto lei aveva sempre adorato tormentare quel povero ragazzo sciocco e maldestro. Sorrise malignamente, infatti, nel vederlo immobile ed inebetito di fronte a lei, con la testa che faceva su e giù velocemente.
“Hai intenzione di rimanere lì impalato tutto il giorno?” gli domandò infine, allargando il suo sorrisetto cattivo.
Niall continuò ad annuire freneticamente ma si bloccò all’improvviso, per poi cambiare la rotta della testa che ora si muoveva confusamente a destra e a sinistra “No, signora. Cioè, sì signora” si morse un labbro, contraddetto dalla sua stessa sciocca indecisione “insomma, voglio dire…”
“Allora, ti decidi sì o no?” lo interruppe la preside, spazientita da tutto quel blaterare. Niall fece un grande respiro, riempì i polmoni d’aria e “No, signora” era tutto quello che riuscì a dire.
“Bene, e allora muoviti” gli alitò in faccia, infine, la donna. Poi, stufa di quella paternale già dal primo giorno di scuola, raggiunse il suo ufficio a grandi passi e si chiuse pesantemente la porta alle spalle.
Il biondino sospirò, finalmente libero dagli artigli di quell’arpia. Socchiuse gli occhi, cercando di cancellare l’immagine di quella perfida donna dalla sua mente, e quando li riaprì, si trovò davanti Louis, con un sorrisetto beffardo a dipingergli il volto.
“Ma non avevi detto che non ti facevi mettere i piedi in testa? Magari sarà per un’altra volta, eh Nialler?” gli domandò Zuko, per poi ridergli sguaiatamente in faccia. Niall avrebbe voluto spaccargli la faccia a suon di pugni, ma sapeva che, dopotutto, l’amico aveva perfettamente ragione. Ancora una volta aveva mancato alla propria promessa e ancora una volta aveva fatto la figura dell’idiota davanti agli amici.
Quelli, però, conoscevano perfettamente la natura del piccolo irlandese. Mentre si allontanavano a grandi passi dalla porta dell’ufficio della direttrice, infatti, continuò a divertirsi facendogli il verso e a prenderlo per il culo.
In fondo, però, gli volevano davvero bene.
Mentre stavano iniziando a salire le scale verso la terrazza, incrociano Eugene, il secchione numero uno della Rydell High School, nonché la vittima preferita di tutti i loro scherzi. “Eugene!” lo nominarono tutti in coro, saltandogli addosso. Josh iniziò a scompigliargli i capelli perfettamente pettinati all’indietro, Nick si divertì a strappargli i libri dalle mani e a buttarli a terra e Niall gli staccò il papillon dal collo ed iniziò a provarlo sulla sua giacca di pelle, mentre Louis e Zayn si limitarono a guardare divertiti l’allegro quadretto.
Quel primo giorno di scuola stava iniziando assolutamente nel modo migliore.


Un ‘din, don, dan’ tardivo, prodotto dalla segretaria, annunciò all’intero dipartimento l’inizio dell’annuncio della signorina McGee.
La preside della scuola la guardò interdetta, prima di parlare, ma lasciò correre, perché l’annuncio era decisamente più importante della stranezza di Blanche, alla quale col tempo aveva fatto l’abitudine di conviverci.
Buongiorno mie cari ragazzi e benvenuti a quello che, ne siamo certi, sarà il nostro anno più bello a Rydell” la voce della donna non lasciava trasparire nulla, ma la preside McGee era la prima a sapere che quello, come del resto ogni anno, sarebbe stato lungo, difficile e pieno di ragazzi in piena fase adolescenziale pronti a combinare guai su guai, alla quale lei avrebbe dovuto porre rimedio.
Un esempio lampante della sua bassa stima nei confronti dei suoi studenti la si poteva immediatamente scorgere, durante quella comunicazione, nell’aula di Meccanica, dove Perrie era pronta a far tutto tranne che dare retta alla voce della sua preside.
E il ‘tutto’ stava per una divertente partita a carte.
Sabato sera ci sarà la nostra prima festa intorno al falò e vi voglio vedere tutti a fare il tifo per il nostro allenatore Calhoun e per i Ranger di Rydell!”
Se Perrie se la stava vedendo con lo smazzare un mazzo di carte e Demi era alle prese con il suo amatissimo biscotto, Harold era, invece, senza sapere bene come, in ritardo per la lezione. Quando entrò nell’aula di Letteratura Inglese lo fece con il fiatone – per la corsa – e in un sospiro – perché la lezione, grazie alla McGee, non era ancora iniziata.
Se non siete dei buoni atleti, potete almeno essere dei buoni tifosi!” Parlottò la signorina McGee, con un sorriso così falso che appena si accorse cosa aveva appena detto, strabuzzò gli occhi, nuovamente interdetta, per poi lasciare correre, come se niente fosse.
Nel laboratorio di Scienze, invece, Louis, Zayn e Josh erano già alle prese col loro primo scherzo dell’anno. Mentre tutti tenevano gli occhi puntati verso l’altoparlante da cui proveniva la voce della McGee, Zayn sgattaiolò fra i banchi ed infilò nella borsa di Fan Entusiasta la rana che sarebbe dovuta essere dissezionata di lì a breve.
E ora una notizia veramente bella – è una delle cose più emozionanti che sia mai accaduto alla nostra scuola! –: La National Television Show ha scelto Rydell come la più rappresentativa fra le scuole americane e riprenderà una trasmissione in diretta nella nostra palestra
Quest’ultima comunicazione, a dispetto della prima, destò l’animo e l’entusiasmo della scolaresca che esultò e si animò; erano già in molti quelli che stavano progettando come diventare famosi davanti alla scatola televisiva.
Una grande occasione per dimostrare alla nazione intera quanti studenti seri,” il sorriso fiero sul volto della donna non si smosse di una virgola. “Intelligenti” con questo aggettivo, invece, un turbamento appena la segnò, facendola rabbrividire; al “bravi” il sorriso divenne una smorfia che dimostrava palesemente – per fortuna soltanto agli occhi di una Blanche che stava ancora litigando con l’ingombro della sua scrivania – tutto il suo dubbio in merito.
Infine al “studiosi abbiamo qui a Rydell” l’espressione, fino a poco prima convinta, divenne completamente persa nella disperazione di ciò che fino ad allora aveva bellamente ignorato. Ciò nonostante il suo tono di voce rimase limpido, altisonante e fiero. Ma lo sapeva, sarebbe stato un disastro.
Come poteva essere stata, anche solo per un momento, entusiasta di quell’occasione, quando sapeva bene quale tipo di studenti – affatto seri, intelligenti, bravi e studiosi – girasse nella sua scuola?
Un urlo si levò nel laboratorio di Scienze: Fan Entusiasta aveva finalmente trovato la rana all’interno della propria borsa ed ora stava fuggendo, terrorizzata, lontana dalla propria postazione. Soddisfatti dell’ottimo lavoro svolto, Zayn e Louis si diedero il cinque, ridendo come matti. Alla faccia degli studenti che descriveva la McGee.
*
L’ora del pranzo era decisamente la preferita di Demetria. Il suo vassoio, infatti, era sempre quello più fornito rispetto a quello delle sue amiche.
La cuoca della mensa, alla sua vista, ogni anno, gettava gli occhi al cielo, disperata, per poi rifilargli con poca delicatezza tutto ciò che voleva. Perché Demetria, alla fine, era l’unica a dare soddisfazione a quella donna che di talento in cucina ne aveva veramente poco.
La ragazza paffutella, stravaccata sulla panca dei tavoli esterni, mangiava disattenta verso tutto il resto e stanca per le ore di scuola, mentre aspettava l’arrivo di Perrie e Taylor.
Quest’ultime, poi, quando si avvicinarono a lei, canticchiando un “pa pa pa” privo di senso, con la tipica camminata più invidiata dalle ragazze di prima e seconda, la fecero ridestare con un sorriso divertito.
“Hey ragazze! Ho preso posto per voi!” disse ovvia, facendo segno alle due di sedersi; Perrie non fece nemmeno troppi convenevoli e con una risata soddisfatta si sedette a capotavola. Taylor, invece, si mise di fronte a Demi, guardando con una smorfia il vassoio carico di cibo, ma non fece nemmeno in tempo a rimproverarla che la ragazza riprese parola dicendo: “Avete dato un’occhiata a Louis Zuko stamattina?” il suo tono smaliziato lasciava veramente a desiderare. Perrie, sebbene con indosso gli occhiali da sole neri, alzò gli occhi al cielo e il sorriso le si gelò sul volto.
Demi continuò: “è proprio forte quest’anno… eh, Rizzo!” affermò, muovendo con grossolanità le aste degli occhiali da sole su e giù.
“Questo è una vecchia storia…” tagliò corto la leader delle Pink Ladies, iniziando a dividere a metà il suo panino.
Demetria si fece improvvisamente seria, come sempre non aveva mezzi toni né mezze misure per evitare di esagerare. Non disse più niente, perché intimorita dal tono autoritario – benché atono come il solito – di Perrie.
A parlare, però, fu proprio Taylor, l’ottimista del gruppo: “Beh, qualche volta la storia si ripete…” con un risolino che poi, assurdamente, fu accompagnato anche da quello di Rizzo.
Ridevano ancora, anche quando arrivarono Liam e Harold al loro tavolo. Anche se a quell’arrivo le risa di Rizzo si smorzarono subito, come se quest’ultima si fosse improvvisamente infastidita.
Perché Rizzo era abbastanza strana in fatto di amicizie, andava – per così dire – a periodi. C’era stato un tempo in cui lei e Liam erano talmente legati da non dividersi mai nemmeno per un minuto – e il fatto che a entrambi piacessero gli uomini, poi, era qualcosa che li aveva avvicinati maggiormente. Ma, appunto, Perrie aveva questa personalità difficile da interpretare, una personalità che faceva a cazzotti con i nuovi arrivi, le nuove amicizie.
Era stato proprio Liam, infatti, a presentarle con entusiasmo Demetria. E Perrie non aveva preso affatto bene quel nuovo acquisto, ma invece di escludere Demi, come sarebbe stato logico fare, aveva deciso di prendersela con l’amico, spezzando quel loro legame speciale.
Ciò nonostante avevano continuato a frequentarsi, perché le Pink Ladies non si dividevano mai, benché l’abitudine di Liam nel reclutare nuove persone – del tutto prive di personalità secondo i gusti di Rizzo – la infastidisse ogni volta allo stesso modo
E difatti, anche quel primo e ultimo giorno di scuola, Liam aveva con sé un’altra anima sfigata: Harold.
A Rizzo non piacque a pelle, quel ragazzo. E quando questo accadeva, la maggior parte delle volte, non era mai un fatto positivo.
“Salve ragazze! Questo è Harold! Loro sono Perrie, Demetria e Taylor” fece le presentazioni Liam, mentre Harold si sedeva accanto a Demi e lui accanto al ragazzo. “Si è trasferito qui da Sidney, in Australia!” disse con un entusiasmo che non colpì nessuno.
Liam, però, cercava sempre di colpire la sua vecchia amica – riuscendoci pochissime volte. E quest’ultima con tono ironico riprese: “Mh, come vanno le cose laggiù?”
Harold la guardò accigliato, sistemandosi sul posto; infine con un’innocenza pari a quella di un cerbiatto le rispose “bene, grazie” colpendo tutti per la sua voce profonda e nasale.
Taylor, nel frattempo, aveva preso a fissarlo con insistenza, valutando se potesse essere la sua nuova vittima.
Doveva ammetterlo a se stessa, quel tipetto timido e vestito come uno sfigato aveva ricci invidiabili e occhi verdi da lasciare senza fiato.
Liam, però, la ridestò da quella analisi, richiamandola alla sua attenzione: “Hey, Taylor! Sono nuovi quegli occhiali?” chiese, ovviamente per spostare l’attenzione da un Harold che aveva iniziato a sentirsi in soggezione.
L’unica, infatti, che sembrava non filarselo era Demetria che pensava soltanto al suo cibo. Rizzo, invece, aveva perdurato a sostenere nella sua direzione uno sguardo di sfida.
L’innocenza di quel ragazzo – pensò Perrie – l’avrebbe intrattenuta nelle sue giornate di noia.
“Oh sì, li ho presi per la scuola” disse entusiasta, sbattendo con indugio gli occhioni grandi, coperti dalle lenti. “Non mi danno un’aria più intelligente?” chiese, atteggiandosi per apparire come volevano le sue aspirazioni.
Perrie si stiracchiò e trattenne una risata, prima di risponderle in una beffa: “No! Ti si vede ancora la faccia”
Ad Harold, però, quell’offesa non piacque affatto. In realtà, niente di quella donna dai capelli biondissimi e lo sguardo strafottente gli piaceva. Ma il ragazzo era fin troppo buono per iniziare a detestarla, perciò decise di dare attenzione ad altro.
La voce di Demi, accanto a lui, lo ridestò: “Come la trovi finora questa scuola?”
Guardò la ragazza e alzò un sopracciglio. “È un po’ diversa…” Harold non voleva proprio dirle che non gli piaceva per nulla e che gli mancava terribilmente la sua.
L’arrivo di un’altra ragazza, però, decisamente troppo, troppo entusiasta smorzò l’animo dei presenti.
Harold si guardò attorno, ricercando il volto di quella voce piena di gioia e si accigliò quando, trovandola, ebbe modo di vedere che esistevano ancora persone felici di essere a scuola.
“Salve ragazze!” urlò la nuova arrivata, avvicinandosi in dei saltelli aggraziati. La sua voce – questo fu un pensiero condiviso da tutti – era decisamente fastidiosa.
“Oh no!” fu infatti la reazione delle Pink Ladies. “Ecco la… – la parolaccia che Perrie disse, Harold non seppe se la sua mente la censurò o se si confuse tra i lamenti delle altre – della Rydell” affermò in un sussurro per poi aggiungere un “Ciao”, da gatta fintamente intenerita, insieme a un sorriso falsissimo.
Fan Entusiasta, però, salutando chiunque la circondasse, si avvicinò al loro tavolo con un sorriso a trentadue denti. “Io adoro il primo giorno di scuola! Voi no?” affermò, introducendosi.
Il sarcasmo di Rizzo si intravide anche nella successiva risposta: “Il primo giorno non si scorda mai…” alla quale Fan replicò, glissandola, senza smorzare la sua allegria: “Indovinate che cosa è successo?”
Perrie guardò prima Liam e poi Taylor, che decisamente avevano altro da fare, e beffandola semplicemente con il suo tono continuò: “è un po’ difficile” ma anche in questo caso Fan proseguì senza offendersi: “Hanno annunciato i candidati del consiglio, indovinate chi c’è nella vicepresidenza?”
Perald le gettò addosso uno sguardo inespressivo, alzando il capo; poi esagerando, come faceva sempre con chi le diceva cose noiosissime e con l’unica finalità di prendere in giro l’interlocutore disse: “Chi?” soffermandosi sulla fine della parola e facendo scoppiare a ridere, sotto i baffi, Demetria.
Liam decise di non darle attenzione, le sue pellicine superflue erano più importanti – un’emergenza – rispetto alla notizia di quella ragazza. Taylor invece decise che quel discorso non le interessava e si concentrò sulla sua lista di possibili uomini della settimana; accanto al nome di Harold, appena aggiunto, inserì un punto interrogativo – era ancora indecisa su quel ragazzo.
“Ma io!” urlò la Fan Entusiasta, ridendo subito dopo e cogliendo di sorpresa – non troppa – le altre. “Ma non vi pare il massimo?”
Perrie le sorrise con la bocca leggermente aperta. Il suo stupore, comunque, era ovviamente una finzione. “A me pare il minimo…” le rispose infatti in una beffa.
“Mi auguro proprio di farcela…” si disse Fan e Perrie colse la palla al balzo anche in quella occasione per ridicolizzarla velatamente, raccogliendo l’attenzione delle altre Pink Ladies: “Beh, ti facciamo i nostri migliori auguri… non è vero?” Taylor si alzò, incoraggiando la beffa di Rizzo, per afferrare il volantino dalla mano della Fan – volantino che diede a tutte le altre.
Quando arrivò ad Harold, però, aggiunse con eccessivo rammarico: “Oh Dio! Che terribile cafona, non mi sono presentata al vostro amico!” affermò, sedendosi improvvisamente accanto al riccio, intrufolandosi tra quest’ultimo e Liam. “Mi presento, io sono Fan Entusiasta, oh, benvenuto alla Rydell! Ahhh” urlò, infine, a causa di una puntina messa sotto il suo fondoschiena – da Rizzo – mentre tentava di sedersi.
Harold poté avere modo di costatare che il suo entusiasmo era capace anche di tramutarsi in cattiveria, dopo lo sguardo che lanciò nella direzione delle Pink Ladies; questo non prometteva nulla di buono.
Quando però tornò a parlargli, Fan sorrise di nuovo: “beh, spero che verrai alle selezioni per le PonPon Girls and Boys” affermò.
Harold si accigliò. “Perché esistono anche selezioni maschili?” chiese stralunato. La ragazza annuì con vigore. “Oh, certamente! La Rydell è una delle prima scuole che propone questa iniziativa! E poi non ho potuto fare a meno di notare il tuo corpo asciutto e le tue gambe… Sono davvero meravigliose, sai?! Mi fanno provare tanta invidia nei tuoi confronti. Però così potremmo stringere amicizia e diventare amici per la vita!”
Sì, Fan era decisamente troppo entusiasta, ottimista e sognante anche per i gusti di Harold che indugiò con un sorriso imbarazzato da tutti quei complimenti.
Dopo quella descrizione che non solo fece arrossire Harold, ma ripensare perfino una Taylor sulla decisione di prenderlo veramente in considerazione, Harold rispose: “Oh beh, ci penserò…” ma Fan aveva già deciso di mostrargli tutte le iniziative e le motivazione.
Mentre i due parlavano, Liam chiese alle Pink Ladies, radunatesi vicine per parlare sottovoce, se Harold potesse far parte del loro gruppo. “Hey ragazze, che ne dite di Harold? La potremmo fare entrare tra le Pink Ladies?”
E il fatto che Harold – e anche Liam – fossero due uomini non era affatto un problema per i requisiti di quel gruppetto. Tuttavia c’era chi non era convinto. La più restia, Rizzo, fissò il ragazzo con attenzione e “troppo innocente per essere uno dei Pink” borbottò Perrie, tagliando corto.
Liam avrebbe voluto ribattere, ma l’espressione “Porca vacca!” di Taylor portò l’argomento lontano dai meandri dei loro pensieri. “Mi è cascato un brillantino nei maccheroni” aggiunse in un lamento, Taylor, facendo sbuffare le altre.
*

Nel frattempo, i T-Birds si erano radunati sugli spalti dello stadio per poter pranzare. Nessuno di loro aveva voglia di mischiarsi con gli sfigati della mensa, e, inoltre, l’idea di mangiare quelle schifezze che la scuola rifilava agli studenti senza scrupoli era davvero molto poco allettante. Da lassù, poi, avevano il privilegio di controllare l’intera scuola, campi sportivi inclusi. Per non parlare delle numerose ragazze carine che pranzavano da quelle parti –sì, questa era decisamente la ragione principale-.
Zayn era seduto appoggiato alla rete metallica che fungeva da protezione alle pareti spoglie degli spalti, circondato da Nick, Niall e Josh che gli parlavano divertiti di cibo e di ragazze, i loro argomenti di conversazione preferiti.
Louis, leggermente in disparte rispetto agli amici, fissava due ragazzine del primo anno sedute poco lontane da loro, pensieroso. Tentava invano di farsele piacere, quelle due, ma inutilmente: per quanto tentasse di non pensarci, ogni volta la sua mente era offuscata dall’immagine onirica di quei due meravigliosi occhi verdi, di quei ricci scompigliati dalla brezza marina e da quelle labbra carnose ed invitanti di quel ragazzo che gli aveva fatto perdere la testa durante l’estate. Era dura tornare alla propria routine dopo aver conosciuto Harold. Avrebbe dovuto continuare a fingere per il resto dell’anno, e solo all’idea tremava. Si voltò verso i suoi amici, sperando di entrare nella conversazione e di togliersi dalla testa tutti quei brutti pensieri.
Lungo la traiettoria del suo sguardo, proprio alle spalle dei suoi amici, gli atleti della scuola erano già intenti ad allenarsi. Louis notò, senza troppa difficoltà, Ed. Era uno dei componenti della squadra di football, probabilmente il quarterback o qualcosa di simile. Zuko, in realtà, era la persona più ignorante del mondo in questione di sport, e non conosceva di certo tutti i ruoli di tutti i giocatori di football. A malapena riusciva a distinguerlo dal Rugby. Se c’era una cosa che sapeva, però, era che tutti gli atleti erano dei completi idioti e che, con grande probabilità, la grandezza del loro cervello era spesso inversamente proporzionale alla grandezza dei loro muscoli.
E se c’era un’altra cosa che sapeva era che Ed era probabilmente l’atleta più idiota della scuola. Con quei capelli rosci da sfigato, lo sguardo costantemente inebetito e vago e quei modi di fare rozzi e goffi era sicuramente l’essere perfetto per essere preso in giro costantemente da tutta la banda. Era proprio per questo, infatti, che Louis si divertiva tanto a prendersi gioco di lui.
“Hey, ragazzi, guardate là” lo indicò Louis, acquistando l’attenzione di tutti gli amici che si voltarono in uno scatto. Ed, insieme a tutti i suoi compagni di squadra, correva lungo la pista di atletica nella loro direzione, col casco bianco in mano.
“Signore e signori, attenzione! Ecco a voi la stronzo-parade” annunciò Zayn, provocando una grossa risata da parte di tutti quanti.
Il giocatore di football, sentendoli, si voltò a guardarli col suo solito sguardo perso. Nel frattempo, esausto dal lungo allenamento, lanciò il casco sul campo dall’erba sintetica ma, totalmente incapace di fermare la propria corsa, ci finì contro, incastrandoci dentro, inavvertitamente, un piede.
“Hai sbagliato! Ci devi mettere il capoccione non i piedi lì dentro” gli urlò contro Nick, mentre gli altri ridevano talmente tanto da non riuscire a proferire parola.
Accompagnato dalle risate del gruppetto, l’assistente del coach si precipitò in aiuto di Ed. Gli si gettò ai piedi, tentando di sfilargli il casco dallo scarpino. L’atleta, però, non vedendolo, si spostò, rendendogli il salvataggio praticamente inutile. Senza demordere, e più determinato che mai, l’assistente, ormai riverso a terra, si gettò nuovamente fra le gambe di Ed che, nuovamente, si spostò in uno scatto. Questo teatrino continuò per un po’, rendendo sempre più ridicoli quei due idioti.
“Ma tanto lui il cervello ce l’ha sempre avuto sotto ai piedi” disse Niall, ridendo come un pazzo. Tutti quanti si voltarono a guardarlo, stupiti per l’osservazione intelligente e terribilmente divertiti da quella esilarante verità.
Il momento divertente, però, scemò in pochi istanti.
Louis, che si era alzato per poter godere meglio dello spettacolo dato da Ed e dall’assistente, si sedette nuovamente al suo posto. Gli altri lo seguirono a ruota, circondandolo.
“Ma avete visto la nuova ragazza che lavora alle iscrizioni?” domandò Zayn, conquistando gli sguardi di tutti gli amici. “Quella c’ha le tette più grosse di tutto il circondato” continuò, giustificando tutte le sue attenzioni verso quel nuovo acquisto della Rydell.
Louis sbuffò, cercando di non farsi notare, ed assunse l’espressione più interessata che riuscisse a fare. A dirla tutta, poco gli interessava delle tette della nuova ragazza delle iscrizioni, ma di certo non poteva lasciarlo trapelare agli altri. Questi, infatti, erano invece assolutamente interessati al nuovo argomento di conversazione tirato in ballo da Zayn: quando si parlava di tette, era sempre un argomento interessante.
“Vuoi dire che c’ha le tette pure più grosse di quelle di Annette?” chiese Niall con la bocca spalancata, sputacchiando qua e là le briciole del sandwich che stava ancora trangugiando. Quella ragazza, o, meglio, le sue forme prorompenti, lo avevano conquistato fin dal primo anno di liceo ma, ovviamente, era sempre stato un obbiettivo troppo lontano per le sue scarse capacità di rimorchio.
“Ma che dici, nessuno ce le ha più grosse di Annette” si affrettò a specificare Zayn, scrollando le spalle.
Lanciò poi uno sguardo a Josh, che, nel frattempo, si era appostato su una panca sotto quella dove erano sedute le due ragazze del primo e si stava divertendo ad ‘ammirarle’ da quella angolatura. Nick, seguendo lo sguardo accigliato ma divertito di Zayn, notò l’amico e, con un gesto, fece voltare anche Niall e Louis verso quello spettacolino squallido ma divertente. Louis alzò gli occhi al cielo, sorridendo lievemente alla stupidità dei suoi amici.
“Hey” gridò Nick, catturando l’attenzione delle due ragazze intente a mangiare. Entrambe si voltarono, infastidite, ma quando Nick indicò loro il ragazzo che le stava fissando senza scrupoli si voltarono per incenerirlo. Se solo avessero potuto, gli avrebbero rifilato una sberla, ma, impossibilitate, si limitarono a raccogliere tutte le loro cose e a dileguarsi alla velocità della luce, borbottando qualcosa contro l’intero genere maschile.
“Tu sei malato, Josh.”



Angolo WISEbananaSHIP:

Dato che noi siamo alternative e che ci divertiamo ad alternare i ruoli, oggi tocca alla sottoscritta (alias Wise, alias Blackbird_) scrivere le nda. E io, come al solito, non so minimamente da dove partire.
Bene, in questo capitolo il piccolo e tenero Harold ha fatto "amicizia", se così si può dire, con le Pink Ladies. E abbiamo anche conosciuto un nuovo personaggio: Fan Entusiasta! Probabilmente i suoi genitori era ubriachi quando decisero di appiopparle un nome simile, poverina. Anche se, come potete già notare, lei è davvero una fan ed è davvero davvero tanto entusiasta!
Nel frangente TBirds, invece, abbiamo assistito alle diatribe tra Niall e la Preside, e, soprattutto, alle paturnie di Louis. Abituatevici, il nostro Zuko è pieno di fisime mentali.
Come sempre speriamo che anche questo secondo capitolo vi piaccia. E non cambiate canale, perché dal prossimo capitolo... Si canta! *grida di entusiasmo* Lo so che non vedete l'ora di cantare insieme ad Harold e Louis la bellissima Summer Nights perciò non ci abbandonate!
Grazie di cuore a tutte le persone che hanno aggiunto la storia alle preferite/ricordate/seguite, e a tutte quelle che ci scrivono i loro pareri tramite recensione. Davvero, davvero grazie.
A presto,
Wise
   
 
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