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Autore: Alisa Sato    22/12/2013    0 recensioni
L'inizio della storia di due ragazze, una umana e una vampira, che si incontreranno per caso e da quell'incontro nasceranno nuovi sentimenti che le porteranno a conoscere meglio se stesse, amandosi in questo amore proibito.
Genere: Erotico, Fluff, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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[7 Luglio, Anno 20xx; ore 17.30]

*Yolanda:

Eravamo appena arrivati davanti all'entrata al covo che ci aveva indicato Zara, l'amica di Karl che ci aveva ospitate, quando alcuni scagnozzi di Nomad ci accerchiarono e dopo un fischio provenire dall'interno, ci attaccarono. La squadra di mio fratello combatté contro di loro mentre io, Holly, una sua squadra, e Karl, seguito da Xander, ci avviammo all'interno del garage, dove probabilmente si trovavano; loro iniziarono a combattere contro alcuni vampiri, mentre io stavo messa in disparte.
C'erano circa una ventina di uomini, ma quello che mi fece sussultare fu vedere Jennifer in mezzo a quel maledetto di Nomad e una ragazza con il caratteri fisici simili ai suoi. “Quella dev'essere la figlia, quindi la sua creatrice..”
< Jenny.. > Sussurrai appena e lei, come se mi avesse sentito, mi guardò negli occhi che le si erano illuminati di gioia; rendendosi conto che stava per fare qualcosa, l'altra arrivò in un batter d'occhio alle mie spalle, bloccandomi le braccia dietro la schiena, facendomi grugnire dal dolore.
< Bene, molto bene. E così tu saresti Yolanda.. Certo che sei veramente una bella ragazza. Quasi quasi ti mo… > E venne scaraventata di lato, così che io fossi libera e mi avvicinai verso Jennifer, ma quando mi girai per vedere cosa fosse successo vidi la figura di Erika: Jennifer la vide.
< Erika! Cosa ci fai qui? > Domandai allarmata e lei mi guardò.
< Mi pare ovvio, sono qui per salvarvi; adesso andatevene.. Il mio compito è quello di proteggervi; quindi andate via, ci penso io qui..> Sorrise debolmente e poi fissò la sorella che era rimasta pietrificata nel vederla arrivare. < Scusami tanto sorellina; non posso fare più di così, ma sappi che ti voglio ben.. > Una mano trafisse il suo petto, facendo colare del liquido scuro, simile al sangue ma di colore grigio; lei ci guardò con le lacrime che le rigavano il volto e poi cadde prima in ginocchio e poi distesa a terra, allungò la mano verso la sorella, con occhi supplicanti, per poi dissolversi nel nulla.
< Che seccatura.. Dov'ero rimasta? > Si pulì la mano sui pantaloni e si grattò il mento, pensierosa. Io ero rimasta scioccata da quella scena, troppo veloce per me e guardai Jennifer: aveva gli occhi sbarrati e lucidi, ma le sue pupille si erano ristrette, di un colore molto più chiaro del solito, quasi fossero bianchi. Si avvicinò a me, sfiorandomi il braccio con la mano, sorridendomi, e si avviò di corsa verso la ragazza, urlando.
< QUESTA È LA TUA FINE, LAUREN! >

*Jennifer:

Ormai, persa la ragione, mi avventai su Lauren, cominciando a colpirla come una furia assestando calci e pugni che lei evitava, finché non mi bloccò il mio pugno con la mano, schiacciandomi le dita.
< So che poi fare di meglio, ti do un incentivo. > Sorrise perfidamente e poi fece qualcosa che mi provocò dolore: la mia mano era dilaniata, con pezzi di pelle pendenti ed alti a terra; la sua bocca era imbrattata del mio sangue e si leccò il labbro superiore. < Però, sei diventata così.. dolce .. in un attimo, molto di più rispetto a quando ti ho morsa l'altra volta.. Forse è la ragazzina che ti fa quest'effetto. Chissà com'è.. > Sorrise compiaciuta guardando verso Yolanda mentre si puliva la bocca con la manica della maglia nera.
< Non ci provare neanche per sogno! > Mi fiondai contro di lei e iniziai a prenderla a calci, cercando anche di schivare i suoi contrattacchi; riuscì ad assestarle alcuni colpi sia allo stomaco che sul volto, confesso che era molto più veloce ed esperta rispetto a me.
< Devo ammettere che sei migliorata, con tutta la mano fuori uso. Sei maturata bene, ma devi ancora imparare molte cose prima di essere alla mia altezza! > Mentre le stavo per dare un calcio in pieno viso, lei si scansò, abbassandosi, e mi perforò la gamba che mi teneva in equilibrio. Gridai di dolore e caddi in ginocchio, osservando la gamba: avevo uno squarcio sul polpaccio tanto profondo che vedevo cosa c'era dall'altra parte.
Alzai lo sguardo, pieno di ribrezzo e odio, urlando e feci scorrere l'adrenalina in tutto il corpo, lasciando che le catene che m'incatenavano si rompessero e mi scaraventai su di lei, dandole una testata talmente forte che la feci volare sulla parete opposta. Prima che io cadessi di nuovo a terra, perdendo i sensi per la mancanza di energia, mi accorsi che lei era già sparita.

*Yolanda:

Mi avevano accerchiata in quattro, non potevo muovermi, vedendo solo il corpo di Jennifer a terra; uno di loro si accanì contro di me, spalancando la bocca. Raccolsi tutto il coraggio che avevo e gli infilai il paletto che avevo in mano in mezzo al petto, trasformandolo in cenere. Gli altri mi si avventarono, ma una ragazza mi fece da scudo, mandandoli KO; dapprima non capii chi fosse, ma poi la guardai meglio ed era la fidanzata di Holly.
< Tutto a posto, Yolanda? >
< S-Sì, grazie. > Mi avvicinai a lei dopo che stese un altro vampiro.
< Vai da lui. > Indicò con un cenno del capo mio fratello e i miei amici che si stavano avvicinando a Nomad. Annuii e li seguii, ritrovandomi davanti il diretto interessato che sogghignò quando ci vide.
< Sinceramente pensavo che non sareste mai venuti, ma forse è meglio così; perché questo è il mio desiderio di vendetta! > Si tolse la camicia che indossava, rimanendo a petto nudo, e mi fu inevitabile guardare quel corpo pieno di ustioni e cicatrici, lasciandomi sbigottita e con una rabbia che non placai facilmente. Lui emise un sospiro e si avvicinò a noi, stringendo il pugno con tanta di quella forza che notai delle vene esposte lungo il braccio.
< Sei un lurido stronzo.. Perché vuoi uccidere me e la mia famiglia? Perché ce l'hai tanto con noi? > Si fermò un attimo, guardandoci con stupore che si trasformò in euforia in pochi secondi, per poi rispondermi.
< Visto che state per morire perché non dovrei accontentarti? > Chiuse gli occhi e si rilassò appena, iniziando a parlare. < Tutto iniziò quando stavo a Dublino insieme a mia moglie e i miei figli; anche se eravamo dei vampiri da molto tempo, non avevamo tanti nemici e pensa che non avevo neanche in mente di creare una setta.. > Rise imbarazzato per poi ritornare serio e con gli occhi minacciosi. < Comunque, stavo dicendo che, ero con la mia famiglia quando incontrai tuo nonno. Era il diciannove Luglio del 1970, c'era anche tuo padre con lui, che a quei tempi poteva avere più o meni tredici anni; tutti e due faceva parte della Croce Alfa e tuo nonno uccise senza preavviso il mio primogenito, dicendo che era un avvertimento. Non credetti mai alle sue parole, così giurai che l'avrebbe pagata. > La sua mano si strinse con forza nel ricordare. < Passarono gli anni e finalmente, dopo essere riuscito a trovare l'indirizzo dove si trovava dopo lunghe ricerche, riuscì a far fuori tuo nonno e anche tuo padre, provando un piacere immenso che poi venne cancellato quando il tuo stolto fratello uccise l'altro mio figlio, quello di cui eri innamorata, ricordi? E da allora non desidero altro che la vostra completa distruzione! > Rise come un pazzo, facendo anche tremare la terra sotto di noi, notando che il suo fisico si era leggermente gonfiato; fu impossibile vederlo arrivare verso di me, mentre mi puntava un pugno in pieno viso.
< SPOSTATI! > Karl mi spinse con forza, facendomi sbattere contro il muro, prendendosi il colpo in mezzo alla schiena; del sangue gli uscì dalla bocca, sputandolo sul pavimento e s'inginocchiò dal dolore.
< Karl?! > Mi alzai dolente, cercando di avvicinarmi a lui.
< NON.. MUOVERTI! > Si mise in piedi e mi fulminò con lo sguardo; mormorò qualcosa da solo e vidi accanto a lui Xander, che gli rivolgeva uno sguardo timido.
< Noto con piacere che hai ancora le palle per rialzarti, microbo; e comunque non m'importa se siete in due, tanto vi farò fuori entrambi. >
< Non essere tanto sicuro nel battermi, capo. Xander, ora! >
< Agli ordini! > Il suo corpo cominciò a brillare, emanando una luce sempre di più accecante. < Scusami Yolanda, ti devo lasciare un'altra volta.. Ricordati che ti voglio bene. > E mentre le lacrime mi scendevano da quelle parole ci fu come un esplosione, tanto forte che mi dovetti coprire il viso con le mani.
Quando le tolsi vidi Karl contornato da un alone splendete, color dell'oro, che si avventava contro Nomad, iniziando a caricarlo di pugni e calci. Erano troppo veloci e non seguivo bene i loro movimenti ma, appena passati trenta minuti, lo vidi cadere a terra, completamente esausto; intuendo che non era più come prima temetti per la sua vita.
< Beh? Solo mezz'ora? Pensavo che saresti durato di più.. > Gli diede una serie di calci allo stomaco, facendolo urlare e sobbalzare ad ogni colpo. Non potevo rimanere ferma a vedere un mio amico farsi trattare in quel modo e fu allora che feci qualcosa che mi sorprese.
< Finiscila.. > La mia voce uscì appena, ma quel tanto che Nomad si voltò verso di me, lasciando perdere Karl, avvicinandosi sempre di più al barile di metallo vuoto dov'ero appoggiata.
< Come hai detto? Non ti ho sentito. > “Adesso, è il momento!”
< Ti ho detto che.. la devi smettere! > Mi scagliai contro di lui, urlandogli contro, uscendo il pugnale di amianto che mi aveva dato mio fratello. Cercai di infilare la lama nel petto ma lui mi prese per il collo, alzandomi sopra di lui, stritolandomi.
< Povera illusa. Cercavi di uccidermi con quel giocattolo, ma non ci riuscirai mai. Ah ah ah, adesso morirai, sgualdrina! > Iniziai a vedere sfocato - con il respiro che mi mancava sempre di meno e della saliva che fuoriusciva dalla mia bocca - tentanto in tutti i modi di togliermelo con la mano libera, ma era molto più forte di me. “Se solo riuscissi a utilizzare il pugnale.. Jennifer..”
< NON PROVARE MAI PIÙ A TOCCARE MIA SORELLA! > Sentii quella voce che risultò fievole alle mie orecchie e quel poco che vidi fu Nomad imprecare perché quello gli aveva dato un colpo alla gamba; allentando la presa su di me riuscendo finalmente a prendere un po' più di aria. < FLORA, FALLO ORA! È IL MOMENTO! > Approfittai di quella distrazione per contrattaccare e, urlando, affondai l'arma nel petto – dove si trovava il cuore – di lui che mi lasciò a quell'impatto che gli tolse l'aria, con il sangue che colava scuro dal petto, dalla bocca e dagli occhi; cadde a terra pronunciando solo queste parole prima di morire con un sorriso dipinto sulle labbra:

Così questa è la mia fine … Ma adesso staremo nuovamente insieme … Mia amata Nina.

Mentre mi massaggiavo il collo, riprendendo a respirare normalmente, incrociai lo sguardo con mio fratello e mi parlò con il labiale. “Vai da lei.” Annuii e corsi raggiungendola in un batter d'occhio; mi bruciavano gli occhi vedendola ancora con gli occhi chiusi, senza dare segno di vita.
< Perché l'hai fatto? > La presi con un po' di fatica e me la misi sul grembo, facendole appoggiare la testa nella mia spalla, singhiozzando. < Ti prego, non lasciarmi. >
< Mi dispiace.. ma dovevo farlo.. > Aprì gli occhi e mi sfiorò il viso con la mano sana. < Lei, anzi io, ancora.. le appartengo.. ma adesso.. è finita.. almeno credo.. > La guardai negli occhi stanchi e mi tremò il labbro.
< Jenny! > Le lacrime scesero come un fiume in piena, mentre la stringevo a me, mordendomi il labbro. < Io … credevo che tu … >
< Ehi, piccola.. non fare così.. Non sono così malridotta.. > Disse sorridendomi debolmente mentre mi accarezzava sulla testa. < Perdonami.. se sono stata.. così egoista.. per averti fatto.. soffrire così tanto.. > Mi prese il viso nella mano e mi costrinse a guardarla negli occhi. < Comunque, questo corpo si rigenera.. tranquilla.. con abbastanza trasfusioni.. L'importante è che.. tu stia bene.. Solo ora mi rendo conto.. che sono diventata più forte.. solo grazie a te. > Mi guardò con decisione e mi baciò castamente, uno dei quei pochi baci dolci che mi dava e che mi mancava da morire, sentendola così vicina a me.
  
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