Il futuro è una macchia verde sbiadito; bianco è l’inferno che hanno lasciato alle loro spalle – bianca la pelle di un figlio del nord, occhi di bosco e di guerriero.
Nasir si chiede se i giorni di Saturno non li abbiano benedetti: maneggia la falce, il dio crudele del tempo, ma non ha chiesto vite, questa volta, solo il coraggio di rinunciare al passato.
Nella sua, la mano di Agron trema appena. Se la porta alle labbra e sulla pelle tiepida lascia un bacio e una preghiera: ora che non ho più uno ieri, sii il mio unico domani.